Nei prossimi giorni a teatro…
Una settimana teatrale che soddisfa i gusti di tutti, tra musica, tradizione, riscritture e risate. Leggere (e scegliere) per credere!
Il flauto magico
Quando: dal 9 al 14
Luogo: Teatro Bellini
Orario: Martedì/Giovedì/Venerdì/Sabato h 21.00 – Mercoledì/Sabato/Domenica h 17.30
Produzione: Orchestra di Piazza Vittoria
Regia: Mario Tronco
Interpreti: Orchestra di Piazza Vittoria
Trama: Il Flauto Magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio: l’idea è nata nel 2007 da una proposta di Daniele Abbado per la Notte Bianca di Reggio Emilia. Il progetto ci sembrava folle, poi abbiamo deciso di svilupparlo come se l’opera di Mozart fosse una favola musicale tramandata in forma orale e giunta in modi diversi a ciascuno dei nostri musicisti. Come accade ogni volta che una storia viene trasmessa di bocca in bocca, le vicende e i personaggi si sono trasformati, e anche la musica si è allontanata dall’originale. Volevamo raccontare un Flauto contemporaneo, che si svolge in una società multirazziale di questi tempi, ed evitare qualsiasi fraintendimento. Il Flauto di Mozart è ambientato in un Egitto fantastico. Il nostro invece si trova In un luogo immaginario, senza riferimenti alla geografia reale.
Non si tratta dell’esecuzione integrale dell’opera di Mozart. Le melodie sono riconoscibili ma alcune sono solo tratteggiate, senza sviluppo e senza parti virtuosistiche, intrecciate a brani originali dell’Orchestra. Il nostro lavoro con la partitura è necessariamente diverso da quello di un’orchestra “normale”. Dal folk, al reggae alla classica al pop e al jazz, la nostra musica è piena di riferimenti alle altre culture. I musicisti dell’OPV hanno background molto distanti, non solo geograficamente. Ogni musicista porta nell’Opera la sua cultura, la sua lingua: arabo, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese, wolof, italiano.
L’Orchestra è sul palco non nella buca, come nelle opere, e i musicisti diventano personaggi semplicemente indossando in scena il loro costume e guadagnando il proscenio…
Info e prenotazioni: botteghino@teatrobellini.it – 081 54 99 688
Troilo e Cressida. Storia Tragicomica di eroi e di buffoni
Quando: dell’11 al 14 dicembre
Luogo: Teatro Elicantropo
Orario: ore 21.00 (dal giovedì al sabato), ore 18.00 (domenica)
Autore: William Shakespeare
Produzione: Collettivo Lunazione
Regia: Mario Autore ed Eduardo Di Pietro
Interpreti: Mario Autore, Annalisa Direttore, Martina Di Leva, Michele Iazzetta, Cecilia Lupoli e Alessandro Paschitto
Adattamento testo: Alessandro Paschitto
Elaborazioni musicali: Mario Autore
Trama: La scena si svolge a Troia dove, nonostante la guerra, i giovani Troilo e Cressida si amano, si lasciano e si perdono. La guerra, emblema della stupidità, influenza le vicende di tutti i personaggi e, per la prima volta, i ragazzi vivono sulla loro pelle l’assurdità della battaglia e dell’amore. Ogni azione, per i guerrieri omerici, genera errori, imprevisti e gli eventi travolgono tutti indistintamente, rivelando l’umanità più misera che nasconde il mito. “In attinenza con il materiale narrativo con cui abbiamo lavorato – spiegano i registi Mario Autore ed Eduardo Di Pietro – la messinscena è costruita sull’interpretazione dichiarata, da parte dei sei attori, di più personaggi”.
