Antonella Morea canta Gabriella Ferri
In scena a Interno 5, nel cartellone condiviso con il TAN per la stagione 2014/2015, … Io la canto così!: sincero omaggio alla cantastorie romana, diretto dal regista Fabio Cocifoglia.
Per il week-end del 17 e 18 gennaio l’intimo spazio di Interno 5, nel cuore della Napoli antica, ha ospitato la cantattrice Antonella Morea in … Io la canto così!, un racconto in musica di Gabriella Ferri, artista e donna a metà dall’esser “un angelo biondo” e “un clown extra-terrestre”. È proprio come un clown, maschera, per eccellenza, dimidiata tra il riso e la malinconia, che la Morea si presenta agli spettatori, squarciando una tenda-sipario, in compagnia dei due musicisti, Franco Ponzo alla chitarra e Vittorio Cataldi alla fisarmonica e al violino, anche loro pagliacci in questo viaggio.
Il percorso prende le mosse dai ricordi e dai sogni di un’adolescente, Antonella Morea per l’appunto che, da ragazzina, vedeva nella Ferri, un mito da emulare. Così, tra canzoni e suoni nostalgici e popolari, la narrazione si trasforma quasi in una lunga e appassionata chiacchierata intorno alla figura dell’artista romana, coinvolgendo gli astanti, i quali sono chiamati ad interagire all’interno della pièce in maniera divertente, senza mai eccedere, in un gioco scherzoso condotto con molto equilibrio dalla protagonista sul palco.
Attraverso la storia di Gabriella si delinea, a poco a poco, la storia di Antonella: gli inizi della sua carriera, le incertezze, le difficoltà prima d’incontrare il maestro De Simone, e la paura della solitudine, comune a tutti gli artisti quando, spogliati dei loro costumi e dei trucchi di scena, vanno via dalla loro realtà, il teatro.Le vicende, invece, che riguardano la cantante, nata e vissuta al Testaccio, sono imbastite attorno ad un numero simbolico: il due. È in duo con Luisa De Santis, quando incide La società dei magnaccioni per la Jolly e va a Milano, ospite della trasmissione, La fiera dei sogni, condotta da Mike Bongiorno. Sono due le verginità perse nella vita, quella “da ragazzetta”, a quindici anni, cantata nell’album Nostargia e quella più intima, malinconica de Il valzer della toppa, brano scritto dal poeta Pier Paolo Pasolini. Ancora due i matrimoni: il primo, nel 1967, col diplomatico Giancarlo Riccio, che dura ben poco e il secondo, nel 1972, con l’imprenditore Seva Borzak, dal quale ha un figlio, Seva junior, suo grande amore, oltre a quello che nutre per la sua città. Con Roma la Ferri ha un rapporto viscerale, quasi fisico, definendola una “seconda pelle”, ma anche la città eterna, quel “bellissimo merletto fatto dagli angeli nelle notti di sonno sereno” le riserva una cura e un affetto del tutto speciali e indimenticati.
Passando per la disfatta di Sanremo, attraversando il dolore per la perdita del padre, da cui non riuscì mai a ristabilirsi emotivamente del tutto, in apparenza feroce, spregiudicata e libera come gli anni ’70 imponevano, fiera quando intonava Vola pensiero mio, tanto sensibile al punto di mutare un inno di gioia, quale Dove sta Zazà?, in un disperato grido di aiuto, con la sola forza della sua voce, Gabriella, che aveva rischiato se stessa, a nove anni, dopo una caduta dalla moto del cugino, cade per la seconda volta, ora inesorabilmente, il 3 aprile del 2004.
Due sono anche le artiste in scena: la Ferri e la Morea. Quest’ultima non cerca di scimmiottare o imitare la sua icona, sebbene usi degli oggetti che istintivamente riportano alla mente l’immagine di Gabriella, né tenta di sostituirsi e d’immedesimarsi in lei fino a crearne una sbiadita copia, anzi, l’omaggio che ne dà è una sua personale rivisitazione, mediante una carrellata di emozioni che fanno rivivere la cantante a più di dieci anni di distanza dalla sua scomparsa. La performance, diretta dal regista Fabio Cocifoglia, si avvale di una lucida e attenta ricerca di materiale: scritti, disegni, autoritratti, pensieri di Gabriella sono portati alla luce per meglio tratteggiare la sua personalità, all’interno di quello che, più che un recital, potrebbe esser definito il ritratto in note di un’ artista.
Antonella D’Arco
Interno5-START
Via San Biagio dei Librai 121, Napoli
Ingresso 10€ | 6€ (under 30) con la Card Politeatro
Prenotazione obbligatoria ai seguenti contatti: interno5start@gmail.com – 0815514981 – 3498773881