Nei prossimi giorni a teatro… in Campania
Napoli Teatro Festival e non solo: una nuova settimana teatrale ha inizio con appuntamenti in spazi convenzionali ma anche insoliti della nostra città e non solo.
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Quando: 27 giugno
Luogo: Real Orto Botanico – Brividi d’Estate
Orario: 21
Regia: Adriana Follieri
Interpreti: Giulia Amodio, Teresa Battista, Francesca Capasso, Federica Di Gianni, Emanuele Di Mauro, Christian La Sala, Angela Fabiano, Hugo Fonti, Daniela Montella, Valerio Pietrovita, Antonio Testa
Trama: Admeto è tutti gli uomini, uomo e marito al quadrato invaso di irrisolto amore e di rabbia politica per il suo popolo, popolo di genitori e figli, popolo incapace di amarlo fino al punto di annullarsi morendo per lui:
da questo risentimento nasce l’urgenza d’amore, il sacrificio, l’atto di sottrazione di Alcesti sposa e agnello sacrificale. Intorno brulicano ancelle, inciuci, presagi, commentari, dal basso umano all’alto divino, fino al signor becchino (che almeno lui, mi ascolti un poco!) segno grottesco di un offertorio incapace di offrire vita, ma eterna memoria di degna sepoltura. Tutto si compone come in un puzzle, pezzo dopo pezzo, in una somma che è più del totale, in una pira di simbolici oggetti per la vittima sacrificale, ché sappiamo donare cose più del tempo di cui siamo gelosi. La vita e la morte giocano così il loro banale duello intellettuale, fatto di inciampi e giochi di potere, di scandali malcelati, di xenìa→ospitalità come rito catartico che cela la quotidiana ubriachezza e l’errore reiterato→amartìa che, certamente, e in forma d’arte, dobbiamo imparare ad espiare. Il Vesuvio domina e intimorisce questa grecità attuale, nel suo coro capace ormai solo di ridere, piangere, e dire grazie. L’unica festa che ci resta è quella esaltata di un funerale che ci resuscita tutti, entusiasti, etimologici, con il dio dentro, e fuori. E in questo ciclo di continue resurrezioni d’amore, in questa memoria di una morte che non ha sapore definitivo, ogni giorno dovrebbe essere accompagnato da una vecchia canzone e da una nuova poesia.
Prenotazioni: 081 5422088 – info@ilpozzoeilpendolo.it
Cagnasse tutto
Quando: 27 giugno
Luogo: Teatro San Carlo (Napoli) – Napoli Teatro Festival
Orario: 23
Regia: Franco Dragone
Interpreti: Foja
Trama: Foja San Carlo è uno spettacolo concepito ad hoc per il Massimo napoletano. Il concerto segue un filo logico narrativo che tuttavia non snatura l’onda emozionale della musica. Durante la serata si alternano momenti energici e canzoni più sentimentali. Il concerto è idealmente suddiviso in quattro momenti: il desiderio di un individuo di condividere la propria esistenza confusa e solitaria, l’incontro con l’amore, il ritorno alla solitudine, la rinascita e l’amore senza tempo. La direzione artistica della serata è curata da Franco Dragone.
Per info: www.napoliteatrofestival.it
Mentre aspettavo
Quando: 27 giugno
Orario: 21
Luogo: Teatro Bellini Napoli – Napoli Teatro Festival
Regia: Omar Abusaada
Interpreti: Amal Omran, Mohammad Alarashi, Nanda Mohammad, Fatina Laila, Mouiadroumi Eh, Mohamad Al Refai
Trama: Omar Abusaada è un giovane regista siriano che in questi ultimi anni è stato ospitato nei più interessanti festival internazionali. Per la prima volta in Italia, Abusaada propone un lavoro sulla situazione del suo paese.
Brutalmente picchiato dopo aver attraversato uno dei numerosi check points che frazionano Damasco (Siria), Taim viene accolto in ospedale privo di conoscenza. I medici informano la famiglia che si trova a confrontarsi con una situazione drammatica: dopo aver superato la tragica morte del padre e lo scandalo che ne è conseguito, la famiglia sembra incapace di affrontare lo stato comatoso del figlio. Dal suo sonno profondo, il giovane osserva tutti i parenti che si recano a fargli visita e, mescolando la loro voce con la propria, racconta la storia dei cambiamenti che ha subito la sua vita e il suo paese. Per costruire questo lavoro sull’onnipresenza dell’assenza, Omar Abusaada ha incontrato famiglie che vivono il dramma del coma e medici che se ne prendono cura. Insieme all’autore Mohammad Al Attar, il regista ha immaginato un racconto che incrocia diversi livelli di coscienza. Lo stato comatoso del protagonista diventa così metafora dello stato in cui si trova il suo paese «né vivo né morto, ma in una zona grigia di speranza e disperazione». Dopo aver terminato gli studi all’Istituto Superiore di Arte Drammatica di Damasco, Abusaada inizia ad interessarsi alla regia teatrale in una prospettiva politicamente e socialmente impegnata. Nel 2002 fonda il Studio Théâtre e mette in scena diversi spettacoli tra cui Forgiveness, un lavoro di improvvisazione con un gruppo di detenuti di una prigione per minatori. Per anni ha viaggiato nelle zone più sperdute di Siria, Egitto e Yemen portando i suoi spettacoli in piccoli paesi e utilizzando il teatro come strumento di dialogo con gli abitanti, talvolta invitati a unirsi agli attori sulla scena. Da allora, firma spettacoli che introducono nel teatro siriano nuove pratiche come la scrittura contemporanea o il documentario.
