La stagione romana di Dominio Pubblico 2016
Dal 19 gennaio al 30 aprile, tre mesi di spettacoli con 15 titoli, 56 repliche, laboratori e La città agli Under 25.
La solida collaborazione tra il Teatro Argot Studio e il Teatro dell’Orologio nella stagione teatrale congiunta di Dominio Pubblico quest’anno (con l’aiuto di 20chiavi Teatro di Viterbo, Jobel Teatro di Rieti, la compagnia OperaPrima di Rieti e Spazio Mat di Latina) si allarga per includere appuntamenti di sperimentazioni musicali, oltre alla nota attenzione per spettacoli di prosa e danza contemporanea, e per coinvolgere, territorialmente, gli spazi di Opera Prima Teatro di Latina, Spazio Mat di Viterbo e Teatro Bambin Gesù di Rieti.
Un cartellone ricco quello presentato in tandem con Dominio Pubblico – La città agli Under 25 (dal 31 maggio al 5 giugno), rassegna capitolina realizzata e gestita interamente da un gruppo di giovani organizzatori in collaborazione con il Teatro di Roma. Un cartellone che si definisce nonostante le difficoltà causate dagli ormai abitudinari scarsi finanziamenti e sostegni, ma che, grazie anche ai contributi della Regione Lazio, non rinuncia a offrire un sempre ispirato panorama di ricerca e promozione di nuove creatività spettacolari: «È una politica di penetrazione culturale ed equa distribuzione di occasioni di crescita e godimento artistico – ha commentato Lidia Ravera, Assessore regionale alla Cultura -; è una politica che moltiplica le possibilità ad artisti non ancora conosciuti o molto giovani di essere visti e apprezzati; ed è una politica che meriterebbe un aiuto ben più sostanzioso».
Dunque, il prossimo 19 gennaio, partirà ufficialmente – e durerà fino al 30 aprile – la carrellata di proposte sceniche che vede già schierata all’Orologio l’indagine sulla soglia tra vita e morte nel debutto assoluto targato Filippo Gili-Francesco Frangipane “L’ora accanto”, terzo capitolo della Trilogia di Mezzanotte (comprensiva di “Prima di andar via” e “Dall’alto di una fredda torre”). Sullo stesso palco off del centro storico romano sarà poi il turno di “Cock” di Mike Bartlett e regia di Silvio Peroni, per ambigui approcci (di gender) relazionali con interpretazione di Fabrizio Falco, Sara Putignano, Jacopo Venturiero ed Enrico Di Troia. Il duo Maniaci d’Amore ci aspetta poi con “Morsi a vuoto”, per un incontro con la violenza tradotta in dipendenza emotiva della paura di morire; la compagnia Capotrave ritrova “Piero della Francesca. Il punto e la luce” per riflettere sul percorso linguistico e vitale del pittore rinascimentale; a febbraio, la personalità ironica e bizzarra di Andrea Cosentino farà il suo ingresso a “Lourdes”, su libero adattamento del romanzo di Rossa Matteucci, per regia di Luca Ricci, con un ensemble di speranzosi personaggi in attesa di miracolo; mentre, ad aprile, Paolo Mazzarelli sarà autore, regista e interprete di “Fatelo a pezzi per i suoi brutti versi” con un dialogo omicida tra Popolo e Poeta che parte da Shakespeare per raggiunge Pasolini. Intanto, la ricerca sonora curata da Free Music Factory si cimenta in improvvisazioni musicali ne “Hypnagogia 4tet”, intorno all’omonimo spettacolo di Giovanni Firpo; e gli stessi artefici melodici saranno poi presenti all’Argot con “Children’s Song (reflections)”, per scomposizioni acustiche della musica di Chick Corea, e, ad aprile, al viterbese Spazio Mat, li troveremo nella rilettura concertuale di canti, dinamiche e impulsi con “Tanz! Tanz! Tanz!”.
All’Argot invece, da fine gennaio, sarà il turno de “Il ritratto della salute” di Mattia Fabris e Chiara Stoppa, con quest’ultima a intendere la malattia come un lungo viaggio in terre lontane; mentre si aspetta fine febbraio per l’analisi sul binomio parola-linguaggio in “Mad in Europe”, firma drammaturgia e recitativa di Angela Dematté, con richiami a esperienze reali e vocalità femminile affidata a un “dialetto” internazionale. Doppie coreografie poi, a marzo, per Anna Basti con “Moto perpetuo – prima deviazione” e “Horizon”, per ricerche fisiche di luoghi emotivi e immaginari.
Il 5 marzo, Fabio Morgan e Leonardo Ferrari Carissimi richiameranno “Hitchcock. A love story” allo Spazio Mat, affinché il linguaggio metateatrale ci porti a contatto col cinema del maestro del brivido; in primavera, il reatino Teatro Bambin Gesù ospiterà invece i Zaches Teatro (autori anche del laboratorio “Il filo d’Arianna”, al centro Jobel) con un “Pinocchio” abitante – tra l’onirico e il reale – di un teatro delle marionette abbandonato; mentre, all’Opera Prima di Latina, la compagnia Simona Bertozzi/Nexus darà forma danzante all’unione temporale tra corpo biologico e sonoro con “Anatomia”, e, successivamente, con “Atlante”, porrà le basi laboratoriali per danzatori e performer in uno studio sull’impiego e sulla pratica della fisicità. Infine, il testo di Gaetano Colella e la direzione di Enrico Messina danno vita a “Capatosta”, con ubicazione nei reparti dell’Ilva, tra sentimenti echeggianti i drammatici fatti dell’acciaieria tarantina.
Nicole Jallin