Info e prenotazioni: al 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio) – promozionelicantropo@libero.it
Non è una favola
Quando: dal 11 al 14 dicembre
Luogo: Theatre de Poche
Orario: da martedì a sabato ore 21:00 – domenica ore 18:00
Produzione: Canis Lupus
Regia: Francesco Paolantoni
Interpreti: Arduino Speranza
Trama: Cosa succede se il “Lupo” vi invita nella sua tana? Da questo presupposto si sviluppa il monologo, sproloquio semiserio sui danni dell’Uomo alla Razza dei Lupi per “scagionare” i lupi da secoli di Malefatte e Storie false sugli stessi e la Loro Cattiveria. Lo spettacolo è un modo per condannare Pregiudizi e Discriminazioni, emarginazioni e ogni forma di “SISTEMA” . L’Attore Arduino Speranza nei panni del lupo farà riflettere in una maniera Leggera, Sorniona e Divertente, anche se i temi trattati tanto leggeri non sono.. E io, non posso fare altro che Augurarvi “IN BOCCA AL LUPO” e mi raccomando non rispondete “CREPI”.
Info e prenotazioni: 081 549 09 28 – info@theatredepoche.it
Un pop antico
Quando: dal 11 al 14 e dal 18 al 21 dicembre
Luogo: Teatro Sancarluccio
Orario: Da martedì a sabato ore 21:00 Domenica ore 18:00
Regia: Massimo Andrei
Interpreti: Massimo Andrei
Trama: Confessioni e comiche oppressioni di un famoso chef in crisi tra la cucina molecolare (che vorrebbe introdurre) e le colorate e vivide tradizioni partenopee. Arturo, chef di origini popolari, è diventato uno chef ricercato. Ora lavora per un locale di tendenza e cerca di inventare, ritrovarsi e ragionare nel suo studio, il retrocucina, dove ha installato un grande schermo e ha convocato un violoncellista. Arturo cerca di completare ricette elaborate e gli viene in mente tutt’altro…Finisce per raccontare fiabe comiche ambientate in un presentissimo passato, per avvalersi di bizzarri video riflessivi e per proporre musiche pop assai. Tra l’antropologia e l’inciucio, tra il sushi e la zuppa di fagioli, Massimo Andrei, attore e regista, e un virtuoso violoncellista/chitarrista, Giorgio Mellone, si adoperano per affrontare la Rosa parlante, la Cozzeca nera, la creatività in cucina, il valore della relazione e il Pireto scostumato… Fatti mai successi, narrati in una lingua farcita e saporita a metà tra l’italiano e il napoletano, forte e delicata, greve e poetica. Chi vincerà alla fine? Gel, emulsioni e schiume destrutturate? O l’impepata di cozze? I temi sono vari, gli inciuci sono assai, riflettere non fa male!
Info e prenotazioni: tel. 0814104467/3394290222 – www.nuovoteatrosancarluccio.it
… E noi zitti sotto!
Quando: dal 11 al 21 dicembre
Luogo: Teatro Totò
Orario: dal giovedi al sabato ore 21 e sabato anche 17:30, domenica 18
Produzione: Arancia Records e dalla MusicaèManagement
Regia: Federico Salvatore
Interprete: Federico Salvatore
Trama: È il nuovo spettacolo teatrale di Federico Salvatore in lingua napoletana. È chiaro che dopo i consensi ottenuti con gli spettacoli Fare il napoletano stanca (del 2010) e Se io fossi San Gennaro (del 2012), Federico Salvatore non cambia registro, ma persevera sulla strada del Teatro – Canzone che lega la canzone d’autore al monologo dialogico e parodistico, affrontando tematiche di impatto sociale e culturale.
In …E NOI ZITTI SOTTO! (citazione tratta dal film Non ci resta che piangere di Massimo Troisi), Federico Salvatore aspira ad incarnare lo spirito satirico di un moderno Felippo Sgruttendio (pseudonimo di un misterioso poeta della Napoli del ‘600). Oltre ad avere le iniziali F.S. in comune, i nuovi testi in vernacolo di Federico Salvatore, tendono ad emulare la graffiante mordacità di quel colto poeta napoletano che la maggior parte del pubblico, purtroppo, ignora!
‘O Palazzo, L’Inno di Papèle, L’Accademia ‘e ll’ova toste, Cammenanno, Lato B, Napocalisse, Dint’’o scuro, sono alcune delle nuove tematiche scritte per il primo tempo dello spettacolo, ma anche per l’album in vernacolo pubblicato il 21 ottobre 2013 dal titolo: PULCIN’HELL.
Nel secondo tempo ritornano sul palco i “successi mediatici” a cui Federico Salvatore diede voce negli anni della sua popolarità.