Per info: www.napoliteatrofestival.it
La danse des Amants
Quando: 27, 28 giugno
Luogo: Villa d’Ayala Valva (SA) – Napoli Teatro Festival
Orario: 21:30
Autrice e Regia: Sara Sole Notarbartolo
Interprete: Alice Conti, Valentina Curatoli, Andrea De Goyzueta, Marco Fandelli, Antonella Migliore, Roberta Misticone, Marco Palumbo, Peppe Papa, Milena Pugliese, Fabio Rossi, Fabiana Russo, Emanuele Valenti
Trama: Sara Sole Notarbartolo, drammaturga e regista, ambienta il suo testo in un piccolo paese italiano in un periodo storico che si aggira intorno al mille e novecento e qualcosa. Il paese in cui questa storia avviene è talmente piccolo che, pur essendoci nel resto della penisola la guerra, lì non accade niente: non un bombardamento, perché «il fazzoletto di cielo che sovrasta il paese è troppo piccolo e gli aerei non lo trovano neanche per sbaglio. Gli uomini non partono per la guerra, perché non ci sono strade che portano al paesino e quindi neanche strade per andare via». È la sera del ballo d’estate e, come ogni anno, tutti sono pronti per i corteggiamenti d’amore. Ma è anche la sera in cui le passioni fanno emergere tutto quello che non si dovrebbe dire e non si dovrebbe sapere, la sera in cui l’amore in tutte le sue forme, diviene catalizzatore del bene così come del male. «La danse des amants – annota Sara Sole Notarbartolo – è un modo per parlare d’amore scoprendolo in tante storie diverse, tutte possibili, paradossali e familiari ed è allo stesso tempo un modo per parlare della nostra capacità di sopportazione, sia sentimentale che sociale, del nostro modo di abituarci a tutto, ad ogni sorpresa, ad ogni sofferenza, ad ogni scandalo e sconvolgimento. Noi tutti continuiamo a danzare, da anni, forse da sempre, qualsiasi cosa accada. E non è detto che questo sia un male, e non è detto che questo sia bene». Lo spettacolo si conclude con una festa in cui il pubblico convenuto sarà coinvolto dagli stessi personaggi della storia a danzare, bere e mangiare assieme.
Per info: www.napoliteatrofestival.it
Son tutte belle le mamme del mondo?
Quando: 28 giugno
Luogo: Real Orto Botanico – Brividi d’Estate
Orario: 21
Autore: Manlio Santanelli
Interprete: Gea Martire
Trama: Testo dalla struttura poco ortodossa ‒ si tratta infatti dell’alternarsi di due monologhi che, come due rette parallele, non si incontrano se non all’infinito ‒ Son tutte belle le mamme del mondo? mette in scena lo sfogo sincero di due madri devote del patrono di Napoli, di due oranti che, ciascuna dal suo punto di vista, non hanno alcun dubbio di essere nel giusto. Ma, essendo la giustizia unica per definizione, è giocoforza che una delle due donne sia nel torto. E, tuttavia, si tratta pur sempre di una madre che esprime una pena sincera e che, anche se non può aspirare minimamente alla nostra giustificazione, merita comunque una certa dose di comprensione. Questi, in due parole, gli intenti dell’autore. Se poi, dietro le argomentazioni delle due madri qualcuno vorrà intravedere le contraddizioni di una città come Napoli, che al pari delle devote, non conosce mezze misure, chi scrive non può che uscirne ulteriormente gratificato. (Manlio Santanelli)
Info e prenotazioni: 081 5422 088 – info@ilpozzoeilpendolo.it
Love stories
Quando: 28 giugno
Luogo: Arena Flegrea – Napoli Teatro Festival
Orario: 21:30
Trama: Love Stories è uno spettacolo musicale di Katia e Marielle Labèque, giocato sulle “variazioni sul tema” della storia di Romeo e Giulietta.
Nella prima parte, le due pianiste interpretano West Side Story, tra i capolavori di Leonard Bernstein che ha chiesto a Irwin Kostal di realizzare gli arrangiamenti per le due pianiste, facendo in modo che il suo piccolo ensemble suoni come un’orchestra. La natura monocromatica dei due pianoforti permette di apprezzare al meglio il linguaggio semplice, privato della dimensione lirica della voce, con un’autenticità e una naturalezza inaspettate.
Segue Star-Cross’d Lovers composizione originale di David Chalmin, accompagnato da una coreografia di Yaman Okur – noto per aver collaborato a lungo con Madonna, ma anche con il Cirque du Soleil – eseguita da sette ballerini, due pianoforti, chitarra elettrica, effetti e batteria. «Abbiamo pensato a questo spettacolo in due parti, ispirato ai due amanti veronesi: prima di tutto, una versione per due pianoforti e percussioni dell’opera di Leonard Bernstein, poi un brano composto, per l’occasione, da David Chalmin. Un balletto di trenta minuti, con tinte di minimalismo, rock ed elettronica. A far lavorare insieme Chalmin e Yokur, compositore e coreografo, è stato il desiderio di reinterpretare un classico come Romeo e Giulietta, un’opera senza tempo, incentrata su un amore impossibile, permette di giocare sulla tensione, sulla violenza e sull’armonia, sull’odio e sull’amore.
Info: www.napoliteatrofestival.it
Peccato che fosse puttana
Quando: 28 e 29 giugno
Orario: 19
Luogo: Galleria Toledo (Napoli) – Napoli Teatro Festival
Autore: J. Ford
Regia: Laura Angiulli
Interpreti: Federica Aiello, Cloris Brosca, Agostino Chiummariello, Michele Danubio, Alessandra D’Elia, Gianluca d’Agostino, Luciano Dell’Aglio, Gennaro Di Colandrea, Stefano Jotti, Gennaro Maresca, Vittorio Passaro, Maria Scognamiglio eAntonio Speranza
Trama: L’incesto: Giovanni e Annabella fratelli-amanti. La passione al centro dell’azione. Libertà assoluta e sovrana della rivolta. Libertà negativa, pulsioni e desideri irregolari. Unione con-fusione. Kaos. Alchimia, scienza dei rapporti e delle interazione tra le cose; conoscenza intima delle materie naturali. Mantenersi sul luogo dell’origine, restare-presso, nessuno sradicamento. Un mondo dove la giustizia non ha luogo, dove lo Stato non ha rappresentanza riconoscibile. Contro il vuoto non resta che il richiamo primigenio della natura. Materiale aspro, al cui interno altre storie s’innestano; sempre rapporti proibiti e sviluppi non meno luttuosi, nessuna felicità. L’epilogo inevitabile è la morte violenta cattiva crudele, quella che discende dalla rabbia e dal bisogno di vendetta, dal desiderio mai appagato, per sottrazione volontaria o necessaria del soggetto amato. Nel cerchio degli eventi c’è chi cade per malasorte –il giovane Bergetto-, chi per malaccorta gestione dell’inganno –Ippolita e Soranzo-, o ancora per incauto abbandono alla passione, e tutto quello che ne consegue -Giovanni e Annabella-; c’è l’efferatezza di Grimaldi; infine, ultima vittima del massacro la Nutrice, simbolicamente privata degli occhi e poi della vita.
