E Nest sia!
A San Giovanni a Teduccio una palestra si trasforma in un teatro di 99 posti grazie al lavoro e alla tenacia di un nutrito gruppo di educatori e attori uniti in nome della Cultura.
Per più di quattro anni hanno lavorato in sordina, radicandosi al territorio, quello di San Giovanni a Teduccio, a Napoli est, un tempo quartiere operaio e oggi privato di una sua identità con la chiusura progressiva delle fabbriche, e lavorando su progetti culturali che potessero dare risposte in concreto e possibili soluzioni ad una serie di istanze legate soprattutto alla dispersione scolastica, così come alla mancanza di prospettive lavorative certe per i giovanissimi, poi hanno scelto di tradurre e indirizzare tutti gli sforzi in un grande, unico obiettivo: il Nest. Francesco Di Leva, Adriano Pantaleo, Carmine Guarino, Giuseppe Miale di Mauro, Giuseppe Gaudino e Andrea Vellotti ne sono gli artefici animatori, coloro che vi hanno messo le idee, ma anche le braccia: sì perché per trasformare un luogo abbandonato in un vero e proprio teatro è stato necessario rimboccarsi le maniche e pulire, abbattere, ricostruire, dipingere, dimenticando di essere attori, registi, scenografi, e presentandosi unicamente come coloro che hanno uno scopo, un sogno, un progetto e vogliono realizzarlo e condividerlo. I risultati si sono toccati con mano il 29 e 30 novembre scorso, quando finalmente le porte si sono aperte con la partecipazione di due padrini di eccezione, Ennio Fantastichini e Sergio Rubini, e il lavoro fino a quel momento condotto è diventato di tutti, per tutti: in nome dell’arte e del Teatro che lenisce ogni ferita con la sola forza della parola e di chi abbia voglia di ascoltare cosa qualcun altro ha intenzione di raccontare.
Li abbiamo incontrati in occasione dell’Open Up ed ecco cosa ci hanno detto:
Come nasce il progetto Nest? A quale iniziale urgenza di voi fondatori ha risposto?
La struttura dove ora vive il Nest accoglieva una vecchia palestra di una scuola dismessa della periferia est di Napoli, un luogo abbandonato al degrado. L’appartenenza a quartieri periferici di Napoli, ritenuti “difficili” e spesso emarginati, ha sollecitato l’idea di dover fare qualcosa, di contribuire a riqualificarli. Da qui la scelta del collettivo artistico Nest di unire le forze e formare un unico gruppo con l’associazione “Gioco immagine e parole”, nata nel 1995 e costituita da persone che hanno sempre creduto nel cambiamento attraverso la solidarietà e l’agire sociale, inteso come risorsa creativa e agente di trasformazione. Insieme abbiamo avvertito la necessità di dar vita ad uno spazio creativo e multifunzionale.
Quali sono o vorreste siano gli elementi distintivi di questo nuovo spazio teatrale, sia dal punto organizzativo che da quello artistico?
L’obbiettivo è di rendere il Nest un polo di riferimento culturale per la nostra città ma anche di aprire le porte a tutti coloro che vogliano intraprendere un viaggio artistico e sociale, in particolare a quelle categorie ritenute socialmente più deboli, ma potenzialmente più forti dal punto di vista del cambiamento e della creatività: i bambini e i giovani. Sono state attivate una serie di iniziative tra cui laboratori teatrali per i bambini, stage di formazione per attori professionisti e non, coproduzioni teatrali con i maggiori teatri stabili italiani, corsi di pittura, corsi di scrittura teatrale e corsi per trucco teatrale, un corso legato al food per dare gli strumenti per riconoscere la qualità di ciò che mangiamo.
Fortemente legato al territorio su cui nasce e particolarmente attento al coinvolgimento dei giovani, quale vorreste fosse il segno che il Nest lasciasse nel panorama teatrale napoletano e non solo? Anticipazioni sulla prima stagione? Quale sarà il filo rosso che terrà insieme gli spettacoli del vostro primo cartellone?
