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In cerca di spettacoli teatrali e concerti nei luoghi all’aperto più suggestivi di Napoli e provincia? Ecco le anteprime di QuartaParete per aiutarvi nella scelta.

unnamed (4)La famiglia Addams
Quando: 16, 23, 30 luglio
Luogo: Orto Botanico – rassegna Brividi d’Estate
Orario: 21
Autori: Pino Carbone e Francesca De Nicolais
Regia: Pino Carbone
Interprete: Francesca De Nicolais
Trama: L’ironia graffiante di un noir che ha segnato più di una generazione rivisitato in uno spettacolo in cui il pubblico è dentro le mortifere, raggelanti, ed esilaranti dinamiche della lugubre famiglia.
Prenotazioni: 081 542 2088 – info@ilpozzoeilpendolo.it

unnamed (4)Luci della città. Stefano Cucchi
Quando: 22 luglio
Luogo: Orto Botanico – rassegna Brividi d’Estate
Orario: 21
Autori: Pino Carbone e Francesca De Nicolais
Regia: Pino Carbone
Interprete: Francesca De Nicolais
Trama: Charlie Chaplin è un attore acrobata che interpreta un personaggio che ripetutamente fallisce: un clown.Chaplin inventa Charlot per raccontare l’impossibilità e l’imprevedibilità della perfezione. Inventa Charlot per raccontare la grazia del fallimento.Profondamente, meravigliosamente umano.Charlot l’improbabile boxeur.Che si aggrappa alle corde per sottrarsi all’avversario.Che si ripara dietro l’arbitro, più per far ridere il pubblico che per nascondersi. Che si stringe forte al suo avversario per stanchezza e lo fa diventare poi un abbraccio affettuoso. Charlot che scappa sul quadrato come se fosse una lunga strada, per aggrapparsi di nuovo alle corde quando si accorge che lo spazio è finito. Chiude gli occhi come un bambino, per non vedere e sperare di non essere visto. Diventa ancora più piccolo e indifeso. Si chiude nella sua ottusa solitudine. Aggrappato ad un’idea di poesia. LUCI DELLA CITTÁ. STEFANO CUCCHI E intorno il mondo in bianco e nero… e muto. Intorno calci e pugni perché sei un reietto, sei la feccia della società, sei un tossico di merda, sei nelle nostre mani ora, nelle mani dello Stato. E tu, Stefano, per lo Stato non eri nessuno. E neppure per noi, fino a che non sei diventato martire e simbolo. Stefano che forse si aggrappa alle sbarre per sottrarsi all’avversario. Che forse si ripara dietro il lavandino, e non per far ridere il pubblico. Che forse si stringe forte ai suoi avversari, anche lui per stanchezza. Stefano che scappa nel quadrato della cella come se fosse una lunga strada, per aggrapparsi di nuovo alle sbarre quando si accorge che lo spazio è finito. Chiude gli occhi come un bambino, per non vedere e sperare di non essere visto. Anche lui diventa ancora più piccolo e indifeso  Si chiude nella sua ottusa solitudine. Aggrappato ad un’idea di giustizia. Una idea: la sua.
Prenotazioni: 081 542 2088 – info@ilpozzoeilpendolo.it

 

unnamed (10)Le 95 tesi. Una storia di Lutero
Quando: 23 luglio
Luogo: Terme Stufe di Nerone – rassegna TEATROallaDERIVA
Orari: 21
Autori e Regia: Giuseppe Cerrone e Antonio Piccolo
Interpreti: Raffaele Ausiello, Eduardo Di Pietro, Stefano Ferraro, Alessandro Paschitto, Antonio Piccolo
Trama: Il Lutero di questo lavoro non è solo il riformatore religioso, né solo il personaggio storico, ma innanzitutto l’uomo Martino, che pretende da chi impone le regole, la Chiesa, di rispettarle e dimostrarne la giustezza. Un elogio del dubbio e del pensiero critico.
Info e prenotazioni: infoteatroalladeriva@gmail.com

