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Con l’inizio, oggi, del Napoli Teatro Festival e del Fringe si moltiplicano le proposte teatrali a cui assistere in città, in teatro e all’aperto, tra ritorni e novità.   

unnamed-529Animae in San Lorenzo
Quando: Ogni venerdì, sabato e domenica di giugno
Luogo: Basilica di San Lorenzo Maggiore
Orario: 10
Produzione: Naviganti InVersi
Autore e Regia: Maurizio D. Capuano
Interpreti: Maurizio D. Capuano, Aurelio De Matteis, Antonio Clemente, Gianni Galepro, Emanuele Iovino, Ursula Muscetta
Trama: “Animae” è un percorso itinerante che attraversa il meraviglioso complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, situato nel cuore del centro storico di Napoli.  Uno spettacolo che alterna comicità, rievocazione storica e momenti di riflessione, prende vita grazie a personaggi storici illustri. Una satira che, dall’antico, guarda al moderno e diventa spunto di riflessione e motivo di riso, forse un po’ amaro, sulla società attuale. Della Porta, Sisto V, Masaniello e tanti altri personaggi si ritroveranno, tutti insieme, in un dialogo corale, strutturato per far vivere la splendida Basilica di San Lorenzo Maggiore e l’intero complesso monumentale in un viaggio che renderà la visita un’esperienza unica.
Info e prenotazioni: 339 429 0222 – navigantiinversi@gmail.com

unnamedPost Fata Resurgo – lirica bastarda
Quando: 3 giugno
Luogo; Stabia Hall – Castellamare di Stabia (NA)
Orario: 21
Produzione: Compagnia del Futuro
Autore: Cristian Izzo
Regia: Gianfelice Imparato
Interpreti: Giuliana Barbato, Anna Bocchino, Clara Bocchino, Marianita Carfora, Valeria Cimmino, Roberta Inglese, Cristian Izzo, Grace Lecce, Eliana Manvati,
Laura Pagliara, Fabiana Russo, Ida Sorrentino, Chiara Vitiello
Trama: Come si cambia un popolo che non vuol cambiare? Come si salva un popolo che non vuol salvarsi? C’è un popolo che vive nel torpore e nell’assuefazione a consuetudini di vita individualistiche e spietate; c’è una terra un tempo incantevole, rigogliosa, che viene depauperata, offesa e sfregiata da decenni, da queste sconsiderate consuetudini. E nulla o nessuno sembra poter invertire questa tendenza; fino a quando la terra stessa, il Monte che la sovrasta, il Mare che la bagna e le sorgenti termali che la percorrono e che l’hanno arricchita in passato, non decidono che il tempo di aspettare il Salvatore è finito e che saranno loro stessi a liberare la loro casa, il loro popolo. Ma quando il nemico da combattere, è proprio quella gente che si cerca di difendere e salvare, la rivoluzione diventa un sogno fragile che il più piccolo soffio del vento della noncuranza e della comodità, può far crollare.
Info e prenotazioni: 0818703591 – lacompagniadelfuturo@gmail.com –3314226207

paco-1-LA DOUCEUR PERMÉABLE DE LA ROSÉE – Debutto in Italia
Quando: dal 3 al 5 giugno
Luogo: Castel Sant’Elmo/Piazza d’Armi – Napoli Teatro Festival
Orario: 21:30
Coreografia:Paco Dècina
Danzatori: Vincent Delétang, Jérémy Kouyoumdjian, Sylvère Lamotte
Produzione: Le Théâtre 71 Scène Nationale, ONYX – scène conventionnée danse de Saint-Herblain, Le CDC les Hivernales d’Avignon Le Centre National de la danse, Teat Champ Fleuri – Teat Plein Air – Théâtres départementaux de La Réunion
Trama: In seguito a una incredibile residenza artistica sulle isole Crozet (un arcipelago sub-antartico di piccole isole nell’Oceano indiano meridionale), il coreografo Paco Dècina propone La douceur perméable de la rosée, uno spettacolo che vede come protagonista la dolcezza della natura come antitesi e rimedio alla violenza imposta dalla nostra società attuale. «Sento la natura come dolce, non per la sua mancanza di forza o di brutalità, ma piuttosto per la generosità dello “spazio” che ha da offrirci e per la sua disponibilità ad essere utilizzata senza nulla chiedere in cambio. Anche quando si contempla un semplice tramonto, la natura si offre incondizionatamente, così come per sollevare segretamente il peso millenario delle nostre credenze». Appassionato di ricerche sulle energie, le frequenze e i ritmi, Paco Dècina si è immerso in questo giardino incontaminato per ascoltare la forza del silenzio: «È come cogliere l’essenza di un profumo sconosciuto o ritrovare ciò che era stato al principio delle cose per poter rivivere un nuovo inizio. Qual è l’effetto di questa potenza intatta sull’organismo umano? Come essa riesce a riorchestrare i soffi e i ritmi della nostra relazione con gli uomini e con le cose? Qual è il suo potere riparatore sulle false credenze che ci abitano? In questo silenzio profondo e antico, tutte queste domande sembrano poter trovare lo spazio per risorgere e, accompagnate dalla libertà dell’espressione della natura, sembrano imparare nuovamente la sua naturale semplice lezione. È come se parlando di questi territori lontani e dimenticati, si invitasse il nostro animo a riabilitare i propri mondi abbandonati».
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/biglietteria/

