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Sarà Giulio Cavalli ad inaugurare il 10 ottobre la nuova stagione del teatro diretto da Mario Gelardi e sempre più progetto culturale ad ampio raggio per il quartiere circostante e non solo.

Fonte foto Ufficio stampa

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Acquista una identità sempre più precisa il Nuovo Teatro Sanità diretto da Mario Gelardi, al terzo anno di vita nel quartiere oggi più che mai nell’occhio del ciclone per le ultime vicende di sangue che lo hanno macchiato ma in cui – come scrive il giornalista Arnaldo Capezzuto su Il fatto Quotidiano «tra catacombe, tufo, altari paleocristiani, basiliche, chiese, arte, cultura e ossari c’è la vera anima di Napoli».
Quell’anima contraddittoria che fa appunto coesistere in uno stesso rione criminalità e creatività, morte e rinascita, disordine e disciplina. Che fa nascere e crescere un collettivo prevalentemente di giovanissimi, tesi a mettersi alla prova come organizzatori teatrali, attori, tecnici, registi, senza nessun finanziamento pubblico ad agevolare l’ascesa, ma semmai impegnati contando sulle proprie forze e su chi, da privato, ha scelto di sposare il progetto (come lo scrittore Saviano o l’azienda Optima Italia), ovvero tenere aperto uno spazio dall’architettura suggestiva, già edificio di culto, affinchè diventi, attraverso l’azione teatrale di cui si fa promotore, stimolo di riscatto e attrattore di curiosità sopite per i ragazzi del luogo e le loro famiglie, per gli spettatori tutti e – perché no – anche per gli stessi artisti che decidono di far parte del cartellone o di esservi ospiti, anche solo “di passaggio” per eventi speciali (come accadrà domenica 4 ottobre con Enzo Moscato, per la prima volta sul palcoscenico di piazzetta San Vincenzo, che porterà in scena Patria puttana).

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Non stupiscono affatto, pertanto, le risposte del direttore artistico quando gli chiediamo di associare a quattro parole chiave – da noi individuate come forse le più calzanti per il ntS’- un pezzetto della storia e delle finalità dell’impresa targata Sanità:
Territorio: «Siamo il teatro “del” quartiere, non un teatro “di” quartiere. Quello che facciamo è permeabile rispetto al territorio in cui agiamo, lo è socialmente, umanamente, eticamente, ma non artisticamente. Nelle scelte artistiche cerchiamo di avere, quanto più possibile, uno sguardo ampio».
Accoglienza: «Per noi è fondamentale, l’accoglienza per le compagnie, gli artisti, conoscere il nostro pubblico, consigliarlo. Siamo una casa di vetro, lontani da giochi politici, la porta è aperta a tutti, ma per entrare bisogna conquistarsi la nostra fiducia».
Resistenza: «È la resistenza di tutto il teatro italiano, di tutto il teatro napoletano, resistere contro chi vede il teatro come il dessert in una tavola a cui manca il pane. Resistenza contro chi non riconosce il valore etico e pedagogico di quello che facciamo. Resistenza verso chi pensa che la cultura, l’arte, siano orpelli non necessari».
Differenza: «Non pensiamo di essere né peggiori, né migliori degli altri teatri, cerchiamo di essere diversi, questo sì. Immagino che distinguersi sia il desiderio di ogni direttore artistico, di ogni spazio culturale. Cerchiamo di portare avanti con coerenza le nostre scelte, di avere dei piccoli traguardi da raggiungere e superare. Il nostro è un teatro in cui la media di età di chi ci lavora, ma anche di chi sta in scena è molto bassa, dare fiducia alle nuove generazioni per noi è un vero investimento sul futuro. Ecco, noi investiamo sul futuro, quello che il Mibact (NdR la cui commissione ha respinto la richiesta di riconoscimento del ntS’ quale compagnia under 35 ritenendola priva di qualità) non ha capito, ma l’arte è nemica della burocrazia».

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Ma se questa è la teoria, se queste sono le parole, queste le intenzioni che portano a intitolare la stagione 2015-16 con un ottimista “Vorrei essere qui”, come nella pratica tutto ciò si traduce? Facile detto: con 18 spettacoli (in programma da ottobre fino ad aprile); un Avviso Pubblico che dà alle compagnie vincitrici dell’omonimo bando pubblico la possibilità di farsi conoscere e allestire i propri spettacoli (in totale sei); 5 serate evento intitolate “Ones” durante le quali ci sarà spazio per ricordare Pasolini con Oltre ogni possibile fine, ospitare Diego De Silva con il reading Sono contrario alle emozioni, prevedere nuove date dei fortunati progetti a cura del ntS’, Lui, il figlio – Altre storie e Do not disturb, e, infine, terminare con Matteo diciannove, quattordici di Giovanni Franci, con Fabio Vasco; un laboratorio per ragazzi dai 14 ai 18 anni finalizzato – spiegano gli organizzatori – a «favorire, attraverso il gioco e la rappresentazione, la socializzazione delle esperienze individuali e la condivisione di obiettivi».
Insomma, queste le sfide che il Nuova Teatro Sanità si prepara a vincere, tra disservizi ancora da risolvere (come l’assenza di segnali stradali che aiutino che non è del luogo a trovare facilmente il teatro) e inevitabili alti e bassi che forse ci saranno ma non dovranno spaventare, perché del resto propri di ogni creatura fatta di persone libere e sognatrici, e che delle relazioni e degli scambi fa il suo fulcro e la sua molla. Per crescere, migliorarsi, divertirsi.
Per conoscere tutti gli spettacoli in cartellone, cliccare qui: http://www.nuovoteatrosanita.it/stagione-201516-vorrei-essere-qui/

Ileana Bonadies

Nuovo Teatro Sanità
Piazzetta san Vincenzo 1 – Napoli
Contatti: http://www.nuovoteatrosanita.it/ – info@nuovoteatrosanita.it – 339 666 64 26
Orari spettacoli: feriali ore 21 – domenica ore 18
Costo biglietti: intero, 12 euro – ridotto under 25 e over 65, 10 euro
Abbonamento a sei spettacoli: 50 euro

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