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Eleonora Pimentel Fonseca, Moscato, Shakespeare, Simone de Beauvoir, Erri De Luca, Euripide e molti altri vi aspettano per una settimana teatrale da vivere all’insegna della bellezza.

6ce78203-d15d-40ef-97c1-aa29d8106b58Ma che bella differenza
Quando: 16 febbraio
Luogo: Teatro dei Piccoli
Orario: 10
Regia e Interprete: Giorgio Scaramuzzino
Trama: Uno spettacolo – conferenza, prodotto dal Teatro dell’Archivolto di Genova, nella formula già sperimentata con successo da Scaramuzzino nei precedenti allestimenti di “Come un romanzo” di Daniel Pennac e “Il razzismo spiegato a Lucia” da Tahar Ben Jelloun.
Un’ora per parlare ai ragazzi di migrazioni, tensioni internazionali, scambi di immagini e di idee, di nuovi scenari, di barriere che sembrano crollare e di confini e divisioni sempre nuove. “Parole come cultura, etnia, identità – commenta l’attore e regista – riempiono sempre più, e sempre più spesso a sproposito, i discorsi dei politici e le colonne dei giornali. L’uso e l’abuso, spesso strumentale, di questi concetti rischia di far apparire le culture come strutture monolitiche e immutabili. E così togliere il crocifisso dalle scuole, battersi in favore di regionalismi o contro l’immigrazione non dà conto di conflitti culturali, ma di costruzioni ideologiche, manipolazioni politiche che finiscono per diventare opinioni diffuse e condivise”.
Quale messaggio arriva ai più piccoli e che futuro li aspetta? questi sono i quesiti che Giorgio Scaramuzzino affronta in scena, utilizzando a tal proposito testi di Marco Aime, per realizzare un percorso di conoscenza e di informazione sulla diversità dedicato ai più piccoli, futuri cittadini e protagonisti del domani. Un monologo che attraverso storie di Paesi vicini e lontani farà comprendere e accettare l’importanza della diversità, vivendola come un arricchimento e un valore aggiunto anziché un elemento di paura e diffidenza.
Info e prenotazioni: 081 239 5653 (feriali 9:00/17:00) – www.teatrodeipiccoli.it – info@teatrodeipiccoli.it

12742520_971858556234627_1782973271905745338_nDonnamore
Quando: 16 febbraio
Luogo: Teatro di Costanzo Mattiello di Pompei
Orario: 20:30
Interpreti: Francesca Accietto, Emanuela Amoroso, Angela Rosa D’Auria, Fiammetta Drammatico, Teresa Barbara Oliva, Laura Pagliara, Sara Robustelli
Trama: Una dedica all’universo femminile attraverso i più importanti personaggi della storia, che vanta una madrina d’eccezione, da tempo impegnata nella lotta alla terribile piaga della violenza di genere: Barbara De Rossi. La prima serata sarà una presentazione del progetto ad inviti, mentre il ricavato delle repliche successive sarà destinato, attraverso il comitato delle pari opportunità presso il Consiglio dell’Ordine degli avvocati del Tribunale di Torre Annunziata, all’istituzione di borse di studio rivolte ai figli delle donne che hanno subito maltrattamenti o abusi, con la possibilità di avviare i ragazzi allo studio della musica o della recitazione in strutture convenzionate. Un circolo virtuoso che passa attraverso la cultura, lo spettacolo e la musica, che vuole sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e porvi termine.
Il filo conduttore dello spettacolo, ambientato in una clinica psichiatrica femminile, è il sentimento dell’amore delle donne, in tutte le sue forme: “…dove porta le donne a voler vivere il sentimento dell’amore fino in fondo…?”.
In “Donnamore”, le cantanti, le ballerine e le attrici in scena interpretano il cambiamento del ruolo femminile avvenuto nel tempo, attraverso figure della storia come Hatshepsut (la prima donna Faraone del grande Egitto), Agape (la donna Greca, usata solo per procreare e badare ai figli), Didone (regina di Cartagine, immolatasi sul rogo per il dolore dell’abbandono), la Madonna (e il suo dolore di madre per la morte di un figlio), Ipazia (la prima donna matematica della storia, uccisa dagli uomini per il suo sapere), Francesca da Rimini (uccisa per l’amore dimostrato), Giovanna D’Arco (guerriera per la sua terra e per il suo popolo), Anna Frank (vita spezzata dalle ideologie folli di un uomo), Madre Teresa di Calcutta (e il suo amore per i più deboli della terra), con particolare attenzione all’evolversi della relazione tra i sessi e all’atteggiamento degli uomini nei confronti delle donne. Attraverso un testo dal linguaggio accessibile ad ogni fascia di pubblico, lo spettacolo tocca con semplicità e leggerezza temi difficili, legati dal filo conduttore della musica e della danza.
Per informazioni: 3351277521 – 3423107406 – santarpino@gmail.com

8cbe986e-b32b-44a9-a257-da7cc82f3a0aSotto ‘a muntagna
Quando: dal 16 al 18 e dal 23 al 25 febbraio
Luogo: La Cantina di San Domenico – Oltre la linea 2016
Orario: 21
Interpreti: Camillo De Felice e Luca Cioffi
Trama: Lo spettacolo dedicato alla tradizione dei cunti e dei canti all’ombra del Vesuvio, dove il sacro e il profano si ritrovano proprio nel loro rapporto con la terra, al tempo stesso distruttrice perché carica di lava pronta ad esplodere e fertile produttrice di frutti, in particolare dell’uva Catalanesca che si coltiva alle pendici del Monte Somma.
Prenotazioni: 3402298926 – itinerarte@tin.it
 
