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Nella settimana che precede il Natale, non c’è miglior regalo da farsi che assistere ad uno dei tanti spettacoli in scena, segnalati per voi da QuartaParete.

unnamed (24)Luparella
Quando: fino al l 21 dicembre
Luogo: Teatro Nuovo
Orario: da mercoledi a sabto 21, domenica 18:30
Testo e regia: Enzo Moscato
Interpreti: Isa Danieli ed Enzo Moscato
Trama: A oltre quindici anni dal suo debutto, lo spettacolo, presentato dalla Compagnia Teatrale Enzo Moscato, torna in scena con un nuovo allestimento, affiancando alla straordinaria Isa Danieli, lo stesso autore, per una messa in scena ancora più ricca di fascino e magia. Protagonista della vicenda è Nanà, l’anima candida e reietta, giovane-vecchissima creatura al servizio “minuto” delle donne di un bordello arroccato sui Quartieri Spagnoli, nella Napoli, desolata e avvilita, dell’occupazione nazista, sul finire dell’estate del 1943.
Moscato le “affida” la narrazione di questa storia tragica, nell’aria c’è l’eco delle sirene antiaeree e l’odore ancora caldo delle macerie. Unica superstite all’interno del bordello, oltre a Nanà, è Luparella, vecchia prostituta in preda alle doglie che, aiutata da Nanà, riesce a dare alla luce un figlio, per morire subito dopo il parto, consumata da malattie preesistenti. La morte della donna non esaurisce però il dolore e la violenza di questa vicenda, in cui l’oltraggio vissuto da Luparella sarà ben peggiore, in una spirale d’istinto e desolazione che lascia poco spazio alla dignità. È a questo punto, infatti, che irrompe sulla scena un soldato nazista in cerca di piacere, bisogno che non si arresta neppure di fronte al corpo esanime della maitresse. Attraverso una sintassi che fa dell’irruenza verbale e della stratificazione semantica i suoi punti di forza, l’autore svela l’abisso dell’abbruttimento umano, nell’incapacità di pietas, nella brutalità e carnalità più estreme. Ci si ritrova in un territorio dove l’animalità prende il sopravvento su qualsiasi capacità di mediazione tra istinto e ragione. Il racconto si trasforma, così, in una testimonianza dura e cinica, espressa senza mezzi termini e censure dal linguaggio tagliente di Moscato, come una sorta di partitura per voce sola, attraverso le pieghe di una scrittura lirica e scabra al contempo.
Info e prenotazioni:  081 497 62 67 – botteghino@teatronuovonapoli.it

 

salvatore … E noi zitti sotto!
Quando: fino al 21 dicembre
Luogo: Teatro Totò
Orario: dal giovedi al sabato ore 21 e sabato anche 17:30, domenica 18
Produzione: Arancia Records e dalla MusicaèManagement
Regia: Federico Salvatore
Interprete: Federico Salvatore
Trama: È il nuovo spettacolo teatrale di Federico Salvatore in lingua napoletana. È chiaro che dopo i consensi ottenuti con gli spettacoli Fare il napoletano stanca (del 2010) e Se io fossi San Gennaro (del 2012), Federico Salvatore non cambia registro, ma persevera sulla strada del Teatro – Canzone che lega la canzone d’autore al monologo dialogico e parodistico, affrontando tematiche di impatto sociale e culturale. In …E NOI ZITTI SOTTO! (citazione tratta dal film Non ci resta che piangere di Massimo Troisi), Federico Salvatore aspira ad incarnare lo spirito satirico di un moderno Felippo Sgruttendio (pseudonimo di un misterioso poeta della Napoli del ‘600). Oltre ad avere le iniziali F.S. in comune, i nuovi testi in vernacolo di Federico Salvatore, tendono ad emulare la graffiante mordacità di quel colto poeta napoletano che la maggior parte del pubblico, purtroppo, ignora! ‘O Palazzo, L’Inno di Papèle, L’Accademia ‘e ll’ova toste, Cammenanno, Lato B, Napocalisse, Dint’’o scuro, sono alcune delle nuove tematiche scritte per il primo tempo dello spettacolo, ma anche per l’album in vernacolo pubblicato il 21 ottobre 2013 dal titolo: PULCIN’HELL. Nel secondo tempo ritornano sul palco i “successi mediatici” a cui Federico Salvatore diede voce negli anni della sua popolarità.
Dalle Ninna nanne agli Incidenti (rivisitati e rinnovati negli arrangiamenti), per poi bissare con la (intramontabile e richiesta) tarantella j’accuse di Se io fossi San Gennaro.
In sintesi, lo spettacolo …E NOI ZITTI SOTTO! è un’altra provocazione di una voce di protesta. Ed è bene che una voce di protesta sorga proprio da Napoli, poiché è di Napoli che si tratta e, soprattutto, di arte napoletana.
Info e prenotazioni: 081 564 75 25 – http://www.teatrototo.it/

