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Al cinquantatreesimo ciclo di rappresentazioni classiche curato dall’INDA, di scena fino a luglio Euripide, Eschilo e Aristofane così come rispettivamente raccontati dallo sguardo registico di Binasco, Baliani e Barberio Corsetti.

Il Teatro Greco di Siracusa

Il Teatro Greco di Siracusa

Il Teatro Greco di Siracusa è luogo magnifico in cui si avverte la forza di un passato remoto che ci appartiene. I turisti lo affollano, gli spettatori lo riempiono, i giovani vi rimangono incantati e sedotti dalla forza degli spettacoli rappresentati. Turismo culturale? Certo è anche questo, ma è una vocazione antica e ben solida quella che fa del “Ciclo di Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco di Siracusa”, giunto quest’anno al suo 53° appuntamento, un evento atteso che coinvolge non soltanto la Città di Siracusa e la Regione Sicilia. Turisti/spettatori che giungono da ogni parte del mondo per assistere alle grandi tragedie o commedie scritte dai padri del teatro del mondo, Eschilo, Sofocle, Euripide, innanzitutto. Di anno in anno le loro tragedie sono emozione che si ripete, affidate come sono a traduttori, registi, attori, scenografi, costumisti, musicisti, che fanno del loro partecipare a questo evento un merito di cui potersi vantare. Una fetta importante della economia di Siracusa ne gode.
Evento affidato da sempre all’INDA, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico, guidato da un paio di anni dal Commissario Straordinario Pier Francesco Pinelli cui quest’anno è stata affiancata la figura di un Direttore Artistico, Roberto Andò, con il compito di pilotare gli appuntamenti siracusani verso una visione di teatro contemporaneo che non rinunci alla forza di una indispensabile classicità. Ed intanto il numero di spettatori fortunatamente in crescita fa opportunamente dilatare il tempo della rassegna. Così quest’anno gli spettacoli del Festival son ancora una volta tre, Fenicie, I sette contro Tebe e Le rane, ma il tempo delle rappresentazioni è cresciuto tenendo aperta l’offerta dal 6 maggio al 9 luglio presentando prima a giorni alterni Fenicie di Euripide per la regia di Valerio Binasco e I Sette contro Tebe di Eschilo per la regia di Marco Baliani, poi Le rane di Aristofane per la regia di Giorgio Barberio Corsetti e con protagonisti Ficarra e Picone.
Programma ambizioso e ricompensato dal numero degli spettatori presenti e dagli applausi ricevuti per ora dia primi due titoli andati in scena ed in replica fino a fine giugno.

Isa Danieli

Isa Danieli

Tra i due spettacoli abbiamo prediletto il primo, Fenicie, che mancava dalle scene Siracusane da molto tempo, certo per la complessità del linguaggio e del percorso drammaturgico che, affidato alla traduzione di Enrico Medda, ha acquistato possibili rapidità senza rinunciare alla forza evocativa del racconto che ritorna nelle parole dei protagonisti, ma soprattutto in quelle di Giocasta, come onda tragica che non s’arresta. E per la complessità del progetto di Binasco e la qualità della prestazione degli attori, capitanati da una intensissima ed avvincente Isa Danieli nel ruolo di Giocasta, chiamata ad un dominio tragico della scena e dello svolgersi dell’azione imperniata sullo scontro feroce dell’ambizioso contrasto che separa l’Eteocle di Guido Caprino dal Polinice di Gianmaria Martini. Temi complessi quelli messi in campo da Eschilo in anni lontani. E capaci di proiettare ombre inquiete verso i nostri giorni nel profluvio sciagurato di notizie e passioni orchestrato da Binasco in crescendo di misteriosi incontri, disperazione per lontananze, desiderio di patria, estraneità alla terra inospitale, cattiveria degli dei nemici degli uomini, e soprattutto dalla guerra che separa i due fratelli, sofferenza non sanabile per opposte ambizioni, prepotenze affermate e subite, in un inseguirsi di orrori vendicativi, dolorosi passi suicidi ed omicidi, sangue versato fino ad inzuppare la terra stessa divenuta inospitale presidio. Il racconto delle azioni nefaste volute da divinità nemiche, dei vaticini di morte impossibili a sfuggirsi ed il compimento del percorso d’infelicità è incarnato dal racconto di Giocasta, lungo tutta la tragedia, che Isa Danieli rivive ed anticipa con una coinvolgente presenza tragica, fisica ed intellettuale. È lei a raccontare, drammatica e forte presenza d’inizio, la predizione dell’oracolo fatto a Laio, il crimine di Edipo figlio che la fece sua sposa, la scoperta dell’incesto e la maledizione di Tebe. Ad Isa Danieli gli applausi del pubblico durante e dopo lo spettacolo. Con lei bisognerà però segnalare, oltre alla prova di Caprino e Martini, quelle di Giordana Faggiano, un’Antigone giovane e disperata, Hal Yamanuchi con il suo Edipo, Michele Di Mauro nell’eccellente prova del suo Creonte. Affascinante per costruzione e proiezione verso disperazioni a noi più vicine, il coro delle Fenicie, esuli e disperate, spaurito manipolo di esuli silenziosi che affidano alla voce Simonetta Cartia, prima corifea, i loro sogni e la loro disperazione. Ancora Massimo Cagnina, Simone Luglio, Alarico Salaroli, Matteo Francomano, Eugenia Tamburri e tutti i giovani dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico a completare la distribuzione.

Giulio Baffi

Festival del Teatro Greco di Siracusa
contatti: www.indafondazione.org/it – info@indafondazione.org –  0931 487 200

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