L’Odissea al Teatro Romano di Gubbio
“Narrami, o Musa, dell’uomo dall’agile mente, che tanto vagò, dopo che distrusse la sacra città di Troia”: il poema epico di Omero raccontato da Amanda Sandrelli, Tullio Solenghi e Moni Ovadia in tre spettacoli in scena a cielo aperto fra le storiche rovine del teatro eugubino.
“Odissea un racconto mediterraneo” questo il titolo della cinquantacinquesima stagione del Teatro Romano di Gubbio a cura del Teatro Stabile dell’Umbria. Il progetto di Sergio Manfredi, anche responsabile della regia, vedrà in scena sul palco circondato dalle suggestive rovine dell’epoca romana tre spettacoli durante cui le avventure dei personaggi più famosi dell’Odissea di Omero saranno narrate al pubblico da Amanda Sandrelli, Tullio Solenghi e Moni Ovadia. Produzione Teatro Pubblico Ligure.
Edificato tra il 55 ed il 27 a.C., alla fine del periodo repubblicano, il Teatro Romano di Gubbio è costruito in blocchi squadrati di calcare rifiniti a bugnato. Si avvicinava per dimensioni ai teatri di Marcello e di Pompeo in Roma. Si calcola che la cavea potesse contenere ben 7.000 spettatori. L’edificio, in gran parte restaurato, conserva le arcate inferiori e parte di quelle superiori.
Qui di seguito ecco il programma completo della rassegna:
Martedì 28 luglio (ore 21.15) “La ninfa Calipso” (Canto V)
Amanda Sandrelli, con forza e dolcezza, dà vita a un’umanissima Calipso. Calipso, colei che nasconde. Nella sua isola nasconde Odisseo, che si trova lì da otto anni: Calipso gli ha offerto l’immortalità e la sua bellezza, eterna. Odisseo sa a cosa rinuncia, ma non vuole smettere di essere un uomo mortale e vuol continuare il suo viaggio così Calipso, piangendo, lo lascerà partire, come Atena le ordina di fare. Amanda Sandrelli, porta in scena questo coinvolgente e attuale testo ricco di contaminazioni con la letteratura contemporanea e si rivolge alle donne che devono lasciare andare via la propria speranza, un uomo o un ideale, arrendendosi a ciò che è scritto.
Giovedì 6 agosto (ore 21.15) “Odisseo e Penelope” (Canto XIX )
Tullio Solenghi ci racconta il primo incontro tra Odisseo e Penelope. Dopo che Odisseo è approdato a Itaca finge di essere uno straniero che molto ha errato per mari e che, in una terra lontana, ha pure incontrato Odisseo. Chiede di poter parlare a Penelope in privato, lontano dagli sguardi dei proci. Penelope si lascia incantare dal racconto dello “straniero”. Gli chiede prove: come era vestito Odisseo quando lo ha incontrato? E lo “straniero” ne fa una descrizione fotografica, quasi comica nella precisione dei dettagli, fin troppo perfetti. Penelope forse un sospetto lo ha, forse ha intuito che l’uomo di fronte a lei è il suo sposo. Ma gli Dèi fanno calare il sonno sulle sue palpebre.
Lunedì 10 agosto (ore 21.15) “Odisseo e la gara dell’arco” (Canto XXI)
Moni Ovadia corre sulle onde dell’Odissea arrivando all’Itaca di quello straordinario poeta che è Kostantinos Kavafis. Il racconto propone il momento in cui Penelope ha deciso di porre fine all’attesa: sarà sposa di chi, tra i proci, saprà tendere l’arco di Odisseo. I pretendenti, i proci, si preparano alla sfida; tra loro, sotto i dimessi stracci del mendìco, si cela Odisseo. Quando l’arco sarà nelle sue mani, Odisseo non esiterà a scoccare il dardo che trafiggerà la gola del più arrogante dei pretendenti. Le porte della reggia si serrano come le reti di una tonnara. La mattanza ha inizio. Un grande testo con un grande interprete per assistere a uno spettacolo di particolare suggestione.
Francesca Cecchini
Informazioni e prenotazioni: tel.075.575421 – www.teatrostabile.umbria.it – tsu@teatrostabile.umbria.it