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Dopo la bocciatura del MiBACT che non ne ha riconosciuto il valore culturale, il collettivo della Sanità non si ferma e inaugura la sua quarta stagione che da Napoli arriva fino a Berlino, passando per debutti, nuove produzioni e molto altro.

Grafica di Luciano Correale

Grafica Luciano Correale

Gioca sull’espressione All you can eat riferita al cibo, quest’anno, il collettivo di piazzetta San Vincenzo capitanato da Mario Gelardi, fortemente convinto,  insieme ai partner che lo sostengono – Optima Italia, e le fondazioni Altamane, Charlemagne, e Fondazione con il Sud – che il teatro sia «nutrimento per il cuore e la mente, e come il cibo non vada sprecato». Da qui la cura verso ogni spettacolo scelto per il cartellone 2016-17, la varietà proposta e la volontà di offrire al pubblico un “menù” che sappia saziarlo con gusto.
Tra i nomi, quello di Toni Servillo – con il quale si aprirà il 21 marzo la settimana di eventi (alcuni ancora in via di definizione) dedicata ai festeggiamenti per i 30 anni di Teatri Uniti, tra cui Magic people show, in programma dal 24 al 26 marzo, dal romanzo di Giuseppe Montesano–; Nello Mascia che a novembre (4, 5, 6) curerà la regia del testo pinteriano Il guardiano, condividendo la scena insieme a Franco Iavarone e Cloris Brosca; Renato Carpentieri con il quale prenderà corpo – insieme a Valeria Luchetti – L’intervista di Moravia, per indagare la contraddizione sociale di tutti i tempi, quella tra ricchi e poveri (20, 21 e 22 gennaio); e poi ancora Roberto Saviano che invece firmerà insieme a Gelardi (anche regista della messinscena) la drammaturgia de La paranza dei bambini, tratta dal suo omonimo libro che uscirà a dicembre, e da cui c’è l’intenzione di far derivare, oltre lo spettacolo,  una serie di ulteriori articolazioni che riguarderanno il mondo del cinema così come l’ambito della formazione (debutto a partire dal 19 aprile 2017).
Ma quella di Gelardi non sarà la sola regia dell’anno, ad aprire la stagione, infatti, un ulteriore nuovo lavoro firmato dal direttore artistico: Noi non siamo barbari! del drammaturgo tedesco Philipp Löhle, che dopo 23 diverse versioni tedesche, arriva per la prima volta a Napoli (dal 13 al 16 ottobre) grazie alla collaborazione nata tra il ntS’ e il Goethe Institut e al seminario – che ha preceduto la riscrittura del testo – che ha visto Löhle per alcuni giorni ospite nella Sanità per lavorare a stretto contatto con gli attori che daranno vita ai suoi personaggi; a cui seguirà, a dicembre (17, 17 e 18) ancora una prima, Niente fiori ma opere di bene, che segnerà il ritorno delle tre bizzoche de La terza comunione, Carlo Caracciolo, Luigi Credendino e Ciro Pellegrino, questa volta alle prese con un funerale; e a febbraio (dal 3 al 5) lo spettacolo tratto dai racconti di Moscato Tempo che fu di Scioscia, con Tina Femiano e la compagnia giovani del Nuovo Teatro Sanità.
Risultato di un lavoro di ricerca di nuove proposte anche fuori la realtà napoletana, sono invece i due lavori che rispettivamente andranno in scena a novembre e a gennaio: parliamo della compagnia veneziana formata da Ariela Maggi e Giulio Canestrelli che sabato 19 e domenica 20 animeranno due pupazzi di grandezza naturale protagonisti di Tomato soap, “teatronovela sulla violenza di genere in un’unica puntata”; e di Giancarlo Fares, apprezzato formatore di attori, e Marco Blanchi che il collettivo, dopo averli visti al Festival di Todi, ha scelto di ospitare nel suo spazio  con la loro versione di Emigranti di Mrozec, dal 27 al 29 gennaio.
Si rivolgono ad un pubblico bambino, anagraficamente e non solo, Cenerè, di Rosario Lerro e Luigi Imperato, che partendo da La gatta Cenerentola di Basile e la Cenerentola dei fratelli Grimm e Perrault, hanno provato a capire cosa mai accadrebbe se Cenerentola rimanesse priva della magia (11 e 12 febbraio); e ancora Peter e Alice attraverso lo specchio (dal 12 alò 14 maggio) scritto e diretto da Gennaro Maresca che racconterà il momento in cui il ragazzo che ha ispirato Peter Pan incontra la donna che ispirato Alice nel paese delle meraviglie.