 

unnamed (17)Ecuba – festa di nozze
Quando: dal 16 dicembre al 4 gennaio
Luogo: Complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore
Orario: 20
Produzione: IL TEATRO COOP. Produzioni
Regia: Laura Angiulli
Interpreti: Giovanni Battaglia, Michele Danubio, Alessandra D’Elia, Stefano Jotti, Antonio Marfella, Chiara Vitiello; frammenti vocali Maria Teresa Polese Clemi Regina a cura di Daniela del Monaco
Trama: Ecuba è un’opera lirica in tre atti di Nicola Antonio Manfroce su libretto di Jean-Baptiste-Gabriel-Marie de Milcent, tradotto in italiano da Giovanni Schmidt. La prima, molto apprezzata, ebbe luogo il 13 dicembre del 1812 al Teatro San Carlo di Napoli; è quindi recente l’occasione del duecentenario della prima rappresentazione dell’opera, e della quasi contemporanea morte del giovanissimo Manfroce, nel 1813 a soli 23 anni. Dall’approccio a questa materia – evidentemente di genere melodramma- ha preso spunto il progetto “Ecuba – festa di nozze”, elaborato in contaminazione con materiali della grande tragedia greca, non senza alcuni spunti tratti dall’Iliade in pregevole traduzione. Al centro l’amore di Achille e Polissena; in contrapposizione il lutto per la morte di Ettore. Di qui il desiderio di vendetta di Ecuba, l’uccisione di Achille, la rovina di Troia e della stirpe dei Dardanidi. Una fusione di materiali opportunamente elaborati in autonomo assetto creativo per un’opera che sia tale, affidata a una solida compagnia d’attori, quella che ormai da tempo accompagna il lavoro del teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo. Di particolare rilievo l’apporto di due giovani voci liriche, opportunamente dirette da Daniela Del Monaco.
Per info: 081 425 037 – 081 425 824 – http://www.galleriatoledo.org

 

unnamed (10)All’ombra della sera
Quando: 17 dicembre
Luogo: Pozzuoli – per la rassegna Il Teatro cerca Casa
Orario: 20:30
Interpreti: Fausta Vetere, voce e chitarra e Corrado Sfogli, chitarre
Trama: All’ombra della sera si sviluppano le fantasie ed i racconti che hanno scandito il ritmo della nostra vita. Una volta avevamo una visione dell’esistenza molto ristretta mentre adesso, con il trascorrere degli anni e con l’esperienza, la stessa visione si è allungata come l’ombra degli oggetti al calare del sole. Le canzoni legate alla nostra storia musicale si rincorrono, vanno e vengono senza mai fermarsi come le nuvole, costringendoci spesso ad una sorta di forzato ricordo che cerchiamo poi di fermare. Napoli ha una storia musicale eccezionale per qualità e bellezza e noi la raccontiamo attraverso le villanelle, le tammurriate, le tarantelle e ai brani tratti dal repertorio più interessante della canzone classica napoletana. Così le parole di Gian Leonardo dell’Arpa, insieme a quelle di Viviani, di Di Giacomo, di Bovio e dei tantissimi anonimi riprendono corpo e raccontano il loro tempo. E la voce risuona per l’ennesima volta insieme ad una chitarra che cerca di impreziosirla dandole più luce all’ombra della sera…
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/

 