7fc607c9-357c-4504-be7b-36d7042a4da5The Pride
Quando: dal 16 al 28 febbraio
Luogo: Teatro Bellini
Orario: martedì, mercoledì 24 febbraio, giovedì, venerdì, sabato ore 2; mercoledì 17 febbraio ore 17.30; sabato pomeriggio 20 febbraio ore 17.30; domenica ore 18
Autore: Alexi Kaye Campbell
Regia: Luca Zingaretti
Interpreti: Luca Zingaretti, Valeria Milillo, Maurizio Lombardi e Alex Cendron
Trama: The Pride è un testo enigmatico costruito magnificamente: due storie si svolgono in periodi di tempo lontani, il 1958 e il 2015.
Londra 1958. È una serata speciale. Sylvia, una ex attrice reduce da un esaurimento nervoso, sta lavorando alle illustrazioni del libro di Oliver, uno scrittore per ragazzi. Non vede l’ora di presentarlo al marito Philip e quella sera, finalmente, usciranno a cena insieme. Quel lavoro è un’occasione importante per lei e ci tiene che i due uomini più importanti della sua vita vadano d’accordo
Londra 2015. È una serata da incubo. Oliver, un giornalista gay, ha appena rotto con Philip, un photoreporter con il quale ha avuto una storia di due anni. Sylvia, amica di entrambi, cercherà di indagare i motivi per cui Oliver sta cercando di sabotare una relazione importante come quella che ha con Philip.
Le due storie, interpretate dagli stessi attori, procedono a scene alterne. A prima vista, sembrano non avere nulla in comune, a parte i nomi dei personaggi. Ma via via che ci si inoltra nelle due vicende, si scoprono echi, rimandi, problematiche che invece hanno molto in comune. The Pride esplora temi come il destino, l’amore, la fedeltà e il perdono. Pone la grande questione della nostra identità e delle scelte che determinano il nostro io più profondo. Perché nella vita, tutti prima o poi, etero e gay, ci troviamo ad affrontare lo stesso dilemma: scoprire chi siamo veramente, cosa veramente vogliamo dalla vita e rispondere all’interrogativo se saremo capaci di prendercelo. Se saremo capaci di guardarci allo specchio ed essere almeno contenti di quello che vediamo. Philip, Oliver e Sylvia stanno lottando tutti per quella che sperano sarà una vita più facile. (Luca Zingaretti)
Prenotazioni: 081.5491266 – www.teatrobellini.it

f6cde9e5-d2fa-4d6d-95ab-43a9e5e516e9Sogno di una notte di mezza estate
Quando: dal 16 al 21 febbraio
Luogo: Teatro San Ferdinando
Orario: 16-02-2016 ore 21.00; 17-02-2016 ore 17.00; 18-02-2016 ore 17.00; 19-02-2016 ore 21.00; 20-02-2016 ore 19.00; 21-02-2016 ore 18.00
Autore: William Shakespeare
Adattamento: Ruggero Cappuccio
Regia: Claudio Di Palma
Interpreti: Isa Danieli, Lello Arena e Fabrizio Vona e con Renato De Simone, Enzo Mirone, Rossella Pugliese, Antonella Romano
Trama: Lello Arena e Isa Danieli, due grandi interpreti del teatro italiano, porteranno in scena il testo di Shakespeare Sogno di una notte di mezza estate nella riscrittura di Ruggero Cappuccio che tra fedeltà ed irriverenza riorchestra il “Sogno” per cercare ulteriori rifrangenze all’incanto musicale della lingua del bardo. La regia e la scena ne assecondano la lettura trasformandosi, per amplificare il suono, in una sorta di grande, onirico e vagamente circense carillon. Nel perimetro simbolico della sala di un antico palazzo napoletano, Titania e Oberon attivano una drammaturgia di capricci e smanie riducendo le sorti degli uomini a fragili trame da vecchio teatro dei burattini. I due, come schegge di dei precipitati in terra, continuamente sospesi fra sonno e veglia, inscenano armonie, assecondano discordie, conducono con estro malaccorto una regia dei  sentimenti umani. Le loro parole/note contrappuntano la polifonia dei surreali ospiti del palazzo (pupazzi, elfi, musicisti, attori), dettano sintonie tra lirismo e antiche tradizioni narrative, reinventano fascinazioni favolistiche, si fanno poetiche o scurrili a richiamare le alternanze emotive del mondo ispirativo shakespeariano.
Tra fedeltà ed irriverenza, la scrittura di Cappuccio riorchestra il “Sogno” per cercare ulteriori rifrangenze all’incanto musicale della lingua shakespeariana. La regia e la scena ne assecondano la lettura trasformandosi, per amplificarne il suono, in una sorta di grande, onirico e vagamente circense carillon.
Info: http://www.teatrostabilenapoli.it/?p=content&id=368&t=contatti

