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Al via la selezione a cura del regista Riccardo De Luca di attori e allievi attori per 50 ore di stage finalizzate alla messa in scena dello spettacolo “Peer Gynt” di Henrik Ibsen.

henrik-ibsenInizierà il 3 gennaio 2015 il laboratorio promosso da Experimenta Teatro, finalizzato a studiare e poi inscenare l’opera del drammaturgo norvegese, tra i maggiori autori teatrali esistiti, Peer Gynt (1867), dall’ambientazione surreale e fantastica, incentrata sulla figura di un eccentrico antieroe, simbolo dell’assoluta assenza di ideali, ma anche espressione della gioia del sognare e del vivere.

Gli attori e allievi attori interessati a partecipare saranno selezionati tramite curriculum e lettera motivazionale da inviare a info@experimenta.eu. Ulteriori informazioni potranno essere richieste scrivendo allo stesso indirizzo mail o contattando la responsabile dell’organizzazione, Roberta De Pasquale, al numero 331 32 52 593.

Lo stage si svolgerà presso il  Teatro dell’Arci Cavalleggeri d’Aosta in via Luigi Rizzo 11, Napoli, secondo la seguente calendarizzazione: 3 e 4 gennaio 2015 ore 16-21; 10 e 11 gennaio 2015 ore 16-21; 17 e 18 gennaio 2015 ore 16-21; 24 e 25 gennaio 2015 ore 16-21

L’ultimo giorno di lavoro, invece, si terrà il 31 gennaio 2015 ore 16-21 presso il Nuovo Teatro Sanità, in Piazzetta San Vincenzo 1, Napoli, che in data 1 febbraio 2015 ore 19.00 ospiterà il debutto dello spettacolo finale.

Il costo dello stage è di 200 euro a persona da versarsi interamente entro il 31 dicembre 2014.

Note sull’opera e sulla messa in scena:
La storia di un uomo e di un enigma: un uomo scisso, moltiplicato, a metà. Che fortemente vuole vivere come nelle favole e che, come nelle favole, ricompone le sue lacerazioni nel lieto fine, in questo caso il suo se stesso, che però non era in lui.
Tra pericoli, imbrogli e seduzioni, rimbalzando da un’avventura all’altra, lui, Peer, l’uomo – palla, si espande per il mondo assolutamente incosciente di tutto quello che fa. È l’uomo che vive in superficie, senza radici, che vive la propria vita animale, trollesca, scimmiesca, impudica, la volgare sensuale, senza l’ombra di valori né ideali.
Ha molto dell’uomo odierno che rompe regole e convenzioni solo perché preda di piccole insignificanti voglie, rimanendo tutt’al più legato ad una visione della vita pseudo – edonistica, pseudo – estetica. Talmente chiuso nel suo egoismo, nella botte del se stesso auto sufficientemente sconfinante con la pazzia.
Correndo la sua vita, Peer incontra una moltitudine di personaggi sospesi tra realtà e sogno, tutte varianti di codici recitativi, tutte varianti della vita stessa, sua e nostra: ASLAK sporco fabbro è la cruda realtà che Peer rifugge; INGRID la vittima tragica delle sue prepotenti voglie; BEGRIFFENFELDT il direttore del manicomio che tenta violentemente di chiarirgli la sua follia egoista; ANITRA, l’ eterno femminino che eccita tutti i Peer di questo mondo;mamma AASE l’origine dell’unica qualità di Peer, la sfrenata e seducente fantasia, ma anche della sua incoscienza.
Ponte, Aase, verso quei personaggi di fiaba che incontra Gynt nel suo vagabondare: la DONNA IN VERDE, l’ingenuità sui generis di una Biancaneve – troll che, grazie ad un’altra voglia di Peer si trasforma in una vendicativa STREGA dell’inconscio; il RE DEI TROLL, istrione e sovrano di un popolo di esseri magici e maligni, beffardi e dispettosi che con il loro fare tentatore e il loro motto animalesco – «sii sempre felice di essere quel che sei» – sono dappertutto sul cammino di Peer, nel bosco, nella sua casa, soprattutto dentro di sé. Non poteva mancare il diavolo in persona, sotto forma di PASSEGGERO SCONOSCIUTO, gran concertatore di tutte le tortuosità più sfrenate ma sorpreso e affascinato dalla fantasia di Peer, e l’inviata del diavolo, la morte – FONDITORE DI BOTTONI, che vorrebbe ributtare Peer nel gran magma da dove è venuto.
Ma c’è SOLVEIG, la donna che l’ha amato, ed aspettato per tutta la vita, che lo strappa addirittura dall’accoppiata diavolo – morte: è un intervento aereo, quello dell’amore nel Peer Gynt. Magico. E Peer, a dispetto di una vita piena d’avventure, quando alla fine della corsa s’accorge di essere un caotico nulla e sta per essere liquefatto nel pentolone della morte, finalmente comprende che il suo vero se stesso non ha vissuto se non in quella donna depositaria dei suoi segreti più intimi, dello spirito cosciente che Peer non ha voluto o saputo conoscere, le sue splendide potenzialità: le canzoni mai cantate, i pensieri mai pensati, le lacrime mai versate.

Scenicamente tre saranno i livelli fondamentali su cui costruire: un nutrito livello sonoro dove sono comprese le celebri musiche di scena di Grieg vissute senza nessun timore reverenziale; un altro livello gestuale-figurativo spesso sincronizzato con il primo e un altro “recitato” da cui nascono i primi due. Si va, comunque, dalla atmosfera più rarefatta alla baracconata più sfacciata, segni interni al Peer Gynt, ponderosa opera nella quale ci permetteremo di ricercarne e ricompattarne i nervi metateatrali in una sintesi scenica che trasformerà quelle dense e complicate pagine verso quello che chiedono di essere: una corsa pazza di colori e suoni, umanamente splendida. (Riccardo De Luca)

Ileana Bonadies

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