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Tra temi di attualità, viaggi onirici nei meandri dell’amore, monologhi comici e anniversari ha inizio una nuova settimana da trascorrere in platea, tra Napoli e Caserta.

Paolo-CaiazzoPER FORTUNA CHE SONO TERRONE
Quando: dal 13 al 16 Aprile
Luogo: Teatro Diana
Orario: giovedì, venerdì e sabato ore 21.00; domenica ore 18.00
Ideazione e Regia: Paolo Caiazzo
Interpreti: Paolo Caiazzo
Sinossi: Monologhi e momenti musicali per raccontare la sua meridionalità. Pochi ingredienti ma genuini come un “Spaghetto al pomodoro fresco”. Due ore di comicità scritte e portate in scena da un “comico” cioè una persona che vede la realtà da un’angolazione differente. Anche situazioni difficili e drammatiche nascondono un aspetto che può innescare una risata. Disperarsi è comunque un atteggiamento di resa, un sorriso è l’anticipo di una vittoria. Non sarà solo in scena ma in buona compagnia di musicisti,  non mancherà la visita sul palco di qualche amico artista, e di sicuro dovrà fare i conti con il cappellino del suo personaggio televisivo Tonino Cardamone. Il termine “Terrone” inserito nel titolo è una dichiarazione d’amore, e Paolo Caiazzo, come contadino della sua “Terra”, intende coltivarla!
Info e prenotazioni: 0815567527 | 0815784978 | teatrodiana.it

 

unnamed (5)CHIROMANTICA ODE TELEFONICA AGLI ABBANDONATI AMORI
Tratto da: Enzo Moscato, Giuseppe Patroni Griffi, Annibale Ruccello e Francesco Silvestri
Diretto da: Sergio Del Prete e Roberto Solofria
Quando: 14 e 15 Aprile
Luogo: Teatro Civico 14 (Caserta)
Orario: venerdì ore 21.00; sabato ore 18.00
Interpreti: Sergio Del Prete e Roberto Solofria
Sinossi: Roberto Solofria e Sergio Del Prete si fanno interpreti di quel mondo disorientante, animato dalle storie di “Streghe da marciapiede”, “Le cinque rose di Jennifer”, “Scende giù per Toledo”, “Ragazze sole con qualche esperienza”, di “Facc’ ‘e San Gennaro” e “Partitura”. Personaggi che triturano pensieri e rigurgitano fantasmi negli angoli di camere da letto, negli angoli di sogni, di abbandoni, di amori e di illusorie telefonate. Un luogo unico e disunito che unisce le anime stracciate di Rosalinda Sprint, Jennifer, Gina, Tuna, Bolero e Grand Hotel in questo viaggio onirico-chiromantico en travestì. Identità possibili di corpi, che indirizzano le loro scelte verso un teatro di narrazione e che agiscono in un grande vuoto di regole, verso una discesa disorientante nelle viscere dell’amore.
«Raccontiamo – sottolineano Roberto Solofria e Sergio Del Prete – di soggetti nati dal genio dei quattro autori. Parliamo di amori abbandonati, di travestiti, di femminielli e prostitute. Parliamo di persone che agiscono nella loro intimità, nella loro riservatezza, portando alla luce le speranze, le delusioni, la visceralità e i loro segreti più intimi. Uno spettacolo che speriamo squarci l’anima dello spettatore, che lo illumini circa la profondità della solitudine, che lo stimoli ad aprire gli occhi su tutto ciò che può essere ben altro, che lo commuova, che lo diverta, che gli faccia nascere dei dubbi, delle domande e che lo avvolga in un velo chiromantico emozionale».
Info e prenotazioni: 0823 441399 | 0823 1601742 | info@teatrocivico14.it

 

Carlo-CroccoloNEL NOME DI TOTO’
Quando: 15 e 16 Aprile
Luogo: Teatro SanCarluccio
Orario: sabato ore 21.00, domenica ore 18.00
Interprete: Carlo Croccolo
Sinossi: In occasione del 50° anniversario della morte di Totò, l’attore Carlo Croccolo intratterrà il pubblico del Sancarluccio con due serate interamente dedicate al più grande comico italiano di tutti i tempi. Croccolo dal 57’, in seguito alla malattia che portò Totò alla cecità, doppiò il principe della risata in numerose pellicole in cui talvolta partecipò anche come attore. Nel nome di Totò sarà dunque un viaggio nei ricordi di vita vissuta e condivisa da questi due straordinari artisti partenopei.
Info e prenotazioni: 0814104467 | nuovoteatrosancarluccio.it 