Dalle Ninna nanne agli Incidenti (rivisitati e rinnovati negli arrangiamenti), per poi bissare con la (intramontabile e richiesta) tarantella j’accuse di Se io fossi San Gennaro.
In sintesi, lo spettacolo …E NOI ZITTI SOTTO! è un’altra provocazione di una voce di protesta. Ed è bene che una voce di protesta sorga proprio da Napoli, poiché è di Napoli che si tratta e, soprattutto, di arte napoletana.
Info e prenotazioni: 081 564 75 25 – http://www.teatrototo.it/
Mamma – Piccole tragedie minimali
Quando: 12 e 13 dicembre
Luogo: venerdì 12 a Casamarciano (Napoli), sabato 13 a Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Il Teatro cerca Casa
Orario: 20:30
Autore: Annibale Ruccello
Regia: Antonella Morea
Interprete: Rino Di Martino
Trama: Quando mi è stato proposto per la prima volta di curare una regia, ho provato un immenso piacere ma anche una immensa paura: non mi sono mai trovata dall’altra parte e proprio non so come si sta fuori dal palcoscenico. Che testo scegliere? Su quale territorio muoversi? Sul piano della drammaturgia contemporanea la scelta non poteva che ricadere su Annibale Ruccello! Annibale che conoscevo dai tempi di Gatta Cenerentola quando, ricordo, assisteva a tutte le nostre prove e collaborava con il nostro comune maestro Roberto de Simone. Annibale con il quale avevo ed ho in comune il mondo popolare che lui conosceva bene in quanto studioso di antropologia e delle tradizioni popolari e che io cominciavo a conoscere ed amare e che giorno per giorno mettevo in pratica recitando cantando e “tammurriando”. Annibale, infine, autore di Anna Cappelli che è stata la mia prima fortunata esperienza di monologante. Per Rino Di Martino ho scelto Mamma – Piccole tragedie minimali, quattro monologhi dove mamme malefiche raccontano ancora fiabe per poi trasformarsi man mano, nei vari episodi, in figure irrimediabilmente corrotte dai mass-media, una folla di donne attorniate da ragazzini che si chiamano Deborah, Samanta, Morgan, nelle cui conversazioni si confondono messaggi personali, echi televisivi, slogan di rotocalchi; dove la pubblicità si sovrappone alle confidenze, le telenovelas alla sfera privata e gli inni liturgici alle canzonette di Sanremo.
Deliri verbali fondati sulla contaminazione e alterazione del linguaggio. La perdita di rituali propiziatori e liberatori usati nel mondo contadino come protezione e rivelazione dell’inconscio. La contaminazione cui tali rituali sono stati sottoposti dall’ingresso dei media con la conseguente perdita dell’identità collettiva. La ritualità e il mondo popolare saranno il motore di tutta la messinscena dove l’ambiguo maschile/femminile esprime al meglio il carattere tragicomico dei personaggi. (Antonella Morea)
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/
Contrappunti di scena
Quando: 12 e 14 dicembre
Luogo: Napoli – Il Teatro cerca Casa
Orario: ore 20 (venerdì), ore 18 (domenica)
Con:Mariano Bellopede, pianoforte e Nicola Rando, sax contralto
Trama: Si è solito pensare ai brani del teatro musicali come brani relegati allo spettacolo da cui provengono. Brani che, estrapolati da quel contesto, non hanno più senso di esistere. E invece non è così, ricercando a fondo (ma a volte neanche troppo a fondo) si trovano canzoni che hanno un senso e una compiutezza musicale di primissimo ordine. Basti pensare a Kurt Weill, o a Nino Rota, o Trovajoli o anche i partenopei De Simone e Sinagra.
Molte delle loro melodie si prestano a divertenti rielaborazioni, sia ritmiche che armoniche e ‒ perché no ‒ possono essere tranquillamente strutture sulle quali improvvisare e “jazzare”. E proprio ciò è quanto si propone il duo formato da Mariano Bellopede al pianoforte e Nicola Rando al sax contralto. Melodie più o meno celebri, riviste in chiave jazzistica e contrappuntistica: non è un susseguirsi di temi e assoli, ma un contrappunto continuo tra quella che è la melodia originale e ciò che ne potrebbe conseguire da essa, una volta incastonata in una struttura completamente nuova.
