“Fedra”, rilettura di un mito
Galatea Ranzi è l’eroina della classicità greca che rivive nella contemporaneità, simbolo del diritto universale all’amore e alla libertà di scegliere.
Sul crinale di un perpetuo dualismo si snoda la storia della moderna Fedra riscritta da Eva Cantarella, liberamente ispiratasi a Euripide, Seneca, Racine, e portata in scena a Galleria Toledo fino a domenica 30 novembre, da Galatea Ranzi diretta da Consuelo Barilari. Da un lato l’amore, la passione, per chi – più giovane di lei, e suo figliastro – ha rapito totalmente i suoi sentimenti così come il suo senno, dall’altro il senso di colpa per essere consapevole di infrangere ciò che le convenzioni sociali e morali le impongono; da un lato il tempo del ricordo, del ripercorrere quanto accaduto sin dal primo incontro con Ippolito, dall’altro il tempo del presente, quando l’illusione di poter sfidare le regole assecondando le proprie emozioni è ormai svanita e resta solo lo strazio per non aver ottenuto ciò che si desiderava; da un lato l’io-donna che scruta e indaga se stessa con introspezione e apparente coscienza di ciò che ruota intorno alla sua persona e al suo stato d’animo (come l’uso della prima persona da parte della protagonista denota), dall’altro il riflesso di sé (sottolineato dal ricorso nel testo alla terza persona) attraverso uno sguardo esterno in cui sono altri occhi – lo stesso Ippolito, i rimorsi personali, il cuore invaghito e poi infranto – a osservare la donna, “la luminosa”, da fuori e a raccontarla, a raccontarne ogni palpito, gesto, scelta, condannandola.
E tale dicotomia è anche nella scenografia e nelle immagini video che si evince come dimostra l’uso di proiezioni multimediali che si fondono alla struttura drammaturgica alterando la “classicità” propria non solo dell’impostazione teatrale ma anche della storia che si sta narrando, così come la presenza di una perenne quarta parete che chiude il palco isolando Galatea/Fedra all’interno del suo “doppio” tempo (quello storico e quello traslato negli anni Sessanta) e della sua vicenda, così compromettendo, però, le intenzioni della messinscena che intende esaltare il valore universale dei temi affrontati – ascrivibili tutti al diritto ad amare – superando ogni limite temporale e spaziale in nome di una trasversalità che dall’antica Grecia sfocia nella contemporaneità, ma rischia di porre una distanza di troppo tra chi è al di qua e al di là del velo a discapito di una immedesimazione efficace.
Eterea ed elegante è l’interpretazione che della forte, volitiva ma al contempo fragile Fedra da la Ranzi che tratteggia con grazia e naturalezza ogni evoluzione del suo personaggio – dalla gioia alla disperazione – senza mai eccedere nell’esasperazione dell’una e dell’altra condizione emotiva, bensì conferendole variegate sfumature ben rese dalla regia che sceglie la soluzione della linearità per rendere il caos esistenziale che anima la “nuova Fedra” – così come la definisce la Barilari stessa.
Caos esistenziale che, se certamente proprio della mitica figlia di Minosse e di Pasifae, è particolarmente assecondato dalla struttura drammaturgica adottata per questa rilettura che produce l’effetto pregevole di posare l’attenzione su una eroina classica e dunque su un’epoca che rischia di essere sempre meno conosciuta e studiata, ma allo stesso tempo rischia di non approfondire fino in fondo il Mito, o meglio trasformarlo da non essere più aderente all’originale ma neanche esserne l’esatto stravolgimento, restando in bilico tra “ciò che è stato” e “ciò che è”, così lasciando in chi osserva il dubbio che se si avesse osato sia nel senso di riprodurre la tragedia nella sua originaria natura, sia in quello di darne una impostazione totalmente attuale, forse l’effetto sarebbe stato maggiormente dirompente, a favore del principio di autodeterminazione della donna di cui si fa metafora e che oggi, più che mai, è importante tenere vivo e difendere.
Ileana Bonadies
Galleria Toledo – Teatro stabile d’innovazione
Via Concezione a Montecalvario 34, Napoli
Contatti: galleria.toledo@iol.it – 081 42 50 37 – www.galleriatoledo.org
Prezzo: da martedì a venerdì: intero 15,00€; ridotto 12,00€, ridotto under30 10,00€; sabato e domenica: Intero 20,00€; ridotto unico 15,00€