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In scena al Teatro Bellini di Napoli fino a domenica 13 dicembre ‘La verità’, il viaggio surrealista della Compagnia Finzi Pasca tra poesia e acrobazie.

Foto Viviana Cangialosi

Foto Viviana Cangialosi

Etereo come i soffioni giganti che campeggiano sul palcoscenico. Surrealista come colui al quale l’opera si ispira, Salvador Dalì. Sorprendente come solo il teatro di Daniele Finzi Pasca sa essere. La verità è questo e quanto altro ciascun spettatore voglia vederci se solo abbandona ogni reticenza razionale e per due ore di spettacolo asseconda e si lascia coinvolgere dall’atmosfera nonsense che (apparentemente) attraversa il lavoro della Compagnia, in esclusiva al Teatro Bellini di Napoli, dopo cinque anni di tournée internazionale, dall’8 al 13 dicembre.
Nato dall’incontro di due avvenimenti che forse mai avrebbero potuto produrre un risultato congiunto se ad imbattervi non ci fosse stato l’estro geniale del regista, coreografo ma soprattutto clown svizzero e di sua moglie – il ritrovamento della tela originale dipinta da Dalì per l’allestimento del Tristano e Isotta e la volontà da parte della coppia e del loro gruppo di lavoro di sperimentare forme acrobatiche in volo – lo show coinvolge 12 performer (Moira Albertalli, Erika Bettin, Jean-Philippe Cuerrier, Stéphane Gentilini, Andrée-Anne Gingras-Roy, James Kingsford-Smith, Francesco Lanciotti, David Menes, Marco Paoletti, Felix Salas, Beatriz Sayad, Rolando Tarquini) in veste di acrobati, musicisti, cantanti e giocolieri, e dalla fantomatica asta, in favore di artisti decrepiti, del famigerato fondale che imponente si staglia sulla scena, prende avvio articolandosi in una serie di quadri. Ad alternarsi numeri di clownerie, agilità, danza, musica chiamati a comporre un caleidoscopico circo che talvolta emoziona, altre diverte, ma sempre lascia a bocca aperta per bravura, originalità, sfarzo, magia.
Quella stessa magia che avevamo avuto modo di applaudire di recente, sempre a Napoli, in occasione della messinscena di un altro piccolo gioiello firmato Finzi Pasca, ovvero Bianco su Bianco, metafora eloquente, declinata in forma più intima, della poetica che lo contraddistingue, che unisce forme d’arte diverse e artisti poliedrici provenienti da tutto il mondo e che in questo allestimento in particolare si impone per maestosità, pur senza tradire lo spirito originario.

Foto Viviana Cangialosi

Foto Viviana Cangialosi

Così ecco danzatori fintamente impacciati, rinoceronti giganti, richiami spagnoleggianti, pattinatori, percussionisti, manipolatori di oggetti, cinghie aeree e contorsionisti riempire il teatro in un susseguirsi senza sosta di specialità a cura di intrepreti altamente formati e provenienti dalle più prestigiose esperienze del settore, in grado di coniugare forza e delicatezza, precisione e velocità; ed ecco lo sguardo estetico di Finzi Pasca riunirli tutti con poesia, ironia e gioiosa malinconia. Così come è proprio del mondo circense, dal linguaggio universale, che parla alle emozioni e che di volta in volta può assumere sembianza diverse, travestimenti differenti, ma resta eternamente un concentrato di meraviglie e stupori. Di verità a cui poter  attribuire personali significati per osservare con occhi sempre nuovi la realtà, e così provare a renderla più leggera, forse consapevoli – come appuntò  una volta Julie Hamelin Finzi – che del resto «la verità è tutto ciò che abbiamo sognato, che abbiamo vissuto, che abbiamo inventato, tutto quello che fa parte della nostra memoria».
E allora, nel solco del sogno che diventa concreto, suggestivo diventa il disegno luci, a cui va il merito di enfatizzare ciascun momento contribuendo a rendere palpabile l’atmosfera sognante ricercata, e preziosi si fanno i costumi, numerosi, cambiati di frequente, dalla brillantezza appariscente, creati per l’occasione dall’italiana Giovanna Buzzi, il cui peso incide in maniera coerente e omogena sull’effetto finale, così ulteriormente definendo la cifra stilistica della Compagnia Finzi Pasca: un equilibrio creativo tra tecnicismo e leggiadria, in grado di volare in alto. Proprio come degli abili trapezisti.

Ileana Bonadies

Teatro Bellini
Via Conte di Ruvo, 14 – 80135, Napoli
Info  e contatti: www.teatrobellini.it – botteghino@teatrobellini.it – 081 54 99 688

 

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