A’ chiena
Come un fiume in piena un boss si confessa: in scena al Theatre de Poche il nuovo lavoro di Ivan Luigi Antonio Scherillo e Diego Sommaripa.
Dopo Chicago brothers, la penna di Ivan Scherillo, con l’aiuto di Diego Sommaripa, confeziona A’ chiena. In scena dal 9 all’11 maggio al Noveau Theatre de Poche, la regia dello spettacolo è affidata allo stesso Sommaripa, impegnato anche sul palco nell’interpretazione di uno dei quattro personaggi.
A’ chiena,“la piena”, è il resoconto dei giorni successivi alla liberazione del boss Aniello Santonastaso (Pippo Cangiano), passato dal chiuso del carcere al chiuso di un bunker perché ricercato da camorra e mafia cinese. I cinesi sono la vera ossessione di Aniello, quelli a cui egli delega tutte le responsabilità di una vita che ha preso un corso probabilmente non desiderato. Unico conforto e compagnia è, per lui, Gennaro (il poliedrico Diego Sommaripa, che dimostra di saperci fare anche nelle vesti di attore), figlio di un suo vecchio amico, ormai morto.
Nei giorni che trascorre isolato da tutto e tutti, che percepisce come gli ultimi prima della vendetta dei suoi nemici, Aniello decide di raccontare le sue malefatte e la sua storia ad una giovane e brillante giornalista televisiva, Lavinia de Meis (portata sul palco da una timida Sara Missaglia). Il “fiume in piena” di Aniello travolge la ragazza, che pure non riesce a spiegarsi per quale motivo sia stata scelta proprio lei per tali confessioni (motivo che sarà svelato solo nel finale, dando conferma allo spettatore di quanto aveva già avuto modo di intuire).
Il tempo e lo spazio sembrano fermi, nel bunker di Santonastaso: ma è solo un’impressione che lo stesso personaggio interpretato da Cangiano ci nega, segnalando su una lavagnetta lo scorrere dei giorni. Il finale di partita, più volte preannunciato da Aniello, è dietro l’angolo e schiude molti dei nodi irrisolti di una figura controversa, devota a Padre Pio eppure non cattolica; che ha consigliato omicidi ma non ha mai ucciso; che ha permesso la tratta di schiavi dalla Cina eppure ne va tutt’altro che fiero.
Dal punto di vista tecnico, A’ chiena è uno spettacolo eccellente: dagli interpreti sul palco (su tutti Cangiano, vero mattatore) alla regia, tutto appare molto convincente e capace di non allentare mai la tensione emotiva dello spettatore. La scenografia naturale del Theatre de Poche, poi, contribuisce a portare anche il pubblico all’interno del bunker di Santonastaso. Restano invece delle perplessità su alcune scelte narrative degli autori, che lasciano in sospeso alcuni passaggi, dando compito implicito allo spettatore di riempire il vuoto tra i puntini.
Si tratta, in ogni caso, di aspetti marginali di un lavoro piacevole e piacevolmente impegnato, che riesce nel pur difficile obiettivo di far scattare empatia tra Santonastaso e chi assiste alla sua confessione. «E in fondo noi cosa siamo? Non siamo tutti malati?» sono, del resto, le parole rivolte a Gennaro in un momento di confronto, in cui quel “noi” non lascia indifferenti.
Sarà dunque lo scenario, sarà la bravura di Cangiano, sarà il tentativo del protagonista di riscattarsi, portando la piena del fiume di nuovo al suo posto; saranno tutte questi aspetti insieme, quel che è certo, è che non si può uscire dal Theatre de Poche pensando di essere immuni alla “malattia” di cui parla Aniello Santonastaso.
Antonio Indolfi
Theatre de Poche
via Salvatore Tommasi 15, Napoli
Tel: 081 549 09 28 – 366 97 99 364
Sito: www.theatredepoche.it
Biglietti: 8 euro – 6 euro per i possessori di Policard
Orari: venerdì e sabato ore 21 – domenica ore 18.00 (possibilità di doppia ore 21.00)