Nei prossimi giorni a teatro…
Anticipi di stagione in scena per una nuova settimana tutta da vivere in platea.
Luci della città. Stefano Cucchi
Quando: 29 – 30 settembre e 1 ottobre
Luogo: Sala Assoli – 30ennale Sala Assoli
Orario: 20:30
Autori: Pino Carbone e Francesca De Nicolais
Regia: Pino Carbone
Interprete: Francesca De Nicolais
Trama: Charlie Chaplin è un attore acrobata che interpreta un personaggio che ripetutamente fallisce: un clown. Chaplin inventa Charlot per raccontare l’impossibilità e l’imprevedibilità della perfezione. Inventa Charlot per raccontare la grazia del fallimento. Profondamente, meravigliosamente umano. Charlot l’improbabile boxeur. Che si aggrappa alle corde per sottrarsi all’avversario. Che si ripara dietro l’arbitro, più per far ridere il pubblico che per nascondersi. Che si stringe forte al suo avversario per stanchezza e lo fa diventare poi un abbraccio affettuoso. Charlot che scappa sul quadrato come se fosse una lunga strada, per aggrapparsi di nuovo alle corde quando si accorge che lo spazio è finito. Chiude gli occhi come un bambino, per non vedere e sperare di non essere visto. Diventa ancora più piccolo e indifeso. Si chiude nella sua ottusa solitudine. Aggrappato ad un’idea di poesia. LUCI DELLA CITTÁ. STEFANO CUCCHI E intorno il mondo in bianco e nero… e muto. Intorno calci e pugni perché sei un reietto, sei la feccia della società, sei un tossico di merda, sei nelle nostre mani ora, nelle mani dello Stato. E tu, Stefano, per lo Stato non eri nessuno. E neppure per noi, fino a che non sei diventato martire e simbolo. Stefano che forse si aggrappa alle sbarre per sottrarsi all’avversario. Che forse si ripara dietro il lavandino, e non per far ridere il pubblico. Che forse si stringe forte ai suoi avversari, anche lui per stanchezza. Stefano che scappa nel quadrato della cella come se fosse una lunga strada, per aggrapparsi di nuovo alle sbarre quando si accorge che lo spazio è finito. Chiude gli occhi come un bambino, per non vedere e sperare di non essere visto. Anche lui diventa ancora più piccolo e indifeso Si chiude nella sua ottusa solitudine. Aggrappato ad un’idea di giustizia. Una idea: la sua.
Prenotazioni: botteghino@associazioneassoli.it – 081 1956 3943
Calafrica
Quando: 30 settembre e 1 ottobre
Luogo: Galleria Toledo – Stazioni d’Emergenza, Napoli
Orario: 20:30
Regia e Interprete: Manuela Valenti
Trama: Calafrica, termine che rimanda ironicamente alla vicinanza culturale tra la Calabria, e in generale tutto il Sud Italia, e l’Africa, è uno spettacolo che contiene in sé diversi mondi sociali, filosofici, espressivi, uniti tutti da un unico filo conduttore: una profonda riflessione autobiografica sull’esperienza del viaggio dentro s e fuori da s alla ricerca-scoperta della diversità del volto degli altri, dell’accettazione, della ricomposizione, attraverso la narrazione, di un vissuto ai margini della crisi identitaria e della crisi collettiva. Ecco, pertanto, come Calafrica sia il frutto della volontà di dar voce, attraverso la musica la danza e il racconto, al sentire di quanti hanno vissuto il trauma-rivoluzione della migrazione, dell’alienazione del percepirsi come diversi lontani dai luoghi di appartenenza. Appartenenza, appartenere, cosa significano poi veramente? Consapevolezza della propria identità in relazione all’ambiente di riferimento: e quando l’ambiente non pi lo stesso, cosa accade? Si può vivere senza appartenere a null’altro che ai solchi della propria esperienza, in tutta la loro problematicità e complessità fuori dal tempo e dallo spazio? Fuori dalla logica della fissitˆ e della stasi…fuori dai confini dello stereotipo, non a caso caricaturizzato e reso comico; al di lˆ dell’eurocentricitˆ del punto di vista sulla quotidianitˆ del dramma della partenza….Calafrica tesse di respiro e pathos, energia e intimitˆ, silenzio e movimento, la narrazione di un pezzo di vita che appartiene a molti, che molti non possono dire, e che deve arrivare a molti… Figure di donne si alternano sul palco per raccontare questo viaggio tra la Calabria e Africa, due paesi che si incontrano riscoprendosi diversi ma simili, lontani ma molto vicini, uniti appunto da un senso universale di umanità.
