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Dallo storico film al palcoscenico del Teatro Nuovo di Milano, dove sarà in scena fino all’Epifania, per celebrare i sessant’anni del più celebre tra i musical.

Fonte foto Ufficio stampa

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In scena al Teatro Nuovo di Milano, ancora fino al 6 gennaio 2015, uno dei musical più amati e longevi della storia del cinema e del teatro: Sette spose per sette fratelli, per la regia di Massimo Romeo Piparo. Con una trama dalla semplice struttura, la storia narra di Adamo Pontipee che, stanco della solitudine che gli riserva la sua vita da boscaiolo, decide di cercare e trovare moglie – con una velocità al limite del possibile. Sceso giù in paese, conquista Milly in un colpo d’occhi, ma la donna scopre presto di dover prendersi cura non solo del marito, ma anche dei suoi sei rozzi, disordinati e chiassosi fratelli che vivono tra le montagne.

Nel corso dello spettacolo, si stagliano sin da subito le caratteristiche distintive della commedia musicale: la fusione e rivisitazione ad hoc di Biancaneve e i sette nani con Il ratto delle Sabine, l’incontro-scontro tra l’intraprendenza il coraggio la grinta femminile e la chiusura mentale maschile, l’impianto favolistico e le divertenti battute da commedia, la leggerezza degli accadimenti, la presenza di coreografie ben studiate ed eseguite dai ballerini, l’elementarità dei sentimenti umani assieme alla naturalità e l’istantaneità con cui ci si innamora, il clima di apparente rarefazione nel quale ogni problema (come addirittura la mancanza di coinvolgimento paterno alla nascita della propria figlia) è vissuto con quiete e (quasi) nonchalance.

Flavio Montrucchio e Roberta Lanfranchi danno prova tanto di una voce ed un canto rude e perentorio il primo, quanto – di converso – di una sonorità mielosa e da usignolo la seconda. Ambedue si destreggiano egregiamente in situazioni perlopiù corali, che vedono però la contagiosa simpatia dei fratelli di Adamo calare un velo di oscurantismo sulla coppietta di novelli sposi: difatti la versione di Piparo non rende la giusta importanza al duo di protagonisti, lasciando così che il pubblico simpatizzi immediatamente con i fratelli di Adamo – anche a causa delle loro maggiori capacità coreografiche e della tenerezza quasi infantile che suscita la loro interpretazione – a discapito degli innamorati.

Fonte foto Ufficio stampa

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Se dunque i due personaggi principali sembrano a tratti perdersi nei momenti in cui è di scena il corpo di ballo al completo (composto da venti elementi tra ballerini-acrobati-cantanti), le esecuzioni di quest’ultimo non possono che definirsi sempre ben inserite all’interno della narrazione e, soprattutto, precisamente ritmate rispetto al contesto in cui sono ammainate (questo, merito tutto di Roberto Croce, visibilmente ispiratosi a Michael Kidd).
Così, parrucche a profusione, completi sgargianti, trucco porcellanato ed un cambio repentino d’abiti a fine rappresentazione segnano un apparato costumistico – curato da Cecilia Betona – che molto si avvicina a quello scelto dallo straordinario Donen nel lontano 1954, e che si armonizza perfettamente alle meravigliose e verosimili scenografie lignee, sviluppate sia in altezza e lunghezza oltreché in profondità, di Teresa Caruso.

Un musical che fa il suo dovere, dunque, intrattenendo piacevolmente il pubblico per due ore con qualche risata e chiedendo a sé molti applausi, e che nel complesso risulta riuscito sotto quasi tutti i punti di vista con il merito di avvicinare un pubblico anche giovane ad uno dei più famosi classici del cinema che, proprio in questo 2014, compie la bellezza di sessant’anni di vita su schermi, palcoscenici e cuori di spettatori di tutto il mondo.

 Erika Sdravato

 

Teatro Nuovo
piazza San Babila, Milano
Prenotazioni e informazioni: 02 794026 – www.teatronuovo.it
Botteghino: da lunedì a sabato: 10.00 – 19.00 / domenica 14.00 – 17.00
www.peeparrow.comwww.settesposepersettefratelli.it

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