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Giovedì 5 febbraio alle ore 21 al George Best Music & Football di Napoli, in scena l’ironico divertissement di Massimiliano Mazzei e Francesco Bove (che intervistati ci dicono che…)

Massimiliano Mazzei e Francesco Bove

Massimiliano Mazzei e Francesco Bove

“Cercasi 50 spettatori ambosessi”: questo è l’oggetto della mail che questa mattina, tra l’affollata posta, ci giunge in redazione. Si tratterà di una audizione?, ci domandiamo. Incuriositi, apriamo l’allegato ed ecco che un sui generis comunicato si materializza sullo schermo:
“Massimiliano Mazzei e Francesco Bove, autori ed interpreti dello spettacolo La Geometria dei Sottratti, al fine di  favorire politiche sociali orientate all’inserimento nel mondo del pubblico pagante, cercano: 50 spettatori ambosessi da intrattenere con un repertorio di poesie comiche, traduzioni shakespeariane nei vari dialetti campani, consigli cinematografici, performance artistiche ai limiti del buon gusto.
Le risorse assunte saranno adagiate su sedute di materiale polimerico nella fascia oraria 21.30 − 23.30; è richiesta cortesia, propensione al sorriso e capacità di instaurare un rapporto non conflittuale col vicino di sedia.
Ai candidati non è richiesto alcun titolo di studio, ma è necessaria una predisposizione alla mobilità.
Attraverso laboratori di apprendimento teorico-pratici, la risorsa acquisirà familiarità con gli strumenti e i metodi per svolgere al meglio la propria mansione.
Le condizioni contrattuali offerte saranno di sicuro interesse.
LA RICERCA HA CARATTERE DI URGENZA. ETA’ COMPRESA TRA I 18 E I 99 ANNI.
La selezione si terrà giovedì 5 febbraio alle ore 21 al George Best Music & Football in vico Primo Quercia, n.3 a Napoli.

P.S. Dalle ore 21 (del giorno 5) fino a inizio spettacolo è possibile usufruire, all’interno del George Best Music & Football, di un consulto di cartomanzia onesto e gratuito su amore, denaro, lavoro, fortuna, futuro e interpretazione dei sogni ad opera di Francesco Bove mentre, invece, Massimiliano Mazzei creerà delle poesie “ad personam” dopo aver indagato la vostra personalità con speciali tecniche paranormali che lui e pochi altri hanno. È tutto vero, non ci sono trucchi.
Per prenotazioni mandare una mail con oggetto “consulto cartomanzia e poetico” a lageometriadeisottratti@gmail.com e, nel messaggio, il vostro nome e cognome e orario di arrivo.”

Cosa è, che si fa, chi sono i bislacchi autori?, continuiamo a chiederci, terminata la lettura, ancora più confusi! E allora ecco che  per cercare di capirne di più, decidiamo di contattare Francesco Bove e Massimiliano Mazzei e tra una chiacchiera e una risata, questo è quanto ci spiegano:

Chi siete, cosa fate e cosa è la La Geometria dei Sottratti?
MASSIMILIANO – Sono un ingegnere informatico, lavoro tutto il giorno al computer attendendo la sera, quando tra un video di Christian Ice ed una puntata di The Lady digito al Mac quello che mi è successo di notevole e bizzarro durante la giornata.
Scrivo da quando ero piccolo piccolo e la mia prima traumatica esperienza con un pubblico vero e proprio la ebbi alle elementari:era il Natale del 1985 quando salito su di una sedia lessi la letterina a tutta la famiglia allargata, al che mio padre e mio zio citando uno sketch dei Trettrè, molto noto all’epoca di Drive In, esclamarono all’unisono: “A me… m par na strunzat!”
Francesco Bove lo conobbi una sera a casa di amici di tanti e tanti anni fa, partecipammo ad una “scrittura creativa” con temi casuali in cui diede il meglio di se miscelando su carta humour non sense e letteratura classica in salsa agrodolce; fu un’ottima ricetta ed anche l’inizio del nostro surreale sodalizio.
Lo spettacolo che proponiamo nasce dall’esigenza dell’uomo del riappropriarsi di tutto ciò che gli è stato sottratto nel corso del tempo, un ruscello immerso nel verde, l’attenzione all’ascolto dei rumori che ci circondano, Colpo Grosso. Soprattutto quest’ultimo.
La riappropriazione dei “Sottratti” e la sua geometrica compensazione con espedienti moderni viene declinata in poco più di un’ora tramite una comicità che esula dai tormentoni a cui i media ci hanno abituati, pezzi al limite dell’assurdo e performance fisiche di dubbio gusto, condendo il tutto con un pizzico di volgarità q.b.

