Manlio Boutique

Si riaccendono i riflettori su una delle più note strutture del teatro off partenopeo. Dieci spettacoli e laboratori vari, per un cartellone dalle venature sociali, politiche e attuali. Senza dimenticare la tradizione.

10734014_625628354215179_8666656229407820460_nRiparte con una nuova stagione il Théâtre de Poche, spazio off napoletano parte di quell’arcipelago di realtà partenopee che è Politeatro – Rete dei piccoli teatri metropolitani, indispensabile cartina tornasole dello stato dell’arte del contesto teatrale di questa città. Uno stato, va detto, per il quale è sempre più tangibile e quasi insostenibile l’affanno, la difficoltà a restare in piedi e sostenersi, così da poter garantire a compagnie teatrali più o meno note l’esistenza di un luogo dove poter portare in scena i propri spettacoli. Il clima di resistenza nonostante una latitanza delle istituzioni, sottolineata dalla direzione artistica, è quello che si percepisce alla presentazione del cartellone 2014-2015 del teatro nato nel 1992 e ispirato alla realtà della rive gauche parigina, dalla quale mossero i primi passi alcuni dei più grandi drammaturghi e interpreti del teatro moderno e contemporaneo europeo. Peppe Miale, Sergio di Paola e Massimo de Matteo, direttori artistici della struttura, presentano una stagione segnata da spettacoli che affondano le mani nella realtà contemporanea, le difficoltà e le frustrazioni, non dimenticando allegorie, storia, musica e grandi personaggi del nostro tempo.

Grandi personaggi come il Domenico Modugno che verrà impersonato da Lalla Esposito con “Concerto Blu”, il 22 e il 23 novembre. La messa in scena, le cui partiture e la scrittura sono frutto del lavoro della stessa attrice, voce sulle musiche eseguite dal vivo, ripercorre la vita, le canzoni, i successi del grande cantautore dal punto di vista e la vocalità atipica di una donna. Darà il via ad una stagione segnata complessivamente da 13 spettacoli che coprono un arco di tempo lungo fino a maggio 2015. Segue la settimana successiva “El Panadero”, in scena dal 27 al 30 novembre, di Nigro Tamiazzo e Aspride, diretto da Ettore Nigro, interpretato da Armando Tamiazzo. Trattasi della storia di Sante, un ragazzo desideroso di diventare fornaio con un unico fine: fare il pane per tutti. Uno spettacolo civile e politico che nasce a Buenos Aires, dove prende forma l’ambientazione e l’idea dello spettacolo, per arrivare a Napoli, tracciando una linea di congiunzione tra le due città. E se possibile è ancora più aderente alla realtà dei giorni nostri “Canis Lupus”, in scena dal 11 al 14 dicembre, per la regia di Francesco Paolantoni, con Cristian Izzo e Arduino Speranza sul palco. Si tratta di un monologo, sproloquio semiserio dal sapore allegorico ideato dall’autore per far ridere, riflettere e infine condannare pregiudizi, discriminazioni e ogni tipo di emarginazione. Il compito spetterà al protagonista, appunto nei panni di un lupo, che con leggerezza parlerà di temi che tanto leggeri non sono.

unnamed (11)Sarà uno spettacolo diretto da Giovanni Meola ad aprire il 2015 del De Poche con “Summit di Carnevale”, in scena dal 23 al 25 gennaio con Luigi Credendino, Alessandro Palladino e Ferdinando Smaldone protagonisti di un gioco delle parti sintetizzato in un pranzo di Carnevale al quale prendono parte esponenti di due diverse famiglie camorristiche, che dopo lotte annose decidono di conciliarsi, più che per l’esigenza di pace, per aumentare il proprio potere. A febbraio è la volta del ritorno gradito al teatro di via Salvatore Tommasi del suo fondatore, Lucio Allocca, il quale con il consueto proposito di valorizzare i giovani nati dalle sue lezioni di recitazione, dirige “Vite dal sottoscala” tratto da “Emigranti” di S.Mrozek, altro autore caposaldo della scuola del De Poche. Dal 20 al 22 febbraio Andrea Avagliano e Fulvio Sacco portano in scena i temi della lontananza e della nostalgia di chi è lontano dalla propria terra, nello specifico due conterranei che si ritrovano, la notte di Capodanno, a condividere un sottoscala di una capitale del nord, condividendo pareri, lazzi, emozioni. Dal 5 al 15 marzo sarà invece il turno di Peppe Miale, tra i direttori artistici della struttura e del suo “Volevo diventare brava” con Angela De Matteo, Gioia Miale e Lorena Leone che interpretano l’adattamento di un testo di Eva Ensler dedicato interamente all’universo femminile attraverso la storia di cinque donne con concezioni di vita, famiglia e tradizioni differenti.

aielloNella stagione del De Poche anche autori partenopei di grande rilievo nazionale come Manlio Santanelli, il cui testo “La solitudine si deve fuggire” (21-22 marzo), diretto da Fabio Cocifoglia, con Federica Aiello, narra la vicenda di una donna matura, professoressa di storia dell’arte, che durante la contemplazione estatica di un’opera scultorea si ritrova, senza sapere come, con in mano un pezzo di essa. Un pezzo non casuale al quale offrirà ospitalità nei suoi giorni di irriducibile zitella. Dal 26 al 29 marzo in programma “Il sapore salato del sangue”, diretto da Giuseppe Miale di Mauro con Veronica Mazza, interprete di una donna che perde ogni voglia e speranza di vita uccidendo il proprio primogenito, si dà al mutismo, prima di incontrare una persona che le darà di nuovo la linfa vitale, o quantomeno la voglia di raccontare la sua vicenda. Sul tema del lavoro si basa invece “#Lavorover40” (9-12 aprile), anche questa un’opera più che mai al passo coi tempi, per la regia di Bruno Tramice, interpretata dallo stesso Tramice e Lorena Leone, e basata sulla vicenda di un over 40 appunto, che si trova davanti alla drammatica situazione di perdere il lavoro e dover fare fronte a problemi completamente inattesi.

Conclude la stagione dal 8 al 24 maggio un lavoro dei tre direttori artistici Miale, Sergio De Paola e Massimo De Matteo, dal titolo “Mettiamo per assurdo che…”, conversazione tra tre uomini di differente estrazioni costretti a condividere  forzosamente uno spazio. Dopo le difficoltà iniziali, lo stato di cattività li porterà inaspettatamente ad affrontare discussioni sui più svariati temi.

A margine della rassegna, vanno sottolineati gli spettacoli sperimentali che andranno in scena al De Poche nel corso della stagione, frutto di percorsi laboratoriali svolti durante l’anno, e raggruppati tutti sotto la definizione “Progetto Zattera”. Si tratta di tre messinscene: “Pene d’amor perdute”(16 dicembre – 6 gennaio), diretto da Peppe Miale; “Scarpe di Mizan – traversata sulla fuga e altri fossi”(6-8 febbraio), scritto e diretto da Daniele Marino; infine “Nowomannoparty”(23-26 aprile), tratto da “Uomini senza donne” di Agostino Pannone, di Enzo Esposito.

 Andrea Parré

 

Nouveau Théâtre de Poche
via S.Tommasi, 15 – Napoli
Contatti: 081 549 09 28 – info@theatredepoche.it

Print Friendly

Manlio Boutique