SalomoneLingua SonoraConcerto di suoni napoletani sui testi della tradizione linguistica dal ’400 al ’700
Quando: 19 dicembre
Luogo: Portici – per la rassegna Il Teatro cerca casa
Orario: 20:30
Interpreti: Enzo Salomone, voce recitante, Ciro Longobardi, pianoforte preparato
Trama: Spesso interroghiamo il passato per capire il presente e divinare il futuro. Impresa ardua e dall’esito incerto. Crediamo però che la “tradizione” vada osservata spoglia dalle “convenzioni” di cui il tempo e l’uso l’hanno avvolta. Consapevoli dell’importanza del patrimonio culturale di una lingua “espressionista” e “sonora” non ci sottraiamo dal fare i conti con la nostra cultura natale, evitando però la “cartolina” a cui viene ridotta dalla routine e scegliendo di procedere a ritroso nel passato, oltre il ’700, fino ai progenitori dei Petito, Scarpetta, Di Giacomo, Russo, Eduardo, Viviani, autori fin troppo saccheggiati. E allora si riapre lo scrigno di quel ricchissimo patrimonio linguistico dimenticato, antico e lessicalmente meno maneggevole di quello consegnato dall’Otto-Novecento, che ha però l’innegabile merito di aver accreditato per oltre tre secoli il napoletano a dignità di lingua. Patrimonio rappresentato da una leva di letterati – Velardiniello, Basile, Cortese, Sgruttendio, Perrucci, Oliva, per nominarne solo alcuni – che, per splendore del lessico, ricchezza delle metafore, ingegnosità dell’ordito e sonorità allitteranti della parola, hanno indicato una grammatica originalissima del narrare all’intero continente moderno. Missione di Lingua Sonora è proprio quella di far risuonare questa lingua. Naturalmente il tempo ha reso quei suoni, ancorché vagamente materni, in parte desueti; e mentre il lettore domestico può agevolmente procedere per pause, riletture e ricerche lessicali, l’ascoltatore dal vivo deve essere aiutato nella comprensione immediata del testo. Ci sentiamo quindi doppiamente responsabilizzati nella ricerca di una sintassi espressiva attuale ma soprattutto la più possibile chiara, in funzione della quale si prevede anche la proiezione su di uno schermo dei testi in traduzione italiana in sincrono con la parola letta. La performance è il frutto della ultradecennale collaborazione tra un attore dedicato da tempo al rapporto tra la parola e la musica con un pianista specialista di sonorità contemporanee, aiutato in tal senso dallo sconfinato repertorio musicale napoletano. La musica dei Leo, Matteis, Durante, Stella ed altri, saranno riproposte con l’aiuto di uno strumento contemporaneo, il pianoforte preparato, capace di evocare sonorità antiche e moderne, la dolcezza del liuto, l’argento del clavicembalo, il legno e il metallo delle percussioni. Con l’uso dei materiali più disparati il pianoforte allargherà la sua tavolozza timbrica, fino a mimare i suoni lunghi e tenui di sintetizzatori grazie all’utilizzo di archi magnetici. Cercheremo così di far rivivere l’antichità linguistica e musicale partenopea, chiamando in causa vista e udito dell’ascoltatore, in un rapporto sinergico tra senso e suono, assumendo a viatico espressivo dell’operazione due illustri raccomandazioni: “Tradizione non è mitizzare la cenere ma conservare la fiamma” – Gustav Mahler; “Chi comanda al racconto non è la voce: è l’orecchio” – Italo Calvino. (Enzo Salomone e Ciro Longobardi)
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/

 

pop_bigUn pop antico
Quando: dal 18 al 21 dicembre
Luogo: Teatro Sancarluccio
Orario: Da martedì a sabato ore 21:00 Domenica ore 18:00
Regia: Massimo Andrei
Interpreti: Massimo Andrei
Trama: Confessioni e comiche oppressioni di un famoso chef in crisi tra la cucina molecolare (che vorrebbe introdurre) e le colorate e vivide tradizioni partenopee. Arturo, chef di origini popolari, è diventato uno chef ricercato. Ora lavora per un locale di tendenza e cerca di inventare, ritrovarsi e ragionare nel suo studio, il retrocucina, dove ha installato un grande schermo e ha convocato un violoncellista. Arturo cerca di completare ricette elaborate e gli viene in mente tutt’altro…Finisce per raccontare fiabe comiche ambientate in un presentissimo passato, per avvalersi di bizzarri video riflessivi e per proporre musiche pop assai. Tra l’antropologia e l’inciucio, tra il sushi e la zuppa di fagioli, Massimo Andrei, attore e regista, e un virtuoso violoncellista/chitarrista, Giorgio Mellone, si adoperano per affrontare la Rosa parlante, la Cozzeca nera, la creatività in cucina, il valore della relazione e il Pireto scostumato… Fatti mai successi, narrati in una lingua farcita e saporita a metà tra l’italiano e il napoletano, forte e delicata, greve e poetica. Chi vincerà alla fine? Gel, emulsioni e schiume destrutturate? O l’impepata di cozze? I temi sono vari, gli inciuci sono assai, riflettere non fa male!
Info e prenotazioni:  081 410 44 67 – 339 429 02 22 – www.nuovoteatrosancarluccio.it

