“Il Bugiardo”: condanna o assoluzione?
Gleijeses e Giordana protagonisti della commedia goldoniana diretta da Alfredo Arias che ritorna al NTFI dopo il successo del Circo Equestre Sgueglia.
È la Piazza d’armi del Castel Sant’Elmo a far da scenario alla nuova versione de Il Bugiardo di Carlo Goldoni, andato in scena dal 12 al 15 giugno nell’ambito Napoli Teatro Festival di quest’anno. Un luogo magnifico, quindi, per uno spettacolo rivelatosi, però, non del tutto all’altezza.
Protagonista della vicenda narrata è Lelio Bisognosi interpretato da Geppy Gleijeses, nel ruolo che fu di Aldo Giuffré nella rappresentazione televisiva del 1968: figlio di un ricco mercante veneziano (interpretato dall’impeccabile Andrea Giordana), l’uomo ha una passione smodata per le bugie e pertanto, tornato a Venezia dopo vent’anni di soggiorno a Napoli, approfitta del periodo di separazione dal luogo natìo per sviluppare le proprie trame mendaci, senza timore di essere scoperto, ai danni dei suoi conoscenti e dello stesso padre.
Fin qui la trama, dunque, su cui non ci dilungheremo preferendo soffermarci, piuttosto, su quello che a nostro avviso determina gran parte dei problemi legati alla messinscena, ovvero il malinteso lato “napoletano” del protagonista, a cui Gleijeses dà voce e corpo come fosse un guascone a metà strada tra un Toni Servillo ante litteram ed un Pulcinella scapestrato. Se doveva essere questo il modo per rendere il passato partenopeo di Bisognosi, si è scelta indubbiamente la strada più facile, affidando interamente nelle mani di Gleijeses e al suo gusto istrionico l’intera riuscita della pièce. Ma i risultati non ci appaiono soddisfacenti anche per la scarsa capacità della regia di Alfredo Arias di trovare una vera chiave di lettura al testo di Goldoni, non dimostrandosi efficaci le scelte metateatrali compiute (alla fine del primo atto, con uno scambio abbastanza melenso sulla sacralità del ruolo di attore) o le variazioni sul tema prive di particolare efficacia: difficilmente spiegabile, ad esempio, appare la scelta di inserire come intermezzi musicali La bambola di Patty Pravo e Alone with the moon dei Tiger Lillies.
In questo quadro, di converso, l’interpretazione di Giordana, puntuale e sobria, appare come una vera e propria boccata d’ossigeno, capace di riportare in scena lo spirito goldoniano con il suo impeccabile veneziano; così come degna di nota si dimostra la recitazione di Lorenzo Gleijeses, che per l’eclettismo senza sbavature si fa preferire anche al padre.
Ma a chiusura del sipario, nonostante questi camei di qualità, ecco che il bilancio dal punto di vista dello spettatore non può risultare positivo: non se si pensa al successo di pubblico e di critica del recente lavoro di Arias, Circo Equestre Sgueglia, presentato due anni fa proprio al Napoli Teatro Festival; non se si fa la tara del “peso specifico” di due attori di esperienza come Giordana e Gleijeses che in questa occasione non sembrano affatto congeniali ai ruoli essendo ben difficile immaginarli come padre e figlio; non se si guarda agli aspetti tecnico-scenici: luci e scenografia (opera, rispettivamente, di Gigi Ascione e Chloe Obolensky) non colpiscono l’occhio quanto dovrebbero, risultando nel complesso abbastanza piatte e prive di carisma. Piccola nota positiva per i costumi della Obolensky, pienamente capaci di restituire l’atmosfera della Venezia goldoniana.
In definitiva, che Il bugiardo, opera tra quelle del drammaturgo veneziano che per eccellenza prova ad indagare i rischi insiti nelle “finzioni” di ogni sorta, assuma qui un’ulteriore chiave di lettura lo riteniamo possibile: non è tutto oro quello che luccica e la notorietà dei nomi coinvolti in un nuovo allestimento non è detto diventi tout court la garanzia di un successo artistico corrispondente.
Antonio Indolfi
Il Bugiardo
di Carlo Goldoni
regia di Alfredo Arias
con Geppy Gleijeses e Andrea Giordana
Castel Sant’Elmo (piazza d’armi), dal 12 al 15 giugno