Info: www.napoliteatrofestival.it
Mare Mater
Quando: dal 28 giugno al 2 luglio
Orario: 21
Luogo: Real Bacino di Raddobbo al Molo San Vincenzo, Base Marina Militare, Molosiglio, via Acton (Napoli) – Napoli Teatro Festival
Autore: Fabio Cocifoglia e Alfonso Postiglione collaborazione alla drammaturgia Antonio Marfella
Interpreti: Manuela Mandracchia, Graziano Piazza, Luca Iervolino, Niko Mucci, Giampiero Schiano e la partecipazione dei ragazzi: della Banda Musicale Centro Ester – Canta Suona Cammina e dell’Associazione Life Scugnizzi a Vela
Trama: Negli anni tra il 1913 e il 1928, Napoli fu al centro dell’interesse pedagogico internazionale per un esperimento educativo straordinario, che si realizzò sulla Nave-Asilo “Caracciolo”, una piro-corvetta in disuso, donata dalla Marina Militare. A dirigere la “Caracciolo”, fu chiamata Giulia Civita Franceschi (1870-1957) che in 15 anni di attività raccolse nei vicoli di Napoli oltre 750 ragazzi, sottraendoli a una condizione di abbandono e delinquenza e indirizzandoli ai mestieri del mare. Il suo metodo – apprezzato da Maria Montessori – poneva al centro i valori della dignità legata al lavoro, della solidarietà e degli affetti. La “Caracciolo” fu infatti una “comunità”, in cui ogni fanciullo, rispettato nei propri bisogni e valorizzato nelle proprie tendenze, veniva “aiutato individualmente a migliorarsi e a svilupparsi in modo armonico”. Nel 1928, Giulia Civita Franceschi fu allontanata dal fascismo che, nel suo intento anti-democratico e totalitario, volle inserire questo istituto educativo nell’Opera Nazionale Balilla, interrompendone la peculiare funzione. Nello specchio d’acqua del primo bacino di carenaggio costruito in Italia, riemergono una educatrice d’altri tempi, accompagnata da due dei suoi “figli adottivi”. Tornano a noi come naufraghi dispersi nel mare dell’oblio, a cercare le nostre orecchie e i nostri occhi perché quell’emblematico esperimento formativo ed umano, che prese corpo e corpi tra gli anni ’10 e ‘20 del secolo scorso, ritrovi un senso nell’oggi in cui siamo immersi, in una città che continua a non riuscire, per dirla con La Capria, a “esaurire la sua sorte”. Una vicenda che ci restituisce l’impronta profonda dell’azione educativa, il senso di responsabilità che comporta esserne gli artefici, il dono della consapevolezza delle potenzialità di ognuno, scugnizzo o marinaretto che sia. Una pagina del passato che dovrebbe rafforzare l’identità comunitaria del presente, per farsi, direbbe Georg Simmel, “memoria morale dell’umanità”.
Info: www.napoliteatrofestival.it
Una favola di Campania
Quando, Orari e Luogo: 29, 30 giugno h 19.00 Villa Pignatelli Napoli; 6, 7, 13, 14 luglio h 19.00 Museo Madre Napoli; 18 giugno h 21.00 Villa Rufolo Ravello (SA); 25, 26 giugno 2, 3 luglio h 21.00 Teatro Diana Salerno; 1 luglio h 21.00 Porto di Scario San Giovanni a Piro (SA); 8 luglio h 21.00 Porto di Acciaroli Pollica (SA); 9 luglio h 21.00 Castello dell’Abate Castellabate (SA)
Regia: Fabrizio Arcuri
Interpreti: Umberto Orsini, Claudio Santamaria, Isabella Ferrari, Leo Gullotta, Vincenzo Salemme, Giuliana De Sio, Alessandro Haber, Giancarlo Giannini, Isa Danieli, Giuseppe Battiston
Trama: Il progetto Una favola di Campania nasce dalla volontà di creare una decina di appuntamenti che mirino a costruire una sorta di itinerario che parte da Napoli per arrivare al confine con la Basilicata. Una piccola geografia emotiva che permette di scoprire luoghi ameni ricchi di storia, cultura e tradizione. È stato infatti scelto come tessuto connettivo per queste serate “il Decamerone campano” raccolto da alcuni studiosi, dove sono trascritte 99 storie tra fiabe, leggende, favole e racconti orali. Una vera e propria letteratura che costruisce attraverso primitive diciture, una arcaica struttura mitologica fatta di strani personaggi e vicende surreali. 8 luoghi, 16 serate, 10 storie legate alla regione, 11 grandi interpreti che, insieme all’orchestrina Musica da Ripostiglio, restituiranno la magia alle vicende di una regione piena di fascino.
Info: www.napoliteatrofestival.it
Varietà di donne
Quando: 29 giugno
Luogo: Real Orto Botanico – Brividi d’Estate
Orario: 21
Interpreti: Antonella Morea al piano Vittorio Cataldi
Trama: Varietà di donne: un omaggio alle “svariate” donne che Antonella Morea, in quarant’anni di carriera, ha interpretato sia nella recitazione che nel canto. Ma è anche un omaggio al Varietà, agli anni d’oro del Cafe Chantal e degli autori di quei tempi quali Riccardo Pazzeggia, Patroni Griffi, Tonino Esposito. Un varietà di canto e parole con l’accompagnamento musicale del Maestro Vittorio Cataldi.
Info e prenotazioni: 081 5422 088 – info@ilpozzoeilpendolo.it
La casa di Bernarda Alba
Quando: 29 e 30 giugno
Orari: 20
Luogo: Sant’Angelo dei Lombardi (AV) – Napoli Teatro Festival
Regia: Alessandra Asuni e Marina Rippa
Interpreti: Consiglia Aprovidolo, Maria Grazia Bisurgi, Valentina Carbonara, Mafalda De Risi, Fortuna Liguori, Annamaria Palomba, Tonia Persico, Ilaria Scarano, Marilia Testa
Trama: “La casa di Bernarda Alba”, ultima opera di F. G. Lorca in cui i personaggi sono tutte donne, è un raro esempio di sensibilità e poesia nel raccontare il mondo femminile da parte di un autore teatrale. Il suo dare voce alle ingiustizie, la sua denuncia di una mentalità antica, inadeguata, “borghese”, l’attenzione al teatro popolare rendono attuale il testo, anche a ottant’anni anni di distanza dalla sua scrittura e dalla sua morte tragica. Bernarda, le cinque figlie dalle diverse personalità, le serve e la nonna sono motivo di approfondimento scenico per quel mondo femminile che ancora oggi viene costretto a vivere nei condizionamenti che lasciano poco spazio alla vitalità. La chiesa, le case attorno, le strade da cui provengono voci e storie, gli uomini e le donne che alle figlie non è concesso di vedere e frequentare, la curiosità e la dissomiglianza del vicinato, la vita che ha un ritmo diverso… sono elementi che consentiranno all’ambiente esterno di dialogare con la “casa” e viceversa. La residenza: saranno coinvolte una trentina di persone del posto, per realizzare il mondo intorno alla casa e per avvicinarci all’esperienza di Lorca con La Barraca: “per salvare il teatro la prima cosa è darlo al suo pubblico. Questo pubblico esiste già: è il popolo.”(F.G.L.)
