Malesseri in doppia cifra
“7-14-21-28 “, ovvero il viaggio tra parole e numeri del duo Rezza/Mastrella attraverso l’Italia di oggi. Per raccontare la (triste) realtà, ma col sorriso.
Antonio Rezza torna a far sorridere (e riflettere) Napoli con uno dei suoi irriverenti e arguti spettacoli 7-14-21-28 ideato e scritto nel 2009 da lui stesso insieme a Flavia Mastrella e ancora in scena stasera e domani per le ultime due repliche al Teatro Bellini. La scena ideata da Flavia Mastrella è ricca come sempre di elementi diversi – un’altalena, delle funi, teli e stoffe – che ricreano l’Habitat per i molteplici quadri che consecutivamente compongono lo spettacolo, accogliendo i tanti personaggi, e di conseguenza le tante storie, che Rezza man mano porta in scena.
I testi, (mai) scritti dallo stesso Rezza (come egli stesso afferma), sono riflessioni inflessibili, pungenti, ma mitigate dall’ironia, su varie tematiche che descrivono l’uomo e la realtà che ci circonda, partendo dalla violenza di un genitore nei confronti di un figlio nascosta dietro un sottile gioco di parole, passando per la disamina dello stato della ricerca in Italia attraverso l’immagine di un maldestro ministro, per il racconto, ancora, del lavoro precario di un operario, fino ad arrivare al gioco di parole e passi, che dà anche il titolo all’opera, in cui Rezza ricrea, attraverso i numeri, i legami di una famiglia allargata con figli naturali,legittimi e “negretti”.
Tutto lo spettacolo è imperniato ovviamente sulle capacità espressivo-corporee e di modulazione della voce che contraddistinguono da sempre Antonio Rezza. È lui a mantenere sempre alto il ritmo e l’attenzione, riempiendo il palco insieme alla collaborazione quasi solo fisica di Ivan Bellavista che gli fa da spalla, e arrivando anche ad interloquire con il pubblico che divertito partecipa e interagisce. Ciò a cui si assiste, dunque, è una messinscena unica nel suo genere, così come sono tutte quelle firmate dal collaudato duo Rezza-Mastrella, che fa sorridere ma allo stesso tempo colpisce per il suo sarcasmo, e per l’essere la fotografia, deformata attraverso le lenti del teatro, dell’Italia che siamo, dei valori in cui crediamo, degli errori che commettiamo. Con la stessa vena di ironia che ha attraversato tutto lo spettacolo, è lo stesso Rezza, al termine, a commentare i copiosi applausi finali con una frase che ostenta sicurezza e consapevolezza di come uno spettacolo di tal genere può piacere o meno ma di certo non lascia indifferenti: «A certi livelli il giudizio è ininfluente».
Irene Bonadies
Teatro Bellini
Via Conte di Ruvo, 14 – Napoli
Contatti: 081 549 12 66 – botteghino@teatrobellini.it
www.teatrobellini.it
Orari: feriali ore 21 – domenica ore 17:30