Petito, tra commedia e attualità
In scena al Piccolo Bellini di Napoli, fino al 26 aprile, la comicità senza tempo de Le Statue Movibili per la regia e il libero adattamento di Lello Serao.
I divertenti duetti senza tempo di Felice Sciosciammocca e del suo servo Pulcinella sono al centro della commedia Le Statue Movibili, di scena al Piccolo Bellini dal 21 al 26 aprile. Il conflitto dell’individuo con le difficoltà del quotidiano e quell’abile arte squisitamente partenopea dell’arrangiarsi inseriscono l’opera, libero adattamento da Antonio Petito per la regia del direttore artistico del Teatro Area Nord Lello Serao, nella lunga tradizione della commedia dell’arte e in particolare di quella napoletana.
Felice (Raffaele Parisi), personaggio inventato proprio da Petito, è uno scultore senz’arte né parte, impegnato a condurre un’esistenza di piaceri con gli scarsi mezzi a sua disposizione insieme al servo Pulcinella (Biagio Musella), al balbuziente coinquilino Cardillo (Marco Montecatino) e all’amata Luisella (Daniela Ioia). Un giorno arriva la proposta di un elegante quanto ridicolo dandy (Ciro Pellegrino): abitare gratuitamente in uno dei suoi appartamenti per sfatare le dicerie che lo vogliono infestato dai fantasmi. Tale situazione dà il via a equivoci linguistici e inganni che, tra le minacce del padrone di casa (Niko Mucci) e le bugie raccontate alla zia di Felice (Nunzia Schiano), condurranno al lieto fine. Tutto è bene quel che finisce bene, sì, ma con pragmatismo: come a dire che il denaro non fa la felicità, ma aiuta, eccome se aiuta.
Il cast scelto da Lello Serao, oltre ai “veterani”, tra i quali spicca l’esilarante interpretazione di Nunzia Schiano, è composto da attori giovani, facce fresche ma non per questo prive di talento e comicità. Il mondo degli adulti e quello dei ragazzi non restano separati, bensì entrano in rapporto conflittuale quando c’è una difficoltà da risolvere non più procrastinabile, quasi sempre di natura economica. Le scenografie realizzate dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti sottolineano il dualismo che percorre l’opera: le coppie oppositive giovani-vecchi e inganno-verità sono riprese dalle trasparenze del dentro-fuori di casa di Felice, all’interno della quale i problemi cominciano proprio con l’intromissione del mondo reale, adulto. Ma con le difficoltà, arriva anche l’aiuto insperato, fornito proprio da quei “grandi” che si cerca di tenere lontano il più possibile.
Sottolineata con gusto è l’atemporalità del testo grazie a battute che strizzano l’occhio agli addetti ai lavori, come accade nel siparietto in cui Pulcinella si prende gioco della gestualità di Luisella attraverso il riferimento metateatrale ai diversi stili delle più note scuole di mimo, mentre lo spettatore viene accompagnato per mano lungo un percorso che gli permette di riconoscere e attualizzare le assurde vicende che vedono protagonisti Felice e i suoi amici. Sono proprio loro le statue movibili del titolo, nell’estremo tentativo da parte di Felice di prolungare la beffa nei confronti della zia che viene dalla campagna, ma è tutt’altro che ingenua. L’appartamento di Sciosciammocca potrebbe tranquillamente essere quello di un qualsiasi studente fuori sede dei nostri giorni, intento a barcamenarsi tra il far quadrare i conti e il volersi godere gli anni più spensierati della vita. Se il classico finale conciliante è forse l’unica cosa che si distacca dalla realtà contemporanea, poco importa: per 75 minuti è piacevole tenere lontane le preoccupazioni e abbandonarsi alla filosofia del vivere alla giornata, in quello stesso stile che a Pulcinella – che invidia! – pare riuscire così bene.
Stefania Sarrubba
Piccolo Bellini
via Conte di Ruvo 14 – Napoli
contatti: botteghino@teatrobellini.it – 081 5499688 – http://www.teatrobellini.it/
orario: da martedì a sabato h 21.15 – domenica h 18.00