Crisi dopo crisi
Se il jazz è improvvisazione, Cronaca di una crisi annunciata, in scena al Nuovo Teatro Nuovo, è interamente scritto sulle sue note e attraverso esse racconta i passaggi fondamentali che, negli ultimi ottant’anni, hanno cambiato il mercato dei capitali e, soprattutto, del lavoro.
«The people don’t know their true power» è la frase attorno a cui ruota lo spettacolo Cronaca di una crisi annunciata, in scena al Nuovo Teatro Nuovo fino al 9 febbraio: un capolavoro di ingegno e sperimentazione del giovane regista, musicista ed interprete Tiziano Turci. Il tema centrale dell’avanguardistico esperimento è tra i più difficili da affrontare, soprattutto a teatro: il mercato finanziario mondiale e i presunti motivi e gli interessi che sono all’origine dell’attuale crisi economica.
Turci, che da tempo lavora sull’integrazione di recitazione, musica e canto, riesce a costruire uno spettacolo coinvolgente proprio grazie a questa impostazione: appare sin dall’inizio sul palco una piccola orchestra jazz, composta da Francesco Provenzano alla chitarra, Giulio Maschio alla batteria, Enrico Valanzuolo alla tromba, Ennio Maltese al basso e lo stesso Turci al piano. Le vicende narrate da Turci sono accompagnate perennemente da una colonna sonora composta dell’orchestra e integrata con canzoni cantate da Rossella Teramano, i cui testi sono stati creati ad hoc per la messinscena. Se inizialmente l’unione di queste diverse componenti artistiche spiazza e crea confusione allo spettatore, in seguito la perfetta sintonia tra i vari protagonisti della piece rende frizzante la cronistoria finanziaria narrata, che altrimenti, a causa degli argomenti ostici di cui tratta, rischierebbe di perdere l’attenzione della platea.
Il titolo rimanda ad una delle più famose opere di Gabriel García Márquez, la cui forza è la presentazione delle diverse verità soggettive e parziali sullo stesso fatto, che concorrono tutte a formare un mosaico complessivo. Turci compie lo stesso lavoro sul proprio testo: affronta la storia dell’economia liberale fino ai giorni nostri, attraverso gli uomini che hanno svolto dei ruoli chiave nei cambiamenti economici del mercato globale degli ultimi sessant’anni, costruendo un vero e proprio mosaico di relazioni ed intrecci.
L’interesse degli spettatori è assicurato anche dal loro diretto coinvolgimento. Difatti il regista abolisce completamente la quarta parete per generare una sorta di assemblea, dove sono invitati ad esprimersi tutti i presenti in sala. Turci continuamente chiama in causa la platea che, se all’inizio rimane titubante, finisce poi per sentirsi complice divertita dello spettacolo, arricchendolo con idee e opinioni. La partecipazione diretta e non controllata dello spettatore mette in mostra tutta la bravura del cast che si scatena in improvvisazioni sia recitative che musicali di grande efficacia: la serata si trasforma in un concerto jazz dove l’improvvisazione investe tutte le componenti, anche la recitazione stessa!
La scenografia è volutamente inesistente: l’eliminazione di quinte, di sipario, di transetto e la graticcia a vista svelano la struttura reale del teatro, che non è più un luogo dove si raccontano storie di finzione ma funge da agorà per il dibattito su questioni di pubblico interesse.
Unico elemento scenico posto a supporto della recitazione è la presenza di immagini proiettate sulla grande parete di fondo, che aiutano ad individuare concetti chiave e protagonisti delle vicende finanziarie narrate. Indovinato anche l’utilizzo della tecnologia più alla portata dello spettatore, per esempio facendo ascoltare registrazioni dal cellulare, per sottolineare come i fatti spiegati siano accessibili a chiunque. Del resto, il fine dichiarato dallo stesso Turci non è quello di raccontare delle verità o svelare i motivi scatenanti della crisi economica, bensì «porre dei dubbi a persone che si vogliono fare una domanda».
In definitiva lo spettacolo, pur analizzando il complicato sistema dell’economia liberale – tra inflazione e deflazione, resistenza commerciale e marketing – risulta eccitante e assolutamente coinvolgente, come dimostrano anche i numerosi premi vinti: Premio della critica al Teatro dei Contrari, Premio Talenti Under 35 sulla via Emili, Premio dei Giornalisti al concorso Nuove Realtà del Teatro. Anzi, lo stretto legame che infine si viene a creare tra spettatori e attori è tale che la difficoltà maggiore è chiudere la divertita “assemblea”, che per la serata inaugurale, si è salutata tra bicchieri di spumante (improvvisamente offerti da Turci e band) e chiacchiere tra amici. Unico rammarico è che la sala fosse poco gremita, mentre la novità, l’impegno e la qualità dell’esperimento meritano certamente più visibilità.
Alessia Santamaria
Nuovo Teatro Nuovo
Via Montecalvario, 16, Napoli
Info e prenotazioni: botteghino@teatronuovonapoli.it – www.teatronuovonapoli.it
Tel.: 081 497 62 67
Orari: 8 febbraio ore 21 – 9 febbraio ore 18.30
Prezzo: galleria intero €15,00; galleria ridotto under25, universitari under30 €10,00
platea intero €20,00; platea ridotto under25, universitari under30 € 15,00