Napoli-Teatro-FestivalUn uomo a metà
Quando: 4 e 5 giugno
Orario: 23
Luogo: Castel Sant’Elmo | Sala Fringe
Autore: Giampaolo Rugo
Interprete: Gianluca Cesale
Regia: Roberto Bonaventura
Trama: Giuseppe lavora come rappresentante di articoli religiosi. È fidanzato da sempre con Maria, ricca figlia del padrone del più̀ grande negozio di articoli religiosi di Roma. Si avvicina la data del matrimonio ma Giuseppe ha un problema: è impotente. Quanto dipende dall’ambiente che lo circonda la libertà dell’individuo? Fino a che livello può essere compressa l’essenza più vera della persona?
L’uomo a metà utilizza l’impotenza sessuale sia come simbolo di un’impotenza più generale a vivere sia come grimaldello per svelare le mille ipocrisie, nascoste e non, della nostra società̀.
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/biglietteria/

SONY DSCSudori freddi – DEBUTTO
Quando: dal 4 al 9 giugno
Luogo: Castel Sant’ Elmo/Sala Cannoni – Napoli Teatro Festival
Orario: 20
Ideato e diretto: Giancarlo Sepe
(ispirato ai personaggi creati da Pierre Boileau e Thomas Narcejac, autori de La donna che visse due volte)
Produzione: Marioletta Bideri per la BIS /TREMILA
Interpreti: Compagnia del Teatro La Comunità – Lucia Bianchi, Federico Citracca, Valerio Marinaro, Gianluca Spatti, Federica Stefanelli, Guido Targetti, e la partecipazione di Pino Tufillaro
Trama: Pierre Boileau e Thomas Narcejac hanno scritto tra il 1952 e il 1991 una quarantina di romanzi tra cui alcuni capolavori del noir. Dalle loro storie sono state tratte diverse sceneggiature originali – fra le altre, quella con Alfred Hitchcock per La donna che visse due volte e quella con Henri-George Clouzot per I diabolici. Giancarlo Sepe ha scelto di ispirarsi a questi prolifici autori per la creazione del suo nuovo spettacolo, Sudori freddi: «Che suggestione trattare dei temi legati a un grande film! Di colpo il teatro sembra poter contenere nei suoi spazi angusti le geometrie e le prospettive di un set cinematografico, le strade di San Francisco con i suoi saliscendi, i pedinamenti fatti nel museo nazionale o al cimitero della città, insomma un sogno. Ne La donna che visse due volte, il protagonista, nell’inseguire un criminale, scopre di essere affetto dall’acrofobìa, da quel senso di perdita di coscienza e sballottamento che crea la vertigine (Vertigo è il titolo originale), la vertigine che ha come effetto immediato il sudore freddo, quello che nasce dalle paure notturne, dai grandi spaventi, dalla paura della morte. Nel leggere il romanzo di Boileau-Narcejac poi ecco arrivare la grande sorpresa: la storia non si svolge a San Francisco negli anni ’50 ma a Parigi nel 1939/40 e dopo a Marsiglia. Si respira un’atmosfera da realismo poetico alla Prévert e Cocteau, l’amore, quello vero, prende il suo posto centrale nella storia, la storia criminale si depotenzia e affiora un grande melò. […] Ho voluto provare a raccontare le cose che il film e il romanzo avevano trascurato e ne viene fuori un racconto ellittico, tutto inventato, tutto sotterraneo, fatto di camere mortuarie e funerali, di scene conturbanti, vive e sanguigne, tutto si svolge di notte come fosse raccontato da personaggi alla deriva, senza dimora… Un vero noir senza storia, con l’idea di raccontare le iconografie del giallo che fa da sfondo ad una storia passionale: uno struggimento pieno di dolore e rapinoso come la morte inferta dal proprio amore impossibile».
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/biglietteria/

