Manlio Boutique

Una donna, SabnaQƒ2, lo scorso 27 e 28 novembre è sbarcata al Teatro Bellini di Napoli per fare il suo discorso celebrativo alla nazione prima di ripartire in tour cercando di capire perchè gli italiani siano caduti così in basso.

Foto Lucrezia Testa Iannilli

Foto Lucrezia Testa Iannilli

L’alieno alter-ego di Sabina Guzzanti, SabnaQƒ2, una futuristica donna che coltiva paponzoli e balla il kallakalla, ha il compito di ricordare a tutti quanto avvenuto nel cosiddetto “secolo dimmerda”, ovvero il periodo compreso tra il 1990 e il 2041, che sebbene molto più corto di 100 anni è sembrato a tutti così lungo da essere definito secolo. È un rito catartico quello si compie ogni anno nel paese immaginifico dove vive SabnaQƒ2, un rito portato avanti dalla nostra progenie al fine di evitare il ripetersi di taluni eventi che hanno dato luogo al “secolo dimmerda”, per l’appunto. A differenza degli oratori degli anni precedenti che hanno incentrato i loro discorsi sul come abbiano fatto i merdolani, ovvero gli abitanti del “secolo dimmerda” (ribadiamo), ad uscire fuori da un periodo così buio e degradante per l’intelligenza umana, quest’anno il discorso vuole analizzare alcuni degli eventi accaduti, delle mode e convenzioni nate e diffuse in quel periodo nonché  ricordare alcuni dei personaggi che sono saliti alla ribalta della cronaca e della storia politica.
Al centro del monologo Come ne venimmo fuori (proiezioni dal futuro) diretto da Giorgio Gallione, e andato in scena il 27 e 28 novembre al Teatro Bellini di Napoli, gli usi e costumi dei giovani, le tecniche di socializzazione e di partecipazione alla vita comune, le tendenze televisive e sociali, le abitudini lavorative e degli ideali, i politici e la modalità di fare politica, l’economia e il lavoro, alle cui descrizioni, quasi antropologiche, si alternano analisi storiche più accurate del periodo che va dal dopoguerra in poi, nonché del periodo economico post-capitalista o neoliberista, oggetto di studio della Guzzanti  negli ultimi tempi, e fonte di ispirazione – non a caso – per la  scrittura della drammaturgia.

Foto Lucrezia Testa Iannilli

Foto Lucrezia Testa Iannilli

Una carrellata di analisi, commenti e descrizioni rigorose e minuziose che il tono incredulo dell’oratore fa sembrare quasi surreali, ha così inizio, e lo stupore dell’attrice/mentore per come siano potute accadere alcune cose diventa facile ilarità per chi ascolta: il racconto della realtà che ci circonda come fosse un ricordo passato, infatti, permette di guardare ciò che siamo e l’ambiente in cui viviamo come qualcosa che non ci appartiene, di cui attraverso la narrazione fatta da terzi riusciamo a cogliere gli aspetti più assurdi.
Del resto, la Guzzanti, lontana dalla TV ormai da anni, ha sempre dedicato le sue abilità di performer-regista-autrice per dar voce e spazio alla storia politica e sociale del nostro Paese seguendo il principio della libertà di espressione ed utilizzando un punto di vista che, come ella stessa afferma a riguardo del suo ultimo film La Trattativa, «[…] non è né giuridico, né giornalistico. Il punto di vista è quello di un gruppo di lavoratori, che offrono le proprie capacità per rendere fruibile un pezzo della nostra storia affinché più persone possibile possano capire e discuterne».E proprio per facilitare ciò, è oggi molto attiva sui social grazie ai quali ha organizzato circa 700 proiezioni-dibattito in giro per il mondo, mentre sul suo sito ha dato vita ad una striscia di informazione satirica intitolata TgPorco.
Abile a dominare da sola la scena mantenendo sempre alta l’attenzione del pubblico durante le due ore di spettacolo, l’attrice conferma la sue apprezzate doti imitative e la capacità di analisi e oratoria impregnata di ironia mai volgare e di dovizia di particolari e Come ne venimmo fuori diventa, pertanto, una piacevole seppure amara occasione per indurre a ripensare e analizzare ciò che siamo e ciò che facciamo. Esattamente nel segno, d’altronde, della funzione propria del Teatro.

Irene Bonadies

Teatro Bellini
Via Conte di Ruvo, 14 – 80135, Napoli
Info  e contatti: www.teatrobellini.it – botteghino@teatrobellini.it – 081 54 99 688

 

Print Friendly

Manlio Boutique