Info e prenotazioni: 081 425037 – galleria.toledo@iol.it
Totò dentro – poetic music-hall sull’anima più segreta di Antonio de Curtis
Quando: 3 ottobre
Luogo: Teatro Diana, Napoli
Orario: 21
Produzione: Experimenta Teatro il collaborazione con il Teatro Diana
Autore e Regia: Riccardo De Luca
Interpreti: Riccardo De Luca, Roberta De Pasquale, Annalisa Renzulli, Michele Romano, Luigi Vuolo
Trama: Quello che il mondo intero conosce, il prodigioso personaggio comico, è il Totò “fuori”. Antonio de Curtis stesso ci tenne a dividere se stesso da Totò: lo teneva a distanza, lo faceva mangiare in cucina, senza pietà lo sfruttava per vivere. Il principe ha sempre detto che lui era un altro, diverso dal quel personaggio che tutti conosciamo col nome di Totò. Ma poi sappiamo bene che in realtà anche i prodigi comici di Totò non sarebbero esistiti senza il capo di casa, Antonio de Curtis. Ci scherzava, eccome!, il principe, su questa differenza, anche se poi nelle interviste — vero è che ci pensava un attimo — alla domanda se dovevano chiamarlo “principe” o “Signor de Curtis” lui si spogliava di tutto e rispondeva: “Mi chiami semplicemente Totò”. Quello che in questo spettacolo voglio fare è portare sulla scena il Totò “dentro”. Quell’anima complessa, ipersensibile, malinconica, contraddittoria che poco si conosce. E voglio farlo attraverso le sue poesie, i suoi scritti, i suoi pensieri, oggi forse ancora più potenti delle sue promanazioni comiche, e le testimonianze dei parenti, degli amici, dei critici, a cominciare dalle pagine che Liliana de Curtis, figlia del Principe, ha dedicato alla ricostruzione della sua vita personale e familiare. “Le poesie di Totò sono forse il suo “violon d’Ingres”; forse ancora di più: corollari ed effusioni di infinite malinconie e nostalgie e tenerezze e ironie che l’esigenza del palcoscenico sopprime e la telecamera crudelmente recide.” dice Carlo Nazzaro, che scrisse l’introduzione alla sua prima edizione di poesie nel 1964. I personaggi saranno le innumerevoli figure surreali, addirittura dadaiste: gatti che parlano, topi che discutono, cani che si innamorano, cavalli che si suicidano, carri armati che fraternizzano, automobili che si fanno critica sociale, coscienze che si materializzano, fantasmi che fanno politica. Personaggi surreali che dovranno vedersela con quelli ben reali che hanno ispirato i sentimenti più profondi e spesso celati dell’animo di Antonio de Curtis. Da Liliana Castagnola, la più famosa vedette d’Italia, fragile e passionale, che si suicida per lui consegnandogli il senso di colpa che lo accompagnerà per sempre, alla moglie Diana Rogliani pronta ad affrontare le insidie dell’amore di un uomo complicato, fatte di esasperate gelosie e smanie di possesso. In un coro vivianeo che viene dalla strada del cuore, nella tensione costante tra comico e drammatico, nel brillio di canzoni e danze, una ricerca che cavalca il personaggio di Antonio de Curtis con voluta modernità, utilizzando gli stilemi del musical americano, dell’espressionismo tedesco, del futurismo, dello straniamento brechtiano, per mettere in scena quella parte dell’anima più segreta, così amara, pessimista, contraddittoria, delicata, ricca di voci e personaggi che pochi conoscono, più vicina al pessimismo ironico di Voltaire che al Totò “fuori” che conosciamo. E quindi dopo “Totò e Peppino”, “Totò e Marcellino” e “Totò truffa”, ora è tempo di “Totò dentro”. (Riccardo De Luca)
