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Arriva in Italia, ospitato dal Napoli Teatro Festival dall’8 al 10 giugno, il nuovo lavoro del coreografo svizzero tra i più apprezzati del panorama internazionale, autore di storie dal gesto poetico e sempre sorprendente.

Foto Viviana Cangialosi

Foto Viviana Cangialosi

Ha il sapore di una favola d’altri tempi quella che Daniele Finzi Pasca scrive e dirige per il debutto italiano di Bianco su Bianco affidandola a due straordinari ed esperti attori-circensi, Helena Bittencourt e Goos Meeuwsen.
Una favola in cui parole e gesti si intrecciano, talvolta senza apparente senso, come se raccontassero una  realtà “non  reale”, un tempo indefinibile come è quello dei sogni, del quale però ci si sente parte, perché comune è il sentimento che lo abita e che ci tocca, svegliando la parte di noi più sensibile, quella del gioco, della fantasia, della semplicità che regala un sorriso.
Ambientata in una suggestiva atmosfera sospesa, costruita facendo ricorso a una miriade di lampadine il cui accendersi e spegnersi disegnerà una scenografia impalpabile, musicale nel suo silenzio talvolta abbagliante, talvolta soffuso, e con cui gli attori dialogheranno come se fossero ulteriori personaggi della scena, la storia di Helena e Ruggero si snoderà per gradi, consentendoci di conoscerli, conoscere le loro vite, le loro famiglie. E intanto che le parole giungeranno alle nostre orecchie, trasportate dalla dolcezza propria della lingua brasiliana “italianizzata” parlata dalla protagonista, ecco che i nostri occhi saranno rapiti dalle acrobazie del duo, nelle vesti di una narrattrice e del suo maldestro assistente, dalle loro clownerie, dalle canzoni che intoneranno giocando sempre la carta dell’ironia come due pagliacci complici, malinconici eppure solari, imbranati eppure agili.

Foto Viviana Cangialosi

Foto Viviana Cangialosi

E così ecco che corpo e parola, buio e luce, riso e poesia riempiranno il palcoscenico, raggiungendo la platea, noi che osserviamo con lo sguardo pieno di stupore, a volte quasi tentati a rispondere ad alcune battute, a interagire con loro, a lasciarci prendere per mano per essere condotti lì dove tutto è possibile, anche guarire da una malattia con la forza dell’amore; quell’amore che cura il dolore ridisegnando la realtà con nuove sfumature, quelle della luce per l’appunto, dissipata ovunque, a creare quello che l’immaginazione di ciascuno vuol vedere: una foresta tutta da scoprire, ad esempio, o anche una costellazione da ammirare. Perché se è vero che costruito con sapienza ed equilibrio, poesia e soavità, è il canovaccio drammaturgico, impossibile diventa non dare nuovi significati a ciò a cui si assiste se lasciati i freni della razionalità, ci si abbandona all’illusione. A ciò che (forse) non è vero, ma che vorremmo durasse a lungo, come un sogno ad occhi aperti, come una carezza.
D’altronde, proprio lieve come una carezza è il teatro che Finzi Pasca elabora e a cui dà vita con i suoi spettacoli, unendo visioni e tecnica, prosa e coreografia, narrazione e magia, per un effetto finale che – come in questo caso – è minimale ma al contempo maestoso. In cui assenza di artifizi vuol dire profondità, «dove – afferma il regsista – i clown non incarnano la stupidità, ma la fragilità degli eroi perdenti», a volerci rammentare, sembra, che non è la perfezione assoluta ciò a cui anelare, ma i semplici gesti, le piccole storie, i grandi desideri, le nuove scoperte ciò a cui affidarsi per essere felici. Come Helena e Ruggero. Come noi dopo aver visto il loro spettacolo.

Ileana Bonadies

Teatro Nuovo
via Montecalvario 16, Napoli
contatti: promozione@napoliteatrofestival.it – http://www.napoliteatrofestival.it/

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