Le Maschere 2014: vince Emma Dante ma non solo…
“Il teatro che celebra se stesso”, come ha definito Letta il premio, svela i suoi vincitori e celebra senza rilevanti novità la decima edizione del riconoscimento di portata nazionale.
Riserva delle flebili sorprese la 10 edizione del Premio Le Maschere del Teatro italiano che per il 4° anno consecutivo si è svolto ieri sera a Napoli in un affollato (ma non troppo) Teatro San Carlo alla presenza di giornalisti, attori e addetti ai lavori.
A vincere quale miglior spettacolo di prosa è per la prima volta in tutta la storia del Premio, una donna ovvero Emma Dante con Le sorelle Macaluso, che ha debuttato a gennaio di quest’anno proprio a Napoli al Mercadante (tra i produttori della messinscena) in prima nazionale per poi iniziare quella che si è rivelata una fortunata tournèe, e già vincitrice, sempre nel 2014, anche del premio della critica assegnato dall’ANCT (Associazione Nazionale Critici di Teatro)
Affiancano la regista siciliana in questo battesimo da premiati Tonino Taiuti a cui va il riconoscimento quale miglior Attore non protagonista per Circo equestre Sgueglia («È il premio più bello – ringrazia – anche perché gli altri non ci sono mai stati!») che su 5 candidature riesce dunque a ottenere una sola vittoria, e Pierfrancesco Favino al suo primo premio teatrale in veste di miglior Attore protagonista per lo spettacolo di cui non è solo interprete ma anche regista insieme a Paolo Sassanelli, Servo per due.
Confermando i timori che già la visione delle terne avevano suscitato in termini di “concentrazione” di possibili premi su un manipolo di sparuti candidati, su 5 categorie ben 3 se le aggiudica Antonio e Cleopatra tra cui quello per la miglior Regia assegnato a Luca De Fusco che dedicandolo alle donne che gli sono state accanto e nella vita e sulla scena, lo strappa, così, a Maurizio Scaparro e Giancarlo Sepe già vincitori negli scorsi anni; lo stesso allestimento vince ancora con Maurizio Balò per la Scenografia e con Zaira de Vincentiis per i Costumi.
Il nome di De Fusco regista, seppure indirettamente, ritorna con la vittoria, quale migliore Attrice protagonista, di Elisabetta Pozzi per Agamennone andato in scena al Teatro Greco di Siracusa con sempre grande successo di pubblico come ricorda l’attrice che proprio al Teatro e a quel determinato luogo dedica, pertanto, la statuetta che stringe tra le mani.
Miglior attrice non protagonista risulta essere Ariella Reggio per Boeing Boeing, tra le commedie più rappresentate nella storia del teatro, mentre è il trentaquatrenne Lino Musella ad aggiudicarsi la vincita quale miglior Attore emergente con La società – il nuovo lavoro dell’apprezzato duo Musella-Mazzarelli all’attivo dal 2009 con sempre crescente interesse, sia da parte del pubblico che della critica, sia in Italia che all’estero – e a salutare il pubblico in sala recitando alcuni versi dell’ulteriore progetto in cui è coinvolto dedicato ai sonetti di Shakespeare riscritti in napoletano da Dario Jacobelli.
Ancora, Gianni Clementi, sbaragliando il pluripremiato Paolo Sorrentino e il figlio d’arte Francesco Giuffrè, vince quale Autore di novità italiana con Lo sfascio, nato – spiega lo scrittore e regista – «dall’urgenza di raccontare il degrado che sta vivendo la società occidentale» con riguardo appunto allo «sfascio della dimensione morale ed etica dei protagonisti». Da qui, interessante il suo appellarsi alla passione – quella trasmessa dai propri maestri, così come quella innata – quale strumento oggi più che mai fondamentale per fare ogni cosa.
Cyrano sulla luna, invece, consente di ricevere il riconoscimento quale miglior Interprete di monologo ad Alessandro Preziosi che dopo tanta (fortunata) fiction ritorna al teatro con un testo che, spiega con orgoglio, gli consente ogni volta di confrontarsi con la forza della letteratura che dà vita a storie e miti immortali che non potrebbero altrimenti esistere.
Infine, premiato quale migliore Autore di musiche Simone Cristicchi per Magazzino 18, lavoro teatrale tratto da una pagina poco diffusa della nostra Storia recente legata ai fatti del ’47 quando l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera costringendo migliaia di persone a lasciare le loro terre natali destinate a divenire jugoslave per proseguire la loro esistenza in Italia. Il progetto dove aver girato più luoghi della penisola si appresta a sbarcare in America, in Canada.
La conclusione della cerimonia, condotta con garbata ironia da Tullio Solenghi perfettamente a suo agio nel ruolo di conduttore del premio da sempre, è lasciata alla eleganza di Giuliana Lojodice, accolta da una calorosa standing ovation, a cui Gianni Letta, presidente della giuria, conferisce uno dei due Premi speciale previsti (il secondo, in memoria dell’animatrice culturale napoletana Graziella Lonardi Buontempo va alla Fondazione pordenonelgge.it), ricordando la lunga carriera dell’attrice che dal suo esordio quattordicenne con Visconti fino al suo consolidamento grazie all’incontro professionale e sentimentale con Aroldo Tieri, non ha mai conosciuto battute d’arresto, spaziando, dal teatro, al cinema, alla TV.
Ileana Bonadies