Santa_Maria_delle_Anime_del_Purgatorio_ad_Arco_IMG_2202-1728x800_cO’ spurtiell
Quando: 5 giugno
Luogo: Complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco – per la rassegna Anime in Transizione
Orario: 21
Autore: Jean Tardieu
Interprete: Veronica D’Elica
Trama: “Scusi, quando morirò?” ; l’ultima domanda ma anche l’ultima risposta, l’urlo prima del silenzio. Come non riconoscere in questa stravagante pièce, adattata nel linguaggio dai due interpreti, la dissimulante diffusione allusiva di un Mondo Altro, organizzato secondo altre logiche, per altri scopi, più potente. Il tutto nasce da una situazione paradossale che si viene a creare tra un impiegato di non si sa bene quale ufficio informazioni e una timida e sognatrice cliente di passaggio la quale entra per chiedere l’orario di un treno. Da qui comincia una sorta di interrogatorio-inquisizione da parte dell’impiegato che, improvvisandosi medico, filosofo, chiromante e quant’altro, guiderà, con le sue fantasiose risposte, la piccola sognatrice ad una ultima fatale domanda “Quando morirò?”. Sia chiaro: le domande “fondamentali” sono poche e quasi sempre le stesse ma le risposte portano con sé migrazioni di senso, slittamenti di significati, giochi infiniti, insistenti, tipici dell’ “assurdo” che caratterizza i testi di Tardieu che tanto “assurdi” forse non sono.
Prenotazione: 081 1440438 – eventi@purgatorioadarco.it

unnamed (2)Matrimoni
Quando: dal 5 al 7 giugno
Luogo: Teatro Arcas
Orario: venerdì e sabato alle ore 21 e domenica alle ore 18:30
Autore: Anton Cechov
Regia: Gigi Savoia
Interpreti: Marcello Raimondi, Maria Rosaria De Liquori, Peppe Sannino e Maria Rosaria Cafiero
Trama: L’orso e Una domanda di matrimonio, due “scherzi” come lo stesso Čechov ebbe a definirli, con la consapevolezza che a teatro, come nella vita, l’umanità resta profondamente stupida. I personaggi de L’orso e Una domanda di matrimonio sono pieni di sorprendente vitalità. Fremono come bambini, prigionieri di ambizioni futili. Sono logorati dal bisogno dei quattrini e dalla brama del possesso ma non dimenticano le piccole, inevitabili, rivelazioni dell’amore, gli svenimenti e le capricciose pulsioni dell’eros. La loro natura, talvolta irriverente e irascibile, è pronta a esplodere e a ripiombare, d’improvviso, nelle leggera e soffocante nebbia mattutina tipica della provincia campestre che l’ha generata. Anton Čechov è un classico; e i classici appartengono sempre a un tempo che deve ancora venire. Rispetto al suo tempo, al tempo che egli volle rappresentare, quello che oggi non è cambiato è il senso di vivere senza orizzonti, di appartenere a un mondo incancrenito e decrepito. Nel frattempo, la vita scorre comica e ingloriosa, come in un leggera commedia delle vanità, una buffa commedia dell’incertezza. Mentre noi ci illudiamo. La scelta di rappresentare questi due atti unici in napoletano,nasce dal fatto che crediamo il nostro dialetto/lingua capace di meglio disegnare e di rendere più semplici e comici i personaggi rappresentati Gigi Savoia
Info e prenotazioni: 081 595 55 31 – 346 210 09 16 – 339 429 02 22

unnamed (3)Creonte/Antigone
Quando: dal 5 al 7 giugno
Luogo: Teatro Il Primo
Orario: 21, tranne la domenica alle ore 19:30
Produzione: GAG
Interpreti: Domenico Carbone, Michela Di Costanzo, Claudia Esposito, Sara Esposito, Giuseppe Fiscariello, Paolo Gentile, Valerio Lombardi
Adattamento e Regia: Giuseppe Fiscariello
Trama: Quello che vogliamo raccontare è lo scontro. Lo scontro tra Antigone e Creonte. Uno scontro universale quale quello che può essere lo scontro tra i diritti del singolo e gli Stati totalitari, tra la dittatura e l’anarchia, tra gli studenti bistrattati e il sistema politico che non riconosce le proprie colpe. Ma questo sarà chi ci verrà a vedere che se vorrà potrà stabilirlo. Per noi artisti, meri esecutori funzionali al racconto, non ha senso ergersi sul piedistallo della moralità in cerca di giudizi. Abbiamo eliminato tutti i riferimenti classici e tutto ciò che potesse distogliere da quello che volevamo raccontare. Il conflitto. Senza nessun aggettivo vicino. In scena troverete solo un drappo rosso. E’ questo il vero, unico protagonista della nostra rappresentazione. Il conflitto, quello che abbiamo deciso di raccontare. Il potere che genera mostri. Un cordone ombelicale. Un cappio, una corda, una fune, una tomba. Un libro dei ricordi. Il talamo nuziale o la morte. Un corpo di un fratello. Lasceremo a lui il compito di porre le domande. Di risposte non ce ne sono.
Info e prenotazioni: 339\4290222 – 081592188