bc82ddb0-b92b-4863-8132-8c897b5e3663Solo Andata
Quando: dal 16 al 21 febbraio
Luogo: Teatro Piccolo Bellini
Orario: venerdì e sabato ore 21:15; domenica ore 18:30
Autore: Erri De Luca
Regia e Interprete: Antonello Cossia
Trama: Solo andata è un testo di Erri De Luca sull’emergenza immigrazione, Solo andata racconta di coloro che il mare lo affrontano per disperazione, necessità, fame e speranza di una vita migliore. Antonello Cossia dà vita al testo in un monologo in cui è  accompagnato dalla chitarra e dalla voce del musicista Francesco Sansalone mentre sullo sfondo scorrono le immagini dell’Agenzia Fotogiornalistica Controluce scelte dal fotografo Mario Laporta, che documentano i viaggi dei migranti clandestini. Uno spettacolo intenso che vuole essere un omaggio e una denuncia come precisa lo stesso Antonello Cossia dicendo «questo testo di Erri De Luca è una dedica al buonsenso, alla partecipazione, all’attenzione da rivolgere verso coloro che stanno peggio di noi. Non compio questo atto per spirito di carità, né tendo a sollevarmi il morale o la coscienza, ma sbatto la voce in palcoscenico per rabbia contro le ingiustizie».
Prenotazioni: 081.5491266 – www.teatrobellini.it

856161e5-5dcd-410e-a19c-6021641e7f41Medea
Quando: dal 17 al 28 febbraio
Luogo: Teatro Mercadante
Orario: 17-02 ore 21.00; 18-02 ore 17.00; 19-02 ore 21.00; 20-02 ore 19.00; 21-02 ore 18.00; 23-02-2016 ore 21.00; 24-02 ore 17.00; 25-02 ore 17.00; 26-02 ore 21.00; 27-02 ore 19.00; 28-02 ore 18.00
Autore: Euripide
Adattamento e Regia: Gabriele Lavia
Interpreti: Federica Di Martino, Daniele Pecci, Mario Pietramala, Angiola Baggi,  Giorgio Crisafi, Francesco Sferrazza Papa, Sofia De Angelis e Giulia Horak, Silvia Biancalana, Maria Laura Caselli, Claudia Crisafio, Flaminia Cuzzoli, Giulia Gallone, Silvia Maino, Diletta Masetti, Katia Mirabella, Sara Missaglia, Francesca Muoio, Marta Pizzigallo, Malvina Ruggiano, Anna Scola, Lorenza Sorino
Trama: Medea è uno dei personaggi più celebri del mondo classico, per forza drammatica, complessità ed espressività. Euripide la mette in scena nel 431 a.C. e per la prima volta nel teatro greco (almeno quello che è arrivato sino a noi) protagonista di una tragedia è la passione, violenta e feroce, di una donna. Forte, perché padrona della sua vita, tanto da distruggere tutto quello che la lega al suo passato. Una donna diversa, una barbara in una città che la respinge. Gabriele Lavia legge oggi nel capolavoro euripideo il viaggio verso un personaggio sradicato in un paese straniero: Medea è vittima della ‘paura dell’estraneo’, straniera in terra straniera viene vista come un pericolo e, per vendetta, alla fine lo diventa. Ma Medea è anche un’opera in cui la dignità della donna viene affermata con forza, secondo i nuovi principi che stavano sviluppandosi nell’Atene dell’epoca: scavando nell’animo umano e nei grandi interrogativi della vita, Medea diviene lo spettacolo della diversità e dell’istinto.
“Medea è una donna tradita, è una donna che viene da lontano. È ‘figlia del Sole’, non perché partorita dal dio Sole, ma perché viene dal mondo in cui il Sole sorge. Viene dal Caucaso, dall’Oriente, è un’altra cultura. È quel mondo che parla il ‘barbar’, cioè balbetta la lingua greca, da cui ‘barbaroi’, ‘barbari’. Giasone sposa Medea: è come se un signore di Stoccolma sposasse la figlia del re di una tribù dell’Amazzonia, che però ha delle conoscenze che a noi sfuggono. Medea è un testo, come si dice, antico, che non vuole dire morto, passato; al contrario, più è antico e più è vicino a un’origine. L’origine di qualcosa è la sua essenza. Medea, dunque, è più vicina all’essenza del teatro di qualunque testo più recente o, addirittura, attuale. Medea, che si ripete sempre la ‘stessa’ e mai uguale (poiché cambiano le attrici), è ‘contemporanea’ e mette in crisi o denuncia una certa attualità di oggi, svelandone l’inconsistenza o, talora, la falsità. Che cosa è contemporaneo nell’antichissimo? Proprio il fatto che qualcuno lo ‘ripeta’. E per ripetere bisogna apprendere.” (Gabriele Lavia)
Info: http://www.teatrostabilenapoli.it/?p=content&id=368&t=contatti

downloadScannasurice
Quando: dal 17 al 21 febbraio
Luogo: Teatro Nuovo
Orario: 21, tranne domenica alle ore 18
Autore: Enzo Moscato
Regia: Carlo Cerciello
Interprete: Imma Villa
Trama: Scannasurice è una sorta di discesa agli “inferi”, post terremoto, di un personaggio dall’identità androgina nell’ipogeo napoletano, dove abita, all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi, metafora dei napoletani stessi e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘mbriana al Munaciello, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata.