 

unnamed (7)La monaca di Monza
Quando: dal 18 al 21 dicembre
Luogo: Teatro Elicantropo
Orario: ore 21.00 (dal giovedì al sabato), ore 18.00 (domenica)
Autore: Giovanni Testori
Interpretazione e regia: Yvonne Capece, Walter Cerrotta
Trama: 1591: Marianna de Leyva, figlia del conte Martino e di Virginia Maria Marino, divenne monaca assumendo il nome di Suor Virginia Maria. Vent’anni dopo, durante il processo che la vide coinvolta per concorso in omicidio della conversa Caterina Cassina da Meda, dichiarò di essere stata chiusa in monastero dai suoi contro la propria volontà e di essere stata iniziata agli ordini sacri in modo non conforme alle regole. Fu accusato con lei il conte Gian Paolo Osio, suo amante da quasi dieci anni. Nel 1610 Suor Virginia fu murata viva in una cella larga due metri per tre, con un solo foro nella parete per ricevere cibo e aria. La condanna prevedeva che rimanesse rinchiusa per il resto della vita; ma suor Virginia riuscì a convincere il cardinale Federico Borromeo del suo pentimento e uscì dalla sua prigione tredici anni dopo. Fu il cardinale stesso, colpito dall’eccezionalità della vicenda e dal percorso di redenzione della monaca, a decidere di lasciarne la prima testimonianza scritta. Ad essa si ispireranno nel corso dei secoli il Ripamonti e, naturalmente, Alessandro Manzoni, che trasformò suor Virginia in una delle più famigerate e controverse icone letterarie di tutti i tempi.
Negli anni Sessanta vengono pubblicati per la prima volta gli atti integrali del processo a Marianna de Leyva, ed è a partire da questa pubblicazione che Giovanni Testori stende “La Monaca di Monza”. Testori sceglie il tema della “fanciulla malmonacata” — assai sviluppato da Dante in poi — per parlare del suo personale rapporto con il religioso, della dicotomia tra fede e pratica cattolica; un incessante dialogo tra spirito e corpo, esigenze della carne ed esigenze dell’anima.
Un evento che generò un caso storico e letterario esemplare. Il tormento di una “cristiana malmessa” — per citare Testori stesso — , i tentativi di evasione di una sposa di Cristo, per la quale il convento equivalse alla morte. L’ambivalenza fra amore/vita e dolore/morte. La soppressione della libertà di scelta in nome di una religione vissuta come una serie infinita di regole e pratiche rituali ormai prive del loro senso originario. Il monastero come prigione da subire e feudo su cui poter regnare. La negazione della carne schiacciata dal peso del peccato; carne che grida con violenza blasfema e disperata di essere salvata. Questi i punti di indagine dai quali siamo partiti per il nostro allestimento.
Dopo l’incontro con Alain Toubas, illustre erede di Testori (che sarà presente alle repliche napoletane), abbiamo avuto modo di operare sul testo (utilizzando nella prima parte anche Manzoni) in modo da renderlo rappresentabile da due attori: abbiamo deciso di sviluppare un dialogo tra Suor Virginia (la Gertrude manzoniana) e i principali artefici della sua monacazione forzata e del suo calvario dal carcere familiare a quello monastico fino a quello penale. I personaggi si muovono in un universo mentale fatto di ricordi e reviviscenze; la scenografia scura, fatta di poche e semplici linee — ciò che rimane, nel ricordo di Virginia, di un’intera vita vissuta tra panche ecclesiastiche e scranni da feudataria — vuole restituire un non-luogo, un limbo nel quale volti e parole galleggiano in cerca di una rivendicazione che dia senso al dolore e agli errori della vita. Parole, suoni, luci e musiche (tutte selezionate da un lasso di tempo che va dal 1570 fino al 1630, periodo nel quale si svolsero i fatti) vanno e vengono come echi di una verità che appare solo a lampi e continuamente scompare, abbandonando l’uomo nel silenzio del vuoto e del NIENTE.
Info e prenotazioni: 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio) – promozionelicantropo@libero.it