In questi ultimi anni si tende ad accostare la parola “Teatro” ad altre come morte, crisi, fine, insomma a termini che hanno poco a che fare con l’ottimismo. Di certo non si possono negare le difficoltà di fare teatro in questi ultimi anni, figurarsi decidere di aprirlo un teatro, in un momento di così grande sofferenza sociale ed economica. Sentiamo forte dentro di noi l’esigenza di costruire giorno dopo giorno, con determinazione e consapevolezza, il nostro futuro così legato a doppia mandata con la nostra più grande passione. Il Nest è il cassetto in cui abbiamo chiuso i nostri sogni e aprirlo significa dare forma e vita a ciò cui più teniamo. Ed è con questo spirito che abbiamo pensato a uno start up che desse spazio a compagnie giovani (come la nostra) che non lo trovano in altri teatri napoletani e non, e per dar loro una forte visibilità abbiamo pensato potesse essere giusto affiancare queste compagnie da altrettante già conosciute e acclamate.
L’idea è di far partire lo start up nel mese di febbraio e andare avanti fino a maggio, proponendo due spettacoli al mese, alternando (appunto) una compagnia giovane con una “big” che faccia da traino. Una sorta di azione collettiva in cui chi fa teatro aiuta chi fa teatro, nella speranza che il nostro spazio diventi punto di riferimento di tante altre compagnie, rinnovando spettacolo dopo spettacolo la nostra missione di promozione culturale, cercando di avvicinare al teatro anche e soprattutto la gente del quartiere. Un teatro di tutti, insomma, “popolare” nella migliore accezione del termine. Guardando all’orizzonte, vorremmo poter vedere non solo il nostro quartiere, la nostra città, ma l’intera comunità teatrale di questa fragile Italia. Affronteremo questo magnifico percorso con tanto lavoro, ma anche con amicizia data e speriamo ricevuta, entusiasmo, passione, stima, fantasia e tanta, ma tanta emozione. Inoltre la scelta di rendere disponibile laboratori e spettacoli teatrali, garantendo la gratuità ai ragazzi del territorio di età compresa tra 13 e i 18 anni. Speriamo che la nostra voce si espanda per permetterci di realizzare questo grande sogno.
A pochi metri da voi, un altro piccolo polo culturale – Sala Ichos – da anni prova a fare “resistenza culturale” seppure con risultati non sempre costanti: immaginate la nascita di sinergie?
Siamo convinti che un nuovo spazio teatrale che si apre in città non nasce con l’intenzione di “competere” con quelli già esistenti ma semmai di ampliare l’offerta culturale e garantire al quartiere, e all’intera città, un’ulteriore frontiera dove poter combattere attraverso la cultura. Tant’è che nel video di presentazione dello spazio abbiamo coinvolto tutti i teatri come il nostro perché sappiamo bene che solo l’unione può fare la vera forza culturale e artistica per riuscire a sopravvivere in questo marasma che è il sistema teatrale in questo momento storico.
Allo stato attuale quali i rapporti con le Istituzioni? Assenti, in costruzione, volutamente non cercati?
Nonostante lo spazio sia stato totalmente autofinanziato attraverso le attività delle due associazioni, abbiamo ricevuto dall’attuale amministrazione, nelle figure degli assessori Alessandra Clemente e Nino Daniele, nonché del Sindaco stesso, appoggi morali e sostegno umano ed istituzionale. Con la loro presenza e le loro parole alla seconda giornata di inaugurazione hanno sancito uno stretto rapporto tra le istituzione e questa giovane nuova realtà nascente.
Ileana Bonadies
NEST – Napoli Est Teatro
via Bernardino Martirano 17 (ex scuola Giotto – Monti) – Napoli
contatti: info.teatronest@gmail.com – 324 68 95 786 – www.napoliestteatro.com