ae8a642734e948692d8ac8725b5f50e6a5f9e33aQuartetto acustico
Quando: 6 giugno
Luogo: Grotta di Seiano (Discesa Coroglio 36, Napoli) – per Suggestioni all’imbrunire
Orario: 18
Interpreti: Giulio Martino 4et
Trama: Filtrare il jazz attraverso sonorità inconsuete. Una rivisitazione delle musiche di alcuni tra i più geniali compositori del jazz (Monk, Mingus, Coleman…) affidata a strumenti e musicisti che provengono da mondi e culture differenti. Sassofoni che si intersecano tra percussioni, fisarmoniche e basso tuba. Questo in sintesi il nuovo progetto del sassofonista Giulio Martino che aggiungerà al repertorio brani originali.
Info: 0812403235 – 0815754465 –  info@gaiola.org  –  www.gaiola.org

unnamed (4)Butterfly Suite – Debutto
Quando: 6 e 7 giugno
Luogo: Castel Sant’Elmo/Auditorium – Napoli Teatro Festival
Orario: 21:30
Performance di e con: Cristina Donadio e Lalla Esposito, con Marco Zurzolo al sax, Giosi Cincotti al piano e Corrado Cirillo al contrabbasso
Produzione: Napolidanza
Trama: Cristina Donadio e Lalla Esposito danno voce a due protagoniste del Novecento, Marilyn Monroe e Mia Martini, due donne apparentemente distanti l’una dall’altra eppure unite da uno stesso tragico destino. Scrive Cristina Donadio: «Qual è il fil rouge che le unisce? Se fosse un film sarebbe un flashback… due bambine dal viso dolce e gli occhi grandi indossano una calzamaglia con due alucce trasparenti sulle spalle che le fanno sembrare creature uscite dal mondo di Peter Pan. Camminano su un cavo come acrobate, con le braccia aperte a fare da bilanciere, avanzano in precario equilibrio. Le bambine guardano in basso, verso l’abisso dove c’è una folla che le invoca con ampi gesti, le acclama. Le vogliono, le reclamano, urlano: sono bocche spalancate, pronte a divorarle… A questo punto nel film irrompono due voci off: quella di Marilyn recita la più feroce tra le sue poesie (Oh Dio vorrei essere morta – assolutamente inesistente – scomparsa da qui), quella di Mimì canta la più struggente delle sue canzoni (Col tempo imparerò a non odiare il mondo / adesso che il momento si fa brutto, perché tempo non ce n’è). Sembrano implorare la vita di guidare i loro passi, ma non succede niente. L’abisso è sempre più vicino, non resta loro altra scelta che lasciare volare via l’anima verso l’altra faccia della luna e rimanere per sempre impalpabili fragili malinconiche farfalle…». Questo allestimento rappresenta l’approfondimento di un work in progress su due figure straordinarie, cui la Donadio ha già dedicato in passato la performance Suite per anime farfalla. Per questo nuovo progetto Marco Zurzolo ha elaborato una colonna sonora ispirata al diario e alle musiche rese celebri dall’interpretazione di Marilyn Monroe come alle suggestioni legate alle canzoni portate al successo da Mia Martini. L’anima di Marilyn danzerà la sua “butterfly suite” sui passi creati da Susanna Sastro, da un’idea di Laura Valente.
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/biglietteria/

1618979783-Rodrigo_GarcaDovevate rimanere a casa, coglioni
Quando: 6 e 7 giugno
Luogo: Castel Sant’Elmo | Sala Fringe
Orario: 23
Autore: Rodrigo Garcia
Interprete: Rebecca Rossetti
Regia: Jurij Ferrini
Trama: Il teatro di Rodrigo Garcia è una vera ginnastica della mente per il pubblico, una attività sana e divertente. La sua irriverenza va al di là della forma: Garcia riempie di scomodità ogni contenuto, ogni periodo ed ogni aggettivo, negli sproloqui apparentemente sconclusionati che porta in scena. Dirigere questo lavoro significa per me avere una grande opportunità di guidare un flusso creativo immane e condurlo allo spettatore, dove esso prende forme molto diverse a seconda della fantasia di chi le ascolta e le vede.
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/biglietteria/