 

san-lorenzo-041Animae in San Lorenzo
Quando: 24 luglio
Orario: 20 e 21:30
Luogo: Basilica di San Lorenzo
Autore e Regia: Maurizio D. Capuano
Interpreti: Maurizio D. Capuano, Gianluca Cinque, Gianni Galepro, Ilaria Incoronato, Emanuele Iovino, Vittorio Passaro, Romina Strazzulo e con l’amichevole partecipazione di Ursula Muscetta
Assistente di scena e costumi: Federica Del Gaudio
Trama: Un percorso itinerante che attraversa il meraviglioso complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, situato nel cuore del centro storico di Napoli. Uno spettacolo che alterna comicità, rievocazione storica e momenti di riflessione, prende vita grazie a personaggi storici illustri. Una satira che, dall’antico, guarda al moderno e diventa spunto di riflessione e motivo di riso, forse un po’ amaro, sulla società attuale. Della Porta, Sisto V, Masaniello e tanti altri personaggi si ritroveranno, tutti insieme, in un dialogo corale, strutturato per far vivere la splendida Basilica di San Lorenzo Maggiore e l’intero complesso monumentale in un viaggio che renderà la visita un’esperienza unica.
Info e prenotazioni: 339 429 02 22

 

unnamedTi racconto il 10 maggio
Quando: 24 luglio
Luogo: Orto Botanico – rassegna Brividi d’Estate
Orario: 21
Autore: Maurizio De Giovanni
Interpreti: Maurizio De Giovanni, Francesco Desiato: fiati – Amedeo Lepore: contrabbasso – Giacinto Piracci: Chitarra
Trama: Ci sono momenti nella vita, che restano fissi nella memoria come fotogrammi della perfetta felicità. Momenti incantati incastonati tra le pieghe della mente. Sono fatti della stessa materia dei ricordi, ma cesellati con cura infinita. Sono le monete con cui riscattiamo il passato dalla nebbia grigia dell’oblio. Ci sono momenti nella vita in cui vorresti accanto chi ami, chi hai amato, chi amerai. Ma la felicità, quella perfetta, è provvisoria, inaspettata, irripetibile. Ti sorprende con l’animo scoperto e ti semina dentro il rimpianto di non averla potuta condividere. Ed é allora che servono le parole. Quelle giuste, quelle capaci di restituire carne, sangue,odori,sapori, luci e suoni a quei momenti. Parole giuste per raccontare la felicità, perfetta e provvisoria, e trasformare i ricordi in una meravigliosa dichiarazione d’amore. È questo che fa Maurizio de Giovanni con Ti racconto il 10 maggio: sfila dal passato le istantanee della memoria, riproduce con incredibile fedeltà, ad uno ad uno, i battiti del suo cuore, fa risuonare le emozioni. Con la tenerezza di un padre e la maestria di un grande scrittore, restaura un frammento di felicità e lo lucida con la nostalgia. Poi comincia a raccontare, come si può raccontare solo ad un figlio, la sua favola più bella: c’era una volta una città bellissima, che sapeva credere nelle favole. C’era una volta una città che visse, per un giorno, felice e contenta. Solo per un giorno, sì. Ma ci sono giorni che valgono una vita. Una storia così, non poteva essere recitata da un attore. Ci voleva la voce spezzata, il tamburo del cuore a ritmare le parole. Una storia così, poteva raccontarla solo chi l’ha scritta avendo due occhi inchiodati nella mente. Quegli stessi occhi che, forse, tra il pubblico, si faranno lucidi ad ascoltarla ancora.
Prenotazioni: 081 542 2088 – info@ilpozzoeilpendolo.it

