“Gioco di specchi”: il duello teatrale di due anime erranti
Don Chischiotte e Sancho Panza sospesi tra realtà e sogno: alla “Primavera Argot” il debutto romano del testo inedito che il pluripremiato drammaturgo Stefano Massini ha scritto appositamente per Ciro Masella e Marco Brinzi.
Ci attendono nella semioscurità del Teatro Argot, seduti, piegati su loro stessi come beckettiane marionette interrotte, i corpi di Marco Brinzi e Ciro Masella – anche regista -, tra un piccolo cavallo a dondolo e un’armatura, tra un gladio di legno e una scacchiera luminosa, due file di luci a disegnare la ribalta e una dimensione di assenza, densa, profonda appena prima del risveglio, appena fuori dal sonno.
Alle prese con il testo che la penna di Stefano Massini (uno tra i drammaturghi contemporanei più importanti, autore di grandi successi tra i quali Lehman Trilogy, la cui messa in scena porta l’ultima firma di Luca Ronconi) ha scritto appositamente per loro, Masella e Brinzi sono l’eco onirico di un impulsivo Don Chisciotte (il primo) d’irrequieta euforia, e un Sancho Panza (il secondo) di pacata razionalità e animo temperato, che prendono coscienza di sé nello spazio che separa la luce dal buio, la morte dalla veglia.Entrambi attori e spettatori del medesimo sogno condiviso, nonché premonitore di sventure – all’alba uno dei due si sveglierà sotto un melograno dopo aver “dormito come un bambino”, mentre l’altro morirà – i due personaggi, astratti riflessi carnali delle loro emozioni, presi in prestito dal capolavoro seicentesco di Cervantes, danno vita a una rocambolesca riflessione intorno al limite che separa verità e fantasia, realtà e menzogna, dubbio e conoscenza, e che li condurrà alla messa in discussione di quei punti di riferimento che troppo spesso l’essere umano dà per scontato, assodato: qual è la nostra identità? Che cosa vogliamo davvero? Che prezzo ha la conoscenza?
Tra respiri, sguardi e commozione, la logica stritola la mente dell’uomo facendogli confondere il mistero per un eterno enigma da risolvere: una folle lotta senza fine che conduce alla perdita della propria anima intrappolata in un limbo d’incertezze e domande, di attese e angosce, d’inutili escamotage per sfuggire alla morte, come se lei, la morte, avesse pietà per l’esistenza umana.
Ciro Masella accoglie e trasmette senza filtri la scrittura pungente, rapida e spietatamente poetica di Massini (per la quarta volta, dopo La fine di Savuoth, L’Italia s’è desta e Violenza, singolare femminile) e abbraccia una regia che traduce il rapporto con Marco Brinzi in un ben calibrato duello di emotività danzante, in un dialogo paritario tra interiorità assuefatte dalla bizzarria dell’immaginazione, tra istinti trattenuti dal rispetto (anche sottilmente metateatrale) delle regole del gioco, dei ruoli, delle parti, e occhi aperti lentamente dinnanzi alla crudezza della realtà, all’inesorabile corsa della vita che corre cieca, un’alba dopo l’altra, senza fermarsi mai. Solo tra le pareti del sogno e del teatro rallenta la sua fuga: solo lì dove, per qualche infinito istante, possiamo vivere per sempre, ascoltando solo il nostro cuore.
Nicole Jallin
Teatro Argot Studio
via Natale del Grande, 27, Roma
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orari: da martedì a sabato 21:00, domenica 17:30