 

unnamedCuore nero
Quando: dal 18 al 21 dicembre
Luogo: Sala Assoli
Orario: da giovedì a sabato, ore 21,00; domenica ore 19,00
Autore: Fortunato Calvino
Regia: Gerardo Gatta
Interpreti: Lucio Piezzo, Antonio Clemente, Patrizia Masiello, Gerardo Gatta; voce recitante Laura Casalino; voce, tammorra e chitarra Carlo Guarino; balli popolari Francesca Esposito e Albachiara De Lucia;
Trama: Cuore Nero è la storia di due malviventi, Pietro e Tommaso. Una chiesa abbandonata è il loro ritrovo, il loro nascondiglio e, ormai, la loro casa. La pièce è la storia di un amore difficile, l’amore inaccettabile che i due protagonisti, in misura più o meno evidente, negano ai loro stessi cuori. Con questa si intreccia anche la storia di una prostituta, Anna la Rossa, e del suo inusuale cliente, Rino.
Cuore Nero, al suo terzo allestimento, dopo i primi due diretti dallo stesso autore, si presenta questa volta come uno spettacolo il cui unico protagonista si chiama Arte. Dalla musica popolare a quella classica, dalla danza alla pittura: il tutto all’insegna di quell’Amore sofferto e travagliato come solo può essere un amore omosessuale tra due uomini appartenenti alla malavita.
Info e prenotazioni:  333 547 17 62 – 331 600 70 40 – cuore_nero_2014@libero.it

 

20141006_184349Mamma – Piccole tragedie minimali 
Quando: 21 dicembre
Luogo: Napoli – per la rassegna Il Teatro cerca Casa
Orario: ore 18
Autore: Annibale Ruccello
Regia: Antonella Morea
Interprete: Rino Di Martino
Trama: Quando mi è stato proposto per la prima volta di curare una regia, ho provato un immenso piacere ma anche una immensa paura: non mi sono mai trovata dall’altra parte e proprio non so come si sta fuori dal palcoscenico. Che testo scegliere? Su quale territorio muoversi? Sul piano della drammaturgia contemporanea la scelta non poteva che ricadere su Annibale Ruccello! Annibale che conoscevo dai tempi di Gatta Cenerentola quando, ricordo, assisteva a tutte le nostre prove e collaborava con il nostro comune maestro Roberto de Simone. Annibale con il quale avevo ed ho in comune il mondo popolare che lui conosceva bene in quanto studioso di antropologia e delle tradizioni popolari e che io cominciavo a conoscere ed amare e che giorno per giorno mettevo in pratica recitando cantando e “tammurriando”. Annibale, infine, autore di Anna Cappelli che è stata la mia prima fortunata esperienza di monologante. Per Rino Di Martino ho scelto Mamma – Piccole tragedie minimali, quattro monologhi dove mamme malefiche raccontano ancora fiabe per poi trasformarsi man mano, nei vari episodi, in figure irrimediabilmente corrotte dai mass-media, una folla di donne attorniate da ragazzini che si chiamano Deborah, Samanta, Morgan, nelle cui conversazioni si confondono messaggi personali, echi televisivi, slogan di rotocalchi; dove la pubblicità si sovrappone alle confidenze, le telenovelas alla sfera privata e gli inni liturgici alle canzonette di Sanremo. Deliri verbali fondati sulla contaminazione e alterazione del linguaggio. La perdita di rituali propiziatori e liberatori usati nel mondo contadino come protezione e rivelazione dell’inconscio. La contaminazione cui tali rituali sono stati sottoposti dall’ingresso dei media con la conseguente perdita dell’identità collettiva. La ritualità e il mondo popolare saranno il motore di tutta la messinscena dove l’ambiguo maschile/femminile esprime al meglio il carattere tragicomico dei personaggi. (Antonella Morea)
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/

 

COSSIA 2A fronte alta
Quando: 20 dicembre
Luogo: Napoli (zona Fuorigrotta) per la rassegna Il Teatro cerca casa
Orario: ore 20:30
Di e con: Antonello Cossia
TramaA fronte alta, ovvero “un sogno del mille novecento cinquantasei”, scritto e interpretato da Antonello Cossia.  In scena la straordinaria avventura sportiva di un pugile napoletano, atleta della nazionale azzurra, chiamato a rappresentare l’Italia ai giochi olimpici di Melbourne in Australia, appunto nel 1956. Lo spettacolo ne ripercorre l’impresa tra suggestioni, ricordi personali, resoconti di testimoni dell’epoca che, pian piano, nello sviluppo drammaturgico, vanno ad incrociare, intrecciandosi con esse, le fitte maglie della Storia, funestata in quegli anni da scenari terribili. Era il tempo delle tensioni mondiali, prevedibile epilogo di un periodo post bellico mai completamente pacificato, gli anni delle sanguinose lotte bracciantili, della quotidiana “guerra silente” combattuta da intere popolazioni nell’atto di ricostruire una propria identità civile e sociale oltre che riedificare le proprie distrutte città. In questo scenario, tra orgoglio e uppercut, si sviluppa l’avventura di un giovane boxeur, due volte campione d’Italia tra i dilettanti nel 1955 e nel 1956, nonché il primo napoletano alle Olimpiadi nella storia del pugilato. Un articolo comparso in un giornale sportivo australiano, qualche giorno dopo l’incontro, riportava la cronaca del primo e unico combattimento, sostenuto da questo atleta in quella competizione. Aveva incontrato agli ottavi di finale colui che in seguito vinse la medaglia d’oro per la categoria dei pesi piuma, un pugile russo, Vladimir Safronov il suo nome, molto forte, che mandò tutti i contendenti al tappeto, tranne uno: “un giovane proveniente da un paese del sud, che faceva il muratore nella sua città”. A fronte alta, dal ring al teatro, per realizzare un’istantanea della limpida linea di comportamento tenuta dal protagonista, non solo dentro le dodici corde. Sconfitto, ma solo ai punti: l’unico a finire in piedi davanti al russo Vladimir Safronov, formidabile tecnico e micidiale picchiatore, il futuro campione olimpico.
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/

