Io sono Sarah Kane
La compagnia ScheriANIMAndelli rende omaggio alla drammaturga inglese portando in scena un monologo/flusso di coscienza che sviscerando la sua tormentata psiche, svela la doppia natura del Teatro, in bilico tra finzione e realtà.
Angosciante e al contempo coinvolgente ed emotivamente partecipato è Io sono Sarah Kane, quasi un memoriale sulla vita e sulle opere della drammaturga inglese, scritto e diretto da Paolo Scheriani e andato in scena a Galleria Toledo, Napoli, dal 5 all’8 febbraio.
La compagnia milanese ScheriANIMAndelli sceglie di portare in scena la figura di Sarah Kane attraverso la stesura di un lungo flusso di coscienza ad una voce, che prende forma dalla breve vita e dal lavoro della scrittrice stessa. Ciò detto, lo spettacolo non si limita ad una riproposizione dei testi e della biografia di Kane, comunque citati e richiamati in più modi, bensì Scheriani si propone di costruire un discorso che rimandi all’ambiguo mestiere del fare teatro, soprattutto teatro del Novecento.
Difatti la drammaturgia è complessa e ha più sfaccettature, e utilizza la bipolarità della protagonista quasi come uno specchio chiamato a riflettere l’ambiguità del ruolo dell’attore e del teatro stesso, in bilico tra realtà e finzione, tra vita e immedesimazione. L’espediente del teatro-nel-teatro è qui più che mai vivo e calzante e la confusione nella mente della autrice si intreccia con quella tra i diversi piani del mondo dello spettacolo, fino all’assurdo e al non-sense. Questo complicato proposito è una delle forze dell’intera messinscena: difficile e arguto, viene riproposto nel corso dell’assolo con diversi espedienti, quasi sempre di grande efficacia, ma mai platealmente bensì in forma di sottotesto.
Altro punto di forza è l’interpretazione di Nicoletta Mandelli. L’attrice si sottopone ad un lavoro che non solo è fisicamente provante, con continue cavalcate sul palco e repentini cambi di posizione, ma soprattutto è stremante per l’intensità emotiva. I molteplici stati d’animo, i momenti di forte depressione o di profondissima analisi ed introspezione si alternano con impervia violenza e senza sosta. In brevi istanti, la Mandelli è chiamata a cambiare bruscamente atteggiamenti, tono e gestualità, trasformandosi di volte in volta in nuove identità che coabitano tutte il palcoscenico, quasi sovrapponendosi l’un l’altra. Ma, in questa frenesia continua, mai lo spettatore perde di vista lo svolgersi degli eventi e anzi partecipa al ritmo altalenante dell’assolo, grazie soprattutto alla prestazione di un’attrice lodevole per studio e tecnica. A coadiuvare la protagonista nei passaggi da una condizione emotiva all’altra, un intelligente uso degli abiti di scena, che concretizzano visivamente le sue trasformazioni vestendola e svestendola, di volta in volta, di personalità diverse.
Il pregevole lavoro del regista e dell’attrice è infine supportato dalla performance video di Luca Lisci: un’istallazione che si manifesta come un olio su tela in movimento, tanto da sembrare un’opera d’arte autonoma che interviene sul recitato e non una semplice “scenografia virtuale” d’accompagnamento.
Inoltre, a coronare un lavoro di alta qualità, è la scelta della colonna sonora: notissimi brani degli anni Novanta, riconoscibili con facilità dagli astanti, si impongono ad alto volume sulla dimensione scenica, esasperando la disperazione violenta e malinconica portata sul palco.
Mirabile il monologo finale, così emotivamente convincente da trascinare lo spettatore in un vortice di emozioni personali e impersonali che è il manifesto della forza stessa del teatro e, al contempo, del carattere introspettivo della pièce. Ancora una volta, purtroppo, dispiace constatare come la sala fosse poco gremita, mentre la novità, l’impegno e la qualità dell’esperimento meritavano certamente più visibilità.
Alessia Santamaria
Galleria Toledo – Teatro stabile d’innovazione
Via Concezione a Montecalvario 34, Napoli
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Tel.: 081425037
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