Info: www.napoliteatrofestival.it
Les aiguilles et l’opium
Quando: 29 e 30 giugno
Orario: mercoledì ore 21; giovedì ore 19
Luogo: Teatro Politeama (Napoli) – Napoli Teatro Festival
Autore e Regia: Robert Lepage
Interpreti: Marc Labrèche e Wellesley Robertson III
Trama: Una notte del 1949, sull’aereo che lo sta riportando in Francia, Jean Cocteau scrive una Lettera agli americani in cui si mescolano fascinazione e disincanto: ha appena scoperto New York, dove ha presentato il suo ultimo lungometraggio. Nello stesso periodo, Miles Davis visita Parigi, portando in valigia il bebop. I jazzofili parigini gli fanno festa e basta una canzone affinché Juliette Gréco gli apra le braccia. Quarant’anni dopo, all’Hotel de La Louisiane di Parigi, un canadese cerca invano di dimenticare un ex amore. I suoi tormenti sentimentali sembrano trovare una corrispondenza con la dipendenza di Cocteau per l’oppio e quella di Davis per l’eroina.
Info: www.napoliteatrofestival.it
Mar
Quando, Orari e Luogo: 29, 30 giugno h 23.00 Teatro Nuovo (Napoli); 15 luglio h 21.30 Santa Croce del Sannio (BN) – Napoli Teatro Festival
Autore e Regia: Aristides Vargas
Interpreti: Lucas Achirico, Gonzalo Callejas e Alice Guimaraes
Trama: MAR è costruito come un’allegoria poetica sul senso della perdita e sul mare come metafora di un orizzonte ampio e sconosciuto, specialmente nell’immaginario dei boliviani. La storia è quella dei tre fratelli Juana, Miguel e Segundo che decidono di compiere un viaggio per esaudire l’ultimo desiderio della madre in fin di vita: poter morire tra le onde del mare, dove non è mai stata, e lì potersi abbandonare. I fratelli partono deponendo la madre su una porta della loro casa, come se fosse una lettiga, ma quel viaggio diventa la metafora dei loro rapporti più segreti e la “porta” si rivela come l’ingresso del loro inconscio segreto nutrito da un immaginario di storie e apparizioni, fantasmi di personaggi scomparsi nella guerra del Pacifico.
Info: www.napoliteatrofestival.it
Il vecchio fango
Quando: dal 29 giugno al 14 luglio (eccetto 8 luglio)
Orario: 21.00; 21.20; 21.40, 22.00, 22.20, 22.40, 23.00, 23.20, 23.40
Luogo: Museo Diocesano Donnaregina Vecchia Napoli – Napoli Teatro Festival
Regia: Susanna Poole
Interpreti: Lidia Arias, Rosaria Bisceglia, Sofia Campanile, Roberta Di Domenico De Caro, Davide Giacobbe, Eleonora Longobardi, Salvatore Margiotta, Carlo Melito, Gabriele Poole, Susanna Poole, Cinzia Romanucci
Trama: «Ciascuno di noi – si legge nelle note di regia – ha impressa un’immagine di che cosa sia la vita in un paese molto piccolo. Ci sono le case raggruppate e da un cortile si passa ad un altro in un confine sfumato fra il dentro e il fuori, fra la vita privata e quella del vicolo. Ci sono gli abitanti che sanno tutto di tutti ed alcuni, dalla presenza più forte, diventano dei “personaggi” dei quali conserviamo una traccia nell’immaginario. Questo fa pensare a quello che doveva essere Vitebsk per Chagall. Chagall dipingeva le case, le mucche, i personaggi del suo piccolo paese – come lo zio violinista o la coppia di innamorati, la capretta e il campanile – ma tutto trasfigurato nelle dimensioni, nei colori e nella collocazione, in un paesaggio fantastico, tutto interiore. Il Vecchio Fango è un lavoro su un’unità minima di vita comunitaria, un minuscolo villaggio immerso nella natura che potrebbe felicemente rappresentare un’immagine idilliaca. Ma l’altra faccia della medaglia è l’isolamento dei suoi abitanti che può far emergere i tratti più gretti, ruvidi e misteriosi dell’umano. C’è un’oscurità che lo sguardo del visitatore riesce appena a cogliere. Per questo, il viaggiatore che si avventuri nelle strade di questo piccolo villaggio, seguendo un odore, un suono, uno sfioramento, non si sentirà sempre al sicuro e dovrà ricorrere alla memoria e all’immaginazione per ricostruire ciò che, da bendato, non potrà che sentire e toccare con le mani».
Info: www.napoliteatrofestival.it
Il funambolo
Quando: dal 30 giugno al 2 luglio (eccetto 8 luglio)
Orario: giovedì ore 21; venerdì e sabato ore 19
Luogo: Teatro Sannazzaro Napoli – Napoli Teatro Festival
Autore: Jean Genet
Regia: Daniele Salvo
Interpreti: Andrea Giordana, Giuseppe Zeno, Valentin, Melania Giglio; danzatori: Yari Molinari, Giovanni Scura
Trama: Verso la fine del 1956 Jean Genet conobbe un giovane artista di circo, Abdallah Bentaga, figlio di un acrobata algerino e di una tedesca. Lo scrittore francese si legò a lui in un rapporto che lo indusse a peregrinare per l’Europa. Nel corso dei loro spostamenti Genet cercò di convincere Abdallah, che lavorava come giocoliere e acrobata, a salire sul filo da funambolo. Lo plagiò sino a indurlo a sottoporsi a un duro allenamento. Il giovane algerino cadde dal filo una prima volta nel 1959, ma vi risalì. Si unì alla compagnia del Circo Orfei in Kuwait, ma ricadde e fu la fine della sua carriera. Genet era convinto di aver realizzato con Abdallah, suo doppio narcisistico, una sorta di capolavoro che l’imperizia e la debolezza del ragazzo mandò in malora, come scrisse a un amico. Nel febbraio del 1964 Abdallah inghiottì un barbiturico e si tagliò le vene. Sette anni prima Genet aveva scritto per lui un piccolo poema in prosa, Il funambolo, un grande inno alla Morte: «La Morte – la Morte di cui ti parlo – non è quella che seguirà la tua caduta, ma quella che precede la tua apparizione sul filo. È prima di scalarlo che muori. Colui che danzerà sarà morto – deciso a tutte le bellezze, capace di tutte». Daniele Salvo immagina il teatro Sannazaro, come spazio scenico unico (il pubblico sarà sui palchetti). Lo spettacolo è immerso nel buio della stanza del poeta, la “stanza dell’immaginario”, la “scatola nera” della sua mente dove appaiono figure cristalline, creature di altri mondi, ossessioni che visitano brevemente il nostro tempo sospese nell’aria: danzatori, funamboli, violinisti con i piedi immersi nel latte. Sono fantasie di poeta, ossessioni di purezza di uno strano incantatore.
