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Grandi e giovani autori, debutti e ritorni, prosa e teatrodanza, per la ventunesima stagione dello spazio diretto da Carlo Cerciello al via dal 6 novembre.

Marina Confalone

Marina Confalone in “Raccionepeccui”

È piccolo ma tenace il Teatro Elicantropo di vico Gerolomini a Napoli. E nonostante le difficoltà – comuni a molti spazi cosiddetti “off” – a dare vita ad una stagione senza sostegni economici pubblici né riconoscimenti di alcuna sorta, lo spazio diretto da Carlo Cerciello festeggia i 21 anni di attività, grazie agli attori-artigiani che lo vogliono inviando le loro proposte, grazie al pubblico con il quale è in atto il «recupero di un rapporto diverso, più diretto e immediato», grazie al Laboratorio Teatrale Permanente che da diciotto anni forma nuovi talenti e al contempo consente di far sopravvivere il palcoscenico nel cuore del centro storico.
Lavoro che produce lavoro dunque, per un teatro indipendente e resistente, «luogo – come afferma il direttore artistico – dove potersi esprimere al di fuori del sistema». Non a caso tante le compagnie che vengono da fuori Napoli, o piccole produzioni – affiancate opportunamente da nomi più navigati e di richiamo – che figurano nel cartellone, ancora una volta attento alla drammaturgia contemporanea.
Si inizia questa domenica, 6 novembre, con una speciale data unica che vedrà protagonista Marina Confalone in Raccionepeccui, scritto e  diretto da Giuseppe Bertolucci, per poi proseguire, dal 10 al 13 novembre con Pacchiello. Venditore ambulante di taralli caldi caldi e di guai neri neri di Pasquale Ferro, con Roberto Capasso anche regista del monologo incentrato sulla realtà dell’usura; dal 17 al 20 con il primo dei testi di Mayorga che saranno ospitati, ovvero Futura umanità, della compagnia romana Agiteatro, e dal 24 al 27 con una messinscena che in pieno risponde alla “sperimentazioni e memorie” di cui l’Elicantropo si fa voce: La dolce guerra, di e con Elena Ferrari e Mariano Arenella, per la regia della stessa Ferrari insieme a Mariano Arenella.
Il mese di dicembre apre con il secondo testo in cartellone di Mayorga, Animali notturni, questa volta lasciato alla regia del padrone di casa, per una riflessione sulla fascinazione del potere ma anche sulla solitudine esistenziale che conduce a rapporti falsi e precari, e continua – dal 15 al 18 – con la compagnia formata dagli ex allievi dell’Accademia Inda di Siracusa impegnati nel testo pirandelliano Parla così la verità, di cui propongono uno studio corale, “a tratti divertente e grottesco, a tratti amaro e crudele”, così come accade nelle classiche tragedie greche.
Visite, del premio Nobel peruviano Vargas Llosa, con Roberto Cardone e Marcella Vitiello diretti da Niko Mucci inaugura il 2017, dal 19 al 22 gennaio tra colpi di scena e atmosfere da noir, per poi lasciare posto alla giovane compagnia pugliese Contromano Teatro con Nella gioia e nel dolore, scritto, interpretato e diretto da Elio Colasanto e Alessia Garofalo, fittizi sposini che si interrogano su quanto l’amore sia una convenzione (dal 26 al 29).

Scannasurice

Imma Villa in “Scannasurice”

Ancora la Puglia sarà protagonista dal 2 al 5 febbraio con Come tu mi vuoi, per regia di Giancarlo Luce, storia di “due vite accomunate nella miseria di un lavoro impossibile persino da raccontare”, mentre arriva da Trento la successiva messinscena, Nostra Italia del miracolo, scritto e diretto da Giulio Costa che prende in prestito le parole della giornalista Camilla Cederna per un racconto su come eravamo tra ironia e sarcasmo. Infine, dal 16 al 5 marzo, prima di essere ospite del Teatro Eliseo di Roma, il ritorno di Scannansurice, il secondo lavoro con cui Cerciello si avvicina alla drammaturgia di Moscato, dopo Signurì signurì e prima di Bordello di mare con città (attualmente in scena al Bellini fino al 6 novembre).
Con Roberto Azzurro e il suo Opatapata, riscrittura de La tempesta di William Shakespeare, in scena dal 9 al 12, si dà inizio al mese di marzo, che dal 16 al 19 ospiterà, poi, Quattro sante in tre atti tratto da un’opera da cantare di Gertrude Stein, per l’adattamento e la regia di Giorgia Palombi, e ancora, dal 23 al 26, Io sono… Alfie, dal romanzo di Bill Naughton, con protagonista Maurizio Murano diretto da Mariano Bauduin su musiche di Gershwin, Berling e molti altri.
Giovane attore e autore di 24 anni , invece, Aleksandros Memetaj che dal 30 marzo al 2 aprile porterà in scena – diretto da Giampiero Rappa – la sua personale storia con Albania casa mia, seguito dal 6 al 9 aprile, da Strafàust, una scrittura originale di Mssimo Maraviglia dal mito del desiderio e dell’individualismo per eccellenza, ovvero Faust.
In programma dal 12 al 15, Tragodia, il racconto nato da un flusso di pensieri di Emanuele D’Errico e adattato per la scena da Ettore Nigro che ne è anche regista, mentre dedicato a Ruccello sarà il nuovo lavoro firmato da Ernesto Lama, Le cinque rose di Jennifer, con Elisabetta D’Acunzo e Ivano Schiavi, a cui si potrà assistere dal 20 al 23. Chiude il mese – dal 27 al 30 –, Elettra biografia di una persona comune, tratto dalle parole di Elettra Romani, ballerina e attrice di avanspettacolo degli anni ’40, e diretto da Nicola Russo.
Completa il cartellone, dal 4 al 7 maggio, il lavoro Oltre ogni limite, da Extremities di William Mastrosimone, per la regia di Fabio Brescia, anche interprete insieme a Daniela Cenciotti, su un tema quanto mai attuale: quello dello stalking.
Seguirà, dal 11 al 13, l’abituale appuntamento con il teatrodanza, Oltre la linea, a cura di Itinerarte di Rosario Liguoro, anche regista dei micro monologhi al femminile de La sposa, in scena domenica 14 maggio.

Ileana Bonadies

Teatro Elicantropo
vico Gerolomini 3 – Napoli
Info e prenotazioni al 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio) – promozionelicantropo@libero.it  – www.teatroelicantropo.com

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