FRANCESCO – Io sono un misfattore e un miscredente del teatro, che amo e odio con tutto me stesso, ma La Geometria dei Sottratti non è teatro, tanto è vero che lo stiamo “mettendo in scena” in club dove solitamente si fa musica. Il teatro si fa ventiquattro ore su ventiquattro e a Napoli ci sono già realtà di livello, che stimo profondamente, a farlo. Sono un guitto, e da guitto mi sento libero. Non ho mai amato avere un ruolo, neanche dal punto di vista lavorativo. La geometria dei sottratti è un divertissement sulla sottrazione. Tutto viene sottratto: il teatro a Shakespeare, traducendo quasi fedelmente dei brani nei vari dialetti campani, il cinema al cinema, il lavoro a chi vorrebbe lavorare (come accade già oggi), la poesia alla poesia. Potrebbe sembrare un lavoro nonsense ma non lo è, per niente. Più che altro è una critica da spettatore e da lettore all’omologazione culturale del nostro ex Bel Paese.

Da dove nasce l’idea di questi divertissement e l’ispirazione per realizzarli? Quale effetto vi augurate abbiano sul pubblico?
MASSIMILIANO – Francesco ed io, dopo aver provato alcuni nostri pezzi al TiraBùshow di Gnut e Dario Sansone dei Foja al Cabaret Port’Alba ed avendo toccato con mano l’effetto dirompente che avevano sul pubblico, abbiamo avuto una visione: Gene Wilder in bianco e nero che ci gridava contro “Si… può… fareee!”
Oltre alla comicità demenziale le fonti d’ispirazione per i pezzi che scrivo sono le piccole storie d’ogni giorno, quelle a cui nessuno fa più caso, ad esempio i fantasmini che si restringono dopo 3 lavaggi, una mosca che attende un momento di distrazione per mangiare un panino o l’amore/odio verso i testi delle canzoni di cui non si capisce il significato.
Quello in cui confido è che il pubblico si diverta e che dopo lo spettacolo continui a mantenere gli angoli delle labbra all’insù, senza scotch né paresi.

FRANCESCO – Ci auguriamo una reazione, anche negativa. Non vogliamo consolare e non vogliamo rappresentare niente e nessuno. Lo presenteremo per la terza volta (dopo l’Ex Asilo Filangieri e il Ferro Tre) e, al momento, ci stanno invitando ad andare avanti. Lo spettatore vuole destabilizzarsi, ci sono già troppe porcate stabili. Credo che si possa essere molto più fedele a Shakespeare traducendolo nei vari dialetti della provincia campana che facendolo morire in scena con abiti di lusso e scenografie imponenti. Per le traduzioni shakesperiane mi sono ispirato ai vari video virali presenti su Youtube, a Totò, principe di Danimarca di Leo de Berardinis, a Peppe Barra e alle farse di Peppino De Filippo mentre per le recensioni di film improbabili e per gli annunci di lavoro impossibili a Nino Frassica e ad Alessandro Bergonzoni così da mettere in contrasto registri comici differenti.

Prossimi lavori (o forse dovremmo dire “scherzi”) ai quali vi dedicherete?
MASSIMILIANO – In questo momento stiamo provando dei nuovi pezzi in coppia per la serata del 5 febbraio al George Best Music & Football, poi per la prima volta proporremo la lettura dei tarocchi e la creazione di poesie personalizzate al momento, prima che inizi lo spettacolo, per stabilire un legame paranormal-psicofisico con gli spettatori in sala ed avere la scusa di ubriacarci al fine di aprire i chakra, gli emisferi sinistri del cervello e qualche busta di patatine.

FRANCESCO – Al momento abbiamo solo questo in mente. Quindi proviamo nuovi pezzi per la serata del 5 e per le prossime. Lo “spettacolo” non avrà mai la stessa struttura, è molto più simile a un concerto live che alla prosa. Per fortuna.

Ileana Bonadies

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