Istruzioni per minuta servitù
Servi e Padroni : specchi capovolti di “Un mondo come in-volontà e ir-rappresentazione”.
La pièce teatrale Istruzioni per minuta servitù, andata in scena al Teatro Nuovo, il 19 e 20 giungo, nell’ambito del Napoli Teatro Festival, parte dallo scritto omonimo finalista alla cinquantesima edizione del premio Riccione del 2009.
La sfida di Enzo Moscato, autore, ideatore e regista è stata quella di tradurre il testo, composito e pregno di citazioni e riferimenti, per tradizioni molto distanti tra loro, in uno spettacolo teatrale.
Partendo da un’intervista del filosofo Michel Foucault, in cui il pensatore si soffermava su ciò che egli definiva “l’envers de la tapisserie” e cioè il rovescio dell’arazzo, il noto artista partenopeo ha maturato negli anni l’idea di voler trattare il rapporto Padrone-Servo, sottendendo il tema ben più ampio della sudditanza tra uomini, in cui gli attanti si trasformano, vicendevolmente e alternandosi, talvolta in carnefici talaltra in vittime, coinvolgendo in quest’idea, come protagonista, il testo, in una lingua del tutto personale e originale, propria di Moscato, che muta continuamente, passando dal registro comico a quello tragico, sotto il velo pesante e fin troppo manifesto della parodia. Ciò si è reso necessario per la scelta degli autori trattati: i nostrani Petito, Scarpetta e Mastriani, pittoresco e consolatorio nel rappresentare le classi subalterne, e i più nordici e celebrali Swift e Schopenhauer, parafrasati e trasformati anche nel titolo, Genet presente con le sue Serve, Strindberg, in cui il capovolgimento di chi comanda ed è comandato è perfetto nel rapporto amoroso tra la nobile signorina Julie e il suo “servo, neo-padrone” Jean, che si sporcano e scaldano col sole del sud.
Su di una scena spoglia, vestita delle sole voci dei dodici attori in scena, e su cui grava il peso e l’immagine di una testa-carcassa di animale, come presagio di una sorte che accomuna tutti, si muovono quelle che sembrano essere le prove di una compagnia teatrale, (qui si palesa il pretesto metateatrale di matrice eduardiana, anche se sarebbe potuto esser condotto in maniera più consistente nel corso della messinscena) in cui le due prime donne, Cristina Donadio e Lalla Esposito, sul palco, recitano in un’altalena di vari personaggi. Ad interromperle, prima il capocomico Enzo Moscato seguito dagli interventi di decani e servetti (Salvatore Cantalupo, Gino Grossi e i giovani Giuseppe Affinito, Caterina Di Matteo, Amelia Longobardi, Francesco Moscato, Giancarlo Moscato e Giuseppe Moscato) che impartiscono e vivono le Istruzioni che la minuta, quale sudicia servitù dovrebbe eseguire per svolgere correttamente i suoi doveri, o per meglio dire, mettere in pratica tutte le sue astuzie e furberie ai danni del padrone.
Il punto di vista privilegiato è esplicitamente quello dei soggetti più disagiati, che deridono e beffeggiano la nobiltà e il potere con fare giullaresco e farsesco, in una miscellanea di parole e movimenti dove maschere, guitti e tanti Zanni, a ricordare la Commedia dell’Arte, si mescolano a caratteri psicologicamente più strutturati.
Proprio questa commistione di idee e generi molto differenti, evidenziati anche nella selezione musicale di brani accostati tra loro in modo volutamente stridente, l’inserimento di battute ai limiti di una comicità no-sense, sottilmente demenziale e il continuo e veloce confondersi dei ruoli tra gli interpreti ha dato vita ad una messinscena poco coesa e coerente, che sarebbe potuta esser più fluida operando per sottrazione di qualche parte, come ad esempio con la scarpettiana È buscia o verità, in cui un Pulcinella (Carlo Guitto) è stato simbolo troppo evidente della tradizione di casa nostra, che sarebbe bastato evocare piuttosto che sottolineare con la rappresentazione di un intero quadro scenico.
Nonostante un montaggio prolisso e talvolta ripetitivo, gli attori si sono distinti tutti nella loro performance ed un plauso va a Lalla Esposito, capace di catturare l’attenzione degli spettatori, nonostante la profusa confusione.
L’intento di animare un compendio, quasi un ricettario di precetti da prescrivere ed osservare per il Servo-Padrone-Umanità, per quanto concerne la fruibilità e la godibilità in teatro ha presentato dei punti deboli causati dall’eccessiva frammentazione protratta per un tempo troppo lungo che ha rimandato la conclusione con diversi e probabili finali, ma da un punto di vista puramente teorico è da considerarsi un’operazione fortemente interessante, soprattutto per gli autori-strumenti scelti ed utilizzati, un progetto ed un’idea che risultano ricchi di elementi sui quali riflettere in un ragionamento ed una conversazione volti al contemporaneo e non solo.
Istruzioni per minuta servitù troverà ospitalità nel cartellone del Teatro Nuovo, a partire dal prossimo ottobre.
Antonella D’Arco
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/