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Dal 20 al 23 febbraio, al Nuovo Teatro Sanità, Mario Gelardi e Fabio Rocco Oliva raccontano il  dolore di una vicenda personale che è problema sociale e morale. 

Foto Rosaria Piscopo/Carmine Luino

Foto Rosaria Piscopo/Carmine Luino

Il giallo, il colore forte e intenso del sole, simbolo di vita, e del girasole, fiore allegro e spensierato tanto amato da Anna, diventa il colore complementare del nero, di quel velo scuro e di quell’ombra che le annebbia la vista nella sofferenza.
Anna, Marco e Paolo sono tre giovani esistenze-resistenze, saldate insieme, nel gioco e nel dolore che li ha resi, malgrado la morte prematura di entrambi i genitori, una famiglia. La rincorsa infantile tra scherni e battute che scandisce il tempo verso l’adolescenza, diventa una corsa-lotta inarrestabile contro di esso al manifestarsi della malattia della ragazza. Anna ha bisogno di un trapianto di fegato.
Il giallo, ora il colore della bile, le ricopre il corpo diventando una maschera-presagio della fine al limite della vita. Sulle loro tre teste, reclinate dal destino e dagli eventi di una realtà incipiente che genera impotenza, pende forte il giuramento d’Ippocrate: “Giuro di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza.” Una promessa fatta da un estraneo che parla a loro quasi da un’altra dimensione, fuori dal loro quadrato-recinto, fortezza della loro unione indissolubile, allontanando le illusioni, con la sua auctoritas, talvolta quasi genitoriale, e rendendoli coscienti del male.
Attorno al corpo stanco della sorella, quel “corpo che non parla più” s’incontrano e scontrano le disperazioni dei due fratelli. Chi è vivo ed ha paura, Marco e Paolo, comincia ad insinuare nella sua mente speranze malsane e mortifere per gli altri, pur di vedere ballare e volare la persona amata ora in pericolo. Chi invece ha a che fare con la morte, Anna, non desidera un’altra sciagura pur di salvarsi, ma paradossalmente dona vita con l’immagine di sé che combatte prepotentemente in silenzio.

Foto Rosaria Piscopo/Carmine Luino

Foto Rosaria Piscopo/Carmine Luino

Sono in scena tutte le contraddizioni dell’animo umano nei tre protagonisti e le loro differenti scelte che portano alla rottura, per la prima volta, di quell’unione consolidata, che è stata la loro forza sempre, ma che ormai non può rimanere entro i margini di una storia personale perché deve sconfinare in un patto di fratellanza e solidarietà collettivo. È dalla consapevolezza di chi vuole, ma non può far nulla, che nasce la migliore protezione, da esercitare col sorriso; ed è in questo modo che i tre ridiventano bambini, accogliendo e ricevendo speranza, quella di vedere Anna seduta su una panchina, adesso vuota, accanto ad un albero, al di là della finestra della cella-ospedale in cui è rinchiusa.
Il testo è brutale e poetico in egual misura e restituisce al pubblico l’autentica veridicità del teatro, quando esso diventa vita e non prescinde da questa. Col patrocinio dell’AIDO, di AITF e dell’Azienda Universitaria Policlinico della SUN, Mario Gelardi e Fabio Rocco Oliva, che hanno scritto l’opera a quattro mani e di cui il primo è anche regista, affrontano un tema ancora poco discusso ma che interessa in Italia circa 9000 persone e ne coinvolge molte di più tra i parenti dei malati, i medici, le associazioni, i volontari e l’opinione pubblica.
La bravura dei giovani attori : Alessandro Gallo, il medico, Gianluca d’Agostino, Paolo, il più responsabile dei fratelli, Carlo Caracciolo, Marco, intenso e vero nell’esprimere i conflitti e le incertezze di chi ama incondizionatamente e Cristiana Dell’Anna che dà una buona prova di sorella minore e di donna che sa parlare a tu per tu col proprio corpo, in una sentimentale confessione-dialogo con la malattia, ha fatto nascere in sala un silenzio, pesante, sintomo di rispetto ed attenzione. Questa è stata la risposta degli spettatori ad una scrittura, poi messinscena, incisiva e delicata, per infine aprirsi in un sentito applauso, garanzia dell’ennesimo successo portato al Nuovo Teatro Sanità.

Antonella D’Arco

 

Nuovo Teatro Sanita’
Piazzetta San Vincenzo, 1, Napoli
Per info e prenotazioni – 3396666426
Orari-spettacoli: feriali ore 21.00, domenica ore 18.00

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