“Director’s cut”: ciak, si improvvisa!
CambiScena, la compagnia di Padova che fa improvvisazione teatrale, approda a Napoli, per la terza edizione dell’Improteatro Festival, portando sul palco della Sala Assoli il loro format di successo, nell’unica serata di sabato 4 luglio.
Motore, partito, ciak, azione: si gira! Anzi no, s’improvvisa. Claudia Gafà, Francesco Fontanieri, Grazia Generali, Lucio Bustaffa, Paolo Canuto e Paolo Facco siedono a turno sulla sedia bianca da regista, illuminata in scena. Director’s cut prevede infatti che ogni interprete, a vicenda, ricopra la parte del regista per dare il via allo spettacolo. Ma i registi presentati dal format devono essere soltanto cinque, per cui, da subito, coinvolgendo il pubblico, si procede alla votazione con applausometro invertito, che stabilisce la connessione empatica con gli spettatori, prima regola-premessa perché il gioco teatrale abbia inizio. Rimescolando i ruoli dell’imprò, ma rispettando sempre la sua struttura, il presentatore introduce gli attori e spiega il meccanismo di competizione. Solo una storia vincerà la statuetta tanto ambita: l’Oscar.
Codici e dinamiche derivati dal mondo del cinema si traducono sul palco, nei generi e negli stili cinematografici messi in scena nei vari quadri. Alla commedia all’italiana si contrappone il thriller psicologico, al cinema d’essai, invece, un film d’azione, in una sfida continua che genera comicità e tanto divertimento. Perché ciò avvenga, l’elemento necessario si rivela essere il pubblico. Dove? Cosa? Chi? Sono queste le semplici domande poste dagli improvvisatori. E le risposte degli astanti servono ad imbastire l’esile sceneggiatura su cui è costruita la performance, in ogni sua singola inquadratura. Le improbabili ambientazioni e i nomi più inverosimili attribuiti ai personaggi, infatti, concorrono a supportare il lavoro della compagnia volto alla risata. Ecco che la procace Daisy, protagonista di una commedia sexy, fa l’animatrice in una festa per bambini, mentre i fratelli Perin, durante un viaggio verso Scampia, loro terra d’origine, si trovano a parlare, con difficoltà, uno strano dialetto napoletano dallo smaccato accento veneto. Intanto, in un saloon, che rispetta la miglior tradizione dei western alla Sergio Leone, si festeggia il compleanno di Gesù, il sempliciotto credulone del paese, schernito da tutti, nei sotterranei di Napoli, Sara combatte le ombre del suo passato e della sua mente e, sullo sfondo di una Melbourne rissosa e violenta, Tesla, un ex-lottatore, ora operaio in miniera, per avere salva la vita, deve affrontare il suo ultimo incontro clandestino.
Sull’assurdo e il paradosso, frutto della causalità scelta dagli spettatori, s’innesta la tecnica degli attori-improvvisatori, che non lasciano mai nulla d’intentato, fondando le basi del canovaccio estemporaneo intessuto davanti ai nostri occhi sulla fiducia e l’ascolto del compagno e il rigore, che l’intero team di CambiScena ha mostrato di possedere. I tempi scenici serrati avrebbero avuto bisogno di un ritmo maggiormente sostenuto che a volte è mancato all’ensemble, ma l’entusiasmo e la curiosità delle persone in sala hanno ripagato questa lieve mancanza. Difatti è spesso la curiosità che spinge la gente ad andare a teatro per assistere ad uno spettacolo d’improvvisazione, il cui mondo forse è ancora troppo poco conosciuto per apprezzarne appieno il faticoso lavoro svolto nelle quinte. Questo è il compito che da anni si è proposto di portare avanti, Giorgio Rosa, fondatore della scuola d’improvvisazione teatrale Coffee Brecht e direttore dell’Improteatro Festival, quest’anno alla sua terza edizione. Rosa ha scelto Napoli come scenario più adatto per farsi promotore di questa forma artistica, Napoli, una città in cui, per usare le sue parole, «si suda teatro», andando oltre l’allusione al caldo afoso che non ha impedito, sabato sera, di riempire la Sala Assoli.
Antonella D’Arco
Improteatro Festival
Contatti: info@coffeebrecht.it – 393 9869631 – www.coffebrecht.it
Biglieto unico: 10 euro