La stagione “(r)esistente” del Teatro Vascello
Oltre 50 spettacoli in cartellone per il 2016/2017 della sala romana, tra coreografie contemporanee, musica, concerti, reading, circo, teatro ragazzi e nuove partnership internazionali.
Chiamando in causa il filosofo rumeno Emil Cioran, e citandone “La tentazione di esistere”, Manuela Kustermann, direttrice artistica del Teatro Vascello di Roma, apre la presentazione della stagione 2016/2017 riflettendo sulle difficoltà del settore spettacolo dal vivo, e declina quella “tentazione” e quel presupposto di “vertigine” concepito dal saggista mitteleuropeo, in una concreta “necessità di esistere”, in una reattiva testardaggine a proseguire, con proposte e programmi che mantengano lo spazio capitolino di Monteverde luogo di libertà creativa condivisa da pubblico e artisti: «Lo spettacolo dal vivo – ha affermato Kustermann – sta vivendo momenti drammatici, di spaesamento: c’è un odore di sconfitta, di mancanza di riconoscimento di un ruolo primario che il teatro dovrebbe avere».
Con l’obiettivo di soddisfare esigenze qualitative ed emozionali, questo cartellone 2016/2017, aggiunge all’attenzione per la scena contemporanea e alla valorizzazione di realtà nazionali e internazionali, collaborazioni con la città di Constanta, co-produttrice de le “Baccanti – Dionysus” diretto da Daniele Salvo (che replicherà nuovamente a febbraio), e con il Teatro Nazionale di Craiova (già partner del Franco Parenti di Milano e dello Stabile di Torino), che troveremo con “O fortuna/La tempesta” di Shakespeare per la regia di Silviu Purcarete.
E tra prosa, musica, teatro-danza, circo, teatro ragazzi, concerti (e non solo), ci attenderanno, a cominciare da settembre, oltre 50 lavori, come “Strange Games” di Vladimir Olshansky, commedia metafisica sull’esistenza umana, frutto d’unione di arti teatrali e performative, per proseguire con “Il funambolo” di Genet diretto da Daniele Salvo, e le interpretazioni di Massimo Popolizio e Javier Girotto ne “Le città invisibili” di Calvino, per cura registica di Teresa Pedroni. A Irma Immacolata Palazzo va la maternità drammaturgica e direttiva de “Il grande inquisitore” di Dostoevskij, che prevede un gioco di “doppio” (anche metalinguistico) con la realtà nostrana di quartieri malfamati; con “S/Z studio su Roberto Zucco”, Vincenzo Manna partirà da “Roberto Zucco” di Bernard-Marie Koltès per affrontare questioni intime sulla violenza umana e sulle azioni di un assassino; e Alessandro Haber, su direzione e idea di Manuel Bozzi, sarà interprete dell’ebbrezza autoriale di Charles Bukowski in “Haberowski”.
Tre appuntamenti con le lucide e deformanti visioni antropologiche di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, che riproporranno, a dicembre e gennaio, i successi di “7-14-21-28”, “Fratto_X” e “Anelante”; mentre Roberto Herlitzka sarà protagonista di una “Serata Kafka” con un reading-concerto intorno ai racconti e agli aforismi dell’autore praghese, e troveremo Giuseppe Battiston, su scrittura di Renata M. Molinari, alle prese con volti, visioni e voci di un Friuli pasoliniano in “Non c’è acqua più fresca”. Saremo anche testimoni di una ibseniana “Casa di bambola” a un passo dal sogno o dall’allucinazione, nell’adattamento e regia di Roberto Valerio. Saremo immersi in (molti) spettacoli di danza, tra i quali non mancheranno le coreografie di Roy Assaf, prima in “Six Years Later”, poi in “The Hill”; di Raphel Bianco, che s’ispira all’opera di Ariosto in “Orlando”; e quella di Simona Cieri che avrà l’effetto di un grido di denuncia al femminicidio con “Dimmi che mi ami”, intorno all’aspirante ballerina professionista Giordana Di Stefano, uccisa con 42 coltellate dall’ex fidanzato.
Ci troveremo poi dinnanzi a Fabrizio Gifuni (in primavera) che veicolerà la sua voce nelle letture di “Lo straniero” di Camus, “Ragazzi di vita” di Pasolini, “Il dio di Roserio” di Testori, “Un certo Julio”, omaggio a Cortázar e Bolaño. E s’annunciano ancora una curiosa “Serata Celestini”, con Ascanio Celestini e Alessio Lega; un viaggio onirico tra odori di vino e poesia nel ”Blue Bird Bukowski”, con drammaturgia di Riccardo Spagnuolo e concept registico-spaziale di Licia Lanera; un incontro con “Chi ha paura di Virginia Woolf?” di Edward Albee che coinvolgerà Arturo Cirillo insieme (anche) a Milvia Marigliano; un affondo nell’”Ulisse” di Joyce che focalizzerà la ricerca di Marcido Marcidorjs verso il “Bersaglio su Molly Bloom”, mentre Giovanni Greco terrà le redini drammaturgie e registiche di un’inchiesta letteraria e scenica relativa ai desaparecidos argentini ne “L’ultima madre”.
Nicole Jallin
Teatro Vascello
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