GLOB(E)AL SHAKESPEARE
Al via da stasera, la programmazione del Napoli Teatro Festival 2017 firmato da Ruggero Cappuccio. Per la sezione “Progetti speciali” al Teatro Bellini di Napoli – trasformato per l’occasione – è di scena il Bardo.
Il 6, 7 e 8 giugno al Teatro Bellini, per la sezione Progetti Speciali del Napoli Teatro Festival Italia, Glob(e)al Shakespeare, firmato da Gabriele Russo, partendo da una concezione dinamica dello spazio teatrale, fa convivere l’opera del Bardo con quella di grandi contemporanei: sei testi shakespeariani vengono riscritti e diretti da alcuni dei più interessanti artisti della scena odierna, ma, al tempo stesso, allestiti “alla maniera” di Shakespeare. Così, per l’occasione, saranno smantellate le poltrone centrali della platea e la scena sarà collocata al centro della sala. Il pubblico circonderà lo spazio scenico, partecipando a un evento unico, che ricrea a Napoli, in tre notti di mezza estate, l’atmosfera del Globe Theatre di Londra. Perché tutto il mondo è teatro e Shakespeare autore universale!
GIULIO CESARE
Uccidere il tiranno
adattamento Fabrizio Sinisi
con Nicola Ciaffoni, Daniele Russo, Rosario Tedesco, Isacco Venturini regia Andrea De Rosa
quando:6 giugno orario: 20.00 durata 1h e 20min
sinossi: «È legittimo uccidere il Tiranno? Ho deciso di affrontare il Giulio Cesare di Shakespeare concentrandomi su questa antica questione filosofica, privilegiando esclusivamente l’aspetto politico del testo; ho chiesto a Fabrizio Sinisi di rileggere l’originale in quest’ottica e di riscriverlo alla luce di questa specifica lente d’ingrandimento. […]
Varcando il Rubicone e marciando in armi verso Roma, Cesare ha oltraggiato la Repubblica, ha compiuto un atto violento e spregiudicato, ha aggredito la struttura democratica di Roma per farsene unico interprete. Dopo quasi 500 anni dalla cacciata dell’ultimo re di Roma, un uomo solo si ritrova ad accentrare nella propria persona un immenso potere […].
Convinti di agire per il bene dello Stato, i congiurati decidono di rimuovere il problema: uccidere l’uomo che si è trasformato, davanti ai loro occhi, in tiranno. Ma si accorgono presto che l’identificazione tra Cesare e Roma è ormai profonda e irreversibile. Prendendo lo Stato, Cesare ha impersonato lo Stato, lo ha plasmato strutturalmente, tanto che, anche dopo il suo assassinio, niente potrà essere più lo stesso.
La storia del ‘900 è attraversata da molte infami dittature e altre sembrano affacciarsi in questo oscuro inizio di millennio. Sembra un destino inesorabile che da sempre si agita nella storia umana: si vuole, si può, si deve uccidere il Tiranno? ».
UNA COMMEDIA DI ERRORI
adattamento Marina Dammacco, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella
con Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Vincenzo Nemolato, Valeria Pollice, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella voce registrata Adriano Pantaleo
regia Emanuele Valenti
quando 6 giugno orario 21.40 durata 1h e 20min
sinossi: «The comedy of errors fa parte di una lunga e articolata tradizione di scritture e riscritture che, a partire dai Menecmi di Plauto, ha alimentato nei secoli il fertile tema del doppio, di quell’altro diverso da sé ma uguale, la cui comparsa prima minaccia e poi fortifica l’idea della propria identità. Trasportiamo la vicenda nel tempo della New York di inizio secolo, di Ellis Island e delle varie Little Italy. Il testo originale comincia con il racconto di un lungo viaggio e una condanna a morte, ed è proprio questa cornice narrativa, all’interno della quale Shakespeare inserisce il meccanismo degli equivoci, che ci ha portati a trovare una nostra chiave. Sin dall’inizio, seguendo il moto di una lingua piena di illuminazioni, dialoghi serrati, scherzi geometrici e poesia, abbiamo avuto la sensazione di stare all’interno di una casa degli specchi […]. Diciamo allora che ripercorrendo il tragitto delle navi cariche di italiani di “razza meridionale”, abbiamo cambiato l’arreda-mento di questa casa degli specchi senza spostare una porta, abbiamo rifatto l’intonaco senza cambiarne la pianta, scoprendo che anche quella degli italoamericani è un’altra fertile storia di errori, miscugli, separazioni e forse ritrovamenti».