unnamed (5)SCÙOSSA Sutta Scupa
Quando: 6 e 7 giugno
Luogo: Ridotto Teatro Mercadante – Fringe
Orario: 19
liberamente tratto da “L’ammazzatore” di Rosario Palazzolo
Regia Giuseppe Massa
Interpreti: Gaspare Balsamo e Simona Malato
Trama: Ernesto Scùossa rivive l’ultimo anno della sua vita: dall’inizio della sua carriera di ammazzatore (killer di professione) fino al momento di definitiva deflagrazione della sua esistenza. In scena, invocati dallo stesso Scùossa, si materializzano gli uomini e le donne che hanno attraversato con lui questo arco di tempo: La Madre, Cartapecora (il boss che lo assolda), Angelo (la sua prima vittima), Katia (la momentanea compagna). Proprio attraverso la relazione con Katia nella mente di Scùossa si insinua lentamente, scavando come un verme, l’eventualità di una libera scelta, la possibilità di percorrere una strada alternativa, la remota probabilità di riuscire a formulare un pensiero nuovo. Questo goffo tentativo di rivalsa risulterà vano però, perché Cartapecora verrà a imporgli e a ricordargli che, all’interno di questo inferno laico dove l’umano ha lasciato il posto al disumano, nessuna possibilità di espiazione è prevista per un ammazzatore, né tanto meno per le sue vittime.
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/biglietteria/

unnamed (6)Crave – DEBUTTO
Quando: dal 6 al 9 giugno
Luogo: Sala Assoli – Napoli Teatro Festival
Orario: 6 giugno (ore 23.00), 7 giugno (ore 19.30), 8, 9 giugno (ore 21.00)
Autrice: Sarah Kane
Regia: Pierpaolo Sepe
Interpreti: Gabriele Colferai, Dacia D’Acunto, Gabriele Guerra, Morena Rastelli
Trama: Autrice britannica prematuramente scomparsa nel 1999, Sarah Kane nella sua breve vita ha scritto cinque testi teatrali. Inizialmente accusata di essere volutamente provocatoria per i temi trattati, in realtà la Kane ha dimostrato notevoli capacità stilistiche indagando gli abissi del dolore e del desiderio, della speranza e della disperazione. Nel saggio Love me or kill me. Sarah Kane e il teatro degli estremi Graham Saunders scrive: «Come una poesia Crave, è più suggestiva che trasparente. Con le sue costanti dichiarazioni di speranza – e di buone intenzioni – seguite dalla disperazione – e da ricadute – è un lavoro paradossale. Vi è una lotta costante tra la perdita di controllo e un bisogno disperato di riconquistarlo. L’intensità di Crave tende a provocare impressioni visive: vite danneggiate, sentimenti d’amore e di privazione, permeano l’opera come macchie su una foto Polaroid». Sarà Pierpaolo Sepe a mettere in scena, per questa edizione del Festival, Crave: «Qualsiasi modalità si scelga per mettere in scena un testo di Sarah Crane, lo si tradirà. Il motivo è insito nella scrittura stessa di Crave, in italiano tradotto come “Febbre”, che racchiude, nel suo titolo originale, il violento e inappagato desiderio dell’autrice per la vita, la bellezza e la verità. Un bisogno tanto irraggiungibile da portarne alla prematura scomparsa per sua stessa mano: una non scelta, l’incapacità assoluta di sopravvivere al mondo, propria delle anime fragili. “Non si è mai così forti come quando si sa di essere deboli”, se si accetta l’orrore, l’incapacità, il dolore, l’umanità. Dalla scrittura della Kane nasce un testo di parole incatenate, rapido susseguirsi di concetti spezzati e concitati, al teatro spetta il ruolo di trasformarlo in immagini, dar colore all’oscurità, ordine al caos e disordine alla riga. Interpretare e, dunque, tradire, con il desiderio, quello più assoluto. Crave».
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/biglietteria/

unnamed (10)La terza comunione
Quando: 6 e 7 giugno
Luogo: Nuovo Teatro Sanita’
Orario: 21
Autore e Regia: Mario Gelardi
Interpreti: Carlo Caracciolo, Luigi Credendino e Ciro Pellegrino
Trama: Lo spettacolo intende proseguire il progetto di portare il teatro nei luoghi naturalmente congeniali ai racconti scenici proposti. Così dopo il teatro in albergo, che trasforma le stanze in palcoscenici naturali, Gelardi utilizzerà uno degli altari della Chiesa dell’Immacolata e San Vincenzo, dove oggi sorge appunto il Nuovo Teatro Sanità, come spazio scenico ad hoc per il suo ultimo lavoro. La terza comunione descrive un mondo che forse resiste solo nei ricordi dei nostri genitori o di noi da bambini e, come relitto di un’umanità superata, forse in qualche paese del profondo Sud. Si tratta della voce ancestrale di quella comunità di donne che una volta affollava le chiese. Unite come un solo popolo, una sola entità, il gruppo di donne che dicevano il rosario, come una nenia cantilenante o che cantavano le canzoni sacre, è un’immagine indelebile nella memoria di ognuno. Ed è un’immagine che resiste al tempo, basta gettare uno sguardo distratto tra i banchi di una chiesa prima che cominci qualsiasi celebrazione. Mario Gelardi cerca di ricreare questo mondo unendo le donne come in un’unica voce, un unico pensiero, che poi può dividersi in due, tre, quattro, infinite voci. Il testo è insieme monologo e dialogo. La preghiera qui si fa ancor di più rito, ma rito teatrale. A questo proposito racconta l’autore e regista dello spettacolo: «Ho creato una storia decisamente sopra le righe, paradossale: l’impossibilità di una bambina di ricevere la prima comunione, la sua difficoltà ad ingoiare l’ostia, il corpo sacro di Cristo viene rigettato dal corpo altrettanto sacro di un’anima candida e innocente». Attorno a questa vicenda che appare al nucleo comunitario, parrocchiale e umano, come simbolicamente negativa, si crea un mondo fatto di voci, di pettegolezzi, di frasi masticate e non dette, di parole sputate di nascosto, che determinerà lo svolgersi della vicenda: la parola si fa azione come nella preghiera e lo sguardo, la visione di chi assiste alla celebrazione del sacramento, si amplifica. Le parole si fanno preghiera che uccide, preghiera sbagliata, ostinata, musica mortale.
Prenotazione obbligatoria: 3396666426 – info@nuovoteatrosanita.it

