Carpentieri affronta Moravia
L’attore e regista napoletano per la prima volta fa tappa al Nuovo Teatro Sanità e porta in scena “L’intervista” di Moravia, racconto disilluso della società occidentale e dei suoi limiti.
Quando “L’intervista” di Alberto Moravia venne alla luce, si era nel pieno dei “Trente glorieuses”, gli anni più floridi per l’economia mondiale, e si usciva da un “Miracolo economico” che ancora faceva sentire i suoi effetti positivi sul sistema-Paese italiano. Curioso, allora, che quest’opera dello scrittore romano sia datata proprio 1966: perché, di fatti, potrebbe essere stata scritta tranquillamente in questo inizio di secolo, per la capacità di rappresentare una spaccatura sociale enorme (quella tra “ricchi” e “poveri”) ed un apparato culturale volto a nasconderla, edulcorarla e gestirla.
Meritevole, dunque, l’operazione compiuta dal Nuovo Teatro Sanità in collaborazione con l’associazione “Il punto in movimento”, volta a riportare su un palcoscenico un testo dimenticato del grande autore, con la regia (e l’interpretazione di) Renato Carpentieri ad impreziosire il tutto.
Ma veniamo alla scena: una giornalista (Valeria Luchetti) arriva direttamente dalla Luna per intervistare un importante ministro della Terra e scoprire come si vive sul nostro pianeta: il confronto con il politico (interpretato Carpentieri) e con la sua guardia (un ottimo Pako Ioffredo), però, finirà per portare inevitabilmente alla luce le contraddizioni del sistema capitalistico esistente, fatto di sfruttati e sfruttatori, rappresentati dal Presidente – un inconsapevole David Bowie in uniforme d’antan – posto al centro della scena in un santino che ricopre la cassaforte del ministro. Dunque una trama, quella che sottende lo spettacolo, che parte da un classico espediente narrativo (l’inviato proveniente da un’altra dimensione spaziale o temporale) per far riflettere sui difetti e le mancanze della nostra società, mantenendo, al contempo, un tono di parodia leggera che riesce a non stancare lo spettatore nonostante l’argomento. In essa ogni elemento assume un carattere simbolico: il potere militare (la guardia) serve il potere politico (il Ministro), che fonda la propria posizione di supremazia sul potere economico (la cassaforte) celata dall’apparato di distrazione di massa della macchina propagandistica (rappresentata dal ritratto del Presidente).
Tuttavia, non tutto funziona nel verso giusto. Se le interpretazioni dei tre attori in scena paiono, singolarmente prese, valide e convincenti, meno sembra funzionare l’amalgama tra gli stessi, segno di qualcosa che non ha forse funzionato nel recepire la regia di Carpentieri; un’intesa non ancora affinatissima, evidentemente, che ha risentito del carattere di “prima assoluta” della replica cui abbiamo avuto la possibilità di assistere il 20 gennaio scorso.
Qualche perplessità suscita, inoltre, la scelta di non ridurre parti del testo di Moravia, lasciandone inalterate alcune lungaggini che provocano il risultato indesiderato di moltiplicare l’effetto di “didascalicità”, finendo per annacquare l’efficacia scenica complessiva: lasciar trascorrere oltre la metà del tempo di rappresentazione a far ripetere al ministro quanto siano colti, intelligenti e giusti i “ricchi”, infatti, non ci sembra si riveli una buona idea per trasmettere il legame inscindibile tra potere economico, politico e culturale; dopo un po’, anzi, rischia di annoiare mentre si resta in attesa di una svolta narrativa che giunge solo in prossimità del termine.
Lo spettacolo, pertanto, finisce sì per svolgere il suo compito con dedizione alla causa ma senza stupire, nonostante le buone performance attoriali. Presumibile, tuttavia, che il superamento di alcune incertezze legate al debutto possa giovare alle future repliche, una volta rodato il testo.
Antonio Indolfi
Nuovo Teatro Sanità
piazzetta San Vincenzo, Rione Sanità – Napoli
contatti: 3396666426 – info@nuovoteatrosanita.it – www.nuovoteatrosanita.it