 

903492_489316107848588_1654013255_o…io la canto così
Quando: 20 dicembre
Luogo: Napoli per la rassegna Il Teatro cerca casa
Orario: ore 20:30
Interpreti: con Antonella Morea, Franco Ponzo, chitarra, Vittorio Cataldi, fisarmonica e violino
Regia: Fabio Cocifoglia 
Trama: Nel suo romanzo Opinioni di un clown Heinrich Boll scrive “Sono un clown e faccio collezione di attimi.” Questa frase si accende tutte le volte che penso a Gabriella Ferri, artista inimitabile e quasi impossibile da raccontare. Se chiedi agli amici di Gabriella Ferri, a chi l’ha conosciuta e a chi  ha lavorato con lei un aggettivo per raccontarla ti rispondono: «Uno solo? S’incazzerebbe!» Dicono di lei: Era un pagliaccio straordinario, un pagliaccio di razza…Veramente l’amica ideale, ti dava tutto… Dove cantava, ecco, lì era il centro del mondo… La disperazione degli autori… Un po’ un pazzariello… Uno sguardo dolce e disperato  che non si può sfuggire… Era la maschera con cui lei nascondeva tutto, tutto quel macello… Molto sensibile, molto ansiosa… Molto severa con se stessa… Impegnativa…  Ogni sua  frase era un urlo lanciato al mondo… Donna bellissima che non aveva paura di imbruttirsi… Eccentrica… Feroce… Bizzosa… Terribile… Anticonformista… Libera… Rivoluzionaria…  Troppo in tutto… Una grande madre, una grande moglie, una grande amante… (Fabio Cocifoglia)
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/

 

IMG_7952Ella&Louis. Omaggio a Ella Fitzgerald & Louis Armstrong
Quando: 20 dicembre
Luogo: Napoli – per la rassegna Il Teatro cerca Casa
Orario: 18
Interpreti: Carlo Lomanto, voce e guitass (chitarra/basso) e Emilia Zamuner, voce
Trama: Nel 1956 Norman Granz, uno dei più grandi impresari di jazz e fondatore della Verve Records, famosissima etichetta discografica americana, coinvolge Ella Fitzgerald & Louis Armstrong, due colonne portanti di questo genere musicale, in un album che farà la storia del jazz Ella & Louis. Il successo internazionale che riscosse l’album fu tale che Norman, l’anno dopo, riuscì a fargli incidere Ella & Louis Again e Porgy and Bess tratto dall’omonima opera di G. Gershwin. Con questo concerto, il duo capitanato da Carlo Lomanto, docente di Canto Jazz al Conservatorio di Cosenza e di Napoli, vuole rendere omaggio ai due più grandi cantanti di jazz della storia, riproponendo i brani più significativi tratti dai tre album incisi dal duo. Insieme a Lomanto ci sarà una promessa del canto jazz dei prossimi anni, la ventenne Emilia Zamuner.
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/

