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Presentato al Mercadante il progetto che vedrà impegnato il neonato Teatro Nazionale diretto da Luca De Fusco per il triennio 2015/17.

Fonte foto web

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Un progetto per i prossimi tre anni. Messo su non senza fatica, approvato non senza polemiche, tutto da realizzare. È il percorso del Teatro Stabile di Napoli, riconosciuto Teatro Nazionale e, finalmente, destinatario di adeguati finanziamenti che potranno rendere Mercadante e San Ferdinando macchine produttive, fabbriche attive, per un settore che chiede interventi e attenzione e riceve invece poco o nulla. Una bella “scommessa” avanzata dal direttore dello stabile Luca De Fusco, dal consiglio di amministrazione che lo regge, dagli assessorati che lo sostengono, da tutta la grande “famiglia”, attori, tecnici, personale amministrativo ed organizzativo, che ha “fatto corpo” per rendere possibile la sfida nella “gara” appena iniziata.
Messe da parte, almeno per il momento le polemiche e le contrapposizioni, che pure sarà necessario risolvere con provvedimenti attenti a non sconquassare il delicato meccanismo dello Stabile, ma che facciano finalmente chiarezza su quella che deve essere la “politica culturale” di Regione e Comune riguardo a questa importante istituzione, si presenta il programma che fino ad ora era topo secret.

«Sembrava una scommessa quasi impossibile da vincere, ce l’abbiamo messa tutta, abbiamo fatto squadra ed abbiamo vinto», dice Luca De Fusco presentando titoli nomi di attori, attrici, registi, date, per il suo “programma triennale”.
Tre le sale, e belle, il Mercadante, il Ridotto e il San Ferdinando, spazi su cui e per cui De Fusco ha pensato gli spettacoli che andranno in scena. Con un Mercadante che accoglierà allestimenti “nazionali” importanti, un Ridotto luogo di ricerca per linguaggi e temi originali e magari inconsueti, ed un San Ferdinando per non meno importanti spettacoli ma attenti per vocazione ad una drammaturgia napoletana vecchia e nuova. E a queste se ne aggiunge una quarta, non meno bella e carica di storia, il Teatro dell’Accademia di Belle Arti che ospiterà la “Scuola di teatro” di Luca De Filippo, prestigiosa attività di formazione che il Ministero sembra avere particolarmente apprezzato. Così ogni spettacolo avrà il palcoscenico giusto, senza subalternità e con scambio di pubblico in crescita.

Differenti linee poetiche e tematiche, per ogni spazio, attenzione ai nuovi linguaggi del teatro, nomi prestigiosi che entreranno a fare parte del patrimonio dello Stabile, ma anche porte aperte a quei talenti che la città esprime da sempre, e che operano già, semiclandestini o, a volte, ben noti al pubblico più curioso ed attento che vive volentieri gli “spazi di frontiera” dove trovano palcoscenici accoglienti. Bisognerà costruire un sistema dunque, e De Fusco promette di farlo «stando attento alla storia che abbiamo alle spalle, fatta di grandi autori che non possono essere dimenticati, tanto è la loro importanza». Napoli insomma ma non napoletanismo. Guardando dentro la città ma portando sul palcoscenico i lavori di registi che a Napoli guardano con attenzione. Tanti gli attori già “in squadra”, capitanati da Gaia Aprea, ed Angela Pagano, Elisabetta Pozzi, Mariano Rigillo, Luca Lazzareschi, Andrea Renzi, Claudio di Palma, Federica Di Martino, e tanti giovani da “fidelizzare”, «perché Compagnia Stabile significa lavoro per tanti, valorizzazione della drammaturgia contemporanea, attenzione e spazio per la sperimentazione su testi, temi e linguaggi della tradizione napoletana, da cui è impossibile che un teatro come il nostro possa prescindere».
Molta attenzione ai “classici” e collaborazioni internazionali di prestigio, con  realtà importanti come il Teatro Aleksandrinskij di San Pietroburgo o il Festival di Santiago a Mil.

Raggruppati per “trilogie” o “focus”, gli spettacoli messi insieme per il progetto Triennale dello Stabile si articolano in percorsi originali ed integrati tra loro, a partire da quello già in essere, dedicato al teatro di Čechov, con i suoi tre titoli già andati in scena. Previste le messe in scena di grandi classici greci, con l’Orestea di Eschilo, Agamennone, Le Coefore e Le Eumenidi, con Mariano Rigillo, Elisabetta Pozzi, Gaia Aprea, Giacinto Palmarini ed Angela Pagano, e poi, nei prossimi anni Medea, Le Troiane, Edipo a Colono, Elettra, Filottete, e Baccanti riscritta da Enzo Moscato.
E titoli di anima napoletana come il bellissimo In memoria di una signora amica di Patroni Griffi che sarà firmato da Francesco Saponaro, o “novità” come Spaccanapoli times di Ruggero Cappuccio, Dalla parte di Zeno di Valeria Parrella, Piatate, favola di un uomo che divenne un albero di Mimmo Borrelli.

Nel 2016 il progetto celebrerà i quattrocento anni dalla morte di Shakespeare con un’altra delle “trilogie”, con Re Lear, Macbeth  e Misura per misura, mentre nel 2017 sarà la “famiglia” al centro della “trilogia”, mettendo a confronto l’Eduardo di Sabato, domenica e lunedì e Mia famiglia con l’Ingmar Bergman di Scene da un matrimonio ed una quinta ruoterà intorno a figure-simbolo del riscatto femminile: Giulia dello strindbergiano La signorina Giulia, Liza di Pigmalione di Bernard Shaw e Nora di Casa di bambola di Ibsen.
San Ferdinando dedicato alla “grande Napoli teatrale”  con il “classico” più amato di Eduardo Scarpetta, Miseria e nobiltà,  affidato ad Arturo Cirillo, e poi con un ritorno del teatro id Raffaele Viviani di cui andrà in scena il bellissimo Eden Teatro.
Fin qui titoli, nomi e propositi che possono certamente incuriosire e rispondere ad attese e desideri di un pubblico che De Fusco ci dice in costante crescita esibendo i numeri degli abbonamenti e dei biglietti venduti quest’anno. Per le date della stagione prossima dovremo aspettare ancora qualche settimana.

Giulio Baffi

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