RACCONTO D’INVERNO
adattamento Pau Miró, Enrico Ianniello
con Luigi Bignone, Rocco Giordano, Tony Laudadio, Mariella Lo Sardo,
Vincenzo Nemolato, Francesca Piroi, Marcello Romolo, Leonardo Antonio Russo, Eduardo Scarpetta, Edoardo Sorgente, Petra Valentini
regia Francesco Saponaro
quando 7 giugno orario 20.00 durata 1h e 20min
sinossi: «Il racconto d’inverno è un’opera affascinante e misteriosa, composta come un vero e proprio dittico. Nella prima parte siamo in Sicilia, i toni sono cupi, allucinati e violenti. Nella seconda, in una Boemia immaginaria, le modulazioni si fanno più liete e all’universo tragico si oppone la feconda esuberanza del teatro popolare e della commedia.
Ho scelto di ambientare il racconto in una fulgida “Sicilia dei principi”, a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60 del ‘900. Il re Leonte ospita a corte il suo ami-co d’infanzia Polissene, re di Boemia. L’atmosfera di festa viene turbata dall’ingiustificata gelosia di Leonte per l’eccessiva confidenza tra Polissene e sua moglie Ermione. Il dischiudersi della follia persecutoria di Leonte, il repentino tramutarsi del suo sospetto in certezza, mettono in moto una catena di eventi con conseguenze fatali per il re e chiunque gli sia vicino. […] A distanza di 16 anni dai tragici avvenimenti, il racconto si sposta in Boemia, che ho immaginato come un Sud arcaico, innocente e sacro, so-speso tra riti agresti e feste primaverili.
La riscrittura di Enrico Ianniello e Pau Mirò restituisce l’atmosfera comica e pastorale, grazie all’invenzione di una lingua spuria che trae ispirazione dall’intreccio dei dialetti dell’Italia meridionale».
OTELLO
adattamento Giuseppe Miale di Mauro
drammaturgia di Gianni Spezzano
con Viviana Altieri, Francesco Di Leva, Martina Galletta, Giuseppe Gaudino,
Adriano Pantaleo, Andrea Vellotti
e con la partecipazione del gruppo #GiovaniO’Nest Antonio Coppola, Armando De Giulio, Emilia Francescone, Lisa Imperatore, Raffaella Nocerino, Ralph P, Nunzia Pace, Francesco Porro, Mimmo Sabatino, Carlo Salatino e Anna Stabile
regia Giuseppe Miale di Mauro
uno spettacolo della Compagnia NEST
quando 7 giugno orario 21.40 durata 1h e 20min
sinossi: «Un Otello scarnificato, ridotto a sei personaggi: Otello (il colpevole); Iago (il misogino); Cassio (coscienza critica che si fa narratore); Desdemona (la vittima); Emilia (l’ingiusta giustizia) e Roderigo (il burattino). Una rilettura della tragedia shakespeariana in chiave contemporanea, con uno sguardo forte sul rapporto uomo donna partendo da un dato statistico agghiacciante: un milione seicento cinquantaseimila donne tra i 15 e i 40 anni sono vittime di abusi fisici o sessuali, e circa un milione hanno subito stupri o tentati stupri. Il 34% delle donne che subisce violenza è vittima del proprio compagno, nella maggior parte dei casi per gelosia.
In questa riscrittura la lingua napoletana macchia il linguaggio shakespe-ariano lasciando inalterato il verso. Perché l’Otello ci insegna che le cause di certe tragedie spesso si trovano in quella differenza fondamentale che invece di originare incontri da costruire, possono spalancare delle falle da cui può insinuarsi una follia smisurata. […]
Il tutto nasce da un’esperienza personale. Ero al funerale di una conoscen-te vittima di femminicidio e il prete durante l’omelia disse: Questi sono omicidi che uccidono anche chi li compie».