Info: www.napoliteatrofestival.it
Stasera c’è spettacolo?
Quando: 30 giugno e 1, 2, 3 luglio
Luogo: Villa Pignatelli (Napoli) – Napoli Teatro Festival
Orario: 19
Ideato e diretto: Donatella Furino e Emma Campili
Interpreti: Antonio Alveario, Stefano Airota, Barbara Balzerani, Stefania Blandeburgo, Anna Bonaiuto, Claudio Boschi, Fabio Brescia, Giovanna Cappuccio, Daniela Cenciotti, Antonio Ciotola, Erri De Luca, Dario De Natale, Piera Degli Esposti, Marzia Del Giudice, Gennaro Falconetti, Fabiana Fazio, Massimo Ferrante, Vincenzo Ferrera, Luca Iervolino, Lisa Imperarote, La Terza Classe, Paolo Mannina, Gennaro Maresca, Peppino Mazzotta, Cinzia Musella, Nino Orfeo, Daria Panettieri, Betti Pedrazzi, Giuditta Perriera, Wally Pituello, Massimiliano Poli, Rosalia Porcaro, Giuseppe Provenzano, Ciro Sannino, Stefania Spanò
Trama: Un talk show? Un reality? Un work-shop? Una serie teatrale? Un ponte tra il web e il teatro inteso come luogo? Uno spettacolo? È teatro? È un talent? È dall’unione e dall’annullamento di tutte queste forme e queste domande che nasce Stasera c’è spettacolo? To play! È così che i capocomici diventano conduttori, i testi un pretesto, il pubblico uno strumento tramite cui costruire e immaginare un nuovo modo possibile di fare e usare il teatro. Dieci spettacoli diversi ogni sera, più di trenta testi e quaranta attori tutti provenienti da scuole e formazioni diverse, ospiti che rappresentano ognuno a suo modo un aspetto o un caposaldo del teatro. Non si vedrà mai l’opera finita, ma l’opera consisterà proprio nel teatro, inteso come luogo, come simbolo e come forma artistica. Saranno svelati al pubblico tutti i meccanismi che ci sono dietro l’atto “creativo” e nel caso più specifico dietro il mestiere dell’attore. I modi possibili in cui affrontare registicamente una scena, il passaggio da “il modo di youtube”, dalla forma video al palcoscenico, le infinite possibilità che ha un attore di interpretare un personaggio, il tentativo di mostrare attraverso il teatro i meccanismi della vita umana, diventano la drammaturgia di Stasera c’è spettacolo? To Play! L’ultima mezz’ora dello spettacolo diventa aperta a chi vuole, per una sera, farne parte, a rotazione e senza alcuna selezione, se non quella pratica della quantità e dell’ordine di iscrizione. È un meccanismo che chiamiamo SHARINGSHOW, ci sembra giusto, oggi più di ieri, mettere in scena la “CRISI” e la difficoltà dei giovani, ma anche dei meno giovani, che vogliono fare il mestiere dell’attore, facendo agire questa crisi, in maniera concreta. Gli attori di Stasera c’è spettacolo? To play! saranno i compagni in scena di coloro che decideranno di salire sul palco. Fare accadere e non determinare. Il gioco attoriale diventa lo spettacolo, l’importante è saper giocare. Con o senza musica regista? Il testo è pretesto, Eduardo Suite, Scarpetta suite- dirige la compagnia Fabio Brescia, Quando il testo è politico – quando le parole sono storia, Narrami o ‘900, Per il suo verso… L’Amleto, Quando si dice regia-quando diventa operazione, Tradimenti di nome di fatto e di modi, Nel Vico… La Terza Classe, Penelope nel ‘900 e il pensiero è ritmo… sono solo alcuni dei capitoli, e dei “Microspettacoli” di Stasera c’è spettacolo? To play!
Info: www.napoliteatrofestival.it
Regine sorelle
Quando: 30 giugno
Luogo: Real Orto Botanico – Brividi d’Estate
Orario: 21.00
Autore e Regia: Mirko Di Martino
Interprete: Titti Nuzzolese
Trama: Maria Antonietta e Maria Carolina d’Asburgo: le figlie di Maria Teresa d’Austria, le due mogli del re di Francia Luigi XVI e del re di Napoli Ferdinando di Borbone. Due regine, due mogli, due figlie. Ma forse, soprattutto, due sorelle. Da piccole, Antonietta e Carolina erano fortemente legate l’una all’altra, ma vennero ben presto divise dal corso della storia e dalle necessità della politica. Vissero da protagoniste inconsapevoli durante uno dei periodi più cruenti e importanti della storia: Maria Antonietta venne ghigliottinata in piazza a Parigi, Maria Carolina morì vecchia e sola. Lo spettacolo racconta queste due figure eccezionali utilizzando una chiave pop, moderna e colorata, divertente e giocosa, con un pizzico di nostalgia e di fascino per un mondo irrimediabilmente scomparso. Intorno alle dure regine si muove una folla numerosissima di personaggi pittoreschi e intriganti, famosi e sconosciuti, a cui dà vita la straordinaria versatilità di Titti Nuzzolese, interprete unica di uno spettacolo ricchissimo di comicità e dramma, di storie e di voci, di emozione e fascino.
