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L’applicazione web consente ai nati nel 1998 di spendere 500 euro in eventi culturali. C’è tempo fino al 31 gennaio 2017 per registrarsi e fino al 31 dicembre 2017 per spendere il Bonus.

18appSulla scia di un’analoga iniziativa varata a suo tempo dal governo Blair, Palazzo Chigi ha attivato ufficialmente da qualche giorno la già preannunciata “18app”, applicazione web che permette la spesa di 500 euro in libri, concerti, teatro, musei e danza a chi ha compiuto 18 anni in questo anno solare.
Accedendo all’apposito sito web (http://www.18app.italia.it), i fortunati ragazzi/e nati nel 1998 potranno richiedere le credenziali per sfruttare il bonus, scoprendo sullo stesso sito (ancora in beta, ma senza particolari, evidenti difetti) gli esercenti (fisici e online) presso i quali utilizzarlo. Sullo stesso sito è possibile l’iscrizione per gli stessi esercenti: operazione che, a dire la verità, non ha compiuto ancora quasi nessuno. Ad oggi, infatti, cercando tra le strutture teatrali napoletane, ancora nessuna ha provveduto ad accedere alla banca dati; lo stesso dicasi per i teatri romani – anch’essi completamente assenti dal sito, al momento – mentre un po’ meglio va a Milano, dove già 6 palcoscenici sono accessibili da 18app, tra cui il Nazionale, il Franco Parenti ed il Piccolo. Lo stesso dicasi per le sale cinematografiche, ancora quasi completamente assenti dal novero delle scelte disponibili, mentre più diffusa è stata l’adesione finora riscontrata tra le librerie fisiche napoletane, già presenti in numero ragguardevole.
Un’applicazione, questa creata dal Governo, molto contestata da chi vi ha visto un facile modo per conquistare consensi in una fascia di popolazione che per la prima volta andrà a votare nel dicembre di quest’anno, in occasione del referendum costituzionale – un appuntamento elettorale a cui pare che i giovani siano intenzionati a votare in massa proprio contro questo governo. Resta, tuttavia, un utile strumento per gli chi opera nel settore della cultura, per fare breccia in un pubblico solo apparentemente poco interessato alle iniziative nel campo.
È un’occasione, in particolare, per gli operatori teatrali, che potrebbero associarvi ulteriori iniziative e proposte per favorire la spesa del bonus in un settore su cui i tagli ministeriali hanno inciso e non poco. Non va sottovalutata la passione dei diciottenni per il teatro: secondo il recente Rapporto su Cultura e Tempo Libero compilato dall’Istat nel 2014, tra coloro che erano andati a teatro almeno una volta nei precedenti 12 mesi la parte preponderante era costituita da giovani tra i 6 ed i 19 anni, dei quali quasi il 25 per cento dichiarava di aver assistito ad almeno uno spettacolo nell’anno precedente. Non è da sottovalutare allora la chance offerta da un’iniziativa simile, che potrebbe costituire un po’ di ossigeno per quell’eterno malato (tutt’altro che immaginario) che è il teatro italiano.

Antonio Indolfi

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