7ecba042d0TRAGODIA
Tratto da: un racconto di Emanuele D’Errico
Quando: dal 12 al 15 Aprile
Luogo: Teatro Elicantropo
Orario: giovedì, venerdì e sabato ore 21.00; domenica ore 18.00
Regia: Ettore Nigro
Interpreti: Emanuele D’Errico
Sinossi: “Conosce la storia di Gugliemo Belati?». Guglielmo è un ragazzo di paese, che decide contrariamente al volere degli aduti genitori di voler sposare la sua fidanzata. Armato di coraggio, di un anello e di un pacchetto di caramelle a menta, corre in auto verso la sua futura sposa, Teresa. Durante questo viaggio si ferma a raccogliere dei fiori e davanti a un fiore arancione con delle gocce di blu incontra una capra, Gugliemo si innamora all’istante dell’animale e farà di tutto pur di comunicare con lei e dichiararle il suo amore. Attraverso il racconto in terza persona e la successiva trasformazione in azione scenica agìta in prima persona, la storia non segue l’ordine cronologico degli eventi ma intercetta Guglielmo quando in una sala d’aspetto, insieme ad altre figure antropomorfiche immobili, impassibili, in attesa del proprio turno, racconta e si racconta, narra di sé per ripercorrere gli strani avvenimenti accaduti. Guglielmo è l’ultimo ad arrivare in questo spazio di attesa senza tempo, ma prende un numero inferiore a quello dei presenti. Durante l’attesa, e affinché l’attesa diventi meno ingombrante, racconta la storia di Guglielmo Belati, e nel raccontarla si libera assumendosi la responsabilità della propria storia.
L’allestimento trascina lo spettatore in un mondo di fiaba, verosimile a quello reale, recuperando la possibilità di esplorare ciò che non si conosce, ciò che non è di questo mondo, il mistero appunto. E proseguendo nella ricerca, il protagonista vive la possibilità di cadere e inciampare nel dubbio. È il Bivio, dubbio simbolico, che sottostà alla trama e alla messa in scena. Il bivio mette in gioco i sentimenti di paura e coraggio, lo slancio e la regressione, l’irrazionalità e la razionalità, il mistero e il conosciuto, e, dunque, chiama in causa l’Errore, e l’errare.
Info e prenotazioni: 081296640 (pomeriggio) | 3491925942 (mattina) | promozionelicantropo@libero.it

 

unnamed (6)IO NON SONO QUEL CHE SONO
Quando: 10 Aprile
Luogo: Teatro Bellini
Orario: 19.30
Regia: Jacopo Boschini
Interpreti: Stefano Panzeri
Sinossi: Al centro dello spettacolo c’è un tema più che mai attuale, la violenza di genere, un fenomeno costantemente presente nella società contemporanea ma mai a sufficienza indagato per coglierne i fattori scatenanti e le dinamiche più profonde. E’ questa la sfida che mette in campo l’infodrama “Io non sono quel che sono”, partendo dalla storia di Otello per arrivare al vissuto quotidiano di ciascuno di noi. Il processo è ben spiegato dal regista Jacopo Boschini: ”La storia è quella di Otello, di sua moglie Desdemona. E di tutti i personaggi che si muovono attorno a loro. Ed è una storia in cui ci sono molte domande a cui è difficile dare una risposta. Coma mai Otello piange e si dispera nel dichiarare tutto il suo amore per Desdemona proprio un attimo prima di soffocarla? Perché Desdemona non riconosce la minaccia che incombe su di lei e non fugge da Otello? Comprendere le ragioni dei personaggi che agiscono in Otello significa provare a comprendere i meccanismi di violenza e collusione che a volte si verificano all’interno di una coppia. Significa guardarsi allo specchio, sapendo che ognuno di noi, per quanto sia convinto del contrario, non è immune dal rischio di rimanere intrappolato in certe dinamiche. Per questo è necessario riportare al centro il valore che hanno le nostre emozioni, le nostre pulsioni, i nostri bisogni più intimi, nelle azioni e nelle scelte della vita di tutti i giorni.”.
Info e prenotazioni: 0815499688 | botteghino@teatrobellini.it

