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Presentata dal direttore artistico Vincenzo Borrelli la nuova stagione teatrale 2014-2015: uno sguardo sulla contemporaneità, tra denuncia, riflessione, sperimentazione e comicità.

Massimo Troisi

Massimo Troisi

In quello che fu il primo palcoscenico per Massimo Troisi, un sottoscala di San Giorgio a Cremano dove il grande artista, da ragazzo, cominciò a muovere i suoi primi passi da attore e comico, oggi c’è il Centro Teatro Spazio. Dal 1988 quel luogo, grazie alla passione e all’impegno di Ernesto, Marco e Vincenzo Borrelli, che ne è anche il direttore artistico, ha avuto nuova vita. Non più cristallizzato nel ricordo di un bene storico-artistico importante nella memoria partenopea e nazionale, il Teatro Spazio s’impone come una piccola, ma incisiva, realtà di provincia assai interessante per le sue scelte, in merito agli spettacoli che propone, e per la sua scuola di formazione professionale, Uno spazio per il teatro, riconosciuta dalla Regione Campania.

Il via alla stagione 2014-2015 è previsto per il 25 ottobre con Morte di un commesso viaggiatore (dal 25 ottobre al 2 novembre), dal testo di Arthur Miller. Sebbene la storia, che tratta del sogno americano tanto agognato quanto mai raggiunto, sia stata scritta dal drammaturgo statunitense nel 1949, Vincenzo Borrelli, che ne cura questa trasposizione teatrale, anche in veste d’interprete, ha cercato di evidenziare come la delusione personale possa diventare collettiva e come le aspettative di una generazione, ben ascrivibile in un dato periodo storico, siano in sostanza le stesse per tutti gli uomini di tutti i tempi, caratterizzando la pièce con un taglio sentitamente attuale.

Sempre sul filo dell’attualità, strizzando un occhio alla letteratura contemporanea, stavolta di casa nostra, si muove anche Piccole incongruenze quotidiane (8-9 novembre), nell’adattamento di Tommaso Vitiello e Diego Sommaripa. La topastra, Il sogno di un muratore, Onehand Jack e la Signorina Vu sono gli scritti di Stefano Benni a cui guarda lo spettacolo che prende forma dall’incontro fortuito tra quattro esistenze e racconta tutte le dinamiche che travolgono gli animi dei personaggi messi a confronto l’uno l’altro, tra satira e denuncia. Anche Human Parade n.1 (17-18 gennaio), a cura di Antonio Iavazzo, partendo da alcuni testi di Benni si snoda come una carrellata di tipi umani, svelando tenerezze, fragilità, storie estreme ai limiti della normalità, condite da una comicità pungente.

Carmine Borrino in "Franceschiello"

Carmine Borrino in “Franceschiello”

Gran voce è data alla nuova drammaturgia. In questa sezione s’inseriscono Un’onesta lavoratrice (29-30 novembre) di Antonella Platì, monologo per Federica Aiello con l’attenta regia di Nello Mascia e Francischiello (6-7 dicembre), di e con Carmine Borrino, che consiste in uno studio condotto sulla figura shakespeariana di Amleto, fuso, in questa riscrittura, con il personaggio di Francesco II di Borbone e impreziosito dalle musiche di Lino Cannavacciuolo. D’impegno civile è Demoscratos (24-25 gennaio), seconda parte di una trilogia di cui è autore Emanuele Alcidi, per la regia di Marina Billwiller, in cui la storia d’Italia è raccontata attraverso la connivenza e i rapporti Stato-mafia, mentre tutt’intorno regnano l’omertà e l’ignavia. Vagamente ispirato a Dio di Woody Allen, dal quale mutua i toni e le intenzioni, ma se ne distacca nel corso della messinscena curata da Vincenzo Borrelli è invece Eva Vs Eva (31 gennaio-1 febbraio) di Maurizio Tieri. Vetiver-Essenza di una profumiera (7-8 marzo), di Fabio Pisano che dirige Melania Esposito, unica protagonista sul palco, non è altro che il viaggio alla scoperta dell’essenza della vita, del profumo primordiale, in sostanza la ricerca instancabile della verità, mentre Snuff ( 14-15 marzo) di e con Davide Magliuolo è un’esplorazione all’interno della mente perversa di un serial killer, che compie le sue efferatezze filmando i propri crimini, puntando il dito contro voyerismo e morbosità, mali diffusi all’epoca di internet.
Trova ispirazione dal film di Robert Aldrich, Che fine ha fatto Baby Jane? (1962), il testo di Pasquale Ferro, Mario la donna dei mari neri (18-19 aprile), che fonde violenza, solitudine, cattiveria e sarcasmo irriverente in una chiave surreale.

Federica Aiello in "Un'onesta lavoratrice" - Foto Cesare Abbate

Federica Aiello in “Un’onesta lavoratrice” – Foto Cesare Abbate

Aperto alla sperimentazione e alle contaminazioni, nel segno della diversità, come elemento di accrescimento culturale, il Centro Teatro Spazio vanta la collaborazione col regista e attore Paolo Perelli di Essenza Teatro (Roma), col quale intrattiene un interscambio artistico. Ecco perché in programma troviamo Impercettibili sfumature (21-22 marzo), in cui L’Arte della Commedia di Eduardo De Filippo, rivisitata dall’artista romano, è il pretesto per denunciare l’umiliante condizione che vessa l’uomo di teatro ai giorni nostri.
Dagli accenti più distesi e brillanti è Inconsolabilmente in tre (dal 13 al 21 dicembre), tratto da Tre sull’altalena di Luigi Lunari, in cui la comicità contemporanea tocca le corde del paradosso e dell’assurdo. Come quest’ultimo anche Le Serve (22-23 novembre) si avvale della regia di Vincenzo Borrelli, scrupoloso nel voler prestare fedeltà al testo di Jean Genet e da ultimo concludendo il cartellone dal 2 al 10 maggio è in scena la commedia, Ferdinando del mai dimenticato Annibale Ruccello.

Consta di quattordici spettacoli l’offerta presentata dal Centro Teatro Spazio, caratterizzata da un’impronta moderna e vivace che alterna la rappresentazione di testi noti, ai più, ed inediti. È così che il Teatro Spazio ha deciso di commemorare il ventennale della morte di Massimo Troisi, continuando la tradizione di un luogo-palestra per le giovani menti che, qui, hanno la possibilità di testare col pubblico la loro acerba creatività, esigenza che spesso rimane inascoltata.

 

Antonella D’Arco

Centro Teatro Spazio
Via San Giorgio Vecchio 31/23
San Giorgio a Cremano – Napoli
Info e prenotazioni: tel/fax: 081 574 49 36; cell: 338 740 58 19
Orari spettacoli: ore 21.00; domenica ore 18.30

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