Info e prenotazioni: 081 5422088 – info@ilpozzoeilpendolo.it
La Grenouille avait raison
Quando: 1 e 2 luglio
Orario: venerdì ore 21 e sabato ore 23
Luogo: Teatro Bellini Napoli – Napoli Teatro Festival
Autore e Regia: James Thierrée
Interpreti: James Thierrée, Valérie Doucet, Mariama, Yann Nedelec, Thi Mai Nguyen, Samuel Dutertre
Trama: James Thierrée presenta al Festival La grenouille avait raison (La rana aveva ragione), un racconto brillante e leggero sul mondo dell’infanzia. Danzatore, scenografo, acrobata, Thierrée è nato e cresciuto in una famiglia circense, a contatto fin da bambino con il mondo allegro e malinconico dei clown. In questo spettacolo James Thiérrée prosegue le proprie avventure in un mondo fantastico che oscilla tra il circo, la danza e il teatro e in una condizione sospesa tra il sogno, la melancolia e la fuga fantasmagorica. Questo spettacolo musicale si presenta come una fiaba, allo stesso tempo realistica e grottesca, come si legge nelle note di regia: «La rana aveva ragione. Perchè? Non lo so. E né gli anni che passano, né questa scena che frequento con gioia mi insegnano a fondo perché si fa questo o quello su questo grande battello ubriaco che chiamiamo tea… (questa parola avrebbe bisogno di un po’ di vacanze). Perché facciamo pendere i fili da certi ganci piuttosto che da altri, perché il mio corpo, in generale, si articola al contrario di ciò che è naturale, perché ciò che è categoricamente previsto raramente si realizza? Vero? E poi soprattutto perché si immagina una storia e la si intraprende? Non lo so. In questo spettacolo, ci sono misteri minuscoli che divorano misteri grandi, questo è chiaro. Si parlerà di riflesso di una creatura sotterranea che, curiosa degli uomini, si fidò di loro e fu tradita, il suo cuore si è spezzato. Si immagineranno vendette tra fratelli e sorelle rapiti e imprigionati, sotto lo sguardo di un caleidoscopio caratteriale. E per finire immergeremo i nostri piedi nel lavatoio – rivelatore di aspirazioni. Faccio teatro per non dover spiegare ciò che si agita dentro, ma piuttosto per girarci attorno. Allora giriamoci attorno se volete. Viviamo assieme, qui, alcuni momenti, cose insensate che forse hanno senso oltre la punta del nostro naso. La rana ce lo dirà».
Info: www.napoliteatrofestival.it
Febbre per il commissario Ricciardi
Quando: dal 1 al 3 luglio
Luogo: Real Orto Botanico – Brividi d’Estate
Orario: 21
Interpreti: Paolo Cresta
Trama: La passione brucia il sangue, gli occhi, la vita. La passione è una febbre che non lascia scampo. Ti scivola dentro, a tradimento. Coglie l’ attimo in cui l’anima è scoperta e si fa strada dagli occhi, per invadere il cuore, le viscere, il cervello. La passione è una febbre che si insinua, un morbo letale e democratico che devasta senza riguardo ricchi e poveri, uomini e donne, buoni e cattivi, giovani e vecchi. La passione è una febbre con la quale il commissario Luigi Alfredo Ricciardi deve confrontarsi ogni giorno. Spettatore attonito degli orrori figli della passione. È il maggio del 1932, Ricciardi si muove nel dedalo intricato dei vicoli napoletani, nelle orecchie tre numeri; negli occhi l’immagine di un uomo, morto; nella mente un unico pensiero: la passione è una febbre che uccide. Febbre è l’unico episodio, della serie del commissario Ricciardi, raccontato in prima persona. I pensieri, le emozioni, il dolore di Luigi Alfredo Ricciardi, il poliziotto che vede i morti, avranno la voce di un interprete straordinario: Paolo Cresta.
Info e prenotazioni: 081 5422088 – info@ilpozzoeilpendolo.it
Soleil Couchat / Dans l’atelier
Quando: dal 2 al 6 luglio
Orario: 19
Luogo: Ridotto del Mercadante Napoli – Napoli Teatro Festival
Ideazione e Regia: Alain Moreau
Trama: Due spettacoli di 35 e 18 minuti per entrare dentro una creazione lirica e fiabesca che mette insieme fantasia e tecnica del teatro di figura più classico. Due momenti scelti dal regista e creatore, Alain Moreau, per fornire al pubblico “la chiave che apre la porta della meraviglia”.
Soleil Couchant è un piccolo gioiello fatto di dettagli minimi, luci e suoni che somigliano al movimento lento delle onde del mare: è il momento più dolce, quello della fine del giorno. Il sole sta per tramontare. Un uomo (ovvero un burattino di dimensioni umane animato dallo stesso Moreau) senza dire una parola, ci trasmette il senso del tempo che scorre, di tutto quello che passa e che, inevitabilmente si perde. Il rumore del mare si fa più intenso, si alza il vento e, forse, è in arrivo un temporale e lui – con un ultimo brindisi – saluta la vita e il giorno che muore.
Dans l’atelier, invece, in soli 18 minuti ci racconta il mondo delle marionette. Una sorta di visita guidata, un percorso iniziatico, che mostra la costruzione, pezzo per pezzo della marionetta, «perché senza l’artigianato non ci sarebbe il teatro di figura! – annota Moreau – per me le marionette e il teatro sono legate le une all’altro, pertanto è molto divertente partecipare a una ‘iniziazione teatrale’, attraverso le marionette». Ben lontano da uno spettacolo didattico Dans l’atelier cerca di cogliere lo spirito più bizzarro e selvaggio, quasi scomposto e fatto di ‘inciampi” del lungo lavoro della creazione. Tof Théâtre nasce nel 1987 per iniziativa del regista Alain Moreau. Il primo spettacolo è stato Le Tour du Bloc, per adulti e bambini, che ha registrato più di 500 repliche in giro per il mondo.
Info: www.napoliteatrofestival.it
Flexn
Quando: 2 e 3 luglio
Orario: sabato ore 21 e domenica ore 19
Luogo: Teatro Augusteo Napoli – Napoli Teatro Festival
Regia: Peter Sellars e Reggie (Regg Roc) Gray
Trama: La danza flex è un particolare genere di movimento e di espressione del corpo che dal 2015 dilaga in America, evoluzione di un genere nato in Giamaica attraverso i reggae-club. Un fenomeno elettrizzante e contagioso che ha trovato sede all’interno dell’armeria di Park Avenue, ma che proviene dalla strada, dai quartieri off della zona di Brooklyn. Una “danza di strada” a tutti gli effetti che esprime temi di disagio sociale, direttamente legati alla cultura del movimento dei sobborghi neri, che diventano una sorta di narrazione delle ferite sociali e personali, attraverso un linguaggio del corpo innovativo e post-moderno. Arrivano a Napoli per mostrare questo nuovo modo di interpretare la danza, il coreografo americano Reggie (Regg Roc) Gray e una compagine di 15 ballerini, i flex dancers. La performance può avere carattere collettivo “di gruppo” o di “solo” individuale ed è frutto delle creazioni degli stessi ballerini, nate da improvvisazioni d’ensemble: movimenti ritmati che simulano onde o spire di serpenti, presi in prestito dall’hip-hop o dalla break-dance e accompagnati da parole rappate, spesso oscene. Lo spettacolo, di grande potenza e vigore, si avvale dello sguardo visionario di Peter Sellars che si è affidato all’energia dei danzatori e alle loro improvvisazioni free-style, dichiarando «due repliche di Flexn non saranno mai uguali». Flexn è uno spettacolo che esprime protesta, stati emotivi e temi autobiografici, ma anche pulsioni di ribellione contro l’ingiustizia, la discriminazione razziale e la violenza del duro sistema sociale americano.
