Rosario Sparno dirige “Tomcat” [INTERVISTA]
Primo testo del drammaturgo inglese Rushbrooke, vincitore del prestigioso Premio Papatango New Writing 2015, lo spettacolo debutta stasera 6 aprile al Nest esplorando i fondamenti dell’etica medica, della malattia mentale e dell’aborto.
Prima nazionale questa sera al Nest di San Giovanni a Teduccio che lo ha ospitato dopo la chiusura per inagibilità del Teatro Mercadante-TeatroNazionale, per Tomcat, il testo di James Rushbrooke diretto da Rosario Sparno, con Francesca De Nicolais, Fabiana Fazio, Luca Iervolino, Elisabetta Pogliani e lo stesso Sparno.
Prodotto da Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale e Casa del Contemporaneo, lo spettacolo andrà in scena con un allestimento ridotto in attesa del (secondo) debutto in programma in autunno al Ridotto del Mercadante, ma in versione assolutamente integrale, e l’intero incasso della due giornate di replica sarà destinato a sostegno del progetto culturale del Nest.
Alla vigilia dell’esordio, abbiamo raggiunto il regista impegnato nelle ultime prove e questo è quanto ci ha raccontato nell’intervista che ci ha rilasciato:
Testo inedito qui in Italia, cosa ti ha colpito della drammaturgia di James Rushbrooke?
Per il secondo progetto della nostra compagnia Bottega Bombardini Luca Iervolino ha comprato vari testi di drammaturgia inglese durante un suo viaggio a Londra. Tomcat di James Rushbrooke mi ha convinto alla prima lettura per un semplice motivo: mi ha commosso profondamente per ragioni che non mi erano chiare. Questo significava per me che il testo di Rushbrooke funzionava, che quella storia raccontata in modo semplice e diretto, volevo raccontarla io per indagare quelle domande che non sapevo di avere.
Ricerca scientifica ed eticità: da regista perché ti hanno particolarmente interessato questi due temi e quali interrogativi vorresti condividere e suscitare negli spettatori?
Quando sento parlare di ricerca scientifica, penso che sia qualcosa molto distante da me. Lavorare su Tomcat mi ha aiutato a capire, a sentire, che tutto questo, i temi etici che suggerisce il testo mi riguardano invece molto da vicino, invadono il mio quotidiano, e quello certamente di molti spettatori che assisteranno allo spettacolo. La ricerca scientifica ti pone dinanzi a dilemmi enormi che vanno di pari passo e trovano il loro contraltare poetico nella ricerca teatrale.
Questioni etico/ scientifiche di così grande attualità, affrontate a teatro, quale nuovo o diverso valore potrebbero acquisire e con quali ricadute?
Non c’è bisogno di scoprire “nuovi” valori, ma di riflettere su quelli sui quali pensiamo sia fondato il nostro pensiero. Fermarsi ad ascoltarsi, a riscoprirsi, ascoltando un testo ben scritto di drammaturgia, non solo contemporanea, è il dovere primo dello spettatore vivo.
La chiusura per inagibilità del Teatro Mercadante – Teatro Nazionale ha colto tutti di sorpresa e creato non poche difficoltà a voi che sareste dovuti andare in scena in questa fine di stagione proprio lì: da operatore culturale che idea ti sei fatto in merito?
La congettura è uno spettacolo prodotto da Le Nuvole nel 2009, grazie al quale Luca ed io ci siamo incontrati, per fondare poi la nostra compagnia.
Oltre quella volta io non amo fare altri tipi di congetture, non mi interessano, io chiedo trasparenza.
Da artista a me preme che il lavoro, che il teatro non si fermi. Mai.
Mi preme superare le difficoltà e se facendo questo, piccoli spazi come il Nest, compagnie consolidate come Casa del contemporaneo e il Teatro Nazionale, collaborano e dialogano, meglio ancora.
Abbiamo avuto difficoltà, ci siamo insieme inventati qualcosa di nuovo per quello che concerne il nostro lavoro. Andremo in scena il 6 e 7 aprile per dire che noi ci siamo, che chiudere “un Teatro” non chiude “il Teatro”, ma indica un sistema che va ridiscusso e ripensato.
Nello spettacolo si immagina un mondo migliore di adesso in cui non esistono malattie: e se invece dovessimo guardare il futuro e immaginare lo stato di salute del teatro, cosa scopriremmo?
In Tomcat dire che il mondo è migliore perché non ci sono più malattie è un ossimoro. Il Teatro non è malato, è il sistema che gli gira intorno, che spesso sembra godere di poca salute. Ma non fare confusione fra le due cose, smetterle di distinguerle porta a enormi fraintendimenti.
I testi contemporanei come “Tomcat” che raccontano di noi in maniera cosi forte e potente, scuotendo i nostri consolidati valori e le nostre certezze, dimostrano che il teatro gode di ottima salute. Il teatro è vivo, freme, come gli attori, vuole raccontarsi, cerca spazi nuovi ma non smette di cercare nuove vie, come un rivolo d’acqua, lento ma determinato a percorrere il suo cammino.
Ileana Bonadies
Teatro NEST
Via Bernardino Martirano 17 (ex Scuola Giotto/Monti) – San Giovanni a Teduccio (Napoli)
infotel e prenotazioni 320 8681011 – info.teatronest@gmail.com
NaPolibus Servizio Navetta gratuita in partenza da Napoli Teatro Mercadante info 320 8681011