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A dieci anni dal debutto, lo spettacolo, ispirato all’opera di Giuseppe Montesano e messo in scena da Ianniello, Laudadio, Renzi e Saltarelli, torna sul palco del Teatro Civico 14 di Caserta, per far ridere e pensare il pubblico, con la sua travolgente ironia.

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Foto Marco Ghidelli

Il mese di aprile si è aperto con un’interessante occasione di confronto sul mestiere dell’attore, per il Teatro Civico 14, che ha accolto il racconto dei protagonisti di Magic People Show, spettacolo andato in scena il 31 marzo e il 1 e 2 aprile, proprio presso lo spazio di Caserta. Durante l’incontro Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Andrea Renzi e Luciano Saltarelli hanno messo a disposizione del pubblico, curioso ed attento, la loro esperienza, emersa grazie alle domande e alle considerazioni poste dal moderatore Giulio Baffi. In un primo momento ci si è soffermati sull’eccezionalità del gruppo che, a distanza di circa undici anni e dopo numerosi lavori individuali, ha scelto di recitare di nuovo insieme e soprattutto in piccoli circuiti, piccoli ma preziosi e accoglienti come appunto il Teatro Civico 14; poi, la discussione, nata tra chi era sul palco e chi era in platea, ha spostato l’attenzione su un piano più generale riguardante il rapporto tra arte e politica. Un tema quanto mai attuale e da sempre discusso tra gli addetti ai lavori, e un argomento che, neanche a dirlo, in qualche modo, non è lontano da ciò che la penna di Giuseppe Montesano tratta in Magic People, testo pubblicato nel 2005, fonte d’ispirazione per lo spettacolo presentato da Teatri Uniti e Onorevole Teatro Casertano.

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Foto Marco Ghidelli

L’eccessivo individualismo, l’asservimento della gente ai mass media, la totale dipendenza dall’Economia, divinità assoluta che ha riscritto e imposto una nuova etica, sono i mostri generati dal sonno della ragione che caratterizzano l’affollato e caotico condominio abitato dai personaggi mostrati, con intelligenza e ironia, dai quattro attori sul palco. Bastano pochi oggetti ed elementi scenici a Ianniello, Laudadio, Renzi e Saltarelli per inventare i mondi nei quali condurre l’immaginazione degli spettatori. La scrittura di Montesano, adattata a testo drammaturgico, non soffre dei tagli e delle attualizzazioni che pure si sono rese necessarie. Il testo dell’autore conserva la sua potente irriverenza nei quadri e nelle figure che si alternano: l’assurdità dei progetti faraonici di Lallo e Gegè; l’ossessivo desiderio dei beni di svago della famiglia Vittima a discapito dei beni primari; l’immorale ambizione della signora madre Torza che spinge la signorina figlia Torza a sposare il partito più ricco sulla piazza; le esasperate e dispendiosissime vacanze in giro per il mondo che affliggono il signor Totano; lo spietato avvocato Morfo e il disumano arrivismo di Michele Boccia. Compressi su di un tavolino, gli interpreti, carichi del peso delle loro creazioni, recitano in uno spazio claustrofobico che riproduce lo status della condizione umana oppressa e schiacciata dai precetti della nuova vera impresa moderna.

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Foto Marco Ghidelli

Le voci che si accavallano nel limitatissimo perimetro disegnato portano un forte elemento di contrasto che rafforza la natura surreale e a tratti disumana dei caratteri delineati dall’autore. Su un filo sottile, avvolto da un alone di nero, cammina il riso, subito seguito dai diversi momenti di riflessione. Essi emergono soprattutto nella figura del dottor G., l’alter ego dello scrittore, lo stesso Giuseppe Montesano, la voce fuori dal coro che, nella confusione di quel microcosmo grottesco, cerca possibili vie d’uscita dal caos demenziale. Ma la sua ostinata opposizione dura soltanto fino a quando la determinazione e la correttezza verranno sopraffate da un forte dissidio interiore, da un tormento in cui sembra non esserci posto per «un rottame come la coscienza», catapultandolo nella meschinità di una dimensione spesso frequentata dagli uomini.
Nella struttura messa in piedi dai soli attori, essi diventano i protagonisti di veri e propri spot e intermezzi televisivi, soppiantando con questa felice trovata scenica, la mancanza di una firma registica, a favore di un affiatato lavoro di squadra. Infatti, come detto nell’incontro che ha preceduto la messinscena, in Magic People Show il lavoro sul testo è inseparabile dall’attore che ne veicola il senso, fino a diventare, con la sua voce e il suo corpo, un tutt’uno inscindibile dall’inchiostro riverso sulla pagina. Ora come allora, a distanza di dieci anni, la magia di questo spettacolo e della gente che lo abita in tutte le sue maschere, è nell’equilibrio tra gli elementi e nell’armonia di un’esasperata compresenza degli opposti.

Antonella D’Arco

Teatro Civico 14
Via F. Petrarca (Parco dei Pini) c/o Spazio X – 81100, Caserta
Info e contatti: 0823 441399 | fax: 0823 1601742 – info@teatrocivico14.it – www.teatrocivico14.org

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