Bellopede - Cotrappunti di scenaContrappunti di scena
Quando: 7 giugno
Luogo: Napoli – Il Teatro cerca Casa
Orario: 19:30
Con: Mariano Bellopede, pianoforte e Nicola Rando, sax contralto
Trama: Si è solito pensare ai brani del teatro musicali come brani relegati allo spettacolo da cui provengono. Brani che, estrapolati da quel contesto, non hanno più senso di esistere. E invece non è così, ricercando a fondo (ma a volte neanche troppo a fondo) si trovano canzoni che hanno un senso e una compiutezza musicale di primissimo ordine. Basti pensare a Kurt Weill, o a Nino Rota, o Trovajoli o anche i partenopei De Simone e Sinagra. Molte delle loro melodie si prestano a divertenti rielaborazioni, sia ritmiche che armoniche e ‒ perché no ‒ possono essere tranquillamente strutture sulle quali improvvisare e “jazzare”. E proprio ciò è quanto si propone il duo formato da Mariano Bellopede al pianoforte e Nicola Rando al sax contralto. Melodie più o meno celebri, riviste in chiave jazzistica e contrappuntistica: non è un susseguirsi di temi e assoli, ma un contrappunto continuo tra quella che è la melodia originale e ciò che ne potrebbe conseguire da essa, una volta incastonata in una struttura completamente nuova.
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/

pausilypon-concerti1JE NE SUIS PAS D’ICI
Quando: 7 giugno
Luogo: Grotta di Seiano (Discesa Coroglio 36, Napoli) – per Suggestioni all’imbrunire
Orario: 18
Autori e Interpreti: Sveva Scognamiglio e Isaac Lartey
Trama: Questo lavoro nasce da una domanda sull’incontro, sul tragitto necessario per incontrare l’altro, sul tentativo di colmare le distanze, di misurare con i propri passi una distanza fatta di storie vissute, tradizioni e costumi e su come porre queste differenze al centro di una storia comune. Sullo sfondo del testo di B. M. Koltès « La notte poco prima della foresta », si è assunta la metafora dell’incrocio come luogo fisico e spazio immaginativo, nè un punto d’arrivo né uno di partenza, ma un luogo di confluenza di incontri fortuiti, di moltiplicazione dei possibili. La figura dello straniero diventa portatrice di una condizione di marginalità dell’anima. In questo presente dilatato la necessità dell’incontro con l’altro appare nella dimensione assoluta della sola presenza che conta: ciò che esiste nella sua immediatezza. Un bisogno di entrare in relazione con l’altro, di accogliere il suo movimento. L’idea dell’incrocio ci ha permesso di esplorare uno spazio di gioco,che declina le traiettorie di movimento in qualità di contatto, spinta, collisione, proiezione, caduta
Info: 0812403235 – 0815754465 –  info@gaiola.org  –  www.gaiola.org

11313089_10152751204791566_2944950212912005174_oJamais Vu – DEBUTTO
Quando: 8 e 9 giugno
Luogo: Castel Sant’Elmo – Fringe
Orario: 23
Produzione: Collettivo LunAzione
Autore e Regia: Eduardo Di Pietro
Interpreti: Mario Autore, Giulia Esposito, Michele Iazzetta, Cecilia Lupoli, Giulia Musciacco, Alessandro Paschitto
Trama: Un gruppo di terroristi si riunisce poche ore dopo una rapina alla Banca Nazionale, il cuore di quel sistema economico e sociale al quale si dicono di attentare.
Ma un incidente ha rovinato l’azione e ora ciascuno dei criminali denuncia una parziale amnesia: tutti hanno perduto frammenti di memoria e, soprattutto, nessuno rammenta dove siano i soldi della refurtiva. Una ricercatrice in rovina, un imprenditore fallito, un ex operaio e sua moglie, sono questi gli anarchici autori del gesto, paradossalmente innocenti di fronte all’imprevisto, vittime del caso. O forse di fatto carnefici, traditori a sostegno della dittatura più pesante da rovesciare: quella del denaro.
Info e prenotazioni: promozione@napoliteatrofestival.it – 3443833491 – 0817944626