 

foto-KorperVIVIANESQUE
Progetto, regia e coreografia: Gennaro Cimmino
Quando: 12 e 13 Aprile
Luogo: Teatro San Ferdinando
Orario: 21.00
Interpreti: danzatori – Chiara Alborino, Chiara Barassi, Nicolas Grimaldi Capitello, Sibilla Celesia, Flavio Ferruzzi, Aniello Giglio, Mariangela Giombini, Sara Lupoli, Marianna Moccia, Antonio Nicastro, Christian Pellino, Francesco Russo. Cantanti – Lalla Esposito e Massimo
Sinossi: Da ragazzo studiavo teatro e danza contemporanea e già allora  leggendo  i testi di Viviani ,mi sorprendeva l’attualità degli argomenti da lui trattati . Ho interpretato il Don Nicola, Fravecature, o’ Malamente, Prezzetella a’ capera  e tanti altri personaggi maschili e femminili estratti dalle sue commedie. L’interesse per il suo lavoro è aumentato quando ho iniziato a sentire ,quasi come una come necessità, l’esigenza di mettere in scena le sue opere, le poesie, le canzoni, attraverso uno spettacolo di danza.
L’enorme lavoro  di Raffaele Viviani, attraverso i suoi speciali affreschi del popolo, affronta moltissime tematiche ,ed è da qui che noi partiremo per sviluppare la messa in scena. Tanti quadri che come vasi comunicanti confluiscono l’uno nell’altro senza soluzione di continuità. Il lavoro e i mestieri, la malavita: i guappi e le prostitute, il teatro nel teatro, ed un quadro finale completamente inventato. Cercheremo ,attraverso i corpi e le voci dei danzattori e delle danzattrici di rappresentare la realtà contemporanea della nostra città. E’iniziata per me una ricerca sul significato della “Napoletanità”, cos’è questo modo di essere che viene spesso raccontato attraverso le canzoni come una cartolina: gente simpatica, aria profumata e sole perenne…  un popolo che resta in attesa di eventi che producano il  cambiamento, che è ricercato spasmodicamente nelle istituzioni politiche e sociali che organizzano la nostra vita nella società civile.  Un popolo con grande energia positiva ma mancante di senso di appartenenza allo Stato, al bene comune; “in attesa”,  senza mai pensare che un possibile cambiamento inizia individualmente, partendo da noi stessi, per cercare di abbattere le diseguaglianze sociali e portare sul tavolo della contemporaneità, nuove istanze sul vivere civile. Un popolo che vive aspettando il miracolo…
Info e prenotazioni: 0815513396 | biglietteria@teatrostabilenapoli.it

aaaaaaaLA CELLA ZERO
Quando: 12 Aprile
Luogo: Teatro Bolivar
Orario: ore 20.30
Regia: Vincenzo Borrelli
Interpreti: Ivan Boragine
Sinossi: La cella Zero, opera ispirata alla storia vera di Pietro Ioia, è un dito puntato contro il fallimento dello Stato nella missione di rieducazione che un istituto di detenzione dovrebbe avere. Da un’idea di Antonio Mocciola, lo spettacolo, è un viaggio nell’incubo di un ragazzo napoletano (interpretato da Ivan Boragine), che invecchia in carcere e ne esce dopo 22 anni, trovando la forza di raccontare le vessazioni subite e le ingiustizie patite. La storia non lascia scampo, serrata e spietata, disegna tutte le traiettorie di un sistema infame e vigliacco, del tutto simile a quello che, all’esterno, produce la delinquenza quotidiana a cui assistiamo da decenni.
La cella Zero diventa presto, per lo spettatore, un claustrofobico inferno di parole e gesti, di soprusi e violenze ai limiti del sopportabile, fino allo spiraglio di luce finale.
Oggi Pietro Ioia è il presidente dell’associazione Ex Detenuti di Poggioreale, ed è attivissimo nella difesa di chi è ancora tra le mura del carcere, e non ha la voce per gridare il proprio dolore. Grazie al suo attivismo la cella zero nel carcere di Poggioreale non esiste più, o meglio, non è più luogo di concentrato di violenza e soprusi, a danno di chi, certo deve pagare per gli errori fatti, ma con una modalità consona alla nostra Costituzione e soprattutto ad concetto di umanità, lontano, troppo lontano.
Info e prenotazioni: 0815442616 | www.teatrobolivar.com 

Irene Bonadies

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