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Nell’ambito della prima edizione di STEP 3×3, rassegna teatrale presentata da Caravan Teatro e Teen Thèâtre, è andato in scena L’Oasi-incontri ravvicinati di un certo tipo con il Teatro del signor G, spettacolo diretto a quattro mani da Giuseppe Cerrone ed Antonio Piccolo.

step 3x3Nella suggestiva cornice di Palazzo de’ Liguoro, in via Arena alla Sanità 12, a Napoli, quest’anno ha preso vita Step 3×3, una rassegna di teatro che ha visto in cartellone tre spettacoli, dal 24 aprile al 10 maggio, ogni venerdì, sabato e domenica. Il programma, sfruttando l’elementare logica del gioco del tris, prevedeva l’alternanza tra le performance, in modo tale da garantire un’offerta variegata, ogni settimana, e favorire la mescolanza tra il pubblico di una compagnia piuttosto che un’altra, assicurando, in tal modo, spettatori ad ogni replica.
In quello scorcio di bellezza e storia quale è il succitato edificio nobiliare settecentesco, quinta teatrale per l’occasione, è stato rappresentato L’Oasi. Lo spettacolo, diretto dalla coppia Cerrone-Piccolo, che mostra quest’ultimo anche in veste di interprete, prodotto da Teatro in Fabula, ha avuto il compito di aprire e concludere il mini-festival. Il racconto in monologo, liberamente ispirato a Il Grigio, di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, restituisce il sarcasmo e la forza dell’intelligenza che solo la scrittura del Signor G possiede, anche grazie alla buona prova d’attore, non facile, a cui è stato chiamato Antonio Piccolo.
La volgarità delle cose, delle parole, del successo, l’incapacità d’amare la propria donna, ma anche quella di provare affetto per la propria ex e la paura di una paternità, appena insinuata e di cui non si ha certezza, hanno spinto un uomo, uno scrittore (ma può essere chiunque) a ricercare l’isolamento più totale. Una casa di campagna, con attorno quel tanto di verde che ci vuole per chiamarla l’oasi, appunto, è il rifugio da tutto, dalla famiglia, dagli impegni, dai ricordi, luogo ideale per assumere una posizione estraniante nei confronti della vita. La necessità di una solitudine autoimposta sembra quasi esser raggiunta, se non fosse per quel fruscio che incombe all’improvviso e, ogni giorno e ogni notte, diventa sempre più assordante. L’incursione di un topolino grigio, all’interno di quella prigione meditativa in cui si è rinchiuso l’uomo, destabilizza il suo precario equilibrio emotivo, già messo a dura prova dai personaggi-idee che gli fanno visita in continuazione. Così, la lotta contro l’ animale, a poco a poco, assume i toni di una sfida, quasi epocale, giocata  con i colori dell’ironia, irriverente ed allusiva, che caratterizza il teatro dell’artista milanese. Quel piccolo roditore, il Grigio (degno, ora, di avere anche un nome), è il nemico per eccellenza. È l’emblema di tutto ciò che sfugge alla vista e alla mente, è il simbolo dei fantasmi, in carne ed ossa, di chi non si vuole affrontare, è il lato umbratile degli eventi e degli uomini.
A tratteggiare con poesia la messinscena ci sono le canzoni di Gaber, cantate da Piccolo e suonate dallo stesso con una chitarra. Sebbene qui la musica abbia assunto quasi la funzione di a-parte introspettivo tra il personaggio e i suoi pensieri, il suo comparire, non da subito, all’interno dell’impianto registico ha generato un po’ di confusione circa l’indirizzo preciso della natura della performance. Una regia più solida, forse, avrebbe calibrato con maggior equilibrio gli elementi presenti, non affidandosi esclusivamente all’interpretazione dell’attore. Sensibile, giusto e bravo, a tenere la scena da solo per più di un’ora, Antonio Piccolo e i Teatro in Fabula hanno comunque restituito al pubblico un lavoro arguto, lucido ed attualissimo negli argomenti.
L’Oasi è l’allegoria dei bisogni di un’intera umanità che trova il suo alter ego in un animaletto Grigio, con gli occhi piccoli, grandi baffi ed una lunga coda, e la cui imprevista presenza costringe gli uomini ad una scelta veloce e contingente, ad una battaglia per la sopravvivenza, a continuare a vivere, nonostante tutto, quindi ad uscire da casa per andare verso la strada, poiché C’è solo la strada come “unica salvezza”.

Antonella D’Arco

Palazzo de’ Liguoro
Via Arena alla Sanità 12, Napoli
Info e prenotazioni:
3331198973
3333171111
www.teatroinfabula.it

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