 

unnamed (5)Pedro Felipe
Quando: 25 luglio
Luogo: EX LIBRIS | PALAZZO LANZA Capua (CE) – rassegna LEPAROLEPARLATE
Orario: 21
Autore: Emanuele Tirelli
Interpreti: Carlo Caracciolo e Antonella Monetti (fisarmonica e voce)
Regia: Mario Gelardi
Produzione: ntS’ | Nuovo Teatro Sanita’
Trama: “Mi chiamo Pedro Felipe, come il protagonista di una canzone di Rino Gaetano. Zia Letizia non perdeva occasione per ricordarne la scomparsa: 2 giugno 1981. Fu lei ad avvertire i miei genitori. Io ero troppo piccolo per ricordarlo, ma lei ha sempre assicurato strazi, pianti e singhiozzi. Lacrime dense come l’olio rovinarono compatte sulla cornetta del telefono raggiungendo l’Italia con l’eco di piccoli tonfi.” Dalla Spagna all’Italia e dall’Italia alla Spagna. Pedro Felipe Colella è il protagonista e il pensiero di questa storia in cui il bene e il male si incontrano tanto da vicino da non riconoscersi e da animare la vita di tutti i personaggi che si muovono intorno a lui. Legami che distendono, legami che feriscono e altri ancora che non vengono compresi. Lotte che appartengono al passato e lutti così presenti da cambiare il corso della storia. È il ritratto di una grande passione per una donna, per la propria famiglia, per la propria terra, per il mare che bagna tutto senza prenderlo. Un mare, appunto, che non c’è, perché lascia le pareti di una stanza color blu e un luogo in cui il pensiero diviene la realtà dei ricordi. «Pedro Felipe è uno che chiude gli occhi per non vedere. Chiude gli occhi mentre si afferra al passato e si illude che così possa fuggire al dolore. Pedro è nato in Spagna, si trasferisce poi a Milano con i suoi genitori, ma lo segna per sempre la sua città, come nella poesia di Kavafis (invecchierai nello stesso quartiere… sempre farai capo a questa città). Pedro spesso non fa le scelte giuste, ma uno arriva alla vita senza libretto di istruzione. Lui stenta a vivere come stentiamo noi tutti, e perciò è vivo. Lo accompagniamo, fin dalla nascita, nelle sue incertezze, le sue paure, il suo amore. Emanuele Tirelli ha scritto una storia senza effetti speciali, con il gusto dolceamaro della vita vera. La sua scrittura è umile e lo ritengo un grande merito, perché umile doveva essere l’approccio a quel grande mistero che chiamiamo vita e che Pedro Felipe prova a decifrare. Come tutti noi». José Vicente Quirante Rives, direttore della casa editrice Partenope (Alicante, Spagna)
Prenotazione obbligatoria: 0823 622 924 – 393 157 1655

 

unnamed (3)Cronaca di una morta annunciata
Quando: dal 25 al 27 luglio
Luogo: Orto Botanico – rassegna Brividi d’Estate
Orario: 21
Autore: Gabriel Garcia Marquez
Interpreti: Nico Ciliberti, Antonello Cossia, Rosalba di Girolamo, Paolo Cresta
Trama: La scrittura caleidoscopica di Marquèz, le suggestioni calde, speziate, feroci e sensuali di un Sud America immaginifico, una storia in bilico tra la cronaca giornalistica ed il racconto surreale: Cronaca di una morte annunciata è tutto questo e molto di più. Il realismo fantastico del maestro columbiano guida con rigore cronachistico la telecamera della letteratura al centro di un ideale tribunale. Sul banco degli imputati un solo possibile colpevole: il caso o meglio il dolente rosario di tragiche fatalità sgranato con pazienza dal destino. Un disegno di morte annunciato, sbandierato con la sfacciata protervia che solo la paura può dettare, eppure ineluttabile. Un progetto di vendetta che chiede solo di essere demolito e giunge invece inesorabile a compimento. E lungo i sentieri tracciati con meticolosa pazienza dal fato non ci sono vittime né carnefici, ma solo una cruda palpitante e varia umanità che interpreta con ostinata partecipazione il ruolo imposto dalla sorte. Da un testo così, che scandaglia con surreale leggerezza le infinite sfumature dell’anima, che sonda con ridondante e lucida ironia gli abissi della coscienza, bisogna stare attenti a non lasciarsi travolgere. La scrittura monumentale di Marquèz è già teatro. Alle parole che pulsano, ai personaggi che schizzano fuori dalle pagine con una potenza che la vita non smetterà mai di invidiare alla letteratura, si deve solo, con umiltà, fare spazio e in punta di piedi abbassare le luci perché si apra la scena. Noi abbiamo provato a farlo.
Prenotazioni: 081 542 2088 – info@ilpozzoeilpendolo.it