unnamed#PROMETHEUS#2 Altrosguardo
Quando: 8 e 9 giugno
Luogo: Ridotto del Teatro Mercadante – Fringe
Orario: 19
Autori: Eschilo, R. Lowell, R. Di Florio
Interpreti: Antonello Cossia, Paolo Cresta, Valentina Gaudini
Trama: #PROMETHEUS#2 è un lavoro teatrale che parte dal mito di Prometeo presente nella tragedia eschilea e si traduce attraverso la scrittura di Robert Lowell adattato e riscritto da Raffaele Di Florio. Un comune denominatore che denota “l’estetica” del nostro lavoro è il valore che si attribuisce in egual misura al testo, al suono ed allo spazio. In #Prometheus#2 si manifesta in due aspetti tra loro interconnessi: φωνή (voce) e φως (luce). La composizione musicale si focalizza intorno alla Parola: significato e significante sono potenziati dal canto e dal suono. Lo spazio scenico, indicato come luogo “statico”, rivela la sua dinamicità attraverso l’amplificazione visiva (luci e videoproiezioni), trasfigurando l’officiante in scena.
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/biglietteria/

unnamed (9)Bianco su Bianco – Debutto in Italia
Quando: dall’8 al 10 giugno
Luogo: Teatro Nuovo – Napoli Teatro Festival
Orario: 8, 9 GIUGNO (ORE 19.00), 10 GIUGNO (ORE 21.00)
Scritto e diretto: Finzi Pasca
Interpreti: Helena Bittencourt e Goos Meeuwsen
Produzione: Compagnia Finzi Pasca in coproduzione con Teatro Sociale Bellinzona – Bellinzona Teatro, Maison de la Culture de Nevers et de la Nièvre e l’Odyssée – Scène conventionnée de Périgueux
Trama: «Dei pezzi di porcellana sul pavimento, i letti degli ospedali, le piastrelle del bagno in casa della nonna, il tavolo di marmo nella macelleria, il fazzoletto che agitava papà quando partivamo, il tuo sorriso, il giardino sommerso dopo una tempesta di neve, certi silenzi, il gesso e le bende attorno alla mia gamba rotta, nuvole, il nome della maestra scritto sulla lavagna, il vestito di mia cugina che si sposa, un bicchiere di latte, le pagine del quaderno del primo giorno di scuola, il camice dell’infermiera, un fiore, una conchiglia, un cavallo, la schiuma che riempie la vasca da bagno, le pillole per dormire, la cipria che copre il viso di noi clown, le storie che fanno passare la paura del buio». Con queste parole Daniele Finzi Pasca, uno dei coreografi più interessanti della scena internazionale, descrive il suo nuovo spettacolo, Bianco su Bianco. Sul palco due clown si muovono con leggerezza costruendo situazioni tragicomiche. Si tratta di storie sempre in equilibrio tra una dolce e nostalgica assurdità, un mondo surreale, ferocemente sereno, un teatro che riflette su se stesso, dove l’illusione e gli artifici vengono alla fine sempre svelati, dove si ride e ci si commuove, dove i clown non incarnano la stupidità ma la fragilità degli eroi perdenti. «Negli ultimi anni – afferma il coreografo – è come se i nostri spettacoli si fossero alimentati con il linguaggio dei sogni. Questa volta invece non chiuderemo gli occhi per trasportarci in possibili viaggi interiori, questa volta resteremo senza dormire per un’intera notte, una notte a occhi aperti. Non saranno sogni ma piccole allucinazioni, modi per far emergere il Rosso e il Nero che si nascondono dietro il Bianco dell’immaginario di noi clown».
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/biglietteria/