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/
Se Steve Jobs fosse nato a Napoli
Quando: dal 12 al 14 dicembre
Luogo: Nuovo Teatro Sanita’
Orario: venerdì e sabato ore 21, domenica ore 18
dal libro di Antonio Menna (edito da Sperling&Kupfer)
Scritto e ideato da: Mauro Di Rosa
Regia: Pasquale Ioffredo
Interpreti: Chiara De Crescenzo, Mauro Di Rosa, Alessandro Errico, Pasquale Ioffredo, Demi Licata , Pierpaolo Stellato
Trama: Napoli 1982. Due ragazzi hanno un’idea geniale e sfidano chiunque pur di riuscire nella loro impresa – la creazione del computer perfetto – ma si trovano a fare i conti con un’amara verità: il genio non basta a cambiare un destino.I due giovani, Ste’ e ‘o Ge’, per avviare l’attività e vendere il loro rivoluzionario computer si scontrano con ostili circostanze: in Italia i prestiti si fanno a chi ha già i soldi, le regole sono scritte per gli stupidi perché i furbi se le scrivono da soli, i bandi li vincono gli amici di amici, la burocrazia chiude un occhio su chi è ben ammanigliato, ma li tiene spalancati sui poveretti. I due ragazzi sono abbastanza folli da non arrendersi, ma quando ci si mette di mezzo la camorra – sistema nel sistema – il loro sogno va in fumo.
Lo spettacolo è una denuncia nei confronti di una società marcia, capace di stroncare le idee sul nascere e costringere i talenti ad emigrare o abbandonare. Mescolando sapientemente ironia e dramma, il testo teatrale mette in scena la crisi dei giovani, incerti nella definizione di sé, della propria identità, del proprio futuro.
Info e prenotazioni : www.nuovoteatrosanita.it – 339 666 6426
Luparella
Quando: dal 12 al 21
Luogo: Teatro Nuovo
Orario: da mercoledi a sabto 21, domenica 18:30
Testo e regia: Enzo Moscato
Interpreti: Isa Danieli ed Enzo Moscato
Trama: A oltre quindici anni dal suo debutto, lo spettacolo, presentato dalla Compagnia Teatrale Enzo Moscato, torna in scena con un nuovo allestimento, affiancando alla straordinaria Isa Danieli, lo stesso autore, per una messa in scena ancora più ricca di fascino e magia.
Protagonista della vicenda è Nanà, l’anima candida e reietta, giovane-vecchissima creatura al servizio “minuto” delle donne di un bordello arroccato sui Quartieri Spagnoli, nella Napoli, desolata e avvilita, dell’occupazione nazista, sul finire dell’estate del 1943.
Moscato le “affida” la narrazione di questa storia tragica, nell’aria c’è l’eco delle sirene antiaeree e l’odore ancora caldo delle macerie.
Unica superstite all’interno del bordello, oltre a Nanà, è Luparella, vecchia prostituta in preda alle doglie che, aiutata da Nanà, riesce a dare alla luce un figlio, per morire subito dopo il parto, consumata da malattie preesistenti. La morte della donna non esaurisce però il dolore e la violenza di questa vicenda, in cui l’oltraggio vissuto da Luparella sarà ben peggiore, in una spirale d’istinto e desolazione che lascia poco spazio alla
dignità.
È a questo punto, infatti, che irrompe sulla scena un soldato nazista in cerca di piacere, bisogno che non si arresta neppure di fronte al corpo esanime della maitresse.
Attraverso una sintassi che fa dell’irruenza verbale e della stratificazione semantica i suoi punti di forza, l’autore svela l’abisso dell’abbruttimento umano, nell’incapacità di pietas, nella brutalità e carnalità più estreme.
Ci si ritrova in un territorio dove l’animalità prende il sopravvento su qualsiasi capacità di mediazione tra istinto e ragione.
Il racconto si trasforma, così, in una testimonianza dura e cinica, espressa senza mezzi termini e censure dal linguaggio tagliente di Moscato, come una sorta di partitura per voce sola, attraverso le pieghe di una scrittura
lirica e scabra al contempo.