“Ho scelto – così Carlo Cerciello in una nota – di tornare alla messinscena di un testo in lingua napoletana, di tornare a un autore antioleografico per eccellenza come Moscato, mettendo in scena il suo testo Scannasurice, scritto dopo il terremoto del 1980, nell’intento di allontanarmi dalla malsana oleografia di ritorno, che, nuovamente, appesta Napoli di retorica e luoghi comuni, in una città che ha smarrito la memoria stessa della sua vita culturale, seppellita dalla banalità e dal conformismo”.
Il personaggio fa la vita, “batte”. E’, originariamente, un “femminiello” dei Quartieri Spagnoli di Napoli, ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche. Oltre l’identità sessuale, sono quasi magiche.
Da qui nasce la scelta di farlo interpretare a un’attrice, naturalmente, oltre l’identità sessuale, rendendone evidenti l’ambiguità e l’eccesso. Una volta smontata la sua appariscente identità, indosserà la solitudine e la fatiscenza stessa del tugurio in cui vive. Sarà cieca Cassandra, angelo scacciato dal Paradiso, sarà maga, sarà icona grottesca e disperata, ma sempre poetica.
“Il terremoto etico, sociale, politico della seconda metà del 900 – aggiunge Cerciello – mi vede, oggi, sopravvissuto, confuso e smarrito, aggirarmi tra le macerie di ideologie, emozioni e sentimenti, proprio come, da napoletano, vissi il terremoto dell’80”.
Info e prenotazioni: botteghino@teatronuovo.it – http://www.teatronuovonapoli.it/botteghino.php

f9033e2f-92b7-42e1-850b-9f6f318f0d5cInizio di Donna Lionora
Quando: dal 18 al 28 febbraio
Luogo: Teatro Mercadante
Orario: 18-02 ore 21.00; 19-02 ore 18.00; 20-02 ore 17.00; 21-02 ore 21.00; 23-02 ore 18.00; 24-02 ore 21.00; 25-02 ore 21.00; 26-02 ore 18.00; 27-02 ore 17.00; 28-02 ore 21.00
Regia: Sarasole Notarbatolo
Interpreti: Floriana Cangiano, Stefano Ferraro, Irene Vecchia
Trama: Questa è la domanda che ha attraversato e diretto tutta la nostra attenzione ed emozione nel lavoro sulla prima parte de Il resto di niente.
Il cuore/coraggio/passione di Eleonora racconta tutta la sua forza sin dai primi battiti. Con stupore io l’ho vista, attraverso lo sguardo di Striano e la penna di Braucci, in quell’epoca in cui è stata un continuo, fragile, portentoso e arrabbiato “divenire”, prima che una forma adulta la consegnasse alla storia.L’infanzia e l’adolescenza di Eleonora Pimentel Fonseca ci restituiscono più che mai la sensazione di una luce che è reazione all’oscurità. Dando questo sguardo agli anni del suo sviluppo si coglie nitida la fatica che comporta l’essere eccellenti, soprattutto quando questa eccellenza si manifesta in una giovane vita che deve attraversare due non piccoli ostacoli: in primis la povertà e poi, ma forse soprattutto, la sciagura/ occasione di essersi manifestata in un corpo di femmina. In questa prima parte della sua storia si sente tutta la distanza che intercorre fra la sua vita e la vita facile dei suoi coetanei. Con impeto combatte per l’essenziale e per la sopravvivenza, e al contempo persegue la sua formazione e divora libri di scienze, politica, economia, parla e scrive e legge in italiano, in francese, in latino, in greco, ovviamente in portoghese e poi, con attenzione e studio e rispetto e cura, anche in napoletano.
Ma non è solo dall’eccezionalità della sua storia che restiamo rapiti.
Approfondire la sua “normalità”, le sue incertezze, le paure, gli abbandoni d’amore, ci ha dato l’occasione di scoprire la fragilità del gigante, la paura dell’eroe e ci ha fatto sentire quello che credo per lei fosse essenziale: e cioè quanto la necessità di una rivoluzione-evoluzione, sia scottante e urgente in ognuno di noi. (Sarasole Notarbartolo)
Info: http://www.teatrostabilenapoli.it/?p=content&id=368&t=contatti