 

unnamed (7)UNALAMPA (Un’invettiva di Roberto Azzurro)
Quando: 26 luglio
Luogo: Catacombe di San Gennaro – rassegna Lux in Tenebris
Orario: 20
Autore, Regia e Interprete: Roberto Azzurro
Produzione: Ortensia T
Trama: “Tutto ciò che in qualsiasi altra città del mondo è straordinario a Napoli è ordinario. E naturalmente viceversa”. Per molto tempo ho inseguito l’idea che soltanto uno scandalo può far sì che qualcuno si accorga di noi – sempreché abbiamo qualcosa di interessante e di irrinunciabile da mostrare –, si accorga di noi in termini eclatanti e profondi: bisogna fare uno scandalo, di qualsiasi tipo, ma uno scandalo. Per cui, per molto tempo ho inseguito l’idea di farlo, questo scandalo. Poi, una bella mattina mi sono detto: lo scandalo non devo farlo io, lo scandalo esiste già: e si chiama Napoli. Io sono napoletano, per cui posso permettermi di dire qualsiasi cosa su Napoli e sui napoletani, insomma la responsabilità e mia, soltanto mia e le mie parole ricadono anche su di me, inevitabilmente.
Prenotazione obbligatoria: 081 744 3714339 666 6426

unnamed (1)Ines e Filiberto – Omaggio a Viviani
Quando: 26 luglio
Luogo: Furore – rassegna Furore a scena aperta, a cura de Il Teatro cerca casa
Orario: 20:30
Di e con: Ernesto Lama e Elisabetta D’Acunzo
Trama: Viviani racconta la vera natura della terra e degli uomini, le gioie, i dolori, i colori dell’anima, dai più tenui ai più accesi; racconta la strada come mai nessuno ha fatto. Viviani è l’assenzio del teatro, che ti fa volare pur restando attaccato al suolo, il dolce sapore col retrogusto spiritato, la vera essenza del teatro, quella che si afferra non che si accarezza. Anche se è poesia quando vai a interpretarla la materializzi e diventa la tua vita.
Bisogna avvicinarsi a tutto questo con rispetto ed umiltà quasi da straniero, ricercando il vero significato della lingua e viaggiando in questo meraviglioso mondo, alla scoperta di emozioni e sentimenti. Lo spettacolo, diviso in cinque quadri, si apre con un omaggio alla festa di Piedigrotta, ai suoi carri e ai suoi strampalati personaggi come Mimì di Montemuro. Nel secondo quadro di scena “gli innamorati”, ovvero i più famosi brani sull’amore: Tarantella segreta, ’O nnamurato mio, Tanno ’e mo si intrecciano in un tourbillon di sentimenti e gelosie. Poi è la volta del “lavoro” con la celebre Mast’Errico e ’A canzone d’a fatica. Nel quarto quadro arrivano “i guappi” e tutto si tinge di rosso, rosso come il fuoco, la passione, la forza, e le arie più belle ispirate alla malavita al femminile ‒ Bambenella, Avvertimento, Ferdinando ‒ si alternano a note di colore come ’O guapp ‘nnamurato e ’O malamente. Si chiude con un omaggio al varietà e all’operetta con la famosissima Zucconas e la quasi inedita aria Don Checchino.
Prenotazione obbligatoria: www.ilteatrocercacasa.it – info@ilteatrocercacasa.it