Info e prenotazioni: 081 497 62 67 – botteghino@teatronuovonapoli.
Scarrafunera – poemetto lurido/iastemma cantata
Quando: dal 12 al 14 dicembre
Luogo: Circolo Teatro Arcas
Orario: venerdì e sabato ore 21, domenica ore 18
Produzione: La Compagnia Del Futuro
Autore e regista: Cristian Izzo
Interpreti: Luigi Credendino, Alessandro Langellotti, Diego Sommaripa con le musiche originali dal vivo di Salvatore Torregrossa
Trama: Scarrafone, non ha nulla di straordinario. Non è superiore agli altri, non è migliore, né ha una coscienza maggiormente sviluppata, per una qualsiasi ragione. E’ uno dei 1300 scarafaggi, che abitano il suo buco, gettato al mondo in mezzo ad altri 200 disgraziati, che non lo riconoscono come fratello e che, come lui, non hanno mamma, poiché non la conobbero mai. Come gli altri scarafaggi, si dimena e dibatte dalla mattina alla sera, tutta la vita, mischiandosi e scavalcandosi continuamente con tutti gli altri, in maniera frenetica ed improduttiva, molto spesso accoppiandosi involontariamente, nel frenetico muoversi del suo nido, con altri scarrafoni e subendo, a sua volta, involontarie violenze da chi tenta di superarlo. Ma scarrafone, non ne può più! Non ha più voglia di fare quella fatica immane e non tollera gli altri scarafaggi: odia, con tutto sé stesso, quel buco. Fino a che una luce, probabilmente un mozzicone di sigaretta, penetrando nel buco comincia ad abbrustolire tutto e tutti: quella stessa luce, che è motivo di disperazione, gli consente di guardare per la prima volta e vedere con chiarezza il luogo ed il modo in cui ha vissuto per tutta la sua vita, insieme agli altri.
Info e prenotazioni: 081 595 5531
Pulcinella e compagnia bella – Un racconto a due voci
Quando: 13 dicembre
Luogo: Caserta – per la rassegna Il Teatro cerca Casa
Orario: 20
Autrice: Paola Ossorio
narrato, recitato e cantato da Giovanni e Matteo Mauriello
musiche di Germano Mazzocchetti
Trama: Pulcinella e compagnia bella nasce come pièce teatrale intorno alla figura di Pulcinella come personaggio contemporaneo e quotidiano. La maschera di Pulcinella è quella che alcuni di noi, forse più di quanti crediamo, indossano per difesa: allegria, compiacenza, competenza, spavalderia, all’esterno, e sotto la maschera il contrario, malinconia, insicurezza, inadeguatezza, paura. A Napoli se si dice di qualcuno “chillo fa ’o pullecenella”, è per critica negativa, ma quasi sempre la persona in questione è una persona problematica, uno che non sta bene con se stesso, uno che si vuole nascondere. La pièce è stata adattata a racconto non tanto per “adattarla”, in senso restrittivo, quanto per tirarne meglio fuori il suo carattere di “racconto di formazione”. L’arco temporale della vicenda, infatti, va dal momento in cui il figlio appena nato incontra il padre fino a quello in cui, una volta cresciuto, se ne distacca. Ed è il figlio a fornire la sua prospettiva soggettiva della vicenda, intrecciando il racconto del tempo passato al dialogo diretto con il padre, con il quale si scontra e si incontra, chiacchiera, litiga e canta. Tutti i loro contatti col mondo esterno si situano in una zona ambigua, tra la realtà oggettiva e la dimensione interiore: vissuti, sognati, immaginati, o temuti, quel che conta è il cammino del rapporto fra i due e l’affrancamento dalla paura del mondo esterno, a prescindere dal mezzo con cui lo hanno conquistato. Oltre al padre single e al figlio stravagante almeno quanto il padre, compaiono anche altri personaggi: una madre assente la cui assenza è molto presente, alcuni colleghi artisti che non parlano ma di cui si parla e alcuni animali che neppure vediamo ma che sicuramente sentiamo aggirarsi intorno a noi. Non è uno spettacolo, è un racconto, e ascoltare un racconto può essere un’esperienza affascinante, specialmente se i personaggi, oltre a essere raccontati, sono anche lì presenti e chiacchierano, litigano e vivono la loro vita. Figurarsi poi se cantano una decina di nuove canzoni napoletane, orchestrate in modo fantastico, in una colorita panoramica di generi musicali fra tradizione e modernità.