7e0a8c82-a4dd-4761-98dd-656d0119ff16Non farmi ridere, sono una donna tragica…
Quando: dal 18 al 28 febbraio
Luogo: Teatro Sancarluccio
Orario: giovedì, venerdì e sabato alle ore 21:00 – domenica alle ore 18:00
Testo e Regia: Massimo Andrei
Interpreti: Gea Martire, Massimo Andrei
Trama: “Non farmi ridere, sono una donna tragica” è uno studio sull’amore ‘inutile’ che vede in scena tre personaggi. Lo studioso Carlo Rimetti (Massimo Andrei) analizza l’amore vero, quello da cui non si ricava un utile di sorta, osservando Silvana (Gea Martire), donna tragica eppure comica, e introduce un giardiniere, Carmine, uomo portatore d’amore che, alle persone, preferisce… i cactus. Una ricerca ‘platonica’ alla fine della quale ci si chiede se l’amore sia quella cosa per la quale, o senza la quale, si rimane tale e quale… Si parla dell’amore autentico, quello senza scopo. “Non farmi ridere, sono una donna tragica” è dunque una sorta di studio ‘para- accademico’ che approfondisce un tema universale e risulta in una buffa osservazione scientifica sull’amore vero. Oggetto di questo studio è Silvana, donna che si rivela essere tragica, come suggerisce il titolo, perché – sostiene l’autore – eccede nella sua percezione, tragicamente passionale, che la porta a credere che tutto rappresenti ‘la fine del mondo’. Lo studioso avrà qualche difficoltà con il soggetto in esame… Come già accaduto in precedenza, con il dolore in “Tina, fai presto”, la cucina in “Un Pop antico” e le fiabe nell’opera “Favolare”, spettacolo realizzato per il Teatro di San Carlo, nel suo ultimo lavoro, Massimo Andrei tratta in maniera comica temi importanti della vita quotidiana. “La volontà iniziale era quella di raccontare l’animo umano attraverso un’eroina tragica ma, parafrasando Nietzsche, non c’è niente di più comico della tragedia e si finisce dunque a ridere della vita, osservando le contorsioni, le difficoltà e le lacrime che il nostro essere limitati porta con sé.” (Massimo Andrei)
Info e prenotazioni: 081-4104467 – 081-5448891 – http://www.nuovoteatrosancarluccio.it/

66362dbe-bdc7-41f3-9d89-b10edd6bd047Mamma. Piccole tragedie minimali
Quando: 18 e 20 febbraio
Luogo: Palazzo de Liguoro
Orario: 20:30
Autore: Annibale Ruccello
Ideazione e adattamento: Angela Garofalo, Monica Palomby
A cura di: Michele Vitolini
Interpreti: Roberta Frascati, Angela Garofalo, Monica Palomby, Caterina Di Matteo
Regia: Matremo Teatro
Trama:Quattro donne, quattro attrici , accomunate dallo stesso nome di Maria, evidente richiamo alla Madonna, si alternano sulla scena rispettando l’ordine dei monologhi, così come concepito dall’autore per una sola attrice. Un lungo tappeto rosso si srotola dal fondale al proscenio, fiume sanguigno che guida ogni madre verso l’altare sul quale consumerà il proprio dolore.
Una sedia. Vecchia, sfondata, a significare i numerosi patimenti. La sedia gestatoria della ritualità popolare nel Sud dell’Italia: le donne vi si siedono per chiedere alla Madonna – del Parto o di Piedigrotta – la grazia di rimanere incinta. Sedia che diventa cornice, palcoscenico, finestra, sfogo isterico di una madre alle prese con troppe creature.
Per info e prenotazioni: Elena de Candia 393 221 80 33 – elenadec54@gmail.com – Annachiara Senatore 339 891 01 63 – annachiarasenatore@yahoo.com – Anna Caruso 333 549 6507 – annacaruso76@gmail.com

7b7ac484-e39d-4e68-b7f0-dc51c6aa089eA una signorina a Parigi
Quando: 19 e 20 febbraio
Luogo: venerdì – Teatro Civico 14, Caserta; sabato – Nostos Teatro, Aversa
Orario: 21
Interprete: Emilio Barone
Regia: Alessandra Chieli e Massimiliano Ferrari
Trama: A una signorina a Parigi nasce da un lungo studio dell’opera di Julio Cortázar che la compagnia ha iniziato nel 2011 con la messa in scena del primo lavoro “La salute degli infermi” e dall’esplorazione dei territori del fantastico e del perturbante. In “A una signorina a Parigi” il fantastico entra nella realtà senza sovvertirne le regole, senza prendere il posto delle strutture ordinarie della vita, ma proprio per questo ne interroga il senso. Qual è il confine tra amare un’abitudine e soccombervi? Ciò che vediamo è un uomo chiuso in una stanza che registra dei messaggi da inviare a una misteriosa signorina a Parigi. Cerca di confessarle la sua strana sindrome. Fuori dalla stanza c’è il mondo, l’inesorabilità della vita, l’Altro. Dentro la stanza c’è solo un uomo con la sua sindrome. È un uomo libero? La libertà è la perdita del controllo? La creazione è dannazione? “A una signorina a Parigi” ci ha portato altrove, è un viaggio nei territori dell’inconscio come del conscio, è un invito a guardare il mondo da un’altra prospettiva, l’ineffabile seduzione per “l’altro lato delle cose”.
Per info: www.sciapò.it – www.facebook.com/rassegnaditeatroacappello – laura.belloni@hotmail.it – +39 3491257101