Info: www.napoliteatrofestival.it
Le Troiane
Quando: 2 e 3 luglio
Orario: 21:30
Luogo: Parco Archeologico di Pausilypon Napoli – Napoli Teatro Festival
Regia: Valery Fokin e Nikolay Roshchin
Interpreti: Angela Pagano, Leandro Amato, Claudia Balsamo, Cinzia Cordella, Giovanna Di Rauso, Antonio Marfella, Serena Marziale, Francesca Muoio, Autilia Ranieri, Federica Sandrini e con Alessandro Balletta, Angela Bertamino, Carlo Geltrude, Elisa Guarraggi, Vincenzo Esposito, Gaetano Migliaccio, Dario Rea, Francesco Roccasecca, Umberto Salvato, Francesco Scolaro
Trama: Rappresentata per la prima volta nel 415 a.C., l’opera venne messa in scena nell’ambito di una trilogia legata alla guerra di Troia. Dopo la caduta della città, le troiane vengono assegnate come schiave ai vincitori. Cassandra ad Agamennone, Andromaca a Neottolemo, Ecuba ad Odisseo. È il dramma del dolore degli sconfitti e della sventura di fronte alla aggressività dei vincitori. La vittoria è però solo apparente, poiché ognuna delle protagoniste dell’opera trova il modo di reagire, a proprio modo, alla tremenda sventura che l’ha colpita. I vincitori, di contro, che sono poi alcuni dei più grandi eroi della mitologia greca, si comportano per lo più come crudeli aguzzini, capaci della più bruta barbarie senza la minima remora. Le donne troiane in definitiva hanno perso tutto, ma non la loro dignità umana, che invece gli spietati soldati greci sembrano non aver mai posseduto.
Info: www.napoliteatrofestival.it
Due ‘Ferdinandi’ alla corte dei Borbone
Quando: 3 luglio
Luogo: Villa Bruno – San Giorgio a Cremano (NA)
Orario: 19
Autore e Regia: Febo Quercia
Interpreti: Luigi Credendino, Sergio Del Prete, Annalisa Direttore, Adriano Falivene, Stefano Ferraro e Valeria Frallicciardi con la partecipazione di Matteo Borriello e Lina Toscano
Trama: Lo spettacolo sarà una vera rievocazione storica di un giorno alla corte dei Borbone. Il pubblico diventerà protagonista della storia: immersi nelle atmosfere settecentesche, gli ospiti saranno trasportati nei vari ambienti dell’antico sito vesuviano alla riscoperta di vicende e leggende legate anche alle “scappatelle” del Re più discusso della storia del regno: Ferdinando IV di Borbone. Nulla succede, però, per caso: e se a corte, per un equivoco (o per voluta emulazione) nella stessa residenza si incontrassero due “Ferdinandi” IV di Borbone? Come si potrebbe riconoscere l’autentico Re “nasone”? Terzogenito di Carlo III di Borbone, chiamato anche ‘o Re “piccirillo”, perché salì al trono a soli 8 anni, fece oltremodo parlare di se durante i suoi sessantacinque anni di regno. Si racconta che amasse molto la caccia ma anche travestirsi per mischiarsi con il popolo. In netto contrasto il carattere della sua sposa, l’austriaca Maria Carolina, che non tardò ad imporsi nelle scelte politiche che influenzarono non poco la vita del regno. Tuttavia, anche altri personaggi ebbero un ruolo di rilievo nella vita di Ferdinando.
Prenotazioni: 339.7020849 – 334.6227785
Black Clouds
Quando: 3 e 4 luglio
Orario: 21
Luogo: Teatro Politeama Napoli – Napoli Teatro Festival
Autore e Regia: Fabrice Murgia
Interpreti: Valérie Bauchau, Fatou Hane, El Hadji Abdou Rahmane Ndiaye, Francois Sauveur
Trama: Con questa nuova creazione – in debutto assoluto a Napoli – Fabrice Murgia approfondisce la propria riflessione sulle relazioni tra il Nord e il Sud del mondo: la libera circolazione degli individui, le frontiere (in)visibili che ci circondano, lo spazio virtuale e iperconnesso in cui viviamo. Come accaduto nei lavori precedenti, anche in questo caso il regista si è nutrito di incontri e esperienze: un laboratorio tenutosi a Saly, in Senegal, con gli attori locali; le ricerche sulle truffe online che partendo dalla Costa d’Avorio chiedono denaro all’altra parte del mondo; l’incontro con l’incredibile storia di Aaron Schwarz, giovane informatico americano, pioniere del libero accesso a internet e dell’open source suicidatosi a 28 anni dopo aver sfidato l’FBI e il governo americano. Black Clouds racconta le frodi orchestrate dai pirati del web ivoriani, il turismo sessuale come nuova forma di “colonialismo dei corpi”, la frattura numerica Nord-Sud. Sullo sfondo di tutto, il web, questa Rete che è sia sinonimo di condivisione e di emancipazione, ma anche di dominazione e asservimento. Una corsa vertiginosa in cui la poesia, la musica e le immagini ci conducono in un altrove allo stesso tempo onirico e reale.
