Giù le (solite) Maschere!
La sesta edizione dei premi dedicati al miglior teatro italiano ha dato ampio riconoscimento alle produzioni dello Stabile napoletano, anche “casa” della cerimonia.
Si è tenuta giovedì scorso al Mercadante di Napoli la consueta cerimonia per l’assegnazione dei premi nazionali “Le maschere del Teatro”, organizzata – per il secondo anno – dal Teatro Stabile di Napoli con il patrocinio dell’Agis; una giuria presieduta da Gianni Letta ha decretato i migliori spettacoli, interpreti e tecnici teatrali dell’anno appena trascorso, secondo le categorie solite di appuntamenti simili.
Ad accogliere i medagliati un parterre ricco di personaggi quasi-famosi, politici imbellettati, ex politici che vorrebbero tornare sulla cresta dell’onda, prezzemolini buoni per ogni occasione e qualche timido rappresentante della categoria, probabilmente spaventato dall’afflusso di spettatori d’eccezione – nel senso che costituiva proprio un’ “eccezione” vederli entrare in un teatro. Gianni Letta, presidente della giuria, ha d’altronde un curriculum teatrale di tutto rispetto: advisor di Goldman Sachs, vice Presidente dell’Accademia di Santa Cecilia, ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ex candidato alla Presidenza della Repubblica (ed ancora “ex” tanto altro), “padre di”, “fratello di”, “zio di”: insomma, la figura ideale per presiedere un premio teatrale (come già in altre occasioni). A condurre la sfilata (poi trasmessa in differita Rai) il solito Tullio Solenghi, stavolta chiamato anche alla difficile commemorazione della compianta compagna di “Trio” Anna Marchesini.
Il lettore attento si sarà già accorto che stiamo tergiversando rispetto all’oggetto principale che dovrebbe avere un articolo del genere, solitamente dedicato ad offrire una sfilza di allori suddivisi per categoria; se di tale peccato ci siamo macchiati, probabilmente è per pudore nel raccontare di un teatro che premia se stesso, tra lustrini e paillettes cui non è abituata la stragrande maggioranza degli operatori che di teatro vivono e respirano. Colpisce, in particolare, il riconoscimento di “migliore spettacolo in prosa” per l’Orestea di Luca de Fusco, direttore del Teatro Stabile di Napoli che ospitava l’evento – rappresentato anche in giuria da Rosita Marchese, membro del CdA -, e ideatore del premio nel 2002. De Fusco si era già premurato di rifiutare la nomination per la “miglior regia”, mentre ha accolto di buon grado il premio suddetto, rivendicando il successo nazionale ed internazionale di una messinscena ben accolta da critica e pubblico; inevitabile, tuttavia, permane il sentore di uno dei tanti piccoli e grandi conflitti d’interesse che imperversano per lo Stivale; altri tre (dei nove) spettacoli premiati tra le varie categorie sono inoltre ascrivibili alla produzione dello stesso Teatro Stabile: un successo tutto giocato in casa, insomma.
Ed eccolo, infine, l’elenco degli altri premiati di quest’edizione, come si conviene.
Miglior regia: Filippo Dini per “Ivanov”
Migliori costumi: Ursula Patzak per “Morte di Danton”
Migliori luci: Pasquale Mari per “Morte di Danton”
Migliore attore protagonista: Paolo Pierobon per “Morte di Danton”
Migliore attrice protagonista: Anna Foglietta per “La pazza della porta accanto”
Migliore attore non protagonista: Umberto Orsini per “Il prezzo”
Migliore attrice non protagonista: Alvia Reale per “Il prezzo”
Novità italiana: Ruggero Cappuccio per “Spaccanapoli Times”
Miglior interprete di monologo: Fabrizio Gifuni per “Lo straniero”
Miglior attore/attrice emergente: Federica Sandrini per “Signorina Else”
Migliore scenografia: Antonio Panzuto per “Il deserto dei tartari”
Migliori musiche: Andrea Liberovici per “Macbeth remix”
Premio Speciale del Presidente di Giuria: Glauco Mauri
Premio alla memoria di Graziella Lonardi Buontempo: Massimo Osanna
Antonio Indolfi