 

unnamed (4)Tre sull’altalena
Quando:  20 e 21 dicembre
Luogo: Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano
Orario:  20 dicembre ore 21, 21 dicembre ore 18.30
Autore: Luigi Lunari
Regia:  Vincenzo Borrelli
Interpreti: Vincenzo Borrelli, Paolo Cunsolo, Simone Somma, Maria Paola Marino
Trama: Tre uomini si ritrovano in una stanza: il primo, un piccolo proprietario d’industria, sta aspettando nella camera di una pensione una donna per un incontro; il secondo, un militare, crede di trovarsi in un ufficio informatico; il terzo, uno scrittore, arriva per recuperare le stampe del suo libro, pensando di essere nell’ufficio della casa editrice. I tre uomini – giunti da altrettante porte differenti – non si conoscono. Il mistero si infittisce quando sembra che i tre non possano uscire se non dalla porta da cui sono entrati. Obbligati a passare una notte in quella stanza a causa dell’allarme antinquinamento che impedisce loro di lasciare il locale, cominceranno a interrogarsi su quanto sta accadendo e a dare delle risposte all’enigma che li coinvolge. Questo lo spunto iniziale di Tre sull’altalena, successo internazionale costruito sul geniale testo di Luigi Lunari, tradotto in ventiquattro lingue e rappresentato in tutto il mondo.  In scena non ci sono altalene, né vengono mai menzionate. Probabilmente il titolo rimanda alla situazione di instabilità e di precario equilibrio che i tre personaggi si ritrovano a vivere. La scenografia onirica interamente bianca e nera con alcuni accennati elementi scenici riporta alla difficoltà di definire il luogo dove si trovano i Tre. Esistono solo due colori: il bianco e il nero. Vale lo stesso per i costumi dei protagonisti – nei quali si trova però anche un grigio intermedio.  L’equivoco o e il dilemma delle tre porte che conducono a diverse vie rappresenta soltanto lo spunto iniziale di un lungo e ininterrotto dialogo fra i tre personaggi – che li porta a toccare i grandi temi, i problemi e i misteri dell’umanità: l’importanza del caso nella vita e la sua inspiegabilità, i diversi punti di vista individuali che rendono differente uno stesso oggetto; ma soprattutto la paura della morte e la morte stessa; la religione – si interrogano sull’esistenza e sull’identità di Dio; il senso della vita. Citano Schopenhauer, Shakespeare, la Bibbia – e si scopre un inaspettato legame tra il testo sacro e alcune frivole canzonette da balera. Inventano brillanti aforismi quali «Dalla vita nessuno esce vivo». Ma è incredibile come affrontino tutti questi difficili e talvolta drammatici argomenti con allegria, ironia, brio e leggerezza.  (Vincenzo Borrelli)
Prenotazioni: 081 574 4936 – 338 740 5819

 

unnamed98-277x300Denuncia alla vita
Quando:  20 e 21 dicembre
Luogo: Sala ScugnizzArt, Napoli
Orario:  20 dicembre ore 21, 21 dicembre ore 19
Scritto, diretto e interpretato da: Alessandro Mele
Voci off: Franco Javarone, Patrizia Spinosi, Rosaria Russo, Manila Cipriano, Raffaele Imparato
Trama: Denuncia alla vita è un concentrato di tematiche a sfondo sociale in cui si narra la storia di un ragazzo di 30 anni che la notte della vigilia di Natale sporge la denuncia più importante della sua vita: confessa il  proprio disagio nel relazionarsi con le altre persone, toccando alcuni argomenti  vertice come la famiglia, le donne,
l’amicizia, usando un linguaggio semplice ma incisivo, a tratti graffiante.
Prenotazioni: 339.6485406

 

10407781_1649153908644677_5677658822225932311_nSon tutte belle le mamme del mondo?
Quando: 21 dicembre
Luogo: Torre Annunziata (NA) – per la rassegna Il Teatro cerca Casa
Orario:  18
Autore: Manlio Santanelli
Interprete: Gea Martire
Trama: Testo dalla struttura poco ortodossa ‒ si tratta infatti dell’alternarsi di due monologhi che, come due rette parallele, non si incontrano se non all’infinito ‒ Son tutte belle le mamme del mondo? mette in scena lo sfogo sincero di due madri devote del patrono di Napoli, di due oranti che, ciascuna dal suo punto di vista, non hanno alcun dubbio di essere nel giusto. Ma, essendo la giustizia unica per definizione, è giocoforza che una delle due donne sia nel torto. E, tuttavia, si tratta pur sempre di una madre che esprime una pena sincera e che, anche se non può aspirare minimamente alla nostra giustificazione, merita comunque una certa dose di comprensione. Questi, in due parole, gli intenti dell’autore. Se poi, dietro le argomentazioni delle due madri qualcuno vorrà intravedere le contraddizioni di una città come Napoli, che al pari delle devote, non conosce mezze misure, chi scrive non può che uscirne ulteriormente gratificato. (Manlio Santanelli) 
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/