TITO
adattamento Michele Santeramo
con Roberto Caccioppoli, Antimo Casertano, Giandomenico Cupaiuolo,
Gennaro Di Biase, Piergiuseppe Di Tanno, Maria Laila Fernandez,
Fabrizio Ferracane, Daniele Marino, Francesca Piroi, Leonardo Antonio Russo, Filippo Scotti, Isacco Venturini
regia Gabriele Russo
assistente alla regia Francesco Ferrara
quando 8 giugno orario 20.00 durata 1h e 20min
sinossi: «Non è un caso che Tito Andronico, la prima tragedia scritta da Shakespeare, sia la sua opera più cruenta, sanguinaria e violenta, ciò è dovuto oltre che alla giovane età dell’autore, alla consapevolezza che questi ingredienti all’epoca elisabettina esercitassero grande fascino sul pubblico […].
Le cose oggi come allora non sono tanto cambiate. Potremmo dire che Tito Andronico sia l’equivalente di un film splatter dei nostri tempi, il linguaggio e la drammaturgia sono chiaramente più alti, ma l’obbiettivo di fondo è lo stesso.
Nella riscrittura di Santeramo, smussando il carattere epico dell’opera e abbandonandone quello tragico per trasferirlo nel registro del drammatico, nel quale il pubblico di oggi ha più strumenti per riconoscersi, Tito Andronico diventa più semplicemente Tito, l’antieroe Tito.
Tito padre di famiglia, di figli immaturi ed acerbi, Tito oberato dal peso della responsabilità. Tito uomo. Un uomo alla ricerca della normalità. Vorrebbe ascoltare musica, leggere un libro, starsene in pantofole. Tito alla ricerca della pace. Ma c’è pace se la guerra è altrove? Ed è in questa pace apparente, fra le mura casalinghe che il sangue continua a scorrere mentre si consuma la vendetta dei suoi vecchi nemici. A questo punto il Tito di Shakespeare si ribella a quello di Santeramo, la normalità desiderata diventa la causa della tragedia che si fa di nuovo viva sul finale, quando Tito dovrà, suo malgrado, vendicarsi e rispondere al ruolo cui è destinato. […]
Ed è questa un’altra delle chiavi di questa messinscena, ovvero la consapevolezza sempre chiara e presente negli attori di star recitando una tragedia. Non con un esplicito dentro\fuori, […] in cui il piano della realtà e della finzione si intrecciano e confondono continuamente».
LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR
adattamento Edoardo Erba
con Mila Boeri, Annagaia Marchioro, Chiara Stoppa, Virginia Zini, Giulia Bertasi
regia Serena Sinigaglia
quando 8 giugno orario 21.40 durata 1h e 20min
sinossi: «Ho scelto di lavorare con Edoardo Erba su Le allegre comari di Windsor, il nostro gioco non sarà riscrivere, ma riadattare, tagliare, montando il testo, innestando, alla bisogna, pezzi suonati e cantati dal vivo dell’opera di Ver-di. Terremo sulla scena solo le quattro comari: la signora Page, la signora Ford, la giovane Anne Page e la serva Quickly. Saranno loro a impersonare gli altri personaggi, a mostrarci i mariti assenti, gli amanti assenti e soprattutto il grande assente Falstaff. Da lui tutto comincia e con lui tutto finisce. Nella sua ostentata dissolutezza puoi scorgere Don Giovanni, respirare aria di libertà, nella sua evidente decadenza si rispecchia quanto di più umano. Cosa saremmo senza Falstaff? Quale divertimento? Quale sfogo?Le signore Page e Ford sono desperate housewives, donne di mezza età, borghesi, annoiate, con mariti assenti e desideri sopiti. Signore represse e infelici.
Le lettere d’amore che Falstaff invia identiche a entrambe sono lo stimolo per animarsi, divertirsi, per trasformare il very british pomeriggio di thè, in uno scatenato gioco dell’immaginazione e del desiderio. Punire quel porco di Falstaff diventa il grimaldello per sentirsi vive.
Accanto a loro ho voluto una fisarmonicista che, oltre ad accompagnarci dal vivo sulle note di Verdi, facesse un ruolo en travesti come vuole la tra-dizione shakespeariana, ma al contrario!».
Maria Anna Foglia