Don Peppe Diana rivive a teatro
Nel giorno dell’anniversario dell’assassinio del prete anticamorra di Casal di Principe, al Nostos Teatro di Aversa in scena “Ass ‘e Marzo”.
Era il 19 Marzo del 1994 quando alla domanda “Chi è don Peppino?” fanno seguito dei colpi di pistola, 3 o forse 5, che colpiscono in pieno il prete di Casal di Principe portandolo alla morte immediata nella navata della sua parrocchia.
Don Peppe Diana aveva 36 anni, don Peppe era un giovane uomo, Pinuccio era uno scout, uno che amava stare con i giovani, si dedicava a loro senza riserve, felice di essere presente tra loro per portare aria nuova in una società che odora di marcio utilizzando semplicemente la parola. E sono tante le parole che Don Peppe Diana pronuncia durante le omelie, nelle marce, sui palchi in piazza per promuovere un cambiamento nelle persone, cittadini di Casal di Principe, amministratori, parroci che tutti uniti devono opporsi alla cultura e società camorristica. Sono proprio queste parole, però, a condannarlo, perché più dei fatti restano impresse nel cuore e nella memoria; ed è infatti un documento, “Per amore del mio popolo non tacerò”, che firmato dalla Forania di Casal di Principe e distribuito a tutti i gli abitanti della zona nel Natale del 1991, ne decreta la morte.
Gli omicidi di camorra a Napoli sono tanti, alcuni finiscono per essere dimenticati, altri diventano volti e fatti che si sovrappongono nella memoria di chi legge l’elenco dei nomi di coloro la cui vita è stata stroncata dalla mano di un killer assoldato dalla camorra. Ma non si deve e non si può dimenticare chi, non solo è stato ucciso da un proiettile, ma è stato doppiamente ucciso da uomini che non hanno le mani sporche di sangue ma di fango e riversano le loro accuse diffamanti, parimenti affilate come lame di un coltello, sulla memoria di chi era un uomo ordinario ma a testa alta. Dopo il suo assassinio, Don Peppe Diana viene coperto da calunnie e illazioni, viene screditato perché la forza delle sue dichiarazioni era tale da far paura anche da morto.
Ci sono voluti anni e processi per fare in modo che la fiamma che la sua personalità carismatica emanava non venisse del tutto soffocata dalla cenere, e oggi è doveroso ricordare l’uomo, il cittadino, il prete che ha dato inizio al cambiamento.
In questa direzione si pone lo spettacolo che ha debuttato al Teatro Nostos di Aversa il 18 Marzo (si replica oggi alle ore 18) , Ass ‘e’Marzo, scritto da Gina Oliva e Giovanni Granatina che ne cura anche la regia, con in scena Salvatore Veneruso, è la ricostruzione dei fatti e della vita che vedeva protagonista il prete “nel tentativo di ricostruirne la storia nella sua autenticità, lontano dalle mistificazioni o dalle edulcorazioni post-mortem” – affermano gli autori. Il testo, nato dai ricordi, dalle emozioni e dalle testimonianze raccolte nella zona, vuole evidenziare non solo la storia del prete ma anche di quelle terre, “una storia non abbastanza esplorata e non ancora esaurita”.
Ed ecco che sebbene ci sia un solo attore in scena, cangiante, espressivo, bravissimo nel dare volto al dolore, alla disperazione, alla insofferenza, alla cupidigia, costruendo così i vari quadri che compongono la messinscena, i personaggi in realtà sono diversi e al parroco si alternano sul palco la mamma Iolanda con il suo dolore, la famelica madre camorra, il boss rappresentante di un’intera comunità che decide a tavolino, tra una partita a tresette e l’altra (popolarmente noto come ass ‘e mazz’) la vita e la morte di chi orbita ma collide con le loro logiche, tutti coprotagonisti dei fatti allora come ora. Pochi gli elementi scenici ma caratterizzanti: tra questi svetta l’impalcatura simbolo del lavoro e del settore di interesse favorito dalla malavita ma che diventa anche casa di Iolanda, un candelabro, l’incensiere che con un sapiente gioco di luci e di scelte musicali ricreano la vibrante atmosfera di un pulpito e di quell’altare dove l’omicidio è stato compiuto.
Uno spettacolo che non vuole essere celebrativo, che non vuole essere didascalico ma vuole creare suggestioni e donare emozioni, per proseguire nella scia di teatro civile che ricorda fatti e persone agendo sull’emotività perché solo ciò che tocca il cuore riesce davvero a cambiarlo.
Irene Bonadies
Nostos Teatro
Viale J. F. Kennedy, 137, trav. Brodolini, 6 – Aversa (CE)
Info e Prenotazioni: info@nostosteatro.it, 081 19 169 357, 389 24 714 39
Per raggiungere il teatro in auto su Google Maps digitare: Nostos Teatro Aversa