567c5a18-81f3-4159-8d83-2644d4834f3cCorpo celeste
Quando: dal 19 al 21 febbraio
Luogo: Sala Ichos – San Giovanni a Teduccio (Na)
Orario: venerdì e sabato ore 21; domenica ore 19
Interpreti: Monica Bandella, Loretta Capannelli, Fabio Iadeluca, Stefenia Maccia, Rita Maturi, Martha Mirabelli, Marco Motogordon, Laura Radduso, Laura Russo, Valentina Santucci
Regia: Ilaria Migliaccio
Trama: Corpo Celeste è uno spettacolo nato dal laboratorio teatrale di Franca Battaglia Teatro svoltosi nel 2014 a Officina Culturale Via Libera, spazio a cui siamo molto legati e che ci ospita ormai da cinque anni. A partire da Vita di Galileo di Bertold Brecht ci siamo interrogati sul rapporto tra scienza e potere, tra libertà individuale e coscienza di appartenere a un universo dove, dal lontano 1600, si sa che siamo in continuo movimento, si perde la certezza assoluta dei dogmi e ci si apre al dubbio. Il tentativo è stato quello di gettare un ponte tra passato e presente, passando da Brecht al Grande Inquisitore di Dostoevskij, per approdare al Manifesto per un teatro clandestino di Neiwiller. Il ruolo di chi fa delle scoperte, in qualsiasi campo, è quello di salvaguardare e preservare la vita, la libertà e la felicità degli uomini. Galileo ha abiurato, ma solo così ha potuto continuare a ricercare di nascosto per terminare il suo Dialogo sopra i due massimi sistemi. E quindi l’arte come la scienza deve oggi interrogarsi sul suo senso.
Info e prenotazioni: 335 765 2524 – 335 7675 152 – 081275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17)

Foto Cesare Abbate 2Welcome – Un viaggio tra la cultura e la musica dell’America Latina
Quando: 19 febbraio
Luogo: Napoli (zona Bagnoli) – per la rassegna Il Teatro cerca Casa
Orario: 20:30
Interprete: Francesco Scelzo
Trama: Francesco Scelzo chitarrista napoletano, di origini sudamericane, propone un recital particolare e accattivante. Non solo per le scelte di repertorio quanto per la caratteristica dell’accostare brani esclusivamente “non-scritti” per chitarra, ad altri originali per lo strumento. Il recital si compone di due tempi (non necessariamente con intervallo). Nel primo, verranno eseguiti brani appartenenti ognuno ad uno stato dell’America meridionale. Nel secondo tempo, invece, si darà particolare attenzione alla musica di un’altra cultura, quella spagnola, che storicamente parlando, ha particolarmente influenzato ed è stata a sua volta influenzata dal Sud America. Immancabili saranno, i piccoli assaggi di brani “flamenco”. I compositori “presi in prestito” e non dalla chitarra, avranno nomi più o meno conosciuti. Alcuni sono delle pietre miliari della storia della musica come Astor Piazzolla, Tom Jobim, Isaac Albeniz. Altri invece, tipicamente chitarristi sono, purtroppo, molto spesso conosciuti solo a quest’ultimi, parliamo di Augustin Barrios, Antonio Lauro, Miguel llobet che con la loro musica hanno caratterizzato il repertorio chitarristico del primo Novecento.
Prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/

17a1a339-4478-4203-81fe-a70906714de1Eleonora Pimentel Fonseca
Quando: dal 19 al 21 febbraio
Luogo: Sala del Capitolo – Complesso di San Domenico Maggiore
Orario: venerdì e sabato ore 21.00; domenica ore 19
Regia: Riccardo De Luca
Interpreti: Riccardo De Luca, Gino Grossi, Annalisa Renzulli, Francesca Rondinella, Salvatore Veneruso, Maria Barba, Dario Barbato, Lucrezia Delli Veneri
Trama: Di uno spettacolo tratto dalla narrativa, come da un’opera drammaturgica, o semplicemente da una storia o addirittura dalla Storia, cosa si deve fare per esserne fedeli, conservarne lo spirito, non tradirlo? A riguardo dei film tratti dai suoi romanzi Moravia una volta disse: “Io non voglio fedeltà, voglio originalità.” Frutto della trascrizione scenica di romanzi – “Cara Eleonora” di Maria Antonietta Macciocchi, “Il resto di niente” di Enzo Striano di entrambi buone parti “tradotte” in napoletano settecentesco – e documenti storici tra cui “Il Monitore Napolitano” e il “Manoscritto del processo di separazione”, come si è ben capito questo spettacolo narra dei fatti napoletani del 1799 con al cuore la meravigliosa figura di Eleonora Pimentel Fonseca, tuttavia cercando di rivivere quei drammatici avvenimenti con un approccio di spettacolarità che tocca generi diversificati: drammatici, comici, coreografici e musicali.  Napoli tardo settecentesca, ricca di umori e fremiti libertari, è teatro dell’unica rivoluzione mai attuata in Italia e consumata con il crollo della generosa Repubblica Napoletana. Eleonora giacobino appassionato, “rea di stato”, martire politico. Eleonora intellettuale, fondatrice del “Monitore” della Repubblica, ma anche Eleonora moglie sofferta, madre negata, rievocata dunque non solo come simbolo di un’epoca e di un ideale, ma anche nel suo essere donna. E quindi “uomo”. La nascita di una grande coscienza, quella di Eleonora Pimentel Fonseca, assieme alla nascita della Repubblica Napoletana, fonti e progetti di una coscienza collettiva civica che sarebbe oggi semplicemente rivoluzionaria per una collettività che non la possiede ancora: quella napoletana, quella italiana, quella europea. Stroncati ieri come oggi dall’egoismo, dal reazionarismo, dal banditismo, dal fondamentalismo, capitalistico e religioso. Una coscienza civile, politica, sociale che possedevano Eleonora e i suoi compagni cittadini della Repubblica Napoletana. Che sarebbe ora con urgenza ci corressimo dietro come loro corsero la loro vita perdendola. Con il cuore. Con civismo. Con civica espansione di cuore. (Riccardo De Luca)
Info e prenotazioni: 339 3113514