unnamed (7)La bottega del caffè – DEBUTTO
Quando: 8 e 9 giugno
Luogo: Teatro Mercadante – Napoli Teatro Festival
Orario: 21:30
Autore: Carlo Goldoni
Adattamento: Maurizio Scaparro, Ferdinando Ceriani
Regia: Maurizio Scaparro
Interpreti: Pino Micol, Vittorio Viviani, Manuele Morgese, Ruben Rigillo, Carla Ferraro, Maria Angela Robustelli, Ezio Budini, Giulia Rupi, Alessandro Scaretti
Trama: Scritta nel 1750 La bottega del caffè è una delle commedie più conosciute di Carlo Goldoni che sarà messa in scena per il Festival da Maurizio Scaparro.
«Tra i motivi che mi hanno spinto a mettere in scena oggi La bottega del caffè, – afferma il regista – il primo credo sia il piacere e il desiderio di tornare a parlare di Venezia e del suo Carnevale. Perché qui Goldoni, che scrive la commedia in lingua italiana, sembra prendere le distanze, prima dei suoi addii, dalla visione “magica” della Serenissima, per descrivere nella sua Bottega del caffè una Venezia che già allora rischiava di dimenticare la sua grandezza e di cedere alle tentazioni di una progressiva mercificazione della città. E non casualmente il protagonista, Don Marzio (e forse Goldoni stesso) osserva le vicende di quelle giornate di festa attraverso un occhialetto, diabolica lente, con cui scopre, spiega e racconta i fatti, le debolezze, i commerci, i piccoli amori, le piccole truffe delle persone che arrivano o vivono a Venezia, che, tra bische, botteghe e bordelli, sembra avviarsi al suo lento, inevitabile declino. Ma non dimentica Don Marzio (o Goldoni) di parlare del mondo che sta cambiando fuori da Venezia; dall’orologio che viene di Londra, o dalle notizie che filtrano dalle gazzette europee, …avete saputo che le truppe moscovite si sono ritirate ai quartieri d’inverno?, fino al rimpianto per una Napoli lontana. J’avois grande envie d’aller à Naples confessava Goldoni nei suoi Mémoires, ricordando una Venezia che aveva abbandonato prima del suo tramonto, per arrivare a Parigi quando ormai era troppo tardi per comprendere appieno e vivere i mutamenti della Rivoluzione Francese. Goldoni portava con sé Venezia, l’Italia e anche questo desiderio non compiuto di conoscenza, fascino misterioso per una Napoli mai visitata e mai conosciuta. Così, provando questo mio nuovo Goldoni, mi è capitato spesso di pensare a Goldoni e al suo occhialetto, e anche a questa nostra vecchia Europa che viviamo con qualche fatica. Per questo mi piacerebbe dedicare questa nostra Bottega a Venezia, Parigi, Napoli, un grande sogno europeo non ancora compiuto».
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/biglietteria/

unnamed (8)Russia
Quando: 8 e 9 giugno
Luogo: Castel Sant’Elmo/Piazza d’Armi – Napoli Teatro Festival
Orario: 21:30
Regia: Marcos Morau
Coreografia: Marcos Morau  (in collaborazione con gli interpreti)
Interpreti: Tanya Beyeler, Cristina Goñi, Anna Hierro, Ariadna Montfort, Lorena Nogal, Manuel Rodriguez, Marina Rodriguez, Sau-Ching Wong
Testo e drammaturgia:  Carmina S. Belda, Pablo Gisbert – El conde de Torrefiel Scene/set design La Veronal
Trama: La Veronal è una compagnia spagnola fondata nel 2005 da Marcos Morau, coreografo formatosi tra Barcellona, Valencia e New York. Il gruppo è composto da artisti provenienti da diverse discipline tra cui la danza, il cinema, la fotografia, la letteratura, e il cui obiettivo è la costante ricerca di una pluralità di mezzi espressivi capaci di creare linguaggi sempre nuovi. Da qualche anno, la Veronal ha avviato un progetto sulle città e le nazioni del mondo. Ogni lavoro parte dalla scelta di un luogo con cui entrare in contatto, a cui abbandonarsi: dopo averne catturato le suggestioni, gli spettacoli creano un’analogia tra danza e geografia. È ciò che è accaduto con Portland (2013), con la danese Kobenhavn (2012), Islandia (2012) e Siena (2013), un omaggio alla città italiana che ha offerto alla compagnia un nuovo sguardo sul Rinascimento. La Veronal sarà presente al Festival con Russia, una sorta di road movie attraverso le vaste lande della Russia. In un’atmosfera sospesa e misteriosa, lo spettacolo narra per frammenti un viaggio attraverso terre fredde e desolate, fino al lago di Baikal, in Siberia. Unico elemento di scena una vecchia berlina e otto interpreti tecnicamente impeccabili e di grande forza espressiva. «Situato nel sud della Siberia – si legge nelle note di regia – Baikal è il lago più profondo del mondo. Se si prendesse il suo volume idrico e lo si mettesse sulla superficie della terra, lo spessore del pianeta aumenterebbe di 20 centimetri. Russia è un road movie, un viaggio verso il lago Baikal. I protagonisti si trovano di fronte a una strada ricoperta di neve che si immerge nella foresta. Sono costretti a stare insieme, chiusi in auto. Trascorrono la notte ascoltando programmi radiofonici. La strada li conduce molto vicini al lago, tuttavia non lo vedranno mai. Russia è una rappresentazione geografica della paura».
Info: http://www.napoliteatrofestival.it/biglietteria/

Gabriella Galbiati

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