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/
Kairòs, sussurri del tempo
Quando: 13 dicembre
Luogo: Complesso degli Incurabili
Orario: 18:30
Produzione: Associazione Nartea
Trama: All’insegna della Scienza e della Cultura, intesa anche come tutela e riscoperta del patrimonio partenopeo, l‘Associazione Culturale NarteA propone Kairòs – Sussurri del tempo, una visita guidata teatralizzata ideata per favorire il progetto di restauro del Museo delle Arti Sanitarie nel Complesso degli Incurabili e mostrare al pubblico tutti gli ambienti della storica struttura, anche quelli solitamente chiusi al pubblico. L’evento offre l’occasione di visitare e conoscere un luogo d’inestimabile valore e fascino, inclusa la nuova “Sala Moscati”, attraverso il format “teatralizzato” di NarteA che ad attori professionisti in scena alterna la guida del Prof.re Gennaro Rispoli, direttore del Museo delle Arti Sanitarie, e della sua esperta equipe.
Prenotazione obbligatoria: 339 702 0849 – 334 622 7785
Tre sull’altalena
Quando: 13, 14, 20 e 21 dicembre
Luogo: Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano
Orario: 13 dicembre ore 21, 14 dicembre ore 18.30, 20 dicembre ore 21, 21 dicembre ore 18.30
Autore: Luigi Lunari
Regia: Vincenzo Borrelli
Interpreti: Vincenzo Borrelli, Paolo Cunsolo, Simone Somma, Maria Paola Marino
Trama: Tre uomini si ritrovano in una stanza: il primo, un piccolo proprietario d’industria, sta aspettando nella camera di una pensione una donna per un incontro; il secondo, un militare, crede di trovarsi in un ufficio informatico; il terzo, uno scrittore, arriva per recuperare le stampe del suo libro, pensando di essere nell’ufficio della casa editrice. I tre uomini – giunti da altrettante porte differenti – non si conoscono. Il mistero si infittisce quando sembra che i tre non possano uscire se non dalla porta da cui sono entrati. Obbligati a passare una notte in quella stanza a causa dell’allarme antinquinamento che impedisce loro di lasciare il locale, cominceranno a interrogarsi su quanto sta accadendo e a dare delle risposte all’enigma che li coinvolge. Questo lo spunto iniziale di Tre sull’altalena, successo internazionale costruito sul geniale testo di Luigi Lunari, tradotto in ventiquattro lingue e rappresentato in tutto il mondo. In scena non ci sono altalene, né vengono mai menzionate. Probabilmente il titolo rimanda alla situazione di instabilità e di precario equilibrio che i tre personaggi si ritrovano a vivere. La scenografia onirica interamente bianca e nera con alcuni accennati elementi scenici riporta alla difficoltà di definire il luogo dove si trovano i Tre. Esistono solo due colori: il bianco e il nero. Vale lo stesso per i costumi dei protagonisti – nei quali si trova però anche un grigio intermedio. L’equivoco o e il dilemma delle tre porte che conducono a diverse vie rappresenta soltanto lo spunto iniziale di un lungo e ininterrotto dialogo fra i tre personaggi – che li porta a toccare i grandi temi, i problemi e i misteri dell’umanità: l’importanza del caso nella vita e la sua inspiegabilità, i diversi punti di vista individuali che rendono differente uno stesso oggetto; ma soprattutto la paura della morte e la morte stessa; la religione – si interrogano sull’esistenza e sull’identità di Dio; il senso della vita. Citano Schopenhauer, Shakespeare, la Bibbia – e si scopre un inaspettato legame tra il testo sacro e alcune frivole canzonette da balera. Inventano brillanti aforismi quali «Dalla vita nessuno esce vivo». Ma è incredibile come affrontino tutti questi difficili e talvolta drammatici argomenti con allegria, ironia, brio e leggerezza. (Vincenzo Borrelli)
Prenotazioni: 081 574 4936 – 338 740 5819
Naufragi
Quando: 14 dicembre
Luogo: Caserta – Il Teatro cerca Casa
Orario: ore 18
Di e con: Enzo Salomone e Rossana Valenti
Trama: L’idea è una proposta di poesia incentrata su un tema forte, il “NAUFRAGIO” enunciato metaforicamente nell’attacco del 2° libro del “De rerum natura” di Lucrezio:
Suave, mari magno turbantibus aequora ventis e terra magnum alterius spectare laborem; non quia vexari quemquamst iucunda voluptas, sed quibus ipse malis careas quia cernere suavest.