Info: www.napoliteatrofestival.it
Laika
Quando, Orari e Luogo: 3, 4 luglio h 23 Teatro Nuovo; 5, 6 luglio h 21.30 a Castello di Gesualdo (AV)
Autore: Ascanio Celestini
Interpreti: Ascanio Celestini e Gianluca Casadei
Trama: Con questa nuova narrazione Ascanio Celestini ci racconta la vita di un improbabile Gesù che «vive chiuso in un appartamento di qualche periferia. Dalla sua finestra si vede il parcheggio di un supermercato e il barbone che di giorno chiede l’elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Con Cristo c’è Pietro che passa gran parte del tempo fuori di casa ad operare concretamente nel mondo: fa la spesa, compra pezzi di ricambio per riparare lo scaldabagno, si arrangia a fare piccoli lavori saltuari per guadagnare qualcosa. Questa volta Cristo non si è incarnato per redimere l’umanità. Non sappiamo se si tratta davvero del figlio di Dio o di uno schizofrenico che crede di esserlo, ma se il creatore si incarnasse per redimere gli uomini condividendo la loro umanità (e dunque anche il dolore), questa incarnazione moderna non potrebbe non includere anche le paure e i dubbi del tempo presente». Questo Cristo contemporaneo non vuole che entri nessun altro, all’interno del suo appartamento ma è interessato a ciò che accade fuori: «il mondo in mille metri quadrati di asfalto osservati da un paradiso-monolocale pochi metri al di sopra». In questo nuovo lavoro, Celestini è partito dalla consapevolezza che con la crisi delle ideologie – nate dall’illuminismo e concretizzatesi soprattutto nel ‘900 – anche le religioni (in quanto visioni totalizzanti e dunque ideologiche) hanno subito un contraccolpo. «A distanza di un paio di millenni – leggiamo nelle note – ci troviamo ora a rivivere le incertezze del cristianesimo delle origini, frutto dell’ebraismo e seme dell’islam. Vorrei che queste incertezze passassero in maniera obbligatoriamente grottesca e ironica nel personaggio che porterò in scena: un povero Cristo che può agire nel mondo solo come essere umano tra gli esseri umani. Uno che sente la responsabilità, ma anche il peso di essere solo sul cuore della terra: vuoi vedere che la trinità è una balla e alla fine salterà fuori che Dio sono soltanto io?».
Info: www.napoliteatrofestival.it
L’Inferno di Dante
Quando: 9 luglio
Luogo: Museo del Sottosuolo
Orario: 20:30
Adattamento e regia: Domenico M. Corrado
Interpreti: Monica Caruso; Mario Guadagno; Anna Edipio; Emilio Caruso; Maria Giusy Bucciante; Giancarlo Grosso; Diletta Acanfora; Vincenzo Veneruso; Federica Cannavo; Salvatore Mazza; Enzo Varone; Ciro Zangaro; Federica Cannavo; Francesco Merlino; Rodolfo Medina; Il Genere Umano
Trama: Basato sulla Prima Cantica dell’Opera di Dante Alighieri, lo spettacolo racconta il viaggio del Sommo Poeta tra i dieci cerchi dell’Inferno alla ricerca dell’Amore. Un susseguirsi di incontri con i personaggi straordinari del regno delle anime dannate in una cornice che non potrete dimenticare. L’obiettivo è far vivere il luogo che ospita lo spettacolo e aumentare ancora il coinvolgimento dello spettatore. “L’inferno di Dante” nel Museo del Sottosuolo si realizza in tre momenti, ognuno dei quali vedrà protagonista una sala differente del Museo che si sviluppa per circa 3000 mq a 25 metri sotto piazza Cavour, nel cuore della Città, a pochi metri dal Museo Archeologico Nazionale. Nella prima Sala chiamata “Sala Bianca”, dedicata alla prematuramente scomparsa primogenita di Clemente Esposito, padre della speleologia urbana a Napoli e proprietario dei locali in superficie il pubblico incontra Il Sommo Poeta, che in compagnia di Virgilio, che lo libera dalla Lupa dalla Lonza e dal Leone, inizia il suo viaggio, superando l’ira di Caron Dimonio dagli occhi di bragia, ascolterà la voce suadente e innamorata di Beatrice nella sua invocazione, affiche l’autore dell’Eneide aiuti il suo “amico e non de la ventura” nella “diserta piaggia” sfiderà le grida di “Minosse” e si emozionerà alle parole di “Francesca da Polenta” che abbracciata al suo “Paolo” invocherà la “Caina per chi a vita la spense”. Nella seconda Sala, Sala intitolata a Michele Quaranta, detta “delle riggiole”, il Pubblico vedrà ed udrà come Cerbero prima e Pluto il Dio della ricchezza poi, tenteranno invano di avversare il cammino del Poeta e della Sua Guida, e nemmeno le Furie: Megera, Aletto e Tesifon, benché invochino la Medusa potranno bloccare il passaggio alla Città di Dite. Infine Farinata degli Uberti e Cavalcante Cavalcanti usciranno dalle Loro “archie infuocate” per conoscere il viandante Fiorentino, mentre l’albero di Pruno che imprigiona Pier delle Vigne, poeta alla corte di Federico II di Svevia e intimo consigliere dell’imperatore, pregherà il Sommo Poeta che “nel mondo riede, di confortar la memoria mia, che giace ancor del colpo che ’nvidia le diede”.
Nella terza ultima sala dedicata a Lucio Bartoli, detta “della guerra” Dante, Virgilio e il Pubblico incontreranno gli ultimi tre personaggi provenienti da tempi e da e poche precedenti: Ulisse, del celebre “fatti non foste a viver come Bruti ma per seguir virtute e conoscenza” il Conte Ugolino che piange la sua disperazione e Lucifero, il Male Assoluto, rappresentato in un modo da far riflettere chi lo incontra.
Info e prenotazioni: www.tappetovolante.org/prenota – 081 863 1581 – 339 18 88 611
Agrippina. La fisionomia del potere
Quando: 14 luglio
Luogo: Museo del Sottosuolo
Orario: 11
Adattamento e Regia: Eduardo Di Pietro
Trama: Come tra fantasmi si svolge il percorso di Agrippina minore, un personaggio incarnato dai rapporti politici, dall’immagine pubblica, dall’influenza decisionale. «Nasceva con una strada tangente decessi, abusi, violenze, ma dall’inizio orientata al potere» riflette Atte, amante del figlio Nerone e cerimoniera del rito che dà corpo alla storia. Con un ritmo che agevolmente corre dall’epoca di Tiberio a quella di Nerone, passando per la tirannia di Caligola, i vizi di Messalina e i continui intrighi che decidevano gli equilibri di corte, si scopre il declino di Agrippina. La sua storia sommata alla degenerazione del figlio al governo, segnò la fine della gloriosa dinastia che determinò le sorti della Roma imperiale – vale a dire del mondo. In un’alternanza di prosa e versi in rima di Racine (di cui nel 1670 un critico riconosceva: “è evidente che il ‘Britannico’ contiene i più bei versi che sia dato di scrivere”), la performance avrà luogo negli spazi sotterranei del Museo del Sottosuolo e sarà, inoltre, accompagnata da una visita guidata al Museo Archeologico Nazionale poco distante, dove la guida abilitata si focalizzerà sui principali busti della Collezione Farnese con l’intento di sottolineare il ruolo tutt’altro che marginale che la donna ricoprì nell’antica Roma, cui seguiranno opportuni approfondimenti sulla storia romana.
Prenotazione obbligatoria: www.tappetovolante.org/prenota – 081 863 1581 – 339 18 88 611
Gabriella Galbiati