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Al Nuovo Teatro Sanità la leggenda dell’Uccello Grifone si trasforma in occasione per indagare sulla fratellanza come convenzione/illusione attraverso una pièce che guida lo spettatore nei meandri del potere, sperimentando tecniche visuali molto interessanti.

Foto Pasquale Russo

Foto Pasquale Russo

A forza di cercare un modo per suddividere il potere in maniera equa onde evitare abusi, chiudiamo gli occhi davanti al fatto che il potere è, esso stesso, un abuso. Perché un re si erge su un trono e con ostentata sicurezza ride, in maniera sguaiata e malefica? Sta ridendo dei propri sudditi, dei propri simili, o semplicemente ride per ciò che si nasconde dietro se stesso? Il titolo della messinscena presentata al Nuovo Teatro Sanità il 22 e 23 novembre, Il re ride appunto, genera interrogativi che solo la visione dello spettacolo può sciogliere. Sul palco tre attori, Luca di Tommaso, Francesco Campanile e Luca Gallone, tra loro dissimili per timbrica ed approccio, ma molto ben affiatati. Trattasi di un racconto tradizionale di lontana memoria, quello dell’uccello Grifone, rivisitato per ragionare sul tema del potere, su ciò che si celi dietro questa parola, di come se ne abbia accesso e del perché ve ne sia necessità. Leggenda vuole che in un bosco nero vi sia un rapace avvicinabile solo da pochi eletti, in grado di leggere fin nel profondo della loro anima, per decretarne la purezza, o semmai il torbido. Un re malato e in fin di vita capisce che il solo modo per intuire chi dei suoi due figli sia meritevole di ereditare il trono, è inviarli alla ricerca del Grifone, al quale dovranno strappare una penna argentea come dimostrazione del candore del proprio spirito.

Foto Pasquale Russo

Foto Pasquale Russo

Sulla fratellanza, o meglio sull’inconsistenza di questo stesso concetto, si incentra tutto lo spettacolo. Se non sapessimo chi sono Caino e Abele dovremmo precisare che non è detto, anzi è molto improbabile, che due fratelli siano fatti della medesima pasta. Siccome lo sappiamo, è presto detto che ad impadronirsi della piuma, non sarà chi lo merita (ma in fondo, chi è che lo merita?). Infatti, a dimostrazione del fatto che il potere non sia un diritto che si acquisisce per via ereditaria, ma lo si debba conquistare dimostrando di possederlo, il Caino ucciderà l’Abele dopo avergli sottratto la piuma che quest’ultimo aveva legittimamente ottenuto. Ma anche qui, l’interrogativo è aperto, perché è evidente che lo stesso concetto di legittimità si colora di vacuo e la realtà non è più quella che dovrebbe essere. Il nuovo re è un re con l’inganno, ma nel suo perverso principio di autolegittimazione, l’inganno diviene per il re la prima delle armi a disposizione per dimostrare di meritare la propria autorità: è un sistema circolare in cui il Principe (Machiavelli non è solo una suggestione) fa e disfa, in cui la libertà è uno spazio libero, il trucco è conquistare più spazio degli altri. Conclusione nefasta? La fratellanza tra gli uomini è illusoria, altrimenti non ci sarebbe bisogno di potere.

E se nella fiaba un principio didascalico di giustizia interveniva per ristabilire l’equità, con la verità che arrivava alle orecchie del re tramite un elemento magico, qui è evidente che non c’è spazio per la magia né per il lieto fine. Anzi, in uno “stato” (come molti), che basa  il proprio potere su un delitto, a rimanere emarginata e sofferente di solitudine è sempre la verità, che nella rappresentazione ha la veste allegorica di un boscaiolo.

Fantasioso e visionario grazie a tecniche simili a quelle del teatro Bunraku giapponese e a scene realizzate con tecnica mimica, Il re ride è concepito, nella scrittura e nella regia, in maniera molto sapiente da Luisa Guarro e valorizzato al massimo dal disegno luci di Paco Summonte, pensato con l’intento di non lasciare nulla al caso, esaltando a pieno protagonisti e i pochi elementi di scena. Assistere alla messinscena è un indubbio piacere per le orecchie e per gli occhi, peccato, pertanto, che siano state solo due le serate di messe in scena.

 Andrea Parré

Nuovo Teatro Sanita’
Piazzetta San Vincenzo, 1, Napoli
Per info e prenotazioni – 3396666426

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