Per info: 081 556 75 27
Mangiare e bere. Letame e morte
Quando: 3 e 4 ottobre
Luogo: Sala Assoli – 30ennale Sala Assoli, Napoli
Orario: 20:30
Regia: Davide Iodice
Interprete: Alessandra Fabbri
Trama: È un lavoro di teatro e danza per danzatrice sola. Sola per la verità non è mai, tranne che per il suo corpo stesso: con esso, difatti, e con il racconto, il ricordo, espressi nel movimento ma anche nel verbo, Alessandra Fabbri costruisce un intero mondo sul palcoscenico. Perlopiù un mondo animato, nella prospettiva etimologica di anima-ae: giacché è un mondo animale, inteso nel suo significato più stretto, di bestia, e nel suo senso totale, di essere vivente. È nel cambio continuo di prospettiva tra donna e animale, dallo scambio tra di loro, e nella terzietà del rapporto con il pubblico che si realizza Mangiare e Bere. Letame e Morte: uno spettacolo che conferma la poetica di Davide Iodice.
Prenotazioni: botteghino@associazioneassoli.it – 081 1956 3943
Forse… resto
Quando: 3 e 4 ottobre
Luogo: Teatro Ateneo – Casoria
Orario: 20
Autrice e Regia: M. Balsamo
Interpreti: Francesca Romana Bergamo, Agnese Laurenza, Walter Lippa, Diego Sommaripa, Mariachiara Vigoriti
Trama: Forse…resto è la decisione finale di una riunione straordinaria di “condominio”. Presenti tutti, straordinariamente insieme, per riconoscersi conviventi sotto lo stesso tetto: l’uomo. Perché arriva un momento nella vita di ognuno in cui bisogna fare i conti con quelle parti non considerate o date per scontate e finite nell’indifferenza. Il momento critico in cui ci si guarda davvero in faccia tutti: l’io la testa l’anima l’amore illusione e quello vero. Forse…resto smuove l’immobilità ipocrita che confondiamo con la serenità, al punto che dopo la prima messa in scena alcuni ruoli sono stati ridefiniti, perché non si può interpretare una magia che non realizziamo dentro noi stessi.
Per info e prenotazioni: http://www.teatroateneo/ – 081 737 2000 – 347 6044 448
Il segno di Giotto
Quando: 3 e 4 ottobre
Luogo: ZTN, Napoli
Orario: sabato ore 21; domenica ore 19
Produzione: Progetto Buone Idee e Teatro Arcas
Autore e Regia: Pippo Cangiano
Interpreti: Peppe De Vincentis e Riccardo Citro
Trama: Il racconto di due “anime”, in qualche modo legate da un filo conduttore calpestato e poi, lentamente, quasi del tutto ricucito. Il segno di Giotto disegna un invisibile parallelo tra due volti: Umberto un giovane ventenne napoletano affetto da autismo, e Giotto, un cinquantasettenne malvivente napoletano evaso dal carcere. Umberto è improvvisamente coinvolto in un inspiegabile sequestro di persona, all’indomani della morte della madre, ed è costretto ancora a reagire alla vita, cosa che fa da sempre, per l’insperato incontro con quest’uomo dal passato misterioso, che cambierà per sempre la sua storia. Al giovane Umberto accade l’inatteso: si trova completamente catapultato in una situazione complicata e, a tratti, persino divertente, che segna la vita e che ne devia il percorso. Magari lo migliora, ribaltando le regole, svoltando il modo vertiginoso e travolgente verso l’inaspettato. Verso l’atteso riequilibrio. I volti, le parole, i gesti e le emozioni, che emergono naturalmente dalla storia, sono un boato, silenzioso ed inatteso, che passo dopo passo mostra al pubblico l’animo, nobile e corroso, di chi “subisce” la propria esistenza. (Pippo Cangiano)
Prenotazioni: 3394290222
Gabriella Galbiati