Manlio Boutique

Una società multirazziale priva di integrazione culturale al centro del lavoro scritto da Stefano Massini, in scena al Teatro Cucinelli di Solomeo fino a metà ottobre.

Fonte foto Ufficio stampa

Fonte foto Ufficio stampa

È la banlieue di Tolosa – specchio di qualunque città europea – a fare da scenario a L’ora di ricevimento, nuova produzione del Teatro Stabile dell’Umbria in scena al teatro Cucinelli di Solomeo fino al prossimo 16 ottobre. In scena con gli attori della Compagnia dei Giovani del TSU (Francesco Rossini Bolo, Giordano Agrusta, Arianna Ancarani, Carolina Balucani, Rabii Brahim, Vittoria Corallo, Andrea Iarlori, Balkissa Maiga, Giulia Zeetti, Marouane Zotti), in questo viaggio nella società odierna attraversata da incontri-scontri fra culture che non sempre riescono a trovare un accordo per il quieto vivere, Fabrizio Bentivoglio nei panni del protagonista.
Il progetto nasce durante la messinscena di 7 minuti al Teatro Comunale di Narni, quando il direttore dello Stabile chiede a Stefano Massini di creare un testo per una nuova produzione. Una volta ricevuto il testo, Franco Ruggieri si confronta con l’autore e con lui individua subito il regista adatto: Michele Placido. “Placido – ci dice Ruggieri – si è subito dichiarato entusiasta del progetto. Parlando poi con lui e Stefano, il primo nome che è venuto fuori, pensando all’interprete principale, è stato quello di Fabrizio Bentivoglio. Un attore che torna a lavorare con lo Stabile dopo un’esperienza di alcuni anni fa. È un testo che affonda le radici nella nostra contemporaneità, nella realtà che stiamo vivendo”. Bentivoglio interpreta infatti il cinico e disilluso Professor Ardeche, insegnante di materie letterarie in una scuola a Les Izards, nella cui sua classe una miscela di razze e culture cercano di amalgamarsi giorno dopo giorno.  Il giovedì, dalle 11 alle 12, Archede riceve le famiglie dei suoi alunni e con loro si confronta sui problemi quotidiani che i ragazzi vivono, dai piccoli incidenti scolastici al dramma dell’esclusione sociale. Tutto in quell’unica ora di ricevimento settimanale.

Fonte foto Ufficio stampa

Fonte foto Ufficio stampa

La straordinarietà del testo – ci racconta Michele Placido –, al di là della bellezza della drammaturgia e della messinscena, sta nella capacità di Massini di parlare del contemporaneo. È un testo in cui si preannunciano tutte le problematiche che dovremo affrontare nei prossimi decenni”. Del resto altra grande capacità dell’autore è quella di “mettere in scena tutto questo che noi viviamo in modo, molto drammatico con una commedia. Non una commedia per ridere ma per riflettere, con un momento finale che spiazza tutti”.
Dal canto suo Fabrizio Bentivoglio, nei panni dell’insegnante, descrive il suo personaggio come un “avamposto della nostra società civile che diventa, grazie anche alla maestria di Massini indubbiamente, una sorta di metafora di tutti noi, metafora di tutto l’Occidente europeo e di come siamo in fondo impreparati a ricevere tutti questi impulsi, tutte queste persone nuove che arrivano con le loro culture, con i loro piatti, con le loro musiche, con le loro credenze religiose. C’è la difficoltà di aprirsi a tutto questo, di cercare di capirlo veramente, di guardarlo e di vedere mentre lo si guarda”.

Francesca Cecchini

Al Teatro Cucinelli di Solomeo fino al 16 ottobre
Al Teatro Secci di Terni dal 18 al 21 ottobre (tutti i giorni fino alle ore 21, domenica alle ore 17).

Per informazioni e prenotazioni: Botteghino Telefonico Regionale 075.57542222 – www.teatrostabile.umbria.it

Print Friendly

Manlio Boutique