mamma_RuccelloMamma – Piccole tragedie minimali
Quando: 26 luglio
Orario: 21:15
Luogo: Aree Archeologica di Villa Imperiale Pausilypon a Napoli – Teatri di Pietra Campania 2014 | XV Edizione
Autore: Annibale Ruccello
Interprete: Rino Martino
Regia: Antonella Morea
Trama: Il monologo si divide in quattro parti: le fiabe (Catarinella e Il re dei piriti) Maria di Carmelo, Mal di denti e La telefonata. Con lucido sguardo da antropologo l’autore indaga le inquietudini delle piccole tragedie minimali del quotidiano. Angosce e deliri sospesi in un limbo onirico ai margini della follia. L’intuitiva impaginazione registica di Antonella Morea lascia ampio spazio al primo attore, Di Martino si immedesima con maestria camaleontica nelle tre figure femminili cardini della pièce. La scenografia si spiega tra il contemporaneo e il sogno. Tra una moltitudine di sacchetti di spazzatura si staglia sovrano in posizione centrale un enorme specchio dorato. Realtà e finzione si articolano in un abile ossimoro. La fiaba è la figura-sfondo della rappresentazione. Il Cunto-memoria di sapore Basiliano è la liaison che unisce il passato e il presente. Gli oggetti di scena tipici della cultura rurale rimandano alla Gatta di Roberto De Simone. Il registro dialettale barocco impiegato nel racconto delle Fiabe è Lingua di scena.
Info e prenotazioni: teatridipietra.blogspot.it – info@capuanticafestival.it

 

unnamedElena
Quando: 26 luglio
Luogo: Villa Imperiale Pausilypon – Teatri di Pietra in Campania
Orario: 21:30
Autore: Ghiannis Ritsos
Regia: Francesco Tavassi
Interprete: Mariangela D’Abbraccio
Trama: Struggente e visionaria è la figura di Elena di Troia che Ritsos offre, immaginariamente pluricentenaria e assediata dal fantasma maledetto della propria antica bellezza. Sola nel palazzo, che fu teatro del suo rapimento da parte di Paride, affronta i propri ricordi e l’arrivo della fine, tra i pochi resti impolverati di gioielli e vestiti, trofei di un passato fiero, sottratti al saccheggio di giovani e sprezzanti ancelle. Intorno a lei i fantasmi di coloro che le dedicarono la vita, fino alle estreme conseguenze. Bella e sensuale Elena, sedotta dal giovane Paride, ha scatenato l’ira del re di Sparta Menelao, suo marito. Così il popolo acheo arma le navi contro Troia, scatenando una guerra sanguinosa per lavare l’offesa. Ma Ghiannis Ritsos ci mostra un’altra Elena, che rappresenta un vero e proprio ribaltamento dell’immagine tradizionale. La bellezza di un tempo è ormai svanita. Elena, una volta bella e ricca, rievoca gli antichi fasti, in contrasto con l’attuale degrado, la solitudine e il senso di vuoto della vecchiaia. Qui il personaggio diventa simbolo della caducità e vacuità della bellezza condannata all’inevitabilità del destino. Con Mariangela D’Abbraccio, la bellezza di Elena rivive espressa come traccia di un’antica maschera, ancorata alla fine della vita, ultima e beffarda espressione di un’umanità trapassata, simbolo della resistenza alla devastazione e del tempo e alla morte. L’Elena di Ritsos è la speranza, o meglio, la consapevolezza, che qualcosa si salva sempre dalla distruzione totale. Perché “chissà, là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo”.
Info e prenotazioni: 800 024 060 – info@capuanticafestival.it

Gabriella Galbiati

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