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In attesa della serata del 27 marzo, un commento sullo stato della settima arte nei confini nazionali.

"Indivisibili"

“Indivisibili”

Manca poco alla serata dei David di Donatello 2017, l’evento più atteso del cinema italiano. La cerimonia si terrà il 27 marzo presso l’Auditorium Conciliazione di Roma. Anche quest’anno al timone della kermesse ci sarà Alessandro Cattelan, brillante presentatore di Sky che trasmetterà in diretta il gala dalle 21:15, che già nella scorsa edizione aveva contribuito ad accelerare i tempi della rassegna. Una ventata di freschezza e novità ravvisibile allora non soltanto nei modi e tempi della conduzione, ma soprattutto nei film scelti dall’Accademia del Cinema Italiano e poi risultati vincitori.
Se la strada è stata spianata dai tanti riconoscimenti assegnati a Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti e da Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, votato come miglior film, per spegnere le candeline del suo 62esimo compleanno la manifestazione non poteva non premiare anche stavolta l’ingegno e la qualità che caratterizza da sempre il nostro cinema. Ecco, quindi, che tra i candidati che quest’anno hanno ricevuto il maggior numero di nomination troviamo Indivisibili di Edoardo De Angelis, La pazza gioia di Paolo Virzì e Veloce come il vento di Matteo Rovere.
Un traguardo, questo, che al di là del verdetto finale gratifica sin da ora addetti ai lavori e pubblico, alimentando la speranza di un futuro sempre più florido. La settima arte non è ferma in Italia, anzi. Nel Bel paese il magma della creatività non si placa mai e le idee fuoriescono ogni volta in forme nuove e originali. Non ci sono staticità, copie di copie o blocchi del settore, piuttosto è tanta la voglia di sperimentare.

La pazza gioia_Paolo Virzì

“La pazza gioia”

Veloce come il vento è talmente intenso e adrenalinico da conquistare anche lo spettatore meno irrequieto. È un fatto di cuore, un trasporto che unisce sentimenti, ansie, paure, difficoltà ed emozioni inaspettate. Una gara a cui gli spettatori partecipano pur rimanendo seduti sulle comode poltrone di un cinema. Miscele di sensazioni scaturite da una caratteristica rilevante nella gran parte delle pellicole italiane: la capacità di creare empatia. In questo, Indivisibili e La pazza gioia sono davvero insuperabili. L’uno con la storia di due gemelle siamesi, l’altro con quella di una profonda amicizia. Film che fanno riflettere, racconti che fanno sognare anche se con i piedi per terra.
Ebbene, uno sguardo d’insieme sull’arte cinematografica nazionale è necessario per apprezzarne ancor più gli ultimi prodotti. Dal divertente e amaro Che vuoi che sia di Edoardo Leo al secondo capitolo di Smetto quando voglio di Sydney Sibilia, titoli che si aggiungono a quelli già citati, sono tanti i lavori in grado di costruire un universo di possibilità. E di storie, genuine e poco convenzionali.

Noemi Giulia Sellitto

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