È dolce, quando i venti sconvolgono le distese del vasto mare, guardare da terra il grande travaglio di altri; non perché laltrui tormento procuri giocondo diletto, bensì perché t’allieta vedere da quali affanni sei immune.
Il tema del Naufragio è centrale nell’avventura del vivere e del conoscere umano: il naufragio, espediente narrativo tra i più comuni nella tradizione letteraria, e, nel contempo, metafora di ogni esperienza di perdita e disastro (“Vous etes embarqué” avverte B.Pascal nei Pansées). Si snodano in questo percorso memorie di vita e di letture, di scoperte e dolori, di vagabondaggi e incontri predestinati.
Un excursus poetico che si fa drammaturgia e che trova nelle brevi note della prof.ssa Rossana Valenti, latinista del dipartimento di filologia classica della Federico II, più che una didascalia, uno spunto di riflessione. La lingua della poesia classica, con la sua metrica, è costituita anche da un sistema di suoni, che eccede i significati delle parole: se questi sono restituiti da ottime traduzioni, la “musica del senso” può trovare eco anche nella musica, in questo caso quella elettronica, spunti della quale eseguiti dal vivo, (assieme alla lettura) da Enzo Salomone.
L’obiettivo è che ognuno possa attingere il piacere del riconoscimento, ritrovando l’antico nel nuovo, fondendo il presente con il passato più remoto. L’augurio è che ognuno voglia poi rileggere questi testi, rivivendo l’incontro con la poesia, nella consapevolezza che sia i classici che i moderni, oggetto di studio di pochi, sono patrimonio di tutti.
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/
Ballarini
Quando: fino al 14 dicembre
Luogo: Galleria Toledo
Orario: 21; tranne la domenica alle ore 18
Regia: Emma Dante
Produzione: Sud Costa Occidentale
Interpreti: Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
Trama: In una stanza, una vecchia donna è china su un baule aperto. Si alza con in mano una spina elettrica e una presa; non appena le collega sopra la sua testa si accende il firmamento. Da un altro baule appare un uomo vecchio che la guarda e le sorride amoroso. Lui si avvicina a lei. Lei l’aiuta a indossare la giacca di un abito da cerimonia che prende dal baule. Ballano. Lui con la testa poggiata sulla spalla di lei. Lei aggrappata alla giacca di lui. Si baciano. Lui la tocca. Lei si fa toccare. Lui le strofina la coscia con una gamba. Lei gli tiene la gamba per non fargli perdere l’equilibrio. Lui si sbottona la giacca e poi la patta dei pantaloni. La stringe a sé. Ha un orgasmo. Lei si soffia il naso e si gratta la coscia. Lui estrae dalla giacca un orologio da taschino: meno 5… meno 4… meno 3… meno 2… meno 1… al rintocco della mezzanotte lui fa scoppiare un piccolo petardo. Lui e lei si baciano. Lui infila la mano in tasca ed estrae una manciata di coriandoli. Li lancia in aria, festoso. La guarda. Lei lo guarda: “tanti auguri, amore mio.” Lui da un baule tira fuori una bottiglia di spumante. Lei dall’altro baule estrae un velo da sposa e se lo appoggia sulla testa, poi fa suonare un vecchio carillon. Si tolgono la maschera da vecchi, inforcano gli occhiali e riprendono a ballare. Sulle note di vecchie canzoni lui e lei festeggiano l’arrivo di un nuovo anno ballando a ritroso la loro storia d’amore. (Emma Dante)
Per info: 081 425 037 – 081 425 824 – http://www.galleriatoledo.org
Irene Bonadies