“Madame Pink”: il melodramma a colori di Arias
Al suo debutto al Teatro Mercadante di Napoli, lo spettacolo del regista franco-argentino affida alla musica e a un cane parlante il racconto del sogno americano e delle sue contraddizioni.
Inizia con le istruzioni del regista Arias al pubblico per una più facile comprensione del testo – come dichiara – , la commedia con musica Madame Pink, in cartellone fino al 12 marzo al Teatro Mercadante di Napoli dove ha debuttato in prima assoluta.
Cappello calato in testa, accento franco-argentino a colorare un italiano ormai parlato con dimestichezza, è lui – anche autore del testo insieme a René De Ceccatty – a introdurci inaspettatamente nella favola rosa americana in cui convivono “innocenza e violenza, pallottole e baci”, senza che separazione netta ci sia tra le due anime di una realtà in cui tutto può capovolgersi nell’arco di pochi minuti trasformandosi in un giallo dalle tinte fosche; in cui denaro, sorrisi smaglianti e gioielli sono i pilastri/valori della vita di ciascuno dei personaggi in scena, fino a quando un cane parlante – immancabilmente pink – non giunge a sovvertire ogni certezza.
Siamo a Miami, la colonna sonora delle esistenze narrate – ovvero di Madame Pink, suo marito e i suoi due amanti Regularman e Badman (alias Paolo Serra e Gianluca Musiu) – è quella tipica degli anni ’70 e ’80 (per l’occasione riarrangiata da Mark Plati e Mauro Gioia) e tutto sembra fluire con leggerezza se non fosse, in realtà, ingombrante il vuoto che ormai anima la vita di coppia di Madame (Gaia Aprea, qui per la prima volta anche nelle vesti di cantante per un ruolo brillante che le si addice) e del suo consorte, il dentista (non a caso!) Goodman (Mauro Gioia, già interprete del precedente lavoro di Arias per lo Stabile, ovvero Circo Equestre Sgueglia), per colmare il quale arriva la pelosa, e apparentemente innocua, Roxy (a cui dà voce e sembianze una briosa e brava Flo, lei sì cantante di professione, e la sua bellissima maschera disegnata dallo scultore tedesco Erhard Stiefel).
Ma sarà l’animale in grado di risollevare l’umore della donna, raffinata ed elegante quanto infelice? Nel mondo immaginato da Arias niente affatto, sarà anzi un vero terremoto quello che Roxy determinerà col suo arrivo, in un ribaltamento di ruoli che porteranno a tingere di rosso sangue le edulcorate vite dei protagonisti – alla stessa metaforica velocità con cui nell’ America reale si passa dal glamour alle stragi mortali e viceversa – non senza però, alla fine, giungere al consolatorio e rassicurante happy end di ordinanza. Che tutto mette a tacere e fa dimenticare.
Dunque, seppure vestito da spettacolo stile Broadway, in cui musica (eseguita dal vivo da Giuseppe Burgarella alle tastiere, Ben Croze alle chitarre, Marco Di Palo al basso e Salvatore Minale alla batteria), luci e meravigliosi costumi (disegnati dallo stilista siciliano Marco De Vincenzo, alla sua prima esperienza teatrale ma astro nascente già apprezzato a livello internazionale) non mancano, a tratteggiare con evidente enfasi una atmosfera patinata e artefatta in cui i personaggi sembrano uscire dal mondo di Barbie, lo spettacolo intende essere, spiega il suo ideatore, una «riflessione sull’America del Nord, allo scopo di mostrare il labile rapporto esistente – in questa cultura – tra violenza e innocenza».
E nel suo intento ci riesce attraverso una chiave di lettura che convince per la forma vivace con cui declina il contenuto da melodramma, per una drammaturgia soppesata in ogni parola usata con arguzia e originalità, per la cura dedicata ad ogni dettaglio (con particolare riguardo anche al trucco e alle parrucche indossate dagli attori), per il coinvolgimento di eccellenze straniere ed italiane – come lo scenografo Agostino Iacurci, tra gli esponenti più attenzionati della street art mondiale – in ogni comparto relativo alla costruzione della messinscena; pur se lascia che alcune lungaggini – assolutamente evitabili perché nulla apportano di più e di necessario al racconto – interrompano il ritmo della rappresentazione, vanificando a tratti quello che è lo spirito dell’opera, a discapito di una maggiore sintesi che avrebbe certamente giovato all’efficacia finale.
Ileana Bonadies
Teatro Mercadante
piazza Municipio – Napoli
contatti: 39 081 5510336|info@teatrostabilenapoli.it | https://www.teatrostabilenapoli.it/