Foto Vincenzo Antonucci

Foto Vincenzo Antonucci

Ancora, poi, dedicato a Pasolini sarà Idroscalo 93, l’omaggio di Ivan Castiglione, su drammaturgia di Gelardi, al poeta italiano di cui, dopo 20 anni dal debutto, ritornerà in scena una nuova versione riveduta e corretta con, accanto allo stesso Castiglione, Riccardo Ciccarelli (3, 4 e 5 marzo); mentre liberamente tratto da Genet, e tradotto in napoletano, sarà Requiem per due serve, di Fabio Brescia e la regia di Gerardo D’Andrea, che attenderà gli spettatori dal 10 al 12 marzo.
Per la prima volta a Napoli, Peppe Fonzo del Magnifico Visbaal di Benevento, che dal 21 al 23 ottobre, proporrà la sua riscrittura di Fuje Filumena, scritto nel 2008 e andato in scena in quella occasione con Milva Marigliano, per la regia di Moscato, e ora pronto a debuttare dinuovo convertito in chiave noir e riletto al “maschile” con interprete Luigi Credendino.
Novità assoluta il progetto firmato da Fabiana Fazio e Carlo Caracciolo che, prendendo spunto dall’evento Kino Kabaret in cui filmakers di tutto il mondo si riuniscono per realizzare cortometraggi in round di 24/48/72 ore, provano a fare lo stesso in abito teatrale con On stage h24 (in scena l’11, 12 e 13 novembre), per partecipare al quale sarà aperto, nelle prossime settimane, un bando ad hoc.
Connubio tra arte, musica e memoria, invece, il lavoro firmato da Rosario Sparno, con Antonella Romano e Rino de Masco, che partendo dai testi della cantante napoletana di inizio ‘900, Ria Rosa, sarà occasione – il 6, 7 e 8 gennaio – per affrontare il tema della libertà nelle sue molteplici declinazioni.
Mentre tratto dal film di successo Festa per il compleanno del caro amico Harold è lo spettacolo scritto da Claudio Finelli, per la regia di Fabio Rossi e Caracciolo, “gioco al massacro” che si consumerà in concomitanza di quello che fu il primo Gay Pride a Napoli, e di cui potremmo conoscerne gli sviluppi andando a teatro dal 13 al 15 gennaio.

Il foyer del ntS'

Il foyer del ntS’

Infine, forte del buon esito dello scorso anno, ritorna – il 9, 10 e 11 dicembre – Sonata napoletana per topi e bambini, lavoro nato a chiusura del laboratorio condotto da Michele Danubio per i ragazzi della Sanità che anche durante questa stagione avranno la possibilità di parteciparvi, ma rivelatosi qualcosa di più di un semplice saggio di fine anno, e dunque ora assunto a dignità di vero e proprio spettacolo.
Ma l’articolata proposta di questa edizione non finisce qui.
Se infatti questi sono gli spettacoli che occuperanno il palco centrale, da ottobre a febbraio prenderà il via anche una rassegna intenta a promuovere drammaturgie originali in spazi non convenzionali, che, invece, coinvolgerà il foyer caratterizzato dalla presenza di due altarini del ‘700: si tratta de “L’altare di S.”, a cui prenderanno parte la compagnia di Adriana Follieri con Where are we now? ( 29 e 30 ottobre); Il volo di Michelangelo della compagnia fiorentina di Nicola Zavagli (26 novembre); tre lavori di autori calabresi: Avemmaria di Emilio Nigro (3 e 4 dicembre); Spingi e respira di e con Lorenzo Praticò (18 e 19 febbraio); e a chiudere, L’Italia s’è desta di Rosario Mastrota con Dalila Cozzolino (25 e 26 febbraio).

Ileana Bonadies

Nuovo Teatro Sanità
piazzetta San Vincenzo – Napoli
contatti: www.nuovoteatrosanita.it – 339 6666426 – info@nuovoteatrosanita.it
biglietti: 12 euro intero; 10 euro ridotto (under 25 e over 65); 8 euro (allievi Goethe Institut)
abbonamenti: free 50 – 50 euro per 5 spettacoli + Il volo di Michelangelo; free 80 – 80 euro per 10 spettacoli a scelta + 2 della rassegna “L’altare di S.”

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