 

unnamed (2)Piccole donne
Quando: 21 dicembre
Luogo: Te.Co. – Teatro di Contrabbando
Orario: ore 18 e ore 20.30
Dal romanzo di Louise May Alcott
Produzione: Teatro Rostocco
Adattamento, regia,  spazio scenico: Ferdinando Smaldone
Interpreti: Noemi Pirone, Chiara Vitiello, Paola Guarriello, Maria Anna Russo, Chiara Mattiacci e con Valeria Di Capua, Francesca Caprio e Chiara De Cicco
Trama: Le vicende della famiglia March messe in scena da sole donne che diventano “uomini” a seconda della situazione. Donne che escono, viaggiano e cambiano posto, sempre sullo stesso palco. Donne che ballano, si innamorano, si sposano e che si perdono in uno spettacolo che è come una morsa allo stomaco. Un taglio e una continua carezza al cuore e ai suoi derivati.
Il romanzo racconta la storia delle quattro sorelle March, che rispecchiano quelle della stessa famiglia della’autrice del testo: Louisa May Alcott.  Il signor March è in guerra, mentre le figlie e la moglie sono sole. Le quattro sorelle March: Margaret, Josephine , Elizabeth Amy sono quattro ragazze che, nonostante le notevoli difficoltà che la vita pone sul loro cammino, affrontano a testa alta ogni sfida, trasformandosi da ragazzine in piccole donne, caparbie e pronte a difendersi da qualsiasi cattiveria, pronta a crollare sulle loro spalle in qualsiasi momento.
“Mi sembra il giusto omaggio ad una Dea in via d’estinzione: la poesia. L’inno ad un sentimentalismo tutto ottocentesco, del quale (per certi aspetti), abbiamo ancora bisogno; le attrici hanno dato voce a Majakovskij, Neruda, Saffo, Whitman e Dickinson.  Rispetto ai lavori precedenti, c’è un percorso molto improntato sul corpo e sull’emozione, una maggiore ricerca di verità. Lavorare sulle donne, con le donne, per un autore è una sfida importante, ma è, soprattutto, farlo con l’essenza stessa della poesia.”afferma il regista Ferdinando Smaldone
Un grande classico, rivisitato in chiave moderna. Un romanzo senza tempo perfetto da mettere in scena, per un caldo anticipo di Natale.
Prenotazioni: teatrodicontrabbando@gmail.com – 334 214 2550 (h 10 – 14 / 16 – 21)
 

unnamed (1)Some Girl(s)
Quando: fino al 28 dicembre
Luogo: Teatro Bellini di Napoli
Orario:  dal mercoledì al sabato ore 21:15, domenica ore 18:00
Autore:  Neil LaBute
Traduzione e adattamento: Gianluca Ficca e Marcello Cotugno
Interpreti: Martina Galletta, Laura Graziosi, Bianca Nappi, Gabriele Russo, Roberta Spagnuolo
Trama: Some Girl(s) è una commedia intrigante e acuta, nata dalla penna di uno degli autori americani più acclamati della generazione post-Mamet, Neil LaBute.
Un giovane uomo, insegnante e aspirante scrittore, prima di sposarsi decide di fare un viaggio à rebours nella propria vita, mettendosi in cerca delle proprie ex per provare – in un paradossale tentativo di espiare gli errori delle vite precedenti – a sistemare, come dice lo stesso autore,  “il casino che ha combinato nella sua vita sentimentale lungo la strada verso la propria maturità”.
Ne emerge il tragicomico ritratto, in bilico tra Rohmer e Voltaire, di un uomo-bambino: un adultescente  che barcolla tra paura di impegnarsi, senso di colpa e una spietata ambizione che lo spinge, un po’ per cinismo un po’ per incoscienza, a consumare e manipolare le donne della sua vita.
Simpaticamente sconfitto su tutti i fronti, alla fine sarà capace di rialzarsi, nonostante i lividi, senza pensarci troppo su. E con la stessa leggerezza, o superficialità di sempre, ricomincerà a macinare la propria vita tra un danno e un altro.
Quattro donne si alterneranno in scena con il protagonista, e una quinta sarà interprete di un insolito contenuto extra. La messinscena, infatti, si contamina con una multimedialità che supera i confini teatrali: grazie a un link gli spettatori avranno la possibilità di assistere a un quinto episodio della storia che, visibile solo online, li condurrà ancora più in profondità in quest’indagine sulle complessità delle relazioni uomo-donna.
Prenotazioni: 081.5491266 – www.teatrobellini.it

 Gabriella Galbiati

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