10585f8e-86c8-4039-ab02-bc9e4ad8ebacMeretrices – Tra le pieghe dell’ipocrisia
Quando: 20 febbraio
Luogo: Club 55 – via Toledo, Napoli
Orario: 19
Autore e Regia: Febo Quercia
Interpreti: Marianita Carfora, Annalisa Direttore, Simona Esposito e Peppe Romano
Trama: Non esistono doveri morali se non come vuoti termini coniati dalla società. Nel 1956 veniva pubblicato un pamphlet polemico intitolato “Addio, Wanda!” a firma di Indro Montanelli che si schierava contro la Merlin a riguardo della legge per la chiusura dei bordelli. Per il giornalista, l’abolizione delle case chiuse avrebbe rappresentato la fine dei tre fondamentali puntelli italiani: la Fede, la Patria e la Famiglia. A distanza di 60 anni, questo argomento risulta ancora controverso e fanno riflettere le parole di Benedetto Croce, secondo cui “eliminando le case chiuse non si distruggerebbe il male che rappresentano, ma si distruggerebbe il bene con il quale è contenuto, accerchiato e attenuato quel male”. Dal 1948 ad oggi, dunque, le “case chiuse” restano una tematica su cui l’opinione comune si divide, ma com’era la vita di queste veneri vaganti dell’epoca? Sabato 16 gennaio 2016 (dalle ore 19:00 con più repliche) al Club 55di via Toledo l’Associazione Culturale NarteA porta in scena “Meretrices – Tra le pieghe dell’ipocrisia”, uno spettacolo teatrale itinerante che, seguendo le impronte del tempo, indaga la storia del mestiere più antico del mondo per svelare pagine di storie occultate.
Prenotazioni: 339.7020849 – 334.6227785

f722bd5d-d684-48fe-be80-0df9b4fc2869Simone che credeva nelle donne
Quando: 20 e 21 febbraio
Luogo: TAV – Frattamaggiore (NA)
Orario: sabato ore 20; domenica ore 18
Autrice e Interprete: Gigliola de Feo
Regia: Andrea Fiorillo
Trama: Attraverso le parole dei suoi scritti più celebri, attraverso la storia del grande amore che la legò a Jean Paul Sartre, attraverso il racconto delle grandi battaglie femministe di cui fu impregnata tutta la sua vita, Simone de Beauvoir va in scena con se stessa. E con totale sincerità e leggerezza, senza sottrarsi ai dubbi di sé e alle incertezze, si svela al pubblico in modo assoluto. La pièce ruota intorno all’artificio scenico del dialogo immaginario con Sartre che, pur non essendo fisicamente in scena, è come se ci fosse in quanto costantemente chiamato in causa ed interpellato nelle sue riflessioni da Simone. Davanti agli occhi degli spettatori scorrono le immagini di quello che potrebbe essere un giorno qualunque nella vita della de Beauvoir, i momenti in cui la scrittrice si prepara per uscire e intanto conversa e si confronta con il suo compagno su tutto quanto le sta a cuore: il femminismo, l’amore, la vita stessa. E nella conversazione, inevitabilmente, si sente coinvolto anche lo spettatore, quasi in un dialogo con un’amica lontana che finalmente si lascia conoscere pienamente, anche nella sua normalità di donna che amava sentirsi bella e curare il suo aspetto: il pubblico ha modo di ascoltare la storia potente di una personalità forte e intensa che con le sue opere ha segnato la storia delle donne. Simone costringe i suoi spettatori a ripensare al tempo presente con occhio critico e disincantato. Ma forse, alla fine, indica una via per continuare, nonostante tutto, ad avere speranza.
Per info: 334 82 63 852

70-2---low-la-famiglia-campione--generazioniLa famiglia campione
Quando: 20 e 21 febbraio
Luogo: Officina Teatro – San Leucio (CE)
Orario: sabato ore 21; domenica ore 19
Autori: Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Giulia Zacchini e Luca Zacchini
Interpreti: Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini
Trama: Questa è l’ora di una famiglia come tante. Lo sguardo su un corridoio come tanti, che dà su una porta chiusa. I nonni aspettano di morire, i genitori sono troppi, i figli continuano a girare a vuoto. Ma uno di loro domani parte, abbandona il posto di combattimento. Un altro invece ha scelto un viaggio diverso, si è chiuso nel bagno dietro quella porta chiusa. E’ da una settimana che non esce, non parla. Ma mangia, state tranquilli che mangia. Dieci sono i personaggi. Tre le generazioni a confronto. Tre gli attori in tutto. Così che il gioco si sveli pian piano e che ognuno sia nonno, genitore e figlio di se stesso. Così che il ritratto dell’oggi, delle piccole province, della gente di valle, della famiglia campione, si astragga dalla realtà, rimanendo sospesa nel tempo.
La famiglia Campione ha alle spalle un percorso fatto di indagini e laboratori, un progetto che ha coinvolto cinque comuni della provincia fiorentina e più di ottanta giovani. Così i personaggi sono dieci, ma assumono i modi, le parole, le storie, di centina di persone conosciute per strada.
Per info e prenotazioni: info@officinateatro.com – 3491014251

Ph. Cesare Abbate (1)I panni sporchi 
Quando: 21 febbraio
Luogo: Napoli (zona Ponticelli) – Il Teatro cerca Casa
Orario: 18
Autore: Giovanni De Luise
Regia: Manlio Santanelli
Interprete: Federica Aiello
Trama: Una donna del popolo, una terrazza che si affaccia al mondo, una corda che sostiene panni appena lavati. In attesa del proprio marito, attesa intorno alla quale ruota l’intera vicenda, la donna parla con i vicini, si racconta, e raccontandosi lascia emergere tutta la sua devozione per San Gennaro, per il coniuge, per il clan e il popolo a cui appartiene. I panni sporchi, opera prima di Giovanni De Luise, diretta da Manlio Santanelli e interpretata da Federica Aiello, usa la forma dell’assurdo e dell’ironia per raccontare il disordine morale di un mondo in cui ad essere divorate sono dapprima le figure più deboli – giovani e anziani – con la complicità subdola della parte marcia della società civile. Ci troviamo al centro di un sistema che si regge sul malaffare, che però viene considerato come l’unica possibile organizzazione sociale. Agli occhi di invisibili giudici, la protagonista cercherà di discolparsi per la vita ‘di seconda mano’ che le è capitata; ma, ormai trascinata da un vortice al quale non è in grado di sfuggire, dimostrerà tutta la cattiveria di cui, senza esserne consapevole, è comunque capace. Ed è questa inconsapevolezza che assurge a chiave di lettura antropologica di tutta una umanità, alla quale è negato ogni possibile riscatto sociale.
Info e prenotazioni: http://ilteatrocercacasa.it/site/prenotazioni/ – 334 334 70 90

3fcb86cd-edc2-4210-9b0b-077efd1bf54aEva Hitler
Quando: 21 febbraio
Luogo: Museo del Sottosuolo
Orario: 18
Autore e regia: Riccardo Citro
Interpreti: Roberta Astuti, Viviana Cangiano, Riccardo Citro, Francesco S. Esposito, Paolo Gentile, Serena Pisa
Trama:  “Sono felice?” Questa frase letta sul diario di Eva Braun ha indotto in me lo stesso tipo di ricerca. Sono felice? Ma cosa vuol dire essere felici? Vuol dire forse essere se stessi e liberare i propri istinti e le proprie passioni? Eva, romantica, piena di sogni e non come si è spesso dipinta, dissoluta e intrigante, non riesce a liberare la propria essenza e pende dalle labbra del capo della Germania; accetta tutto, piega la testa, si mette subito in ginocchio, il suo è un cuore semplice e sottomesso. Sedici anni in attesa di un premio grande, le nozze, che arrivano il giorno della sua morte. Al centro della scena, attraverso i suoi occhi, le sue memorie, la sua vita e il suo amore infinito, ci mostra un lato umano di Adolf forse mai rivelato. Se da un lato i costumi e il trucco rispecchiano il periodo storico effettivo, dall’altro echi, stratificazione scenografica e luci concettuali permettono un gioco teatrale su livelli onirici, allegorici e introspettivi che consentono allo spettatore di spaziare tra sfere razionali ed emotive”. (Riccardo Citro)
Prenotazione obbligatoria: 081 863 1581 – info@tappetovolante.org

c9436ff0-8582-4bad-b484-d7e15fc99928Nonsense a Nord del Tamigi
Quando: 21 febbraio
Luogo: Te.Co. – Napoli
Orario: 19
Autore: Valerio Bruner
Adattamento e regia: Alessandro Palladino
Interpreti: Valerio Bruner, Francesca Romana Bergamo, Alessandro Palladino, Luca Sangiovanni, Chiara Vitiello
Trama: Ralph Kennigan è un bevitore incallito con il pallino della poesia. Poi c’è Sam. Jenna è l’incontro che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato. Nonsense a Nord del Tamigi è la storia di un viaggio surreale a bordo di un treno metropolitano diretto a Nord di Londra, così lontano che nessuno sa cosa si celi oltre il confine. Un viaggio, apparentemente caotico e privo di senso, in cui il protagonista sarà chiamato a fare i conti con mille proiezioni e deformazioni di se stesso e della sua più grande paura: la donna.
Info e prenotazioni: www.teatrodicontrabbando.com – teatrodicontrabbando@gmail.com – 334 214 2550

61ac82f2-1aa3-495d-a085-bee523d5afb8Andar per fantasmi
Quando: 21 febbraio
Luogo: Il Pozzo e il Pendolo
Orario: 18:30
Interpreti: Marianita  Carfora, Andrea De Rosa, Peppe Romano, Marco Palumbo
Trama: Napoli è una città magica. Ogni angolo nasconde una leggenda, ogni cortile un mistero, ogni edificio una storia nera. L’acciottolato delle sue strade riecheggia  suggestioni di racconti antichi.
Per conoscere davvero Napoli, bisogna andar per fantasmi,  seguire il filo dei suoi racconti non scritti. Sulle note di antiche canzoni accompagnati da una compagnia di guitti d’altri tempi si può davvero partire per viaggio immaginario tra ombre storie e leggende perse nella nebbia del passato. I personaggi di questo spettacolo hanno un’eternità da raccontarvi, se vorrete ascoltarla.
Info e prenotazioni: 081 5422088 – 347 4287910 –  www.ilpozzoeilpendolo